BNL: accordo sul pendolarismo

3 - Fisac Cgil


Dopo mesi di serrate trattative nella giornata del 16/06/2022 le OO.SS. di BNL sono riuscite con soddisfazione a raggiungere un importante accordo in tema di pendolarismo. Il 31 dicembre 2021 infatti era scaduto il precedente accordo e molti colleghi si trovavano nella spiacevole situazione di essere stati trasferiti, in alcuni casi anche molto lontano dalla propria residenza, senza che nessun importo fosse loro riconosciuto.

Con il nuovo accordo il Sindacato ha tentato di salvaguardare tutti i colleghi trasferiti da gennaio ad oggi e tutti i colleghi che già erano percettori del pendolarismo per precedenti trasferimenti:

  • facendo corrispondere tutti gli arretrati ai colleghi trasferiti da gennaio ad oggi;
  • mantenendo inalterato il riconoscimento percepito da chi aveva il pendolarismo in corso;
  • salvaguardando le tutele contro i trasferimenti per le categorie di persone già previste ed estendendo le stesse anche ai padri con figli fino a 3 anni;
  • superando la differenza fra le categorie dei QD e delle aree professional;
  • attribuendo a tutti gli importi dei quadri direttivi maggiorati del 5%.
Km percorsi a/r Contributo €
30-40 12
41-55 15
56-70 18
71-85 21
86-100 24
101-115 28
116-130 32
131-145 36
>145 39

Riteniamo di aver raggiunto un importante accordo che permetterà alle lavoratrici ed ai lavoratori di BNL di poter svolgere il proprio lavoro con maggiore sicurezza e il giusto contributo in caso di trasferimento in comuni che distino almeno 30 km fra andata e ritorno.

BONUS 200 EURO:

Abbiamo sollecitato l’Azienda affinché si attivi per dare le giuste informazioni a tutti i colleghi sull’iter da seguire per l’invio dell’autocertificazione per chi ha redditi inferiori a 35.000 euro. L’Azienda ci ha informato che appena saranno diramate dall’INPS le circolari operative pubblicherà su echonet o con altro strumento aziendale le modalità di trasmissione dei documenti necessari. Chiediamo a tutte le colleghe e tutti i colleghi interessati di pazientare perchè l’intento dell’azienda è quello di facilitare il più possibile la fruizione dell’indennità.

Scarica accordo BNL




Una Tantum €200 per lavoratori dipendenti pubblici e privati

Una Tantum 200 €uro lavoratori dipendenti pubblici e privati (nuovo messaggio INPS 2397 / 13-06-2022)

L’indennità spetta ai lavoratori dipendenti pubblici e privati che nel periodo gennaio-aprile 2022 hanno beneficiato – per almeno una mensilità – dell’esonero di 0,8 punti percentuali sulla quota dei contributi previdenziali IVS i a carico del lavoratore (art. 1, comma 121 Legge n. 234/2021 “Bilancio 2022”).

L’esonero è concesso per l’anno 2022 in via temporanea a condizione che venga rispettato il limite della retribuzione mensile, da intendersi come retribuzione imponibile ai fini previdenziali, di 2.692 €.

L’indennità è riconosciuta in misura fissa, una sola volta, previa acquisizione da parte del datore di lavoro di una dichiarazione del lavoratore, con la quale dichiari di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18″ (no trattamenti di pensione o assegno sociale, invalidità civile o accompagnamento, di non essere beneficiario di reddito di cittadinanza).

L’indennità spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro. Pertanto, il lavoratore, laddove titolare di più rapporti di lavoro, potrà richiedere il pagamento dell’una tantum a un solo datore di lavoro attraverso apposito modello.

Puoi scaricare il modello per la richiesta dell’indennità una tantum cliccando qui.

 

🟥 Caaf Cgil Abruzzo




In arrivo bonus da 200 euro per redditi fino a 35mila euro

Un bonus “una tantum” anti-inflazione da 200 euro per lavoratori e pensionati sotto i 35mila euro di reddito. Che sicuramente nel secondo caso sarà erogato a luglio, mentre per i dipendenti ci penserà il datore che recupererà l’importo al primo pagamento di imposta possibile. Alla fine di una giornata convulsa, con incontri a raffica, a livello tecnico e politico, il governo mette in campo un primo intervento per sostenere i redditi medio-bassi. Compresi quelli dei lavoratori autonomi, attraverso un apposito fondo, che fanno lievitare la quota a 28 milioni, come ha evidenziato lo stesso premier Mario Draghi, il bacino dei soggetti destinatari del sostegno previsto dal decreto da 14 miliardi varato lunedì sera dal Consiglio dei ministri. E quasi la metà di questa dote, ovvero 6-6,5 miliardi, viene assorbita dalle misure previste per tutelare il potere d’acquisto di salari e pensioni seppure solo in via temporanea e rinunciando, almeno per il momento, all’opzione di un mini-taglio del cuneo, per la sola parte contributiva, che era continuata a circolare fino a ieri mattina.

La decisione dopo colloqui serrati

Ma dopo il faccia a faccia con i sindacati prima e con le forze di maggioranza poi, l’esecutivo ha deciso di prendere in considerazione la soluzione, sul lavoro, dell’importo “a cifra fissa”. Una “una tantum” da mettere direttamente nelle busta paga delle persone con redditi medio-bassi per contrastare i rincari generalizzati legati all’inflazione, che una parte di maggioranza ha subito accostato al bonus Renzi. Il governo, almeno per lavoratori e pensionati, ha anche optato per un’unica soglia dei redditi: quella dei 35mila euro di reddito annuo sotto la quale scatta il bonus.

Niente intervento sul cuneo

Di ora in ora, ieri, ha perso invece quota l’altra opzione sul tavolo, quella cioè di un intervento sul cuneo per rafforzare lo sconto contributivo di 0,8 punti (solo lato lavoratori) introdotto con l’ultima manovra per redditi fino a 35mila euro e valido per il solo 2022. A pesare sulla scelta finale dell’una tantum, simulazione dopo simulazione, è stato l’impatto effettivo sulle retribuzioni, con l’obiettivo del governo di non replicare la situazione venutasi a creare con le misure previste con la scorsa legge di Bilancio, dove il mix di decontribuzione dello 0,8 e taglio a Irpef non ha prodotto effetti significativi sulle buste paga, peraltro premiando le fasce reddituali medio alte (sopra i 35mila euro).

Il tema pensioni

E alla fine, dopo vari ripensamenti, il governo ha preso realmente in considerazione l’ipotesi di estendere il bonus anche ai pensionati. Un’opzione che si è materializzata nell’incontro di ieri mattina con i sindacati. I leader di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito la necessità di sostenere il potere d’acquisto di salari e pensioni indebolito dalla corsa dell’inflazione. E sul versante previdenziale hanno riproposto due cavalli di battaglia: il rafforzamento delle cosiddette 14esime dei pensionati (che sono in pagamento a luglio) o, in alternativa, un anticipo della rivalutazione degli assegni rispetto alla scadenza di gennaio 2023. L’ultima perequazione scattata a inizio 2022 su base annuale è dell’1,7% per il 2021 articolata su un modello scaglioni: 100% dell’inflazione per i trattamenti fino a 4 volte l’assegno minimo (che è pari a poco meno di 524 euro); 90% quelli compresi tra 4 e 5 volte il “minimo”; 75% per le pensioni oltre 5 volte l’assegno minimo. Una soluzione complicata e anche particolarmente costosa. E anche per questo motivo, l’esecutivo avrebbe deciso di virare sul bonus unico per lavoratori e pensionati.

 

Fonte: ilsole24ore.com