MPS: risolvere velocemente la questione Bonus 110%

3 - Fisac Cgil

Coordinamenti Banca Monte dei Paschi Siena S.p.A.

 

A pochi giorni dalla scadenza per comunicare ad Agenzia delle Entrate la cessione dei crediti fiscali relativi alle spese sostenute per la ristrutturazione degli immobili (Bonus incentivi fiscali 110%), la Banca Monte dei Paschi si trova nella situazione di dover gestire migliaia di pratiche incomplete o incagliate.

Come organizzazioni sindacali, denunciamo la mancanza di chiarezza e trasparenza sul tema nei confronti delle Lavoratrici e dei Lavoratori della banca che si trovano a dover dare imbarazzanti giustificazioni a clienti ormai esasperati da mesi di silenzio e di ambiguità.

Da molto sollecitiamo soluzioni che non sono mai arrivate, assistendo ad un rimpallo di responsabilità tra Banca e piattaforma EY.

Chiediamo una immediata presa di posizione aziendale nei confronti dei Lavoratori e della clientela.

Chiediamo che i responsabili di questa grave situazione organizzativa diano risposte in prima persona e che si assumano la responsabilità di tutta la vicenda.

È intollerabile che ancora una volta siano le Lavoratrici e i Lavoratori a dover affrontare in solitudine le difficoltà create dalle decisioni del management.

È necessario che l’azienda sollevi da ogni responsabilità i gestori dei rapporti con i clienti.

Pretendiamo risposte e le pretendiamo subito.

Siena, 24 marzo 2023

 

Le Segreterie




Bper. VAP e bonus edilizi: in alto mare

COORDINAMENTI SINDACALI Aziendali BPER


 

VAP E BONUS EDILIZI: IN ALTO MARE

 

Proseguono le trattative tra le OO.SS e l’Azienda per la determinazione del VAP 2022. I risultati economici positivi evidenziati dalla prima trimestrale 2022, le previsioni dichiarate dall’A.D. alla presentazione del Piano Industriale, le rassicurazioni date agli azionisti per una maggiore remunerazione, dovrebbero tradursi in un giusto riconoscimento per il principale stakeholder dell’Azienda: i dipendenti.

Per questo valutiamo incomprensibile la rigidità dell’Azienda rispetto alle diverse proposte offerte dal tavolo affinché il premio aziendale rappresenti l’adeguato riconoscimento del determinante contributo dei lavoratori.

Il maggior impegno costantemente richiesto vede i lavoratori in prima fila, come l’ultimo caso delle pratiche dei Bonus edilizi dimostra e di cui parliamo in seguito. Ci aspettiamo al prossimo incontro adeguate aperture e un’azienda che si discosti dall’immobilismo che l’ha caratterizzata.

Sulla torta dei vari Bonus edilizi si è lanciata anche BPER ma dobbiamo purtroppo segnalare che il servizio non funziona adeguatamente e questo genera un fortissimo stress ai colleghi della rete che devono rispondere a richieste e lamentele dei clienti, purtroppo sempre più frequenti.

La situazione risulta aggravata dalle ultime decisioni organizzative aziendali di trasferire parte della gestione amministrativa delle pratiche alle filiali e di attribuire maggiori responsabilità di valutazione ai colleghi della rete non tenendo conto, fra le altre cose, che la maggior parte dei colleghi non ha ricevuto un’adeguata formazione in materia di Bonus edilizi.

Abbiamo fortemente evidenziato il problema ma l’Azienda ritiene il suo modello consono.

Rileviamo l’ennesima incongruenza del sistema incentivante aziendale. In occasione delle chiusure sportelli di maggio, gli obiettivi commerciali attribuiti a tali filiali sono stati migrati pari pari alle filiali eredi, senza alcun riproporzionamento.

Abbiamo manifestato disappunto per le attribuzioni della clientela fatte sulla carta e mancanti di verifiche e aggiustamenti su budget e organici a valle.

Non è più tempo di minimizzare, il contesto è serio sia per i colleghi che per i clienti, sempre più insoddisfatti: è necessario invertire la rotta e risolvere il problema per evitare che la barca affondi.

Vi terremo informati.

 

COORDINAMENTI SINDACALI AZIENDALI DI BPER BANCA
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN




Bonus edilizi, Unicredit e Intesa bloccano le cessioni: “norme da modificare”

Le troppe richieste arrivate stanno portando alla progressiva impossibilità di accogliere nuove domande di cessione: istituti verso il blocco


Il mercato delle cessioni di crediti fiscali viaggia verso uno stop che rischia di lacerarlo in maniera irrimediabile. Complice il quadro normativo – che, ad oggi, limita le cessioni a tre e consente la seconda e terza cessione solo a banche, intermediari finanziari e assicurazioni, costringendo questi soggetti a tenere in pancia miliardi di crediti – negli ultimi giorni, a quanto risulta al Sole 24 Ore, anche le due banche principali del Paese, Intesa Sanpaolo e UniCredit, sotto il peso delle troppe richieste, avrebbero separatamente preso atto della progressiva impossibilità a procedere con l’accoglimento di nuove domande di cessione. In assenza di modifiche normative, insomma, sarà impossibile procedere con nuove richieste.

Nello specifico, Intesa Sanpaolo, che fino a oggi ha registrato domande per quasi 20 miliardi di lavori, interpellata sul tema dal Sole 24 Ore sottolinea che «se non verranno modificate le norme di riferimento, è inevitabile un progressivo rallentamento fino all’uscita» da un business con cui la banca ha acquisito finora oltre 4 miliardi di crediti fiscali collegati ai bonus edilizi, di cui circa la metà relativi alle imprese che hanno praticato il cosiddetto “sconto in fattura”.

Flussi di richiesta eccessivi

Analoga la posizione di UniCredit. Nei giorni scorsi, l’istituto di piazza Gae Aulenti avrebbe infatti esaminato il tema nel proprio Comitato crediti, arrivando a determinare la necessità di mettere uno stop, almeno al momento, a nuove domande. La banca sta «riscontrando un elevato volume di richieste che potrebbero comportare il raggiungimento della massima capacità fiscale possibile per la cessione dei crediti», dice l’istituto. Da qui l’avvio di «una valutazione interna per poter massimizzare tutte le risorse disponibili e continuare a gestire al meglio i flussi di richiesta della clientela». Tradotto: si riprenderà, eventualmente, quando ci sarà la capienza sufficiente per accogliere nuove richieste. Per ora, insomma, ci si ferma. Va detto che fino a oggi la banca di piazza Gae Aulenti ha crediti d’imposta per 252 milioni e impegni connessi all’acquisto del futuro credito d’imposta per 939 milioni, per un totale di quasi 1,2 miliardi di euro.

I passi indietro di Intesa e UniCredit si inseriscono in un mercato già molto sofferente. All’indomani del decreto Antifrodi, in vigore dal 12 novembre 2021, gli ostacoli per i contribuenti che volevano cedere sono andati progressivamente aumentando. Fino all’arrivo del Sostegni ter (il 27 gennaio 2022), che ha mandato in pensione il concetto di moneta fiscale, tagliando a uno il numero dei trasferimenti possibili.

Punto di equilibrio ed “effetto imbuto”

Da quel terremoto di gennaio sono seguite diverse modifiche (le cessioni adesso sono tre), che però non hanno portato ancora a un punto di equilibrio sostenibile per tutti i diversi attori. Tanto che, dopo le ultime limature alla Camera per attivare una quarta cessione dei crediti, già si pensa a ulteriori modifiche che rendano il meccanismo più efficace (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri): l’obiettivo è consentire alle banche di liberare la loro capienza fiscale, attraverso cessioni ai propri clienti, per non ingolfarle di troppi crediti fiscali. È anche a queste modifiche che guardano i grandi istituti.

In assenza di cambiamenti, comunque, a oggi lo scenario tende a un “effetto imbuto”: le banche medio piccole, una dopo l’altra, stanno raggiungendo la loro capienza fiscale massima e, quindi, non possono più acquistare crediti, perché non avrebbero modo di utilizzarli (a fine anno si rischia di perderli). Chi resta sul mercato come acquirente affronta una domanda sempre crescente di incamerare nuovi crediti già respinti da qualche altra banca.

Capacità fiscale in esaurimento

Questa spirale sta mettendo a dura prova persino i soggetti più grandi, perché anche per loro la capacità fiscale rischia di esaurirsi. Per dare un riferimento, Poste Italiane ha di recente indicato il suo tetto di acquisto di crediti in 9 miliardi, una cifra altissima. Stando all’ultimo report dell’Enea (aggiornato al 31 marzo), però, le sole detrazioni maturate ad oggi per lavori da superbonus valgono 18,7 miliardi.

Tutte potenziali cessioni, alle quali vanno sommate le detrazioni per gli altri bonus edilizi. E non solo, perché il Governo ha di recente incluso i tax credit per le imprese energivore e a forte consumo di gas naturale (valore: quasi un miliardo) tra quelli monetizzabili con il meccanismo della cessione. Il mercato, insomma, ha bisogno di nuove valvole di sfogo.

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

 

 




Superbonus 110%: la guida dell’Agenzia delle Entrate

Superbonus al 110%: la guida dell’Agenzia delle Entrate spiega attraverso una ricca carrellata di casi pratici, tutto quello che c’è da sapere sull’agevolazione introdotta dal Dl Rilancio.


L’incentivo consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per gli interventi che aumentano l’efficienza energetica degli edifici e per quelli antisismici.

La guida fornisce, inoltre, indicazioni sulla possibilità introdotta dal Dl Rilancio di cedere la detrazione o di richiedere al fornitore uno sconto immediato con la possibilità per quest’ultimo di cederlo ulteriormente.

A questo link, invece, trovate le schede di riepilogo prodotte dall’ALI (Associazione Autonomie Locali Italiane).

Quali immobili ne hanno diritto?

Il Superbonus è riconosciuto nella misura del 110% delle spese, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo.

Può essere chiesto per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per interventi effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali, sulle unità immobiliari indipendenti e sulle singole unità immobiliari (fino ad un massimo di due).

Non può essere fruito, invece, per interventi effettuati su unità immobiliari residenziali appartenenti alle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli).

Interventi ammessi

Il Superbonus del 110% spetta prima di tutto per gli interventi volti a incrementare l’efficienza energetica degli edifici e le misure antisismiche. A queste tipologie di spese, dette “trainanti”, si aggiungono altri interventi, a condizione però che siano eseguiti congiuntamente (“trainati”) ad almeno un intervento trainante.

Rientrano in questa categoria, per esempio, l’installazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica sugli edifici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

I beneficiari

Per quanto riguarda i beneficiari, possono accedere al Superbonus:

  • le persone fisiche che possiedono o detengono l’immobile (per esempio proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, affittuari e loro familiari)
  • i condomini, gli Istituti autonomi case popolari (IACP)
  • le cooperative di abitazione a proprietà indivisa
  • le Onlus e le associazioni e società sportive dilettantistiche registrate, per i soli lavori dedicati agli spogliatoi.

La guida chiarisce che i soggetti Ires (e, in generale i titolari di reddito d’impresa o professionale) possono accedere al Superbonus solo per la partecipazione alle spese per interventi trainanti, effettuati sulle parti comuni di edifici.

Detrazione, cessione e sconto

Il Dl Rilancio ha anche introdotto la possibilità per i contribuenti di scegliere, in alternativa alla fruizione diretta della detrazione prevista, di ottenere uno sconto dai fornitori dei beni o servizi (cd. sconto in fattura) o di cedere il credito corrispondente alla detrazione spettante.

Questa possibilità riguarda le spese sostenute nel 2020 e nel 2021 per gli interventi ai quali si applica il Superbonus ma anche:

  • per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio
  • di recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti (cd. bonus facciate)
  • e per l’installazione di impianti solari fotovoltaici e di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici
  • infine prevede la possibilità di successive cessioni da parte del cessionario.

Superbonus 110%: la guida dell’Agenzia delle Entrate

A questo link potete consultare il testo completo della Guida.

 

Fonte: www.lentepubblica.it