Piano industriale Gruppo BPER 2019/21, firmato l’accordo: oltre 780 assunzioni

Ieri sera, 29 ottobre, abbiamo firmato l’accordo per il Piano Industriale del Gruppo BPER 2019/2021. Ricordiamo che il piano fu presentato il 28/2 alla comunità finanziaria e il giorno dopo al sindacato. Per quanto concerne il personale, come già detto, l’obiettivo di BPER è di giungere a fine piano (2021) potendo contare su 12.739 dipendenti partendo dagli oltre 14.000 di inizio piano.

Fin da subito, abbiamo dichiarato la necessità di maggiori assunzioni, anche per la stabilizzazione dei troppi colleghi precari presenti nel Gruppo e per evitare che le tante riorganizzazioni previste dal Piano potessero ricadere su una struttura aziendale già fortemente stressata.

Il risultato di lunghi mesi di trattativa è un accordo che cerca di “tenere insieme” le esigenze e le aspettative di:

  • coloro che dopo tanti anni di lavoro possono raggiungere il “meritato riposo” in condizioni di garanzia e tranquillità;
  • coloro che da fuori dalla banca o già in banca come precari possono avere maggiori possibilità di trovare un posto di lavoro sicuro e pertanto anche una miglior prospettiva di vita;
  • coloro, i più, che continueranno a lavorare all’interno del Gruppo ancora per molto tempo volendo contare su condizioni di lavoro “sane” e con un’attenzione reale, e non solo raccontata, alla conciliazione fra tempo di lavoro e vita privata.

Di seguito trovate i punti principali:


Per coloro che possono “andare”

La parte dell’accordo che riguarda le complessive 1.289 uscite prevede:

  • l’uscita incentivata direttamente in pensione per chi matura i requisiti pensionistici entro il 1/1/2022;
  • l’accesso al Fondo di Solidarietà per chi matura i requisiti pensionistici da 1/1/2021 fino al 1/1/2026 mediante l’uscita dal lavoro a fine marzo, giugno, settembre e dicembre 2020 e marzo 2021, correlate all’anno di maturazione del diritto alla pensione (chi va in pensione prima entra prima nel Fondo); pertanto coloro che maturano la pensione nel 2021 avranno la possibilità di optare fra fondo, uscendo prima, e pensione diretta;
  • uscite incentivate per le c.d. “Opzione Donna” e “Quota 100”;
  • il riscatto laurea, anche parziale, qualora lo stesso consenta di maturare i requisiti per l’accesso diretto alla pensione oppure di diminuire il periodo di permanenza nel Fondo (utilizzabile, quindi, solo da chi ha già i requisiti per accedervi).

Nei prossimi giorni verrà emanata la circolare aziendale che dettaglierà le modalità con cui poter aderire. La scelta andrà fatta entro la fine dell’anno e sarà previsto un “premio di tempestività” se l’adesione avverrà entro il 30 novembre.

 

Coloro che arriveranno (e che già ci sono)

Oltre alle 141 assunzioni già effettuate da gennaio sino al 31/8/2019, le aziende del Gruppo ne effettueranno altre 645 entro il 31/12/2021, portando pertanto il rapporto fra entrate ed uscite al 50%.
Ben 443 di queste verranno effettuate direttamente nei territori dove usciranno le persone, privilegiando le aree d’Italia con maggior difficoltà dal punto di vista dell’occupazione e maggiori percentuali di uscite (Sardegna e DT Mezzogiorno).

In questo modo si potranno stabilizzare parecchi colleghi attualmente precari:

  • almeno 83 somministrati oltre ai 55 già assunti da inizio anno;
  • 38 apprendisti e 37 tempi determinati per i quali BPER ha dichiarato l’impegno a valutare la stabilizzazione.

 

Per quelli che rimangono

Le importanti operazioni, a partire da quelle già programmate per il 25/11 con la fusione di Unipol Banca, la chiusura delle filiali, la riorganizzazione del cd “semicentro” (aree e direzioni territoriali/regionali) potranno certamente determinare mobilità territoriale (i trasferimenti) e professionale (il cambio di lavoro).

Per questo motivo è stata confermata e migliorata la regolamentazione sui trasferimenti conseguenti alle operazioni di riorganizzazione del piano che prevede il pagamento per coloro che vengono spostati ad almeno 25 km dalla propria abitazione e la possibilità di avere un alloggio pagato per coloro trasferiti ad almeno 60 km.

Fra le altre misure, è stata convenuta anche per il 2019/2021 la fruizione delle ferie e delle festività soppresse entro l’anno con l’impegno delle banche ad adottare tutte le misure necessarie per il loro utilizzo.

Anche sul tema del part time è stata prorogata la regolamentazione già pattuita 4 anni fa che ha contribuito a far aumentare, sebbene con difficoltà e in modo non omogeneo su tutto il territorio, il numero di colleghi che ne usufruiscono. Pertanto, salvo diversa richiesta del collega,

  • i part time in corso con scadenza entro il 31/12/2021 saranno prorogati di 2 anni alla rispettiva scadenza senza necessità di richiesta;
  • le nuove richieste saranno accolte sempre per la durata di almeno 2 anni.

Tutto ciò ovviamente e come sempre, compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive che, anche in questo caso, come sappiamo, non sono omogenee su tutto il territorio.

Analogamente abbiamo prorogato l’accordo sul cd “pendolarismo ordinario”, in scadenza a fine anno per i trasferimenti, per l’appunto, ordinari. Pertanto continueranno a essere coperti dalle previsioni contenute (pagamento a partire dai 35 km) tutti i dipendenti delle aziende attualmente nel Gruppo.

Altra conferma è la possibilità per gli anni 2020 e 2021 di poter nuovamente usufruire di giornate di assenza utilizzando il Fondo di solidarietà del settore remunerate al 60%.
Viene istituita la Banca del Tempo solidale, finalizzata alla costituzione di un monte ore annuale di permessi retribuiti di natura solidale, utilizzabili a favore dei dipendenti che abbiano necessità di una ulteriore dotazione di permessi per far fronte a gravi ed accertate situazioni personali e/o familiari. Su entrambi questi istituti la regolamentazione è rinviata all’anno prossimo, come anche per quella inerente l’Hub e lo Smart working (il lavoro da casa o da una sede di lavoro più vicino a casa).

Sono previsti momenti di verifica per valutare gli impatti derivanti dalla cd “manovra del personale” e confronti relativi agli eventuali spostamenti di lavorazioni fra i territori che il piano comporterà.
In considerazione della prossimità della fusione di Unipol Banca, è stata convenuta l’ultrattività delle norme qualificanti del welfare aziendale relative a: Fondo pensione, Polizza sanitaria, Premio di anzianità, Borse di studio, Provvidenze per famigliari portatori di handicap, rimandando l’armonizzazione alle condizioni di BPER all’anno prossimo.

Si tratta di un accordo dà garanzie e tutele a tutti e che pone le basi per un “governo” concordato delle ricadute sul personale delle tante iniziative aziendali che continueranno a svilupparsi nei prossimi mesi.
Abbiamo tentato di rappresentare “al meglio” le istanze di tutte le colleghe e i colleghi che, siamo certi, non ci faranno mancare i necessari contributi, stimoli e, soprattutto, sostegno.
Come sempre, la “gestione” dell’accordo inizia il momento successivo alla firma sia per l’illustrazione ai colleghi, soprattutto a quelli coinvolti dalle operazioni, sia per l’assistenza a coloro che dovranno presentare la domanda per la cd “manovra sul personale”.

Per tutti, i dirigenti sindacali della Fisac/Cgil sono, come sempre, a disposizione.

 

Segreteria di Coordinamento Sindacale FISAC/CGIL del GRUPPO BPER

Modena, 29 ottobre 2019

 

Accordo Unipol e BdS

Verbale proroga pendolarismo

Allegato 1 – Direzioni Territoriali

Rimborsi delegazioni sindacali

Accordo PIANO INDUSTRIALE 

 

 




Bper ufficializza l’acquisto di Unipol Banca e del 100% del Banco di Sardegna

Il gruppo Unipol ha ceduto a Bper, di cui possiede il 15%, il 100% di Unipol Banca per 220 milioni di euro. Secondo l’ad Carlo Cimbri l’operazione “cambia radicalmente la posizione di rischio di Unipol” perché fino a quando la banca era nel perimetro del gruppo Unipol sarebbe stata “costretta a metterci i soldi” nel caso in cui, anche a seguito delle richieste del regolatore, ci fosse stata l’esigenza di ricapitalizzare. L’accordo prevede anche l’acquisto da parte di UnipolRec, la società del gruppo che si occupa di recupero crediti deteriorati, di un portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo Bper per un ammontare lordo pari a 1,3 miliardi di euro, a fronte di un corrispettivo di 130 milioni.

La vendita di Unipol Banca è costata 338 milioni di minusvalenze sul bilancio di Unipol e 50 milioni su quello di UnipolSai. La cessione della controllata, spiega la compagnia bolognese, “completa il processo di riqualificazione della propria strategia nel comparto bancario”, “accentua la focalizzazione sul core business assicurativo” e “valorizza la partecipazione detenuta in Bper Banca, supportandone il processo di crescita con potenzialità di sviluppo di ulteriori business in futuro”. Bper prevede ora di “razionalizzare” la sua rete e di “integrare la sede” della banca bolognese con la propria. Ulteriori efficienze sono attese sul fronte “del costo della raccolta” alla luce del fatto che quello di “Unipol Banca è il doppio di quello di Bper”. Unipol Banca, una volta acquisita e fusa in Bper, “scomparirà” e “diventerà Bper banca”, ha detto Cimbri. Unipol dal canto suo intende salire dal 15 al 20% del capitale di Bper.

La cessione di Unipol Banca a Bper è stata preceduta dall’esercizio da parte di UnipolSai nei confronti di Unipol dell’opzione di vendita sul 27,49% del capitale di Unipol Banca e di UnipolReC. L’esercizio dell’opzione ha fatto salire la quota di Unipol in Unipol Banca all’85,24% del capitale mentre a UnipolSai è rimasto in portafoglio il 14,76% del capitale. Le quote sono state poi cedute a Bper.

Oltre all’acquisizione di Unipol Banca, Bper ha approvato anche una seconda operazione straordinaria che riguarda il Banco di Sardegna, di cui già deteneva una partecipazione del 51%. La Fondazione di Sardegna, che aveva il 49%, trasferirà tutte le sue azioni ordinarie al gruppo bancario, che in cambio emetterà a suo favore 33 milioni di nuove azioni Bper (circa 514 milioni) e un bond subordinato convertibile al valore nominale di 150 milioni di euro. La Fondazione riceverà le azioni a seguito di un aumento di capitale riservato da 180 milioni.

Bper prevede che l’acquisizione del Banco di Sardegna possa concludersi “entro il terzo trimestre del 2019”, dopo che l’assemblea straordinaria di Bper abbia deliberato l’aumento di capitale riservato a favore della Fondazione Banco di Sardegna. Un’analoga tempistica è stimata per il closing su Unipol Banca, che resta “subordinato” al via libera delle authority e dell’antitrust “nonché al mantenimento di determinati livelli di raccolta totale effettiva da parte di Unipol Banca”.

 




Gruppo BPER: NO allo scippo di lavorazioni

In questi giorni le OO.SS. di Gruppo stanno trattando a Modena le ricadute derivanti dal progetto di riorganizzazione della Cassa di Risparmio di Saluzzo che prevede il passaggio al sistema informatico – con accentramento di attività – della capogruppo Bper e l’applicazione del modello distributivo Footprint.

Nell’informativa inviata il 25 giugno 2018, a firma dell’Amministratore Delegato di Gruppo,
veniva comunicato inoltre che, per quanto riguarda il servizio concentrazione dei POS della Cassa di Risparmio di Saluzzo, questo sarebbe stato affidato a Numera, società del Gruppo Bper partecipata al 100% dal Banco di Sardegna e con sede a Sassari, che già oggi effettua una serie di lavorazioni e servizi in ambito informatico per tutto il Gruppo Bper, come la gestione del servizio POS (fisico e virtuale) del Banco di Sardegna, il servizio di Tesoreria, archiviazione documentale ed altri servizi ad alto valore aggiunto.

Nel corso degli ultimi incontri sindacali svoltisi il 17,18 e 19 ottobre u.s. la delegazione aziendale comunicava che, senza alcuna modifica dell’informativa del 25 giugno 2018, il servizio di concentrazione dei POS non sarebbe più stato affidato a Numera ma a Nexi, società esterna già fornitrice di altri servizi di monetica per il Gruppo.

Le OO.SS. hanno subito espresso tutta la loro contrarietà per questa decisione, presa senza preavviso e addirittura ignorando una decisione già assunta dai rispettivi Cda di riferimento senza peraltro integrare l’informativa prevista dal Ccnl con le necessarie modifiche.

Com’è possibile che, pur in presenza di una delibera del Consiglio di Amministrazione che affidava a Numera la concentrazione dei POS, il Management, come ci è stato riferito con nostro grande stupore, possa liberamente variare tali decisioni?

Simili comportamenti non agevolano corrette relazioni sindacali; non accettiamo che, alla vigilia di un piano industriale del quale non si conosce ancora l’impatto sui livelli occupazionali, la Capogruppo possa ancora permettersi di operare scelte che neutralizzano le sinergie interne mancando il duplice obiettivo del tanto declamato efficientamento e contenimento dei costi.
All’interno del nostro Gruppo ci sono le competenze, le professionalità e le esperienze per fare questo tipo di lavorazioni.

Chiediamo che venga ristabilito quanto a suo tempo deliberato e comunicato il 25 giugno 2018: non possiamo accettare in silenzio che processi e attività che producono reddito escano dal perimetro del Gruppo a vantaggio di una azienda concorrente, privandoci di potenzialità occupazionali e di quella indispensabile redditività di cui il Gruppo BPER non può fare a meno per consolidare la propria posizione nel panorama creditizio italiano.

Modena, 25 ottobre 2018

Coordinamento Sindacale del Gruppo BPER Banca
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 

Scarica il volantino

 

 




BPER rinvia al 2019 il piano strategico

Si fanno più lunghi i tempi per la presentazione del nuovo piano industriale di Bper. L’attuale incertezza sui mercati e le incognite sul punto di atterraggio del Def impongono alla banca emiliana di prendere ancora tempo e andare oltre la data dell’8 novembre, dead line che peraltro era già slittata rispetto a quella, precedentemente prevista, di inizio settembre. A Modena, a quanto risulta a Il Sole 24Ore, per la diffusione delle linee guida si starebbe ragionando su due possibili finestre: o metà dicembre, in occasione della definizione del budget 2019 o, più probabilmente, nella prima decade del prossimo febbraio, in concomitanza con l’approvazione del bilancio 2018.

In realtà il piano industriale al 2021 oramai è pronto. I cardini sono stati definiti con gli advisor e i contenuti affinati nel corso delle scorse settimane. Sul tavolo c’è un’accelerazione sul fronte dell’asset management, del wealth e del private banking così da rafforzare la redditività. Oltre alla razionalizzazione dei costi e della rete, poi, è in vista un’ulteriore pulizia degli attivi, con nuove maxi-cartolarizzazioni per far scendere l’Npe ratio sotto al 10% entro il 2020. Certo è che oggi, complice l’instabilità del mercato, appare azzardato pensare di presentarsi agli investitori con un piano industriale (credibile) con un orizzonte a tre anni. Troppe le incognite che gravano sull’Italia e le difficoltà oggettive nel fissare alcune coordinate previsionali. Dal tax rate atteso – su cui oggi pesa l’incertezza relativa a misure fiscali contenute nella Legge di bilancio bocciata da Bruxelles – ai costi per il funding, variabile che è legata a doppio filo a uno spread a dir poco volatile.

Insomma, se è vero che qualche mese in più potrebbe aiutare a diradare un po’ di nebbia, è anche vero che, con più tempo a disposizione, la banca guidata da Alessandro Vandelli potrebbe trovare la quadra su tre dossier cruciali che da tempo sono sul tavolo, dall’acquisto di Arca alle minorities in Sardegna fino all’incorporazione di Unipol Banca.

Su fronte Arca, in particolare, c’è fiducia di arrivare a chiudere il deal entro fine anno. Bper e Pop. Sondrio, che rispettivamente detengono il 32,7% e il 21,137% della Sgr, nei mesi scorsi hanno presentato un’offerta per il rimanente 40% agli enti in liquidazione di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Il processo, complice anche l’attuale fase di mercato, sembra andare a rilento, ma le due banche azioniste sono ritenute in pole position rispetto agli altri fondi di private equity che si sarebbero presentati al tavolo. Possibile dunque che ci sia spazio per un ultimo affinamento sui numeri, e che a cascata, entro fine anno, si arrivi alla firma del deal.

In parallelo, Bper sta trattando l’acquisto del 49% delle azioni della controllata Banco di Sardegna, oggi in mano alla fondazione omonima. I contatti tra la Sardegna e Modena sono avviati da tempo, sebbene l’accordo – da realizzare tramite swap azionario – sia reso più complesso dall’attuale condizione di mercato. Certo è che il raggiungimento dell’accordo con la Fondazione consentirebbe a Cagliari di salire nell’azionariato e a Modena di consolidare il proprio Cet 1 ratio. Un prerequisito, questo, per poi procedere all’incorporazione di Unipol Banca, che nel frattempo si è liberata della zavorra degli Npl. Avere le spalle più larghe potrebbe permettere di gestire con più serenità uno scambio che potrebbe essere pagato con un mix di asset, tra cui azioni.

Fonte: www.ilsole24ore.it

 

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