Fusione BPER-BPM? Un buon affare per gli azionisti

Gli analisti ritengono che la fusione fra le due banche abbia notevole senso industriale e che potrebbe portare valore fino al 33% in più per i soci della banca modenese, con una parallela emissione di 1,6 miliardi di azioni. Banco Bpm avrebbe il 54%


Fra tutte le possibili combinazioni, Kepler Cheuvreux ritiene che la fusione Bper- Banco Bpm, ma anche la versione Banco Bpm- Bper, a seconda di chi è l’offerente, sia quella che può portare maggiore valore agli azionisti. Nel frattempo, oggi, con un Ftse Mib positivo per lo 0,4% circa, entrambi i titoli viaggiano allineati all’indice, il gruppo modenese scambia a 1,9 euro per 2,7 miliardi di capitalizzazione e l’istituto lombardo a 2,38 euro per 3,6 miliardi di valore a Piazza Affari.

Gli analisti ricordano che Bper è cresciuta notevolmente di dimensione attraverso l’M&A, con una spinta in più da quando il gruppo Unipol, partner nel settore bancassicurativo, è diventato il principale azionista, oggi con una quota del 18,9%. Da allora, infatti, il gruppo ha acquisito Unipol Banca oltre a un pacchetto di sportelli ex Ubi da Intesa Sanpaolo, incrementando il proprio patrimonio di quasi il 50%, scrive Kepler. L’arrivo del nuovo amministratore delegato Piero Montani nell’ambito del rinnovo del consiglio del 21 aprile è un segnale che il mercato e gli specialisti leggono in senso trasformativo.

Montani è un banchiere esperto che ha ricoperto incarichi importanti nel Credito Italiano, oltre che nella Popolare di Novara, in Banca Antonveneta, Banca Popolare di Milano e Carige. Il cambio di leadership dopo sei anni (sebbene l’ex ceo Alessandro Vandelli fosse nel gruppo dal 1984) “non dovrebbe alterare la strategia di Bper, attualmente focalizzata sull’integrazione degli sportelli e dei clienti acquisiti“. È possibile “che il nuovo ceo possa accelerare il de-risking, portando il rapporto Npe lordo dal 7,8% di fine 2020 al 6,2% a fine 2021”, spingendo verso maggiori risparmi sui costi, attesi in calo del 2,3% entro il 2023 (in termini comparabili).

Secondo Kepler esiste un buon accoppiamento tra le due banche in termini di presenza regionale, anche se in Lombardia “sarebbe necessario un aggiustamento per ragioni antitrust, forse su 150 filiali delle 3.400 combinate dei due gruppi. Gli analisti ipotizzano un’offerta di Bper (ma potrebbe avvenire il contrario), calcolando l’impatto teorico completo delle sinergie nel 2023, un’offerta con un rapporto di cambio di 1:1 partendo dai prezzi obiettivo standalone assegnati dai broker alle due banche ( Bper a 1,95 euro, Banco Bpm a 2 euro), rettificato per il contributo delle Dta (soprattutto da Banco Bpm) e senza premi, dal momento che prevedono “una fusione amichevole alla pari”.

Questo richiederebbe l’emissione di oltre 1,6 miliardi di nuove azioni Bper (il 116% delle azioni attuali) da offrire agli azionisti di Banco Bpm, che avrebbero quasi il 54% dell’entità combinata con una partecipazione di Unipol che scenderebbe dal 18,9% di Bper all’8,7% del nuovo gruppo. L’attuale rapporto di cambio implicito nelle quotazioni “è invece di 1,24: 1, che richiederebbe a Bper l’emissione di 1,9 miliardi di nuove azioni, con Banco Bpm che avrebbe, allo stato attuale, il 57% della combined entity e la quota Unipol che scenderebbe all’8,1%”.

Di conseguenza, l’aumento dell’utile per azione per Bper potrebbe essere del 33%, o del 23% ipotizzando un rapporto di cambio basato sui prezzi correnti delle azioni. Il prezzo obiettivo del gruppo modenese, “completamente diluito dopo la fusione potrebbe essere superiore di oltre il 30% rispetto al livello standalone, a 2,6 euro, rispetto a 1,95 euro” (un valore calcolato sulla base dei fair value standalone delle due banche aggiunto il Net present value delle sinergie e della conversione delle Dta meno le spese una tantum). L’aumento del prezzo obiettivo scenderebbe invece al 22%, supponendo che l’accordo avvenga al rapporto di cambio basato sui prezzi correnti delle azioni. Il rapporto P/TBV potrebbe diminuire leggermente da 0,41 volte prima dell’operazione a 0,39 volte dopo.

Le sinergie lorde, secondo i calcoli di Kepler, potrebbero ammontare a oltre 0,6 miliardi di euro, pari al 45% dell’utile ante imposte combinato nel 2023, che deriverebbe totalmente dal risparmio sui costi, perché gli specialisti ritengono che le potenziali sinergie sarebbero compensate dalla perdita di ricavi dalla cessione di attività necessarie per ottemperare ai requisiti antitrust. I costi di integrazione una tantum potrebbero superare 1,5 miliardi di euro al lordo delle tasse, ma il rapporto costi/ricavi potrebbe migliorare dal 62% su base standalone nel 2023 al 53,7%.

Quanto ai crediti deteriorati, l’Npe ratio potrebbe rimanere sostanzialmente stabile al 3,2% nel 2023, dato che le due banche dovrebbero avere lo stesso livello su base autonoma. Il coefficiente Cet1 fully loaded potrebbe diminuire di 100 punti base al 13%, incluso un contributo netto di 1 miliardo di euro da Dta sulla base della legge di bilancio 2021 (per lo più fornito da Banco Bpm), con un contestuale possibile accantonamento netto di 0,7 miliardi di euro per migliorare il rapporto Npe netto di 100 punti base a 2,2 %.

Questo comporterebbe chiedere a Bper di pagare un dividendo limitato per un paio di anni, anche se Kepler nota che l’obiettivo della cedola a medio termine resta comunque molto cauto (25%), così come per Banco Bpm (40%), implicando rendimenti attorno al 3/4% per entrambi su base standalone.

 

Fonte: Milano Finanza




BPER Banca, approvato progetto incorporazione Cr Bra e Cr Saluzzo

L’assemblea ordinaria e straordinaria di BPER Banca ha approvato in data 6 luglio il progetto di fusione per incorporazione in BPER Banca delle due controllate Cassa di Risparmio di Saluzzo e Cassa di Risparmio di Bra nonché l’aumento del capitale sociale di BPER al servizio della fusione per incorporazione di Cr di Bra.

Ok dall’assemblea anche alla integrazione del CdA con la sostituzione di Roberta Marracino, nominata in occasione dell’assemblea del 14 aprile 2018 con Elisabetta Candini eletta per il residuo del triennio 2018- 2020.

“Prosegue, pertanto, il processo di semplificazione e di razionalizzazione del gruppo BPER Banca – sottolinea l’istituto in una nota – con la fusione per incorporazione delle due Casse piemontesi, enunciato nel Piano industriale 2019-2021. L’attuazione della fusione delle due controllate potrà avvenire solo dopo il decorso del termine di cui all’art 57 del Decreto legislativo 385/93. Salvo ostacoli, si prevede di stipulare l’atto di fusione in tempo utile per poter dare efficacia alla fusione a decorrere dal prossimo 27 luglio. Da quella data avrà effetto anche la predetta statutaria”.

“Si tratta di un’operazione importante che completa l’ampio progetto di integrazione portato avanti negli ultimi anni, con una serie di Banche via via entrate nel perimetro di BPER. Arriviamo al termine di un percorso che ha valorizzato questi Istituti e le realtà territoriali da essi rappresentate, in cui la clientela ha potuto contare sui servizi qualificati e sulle capacità operative di un importante Gruppo bancario. Ora l’assetto raggiunto è definitivo, con la Capogruppo BPER Banca che conta circa 1000 sportelli e controlla come unica banca commerciale il Banco di Sardegna, il cui focus specifico è sulla regione di appartenenza, dove, con circa 330 filiali, è leader di mercato”, ha dichiarato l’Amministratore delegato di BPER Banca, Alessandro Vandelli.

Fonte: www.lastampa.it




BPER: nuovo accordo distributivo con UnipolSai, nasce Assurbanca

Nuovo accordo distributivo tra Bper Banca e UnipolSaiAssicurazioni. E’ stato perfezionato ieri e in pratica è stato introdotto un nuovo modello operativo denominato Assurbanca e potenziato, al contempo, il modello di bancassurazione già presente nel gruppo bancario.

L’intesa, firmata dal vice direttore generale vicario di Bper Banca, Stefano Rossetti, e dal direttore generale di UnipolSai, Matteo Laterza, identifica due specifiche macro-soluzioni industriali: per quanto riguarda Assurbanca le agenzie UnipolSai potranno promuovere prodotti bancari del gruppo Bper alla propria clientela, sia privati che aziende (fino a 10 milioni di fatturato).

Mentre per quanto riguarda la bancassurance le filiali di Bper potranno promuovere prodotti assicurativi di UnipolSai alla propria clientela nel segmento aziende, in una logica addizionale rispetto al catalogo di Arca Assicurazioni. L’attività di vendita sarà poi completata direttamente dalle rispettive reti, ciascuna per i prodotti di propria competenza.

L’accordo permetterà “rilevanti sinergie” per Bper, generate dalle nuove attività di AssurBanca e di BancAssicurazione, quantificabili in un contributo all’acquisizione di oltre 200.000 nuovi clienti e di circa 40.000 imprese assicurate.

“Siamo molto soddisfatti per il perfezionamento di questo accordo distributivo, che costituisce una novità assoluta nel panorama bancario e assicurativo italiano“, ha commentato l’ad di Bper Banca, Alessandro Vandelli, spiegando che “intendiamo costruire un modello operativo integrato che permetterà di valorizzare al massimo la partnership con UnipolSai e l’offerta alla clientela, con l’obiettivo di soddisfarne al meglio i bisogni“.

Inoltre, l’accordo consentirà a Bper di rafforzare la proposizione di valore nei confronti della clientela nei segmenti Small business e Pmi “con una potenziata capacità di consulenza assicurativa e di ampliare la propria capacità distributiva di prodotti bancari sul territorio, grazie alla rete di agenzie UnipolSai“, ha precisato Vandelli. L’intesa raggiunta, dunque, ”migliora ulteriormente l’efficacia operativa del gruppo Bper in un comparto strategico per il nostro modello di business“, ha concluso il banchiere.

In borsa il titolo UnipolSai segna un +1,54% a 2,25 euro, mentre Bper Banca un +0,56% a 2,155 euro nel giorno in cui si riunisce l’assemblea ordinaria e straordinaria della banca. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2019. In parte straordinaria la proposta di attribuzione al cda della facoltà, da esercitarsi entro il 31 marzo 2021, di aumentare il capitale fino a un massimo di 1 miliardo di euro, operazione necessaria per concludere l’acquisto di un ramo d’azienda da IntesaSanpaolo se l’istituto milanese concluderà con successo l’ops su Ubi.

 

fonte: Milano Finanza




Unipol entra in Popolare Sondrio: assist per fusione con Bper?

Il gruppo assicurativo, che detiene il 20% della banca modenese, potrebbe preparare la strada a un’aggregazione. Le due banche sono già legate dall’investimento comune in Arca Sgr

Unipol è entrata nel capitale della Banca Popolare di Sondrio con una quota dell’1,888%. La notizia della partecipazione, comunicata venerdì scorso, è l’ultima delle “sorprese” emerse con le nuove soglie rilevanti decise dalla Consob, fra cui anche la quota della stessa Unipol in Mediobanca, e anche in questo caso apre nuovi potenziali scenari che per il momento, va detto, restano confinati alle indiscrezioni di stampa. Non si può escludere però che la mossa possa aprire la strada a una futura operazione tra Bper, di cui Unipol è il maggiore azionista appena sotto il 20%, e appunto la Popolare di Sondrio, una fusione, nell’ambito del risiko delle banche di medie dimensioni che l’emergenza coronavirus ha messo per ora in secondo piano.

 

Unipol-Popolare Sondrio, primo passo per fusione con Bper?

Del resto Bper e Popolare Sondrio sono già legate dall’investimento comune in Arca Sgr, partenrship rafforzata nel 2019 incrementando le rispettive quote nella società e portandole al 57% (Bper) e 36,8%, dopo essersi equamente spartite il 40% appartenuto alle ex banche venete.

Bper sta già svolgendo un ruolo attivo nell’ambito dell’Ops presentata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca in data 17 febbraio 2020, che prevede la cessione all’istituto modenese di un ramo d’azienda costituito da 400-500 filiali e a Unipol della relativa parte assicurativa.

In questo contesto, secondo quanto ha scritto nel fine settimana il quotidiano Il Messaggero, l’ingresso di Unipol i Bps, sia pure con una quota limitata, potrebbe preludere a una potenziale trattativa con Bper finalizzata a una fusione, approfittando della liaison fra Modena e Sondrio nella partnership in Arca Sgr.

Popolare Sondrio e il nodo Spa

Da parte sua Bp Sondrio ha finora resistito all’obbligo di trasformazione in spa previsto dalla riforma Renzi. La riforma è attualmente al vaglio della Corte europea.

Ma l’istituto valtellinese è anche sotto i riflettori della Bce, che incalza Sondrio sul fronte del capitale e che negli ultimi mesi ha chiesto alla banca di rinunciare prima all’acquisizione di CariCento e poi un mese fa a quella di Farbanca per dare priorità all’azione di derisking.

Altro dossier aperto per Bps è il braccio di ferro con il fondo Amber, che si è visto stoppare la richiesta di ammissione a socio.

Bper, addio a Mps

Eventuali mire di Bper sulla Popolare di Sondrio, assieme all’acquisizione delle filiali Intesa Sanpaolo (se l’ops su Ubi andrà in porto), porterebbe comunque la banca guidata da Alessandro Vandelli ad allontanarsi dall’ipotesi di una fusione con Mps (quest’ultima tuttora appesa alle trattative tra il Mef e Bruxelles per lo smaltimento di almeno 10 miliardi di crediti deteriorati).

Intanto, guardando a Nord Ovest, nei giorni scorsi il cda di Bper ha approvato il progetto di fusione per incorporazione della Cassa di risparmio di Bra e della Cassa di Saluzzo.

 

Fonte: finanzareport.it




Il piano industriale di BPER: la solita WAY?

Come previsto, questa mattina l’Amministratore Delegato del Gruppo BPER Alessandro Vandelli ci ha illustrato il Piano Industriale 2019-2021 alla presenza dei segretari generali nazionali di FABI, FIRST/CISL, FISAC/CGIL, UILCA e UNISIN.

Valutiamo positivamente la presentazione del piano, a oltre un anno dalla scadenza di quello precedente, in quanto ci fornisce finalmente il quadro di insieme e strumenti per gestire con maggiore certezza i cambiamenti dei prossimi tre anni.

Fra le operazioni principali che vedranno coinvolti i lavoratori evidenziamo in particolare

  • la fusione in BPER Banca di Unipol Banca, Cr Bra e Cr Saluzzo;
  • l’incorporazione di BPER Services in BPER Banca;
  • il rafforzamento della società di credito al consumo;
  • la “razionalizzazione” della rete mentre per le politiche commerciali è prevista la “focalizzazione” sul comparto Bancassicurazione, lo sviluppo della multicanalità e il rafforzamento del credito al consumo.
    Il tutto avrà come conseguenza:
  • l’uscita di 1.700 dipendenti (di cui 230 mancati rinnovi di contratti di somministrazione) compensati da 400 assunzioni;
  • la chiusura di 230 filiali (il 16% delle filiali del Gruppo) e la trasformazione di altre 300 con servizi di cassa nulli o limitati.

Inoltre, fra le operazioni previste, c’è un’ulteriore cessione di NPL (crediti deteriorati).

Abbiamo evidenziato all’Amministratore delegato la necessità che la “creazione di valore per gli stakeholders” non si risolva nella sola garanzia di dividendi per gli azionisti, nei compensi per i manager e nelle spese per consulenze. Abbiamo inoltre dichiarato la necessità della stabilizzazione di tutti i contratti precari nonché l’assoluta insufficienza, rispetto agli obiettivi di sviluppo che la banca si è data e alle carenze di organico che abbiamo più volte denunciato nell’ultimo anno, delle 400 assunzioni previste.

Ci pare infine contradditoria la progettualità di ulteriori cessioni di NPL considerato che all’interno del Gruppo è presente BPER Credit Management che è in condizione di poter gestire efficacemente tale processo.

Nei prossimi mesi si aprirà la stagione di contrattazione che ci vedrà impegnati per gestire le “ricadute” sui lavoratori prevedendo:

  • uscite volontarie e incentivate;
  • assunzione di personale anche, come ha dichiarato BPER, a “supporto del ricambio generazionale”.

Particolare attenzione dedicheremo ai colleghi che rimarranno in azienda in modo da garantire loro un ambiente di lavoro più sereno e non in continua emergenza, migliorando in questo modo la qualità della vita.

Ci attendiamo infine che gli annunciati investimenti in tecnologia e innovazione possano offrire servizi sempre più adeguati alla clientela e favoriscano e accompagnino la crescita professionale delle colleghe e dei colleghi.

Nel momento in cui i vari progetti verranno attuati, misureremo la coerenza delle azioni del Gruppo BPER sui suoi slogan “le persone al centro dello sviluppo futuro” e la “relazione con i clienti”.

Modena, 1 marzo 2019

 

Segreterie di Coordinamento Sindacale del GRUPPO BPER
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 

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https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/bper-nel-piano-al-2021-utile-a-450-milioni-e-1-300-esuberi.html

 




Bper, nel piano al 2021 utile a 450 milioni e 1.300 esuberi

Il nuovo piano industriale prevede la chiusura di 230 filiali.

Utile netto in crescita a 450 milioni di euro tra due anni, capitale rafforzato e riduzione del personale di 1.300 unità, chiudendo 230 filiali. Sono questi i cardini del nuovo piano industriale della Bper, che copre il periodo fino al 2021.

La banca è reduce da un inizio di 2019 molto intenso, come ha ricordato lo stesso amministratore delegato, Alessandro Vandelli, a corredo della presentazione del piano. Bper ha da poco siglato l’intesa col gruppo assicurativo bolognese Unipol per rilevare Unipol Banca, le quote di minoranza del Banco di Sardegna e il controllo di Arca Holding. “Questo Piano giunge quindi nel momento più opportuno per valorizzare quanto definito in questo mese e per costruire una prospettiva di crescita e di redditività”, ha detto Vandelli.

L’istituto modenese punta a conseguire nel 2021 un utile netto di 450 milioni di euro, a rafforzare il capitale, con un indice Cet1 ratio in area 12,5%, e ad assicurare un ritorno sul capitale tangibile (rote) di circa il 10%. Previsto nell’arco di piano un pay-out medio (quota di utili destinata a dividendo) del 25% circa e un’accelerazione del derisking, con una riduzione delle esposizioni deteriorate (npe ratio) sotto il 9%.

La reazione del mercato non è stata particolarmente entusiasmante.

Il piano industriale prevede inoltre 1.300 esuberi entro il 2021: ci saranno circa 1.700 uscite con l’istituzione di un Fondo di Solidarietà e la riduzione del numero di collaboratori di circa 1.500 dipendenti e, infine, il lavoro interinale sarà ridotto di circa 230 persone. Nell’arco di piano, tuttavia, sono previste 400 assunzioni per favorire il ricambio generazionale. A regime i benefici saranno di 80 milioni annui, a fronte di costi una tantum di 180-200 milioni. È inoltre prevista la razionalizzazione della rete di filiali, con la chiusura di circa 230 filiali, di cui circa la metà entro quest’anno. Si tratta di quasi il 20 per cento delle filiali, considerando che al 31 dicembre scorso Bper contava 1.218 sportelli, presenti in diciotto Regioni. L’organico era di 11.615 dipendenti.

 

Fonte: www.repubblica.it

Scarica la presentazione

 

 




BPER muove su Unipol Banca

Entra nel vivo la trattativa tra Bper e Unipol per l’acquisizione di Unipol Banca.

Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il gruppo modenese guidato da Alessandro Vandelli avrebbe conferito mandato all’advisor Citi per lavorare al dossier. Bologna invece (che in passato ha lavorato proficuamente con Mediobanca) dovrebbe selezionare l’advisor finanziario in tempi brevi e comunque entro la fine del mese.
L’obiettivo insomma sarebbe definire le condizioni del deal in tempi rapidi per poter procedere nella prima metà dell’anno.

Unipol Banca è stata ripulita dai crediti deteriorati grazie alla drastica azione di pulizia annunciata l’anno scorso. Oggi l’istituto è insomma un’opportunità di acquisto per BPER (di cui Unipol è azionista al 15,06%) che avrebbe così la possibilità di allargare la propria rete commerciale e stringere ulteriormente l’alleanza industriale con il gruppo guidato da Carlo Cimbri. 
L’ipotesi allo studio dei consulenti prevederebbe un’acquisizione dell’istituto che verrebbe poi fuso dentro BPER Banca. Il prezzo dovrebbe essere versato in contanti piuttosto che in azioni visto che Unipol è di fatto già azionista di maggioranza relativa del gruppo modenese e non avrebbe ragione per salire ulteriormente nel capitale in tempi brevi.
I dettagli tecnici dell’operazione comunque non sono ancora stati definiti ed è possibile che si debba aspettare fino al prossimo anno per avere un progetto definito.

Se non ci fossero intoppi, l’operazione potrebbe essere annunciata nell’ambito del nuovo piano industriale di Bper atteso tra la seconda metà di gennaio e l’inizio di febbraio.
Non a caso la presentazione del documento è stata posticipata rispetto all’iniziale scadenza di settembre proprio per chiudere alcune importanti operazioni straordinarie.

Oltre a Unipol Banca, la banca guidata da Vandelli starebbe infatti definendo anche l’acquisto di Arca Holding, la società che controlla Arca Fondi Sgr. Da tempo il 40% del capitale della holding detenuto dalle ex banche venete è sul mercato, e il compratore più probabile sembrano gli altri due maggiori azionisti, cioè Bper Banca e la stessa Popolare di Sondrio (che controllano rispettivamente il 32,7 e il 21,3%).
Al momento cominque non ci sono novità sulle negoziazioni che potrebbero concludersi sola all’inizio del 2019.

Nell’ambito del piano Bper dovrebbe annunciare anche l’acquisto del 49% delle azioni della controllata Banco di Sardegna, oggi in mano alla Fondazione omonima.
L’operazione potrebbe avvenire attraverso uno swap che consentirebbe all’ente cagliaritano di ottenere azioni della Capogruppo. I dettagli sarebbero ancora oggetto di confronto tra la banca e i vertici della Fondazione, ma lo schema sembra ormai incardinato.

Per quanto riguarda i target del piano (messo a punto con l’advisor Boston Consulting), la banca potrebbe ridurre di 1,9 miliardi i non performing loan, una cifra che non comprende i processi attualmente in corso.
Il tema del derisking è del resto molto caro ad Unipol. L’amministratore delegato Cimbri vuole che la partecipata ripulisca in maniera decisa l’attivo per liberarsi dalle legacy del passato e liberare capitale.
Grande attenzione andrà anche al taglio dei costi visto che il cost/income dovrebbe scendere sotto il 60% con un’ulteriore riduzione del numero di filiali.

Un’ulteriore ricognizione generale del piano e delle operazioni straordinarie è prevista per il prossimo CdA, fissato il 20 dicembre

Articolo di Luca Gualtieri pubblicato su MilanoFinanza del 7/12/2018

 

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https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/gruppo-bper-il-piano-che-verra.html

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/unipol-banca-fusione-bancaria-si-vediamo-mentale-e-fisica-no.html

 

 




BPER: resoconto al 30/9 e nuove anticipazioni sul piano industriale

Lo scorso 9/11 si è svolta la presentazione, da parte dell’AD Alessandro Vandelli, del resoconto di gestione consolidato al 30 settembre 2018.

In sintesi i dati salienti:

  • Utile netto di periodo: € 358,1 milioni (più che raddoppiato rispetto ai primi 9 mesi del 2017)
  • Indice di solidità patrimoniale CET1 salito al 12% contro il 10,6% di giugno. L’indice CET1 ratio Phased In arriva al 14,7% a fronte di una richiesta della BCE pari all’ 8,125%
  • Incidenza delle sofferenze sul totale dei crediti (Npe ratio) ridotto al 14,4%. E’ bene ricordare che poco più di due anni fa, al 30 giugno 2016, tale indice era pari al 23,5% a testimonianza del grande lavoro di pulizia del portafoglio.

L’AD ci ha tenuto a precisare come tali risultati siano stati conseguiti nonostante l’incidenza negativa dello spread che ha contribuito a ridurre, com’è avvenuto per tutte le banche, sia la redditività, sia la patrimonializzazione. Tale effetto è stato contenuto in virtù di una oculata gestione del portafoglio titoli.

Per chi volesse approfondire tutti gli aspetti della presentazione, c’è la possibilità di scaricare il comunicato stampa ufficiale emesso dalla Banca.

Al termine della presentazione c’è stato spazio per le domande da parte delle OO.SS.: ovviamente l’argomento principale è stato il piano industriale, la cui presentazione è stata più volte rinviata.

L’AD ha rivelato che era intenzione dell’azienda approvare il piano immediatamente dopo l’estate.
Il rinvio si è reso necessario a causa del clima d’incertezza nato proprio in quei giorni, quando si era in attesa della pubblicazione del DEF, che ha reso assai complicato predisporre ipotesi relative alla futura gestione. Tutt’ora permangono forti dubbi su questioni fondamentali: il dottor Vandelli ha citato gli aspetti relativi alla tassazione (che per le banche potrebbe prevedere delle penalizzazioni), l’andamento dello spread che inevitabilmente inciderà sul costo della raccolta, la maggiore o minore difficoltà a raccogliere fondi sul mercato qualora si rendesse necessario ecc.….
Nonostante tutto, il rinvio non potrà essere protratto all’infinito: da qui a 3 o 4 mesi il piano verrà comunque approvato, quale che sia il contesto politico.

La delegazione sindacale ha provato a chiedere qualche anticipazione, ma le risposte ricevute sono state abbastanza vaghe.

Prima di tutto, l’Amministratore Delegato ci ha reso partecipi della notevole prudenza con cui l’azienda guarda a possibili acquisizioni o aggregazioni, non volendo vanificare il grosso lavoro fatto per migliorare la consistenza patrimoniale dell’azienda. Per questo, la crescita passerà prima di tutto per operazioni interne.
La prima è rappresentata dalla riduzione delle sofferenze, attività che ha già portato risultati importanti e che dovrà proseguire.
Ovviamente si guarderà alla riduzione dei costi: inevitabile la chiusura di alcune filiali, che l’azienda giustifica con la costante crescita di operatività online da parte della clientela e la conseguente riduzione di operazioni effettuate allo sportello.
Ci sarà ovviamente l’accompagnamento alla pensione di un certo numero di lavoratori, in parte controbilanciato da nuove assunzioni. Ovviamente nessuna indicazione è stata fornita in merito ai numeri in entrata o in uscita.

Unica anticipazione, la possibile reinternalizzazione di Bper Services, notizia peraltro già trapelata in precedenti articoli di stampa. L’AD ha presentato questa scelta, alla quale si accompagna l’impegno a limitare allo stretto indispensabile il ricorso alle consulenze esterne, come un segnale dell’impegno della BPER per valorizzare il personale.

Ci auguriamo che questa sia la direzione in cui l’Azienda deciderà di muoversi: dobbiamo tuttavia rilevare come nei giorni scorsi siano giunti segnali preoccupanti, che lasciano temere scelte di tutt’altro tenore.

Nella redazione del piano, l’azienda s’impegna a tenere alta l’attenzione sulla responsabilità sociale e sulla parità di genere.

 

Sullo stesso argomento:

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/bper-prime-anticipazioni-sul-piano-industriale.html

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/bper-rinvia-al-2019-il-piano-strategico.html




BPER: prime anticipazioni sul piano industriale

È ormai quasi pronto il nuovo piano industriale al 2021 della Bper Banca targata Unipol . Gli Advisor Boston Consulting Group e BlackRock avrebbero già messo a punto la bozza che, subito dopo la pausa estiva, passerà all’esame degli amministratori per i ritocchi finali. Un primo appuntamento per il consiglio di amministrazione è già fissato per giovedì 6 settembre, anche se l’approvazione finale dovrebbe arrivare nell’ultima settimana del mese, probabilmente giovedì 27. Salvo un piccolo slittamento che potrebbe spostare la presentazione della nuova strategia all’inizio di ottobre.

Il piano è un passaggio molto atteso dal mercato e dagli azionisti, a partire da Unipol che oggi è primo socio di Bper con il 15,06% del capitale. Proprio per questo l’amministratore delegato Alessandro Vandelli e i suoi collaboratori starebbero dedicando grande attenzione alla stesura del documento, che è ormai in elaborazione da diversi mesi. I due fili conduttori della strategia saranno da un lato il miglioramento della qualità del credito che porterà il npl ratio sotto la quota del 10% e dall’altro lato il taglio dei costi che abbasserà il cost/income sotto il 60% con un’ulteriore riduzione del numero di filiali.

Sul fronte del derisking Bper potrebbe mettere sul mercato nuovi portafogli di crediti deteriorati dopo le due cartolarizzazioni garantite (Gacs) lanciate nei mesi scorsi e non è escluso un nuovo ricorso alla garanzia pubblica.

Per quanto riguarda le operazioni straordinarie, la banca dovrebbe annunciare l’acquisto del 49% delle azioni della controllata Banco di Sardegna oggi in mano alla fondazione omonima. L’operazione potrebbe avvenire attraverso uno swap che consentirebbe all’ente cagliaritano di ottenere azioni della capogruppo. I dettagli sarebbero ancora oggetto di confronto tra la banca e i vertici della fondazione, ma lo schema sembra ormai incardinato.

Nel piano dovrebbe poi rientrare la fusione di Bper Services, la società consortile che la nuova disciplina europea sull’Iva suggerisce di integrare nella capogruppo come fatto da altre banche. Non sono invece previste cessioni di controllate e il perimetro del gruppo non subirà cambiamenti significativi.

Semmai da qui alla presentazione del piano potrebbero emergere novità significative sulla partita Arca. Bper e la Popolare di Sondrio , già azionisti della holding che controlla la sgr milanese guidata da Ugo Loser, hanno infatti presentato all’advisor Vitale & Co un’offerta per aggiudicarsi le quote delle ex Bpvi e Veneto Banca (40% del capitale). Il processo coinvolge direttamente la liquidazione coatta amministrativa delle due banche venete che potrebbe esprimersi in tempi brevi sulla proposta.

All’asta competitiva non dovrebbero partecipare altri soggetti e in ogni caso la clausola di gradimento prevista nello statuto di Arca e l’assenza di accordi distributivi di lungo termine potrebbero far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Modena e Sondrio. C’è peraltro chi sostiene che un eventuale accordo sulla cessione avvicinerebbe ulteriormente i due istituti ponendo le premesse per una fusione.
Il tema dell’aggregazione in ogni caso non sarà contemplato dal piano industriale che, al massimo, potrebbe contenere qualche linea programmatica.

Come detto, la strategia sarà analizzata con estrema attenzione dal mercato e dagli attuali soci di Bper , a partire da Unipol . L’amministratore delegato Carlo Cimbri vedrebbe ad esempio con favore una radicale pulizia dell’attivo e in passato si è detto disponibile a partecipare a un eventuale aumento di capitale per riallineare i coefficienti patrimoniali. Si tratterà di capire quanto queste aspettative si ritroveranno nella versione definitiva del piano.

 

Articolo di Luca Gualtieri pubblicato su Milano Finanza del 23/8/2018