Pressioni allo sportello, a rischio il rapporto con i clienti delle banche

Quello delle pressioni commerciali dei vertici della banche sulla rete non è più un problema sindacale. Ma, ormai lo diciamo da tempo, sta trasformandosi in un autentico problema sociale”.
Lo afferma con decisione Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato autonomo dei dipendenti bancari.
Un tema serio che abbiamo illustrato a Carla Ruocco, già presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Rammento che già 30 minuti dopo il nostro incontro, le agenzia di stampa battevano la notizia: la Commissione avrebbe trattato il problema di lì a un mese”. Poi i mesi sono diventati otto. Un segnale che qualche malizioso osservatore ha letto come un intervento delle banche che non avrebbero gradito molto l’approfondimento di un tema per molti versi urticante.

È un tema spinoso non solo sotto il profilo della dialettica sindacale ma pure su quello della qualità intrinseca del prodotto risparmio che viene offerto. E che accende pure un fatto su una tendenza (a mio avviso molto pericolosa) in atto ormai da tempo – spiega Carlo Piarulli, responsabile nazionale del settore credito di Adiconsum quella dell’ assimilazione degli strumenti finanziari e assicurativi ai beni di consumo. Chiarisco: le reti degli sportelli vengono sottoposte a un monitoraggio quotidiano sul numero di “pezzi” venduti. Esattamente come se si trattasse di televisori o asciugacapelli. Ma allora io mi chiedo che senso abbiamo le migliaia di convegni in cui si parla di profilazione, diversificazione, pianificazione, educazione finanziaria. Se tutto si riduce a budget da rispettare e margini da incamerare, tanto varrebbe aprire dei supermarket.”

E non è affatto detto che non si stia pensando.
Quello che abbiamo verificato – aggiunge Sileoni – è che in qualche caso i clienti che ancora si recano fisicamente allo sportello sono stati contattati anche da alti vertici aziendali che cercano di convincerli a farlo sempre meno e a optare per l’operatività dall’home banking”
È il paradosso degli investitori senior (i più abbienti e per definizione meno attrezzati tecnologicamente) penalizzati da un marketing che appare ossessionato dalle quattro P (Price, Promotion, Placement e Product) e distratto sui bisogni del cliente.

Tornando alla Commissione parlamentare – rievoca ancora Sileoni – la relazione finale dei lavori resa nota poco prima della fine della legislatura non ha avuto, a nostro giudizio, esiti né risolutivi né soddisfacenti per la categoria. Nonostante – prosegue ancora Sileoni – nel corso dell’audizione abbiamo prodotto un corposo libro bianco allegando oltre 800 volantini sindacali unitari dando il polso preciso del malessere che pervade la categoria.”
Dunque commissione poco incisiva.”Non direi, – spiega una fonte vicina ai lavori della Commissione – nella seduta del 17 maggio sono stati sentiti i rappresentanti di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. Nella relazione finale si scrive chiaramente che si ritiene necessario un rafforzamento degli strumenti e delle politiche di vigilanza per verificare il rispetto formale ma ancor più sostanziale della disciplina di settore. Di più: si è prospettato di dotare le singole Autorithy di nuovi poteri d’indagine tra cui il Mistery Shopping (presentarsi in banca “fingendosi” clienti per verificare la correttezza degli operatori), come l’ipotesi di rendere subito esecutive le determinazioni di Acf e Abf”.

Ma cosa chiedono i dipendenti bancari alla politica?
Per Sileoni “In campagna elettorale, nei programmi dei vari partiti, non abbiamo notato una attenzione selettiva sui temi del risparmio. Ciò che chiediamo è che la nuova Commissione sappia dare risposte meno generiche rispetto alla precedente”.

Dal canto suo l’Abi, attraverso Salvatore Poloni, presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro, nel ribadire l’utilità e il valore dell’accordo sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro (parte integrante del Ccnl), sottolinea come “sul tema operi la Commissione nazionale paritetica voluta dall’Abi e dai sindacati. Sottolineo inoltre come l’Abi sia impegnata a favorire la piena applicazione dell’accordo che è volto anche a prevenire il configurarsi di situazioni di pressioni commerciali indebite”.

 

Articolo pubblicato su “Il Sole 24 Ore” del 29 ottobre 2022




Accordo su gestione Green Pass in banca e misure a tutela dei lavoratori

Nel pomeriggio di giovedì 27 gennaio, dopo una serie di incontri con Abi, abbiamo sottoscritto un accordo in merito alle nuove disposizioni del Governo per il contenimento del contagio del virus Sars-Cov-2, che come noto prevedono, tra l’altro, l’obbligo del Green Pass da parte della clientela per l’accesso in banca.

L’intesa è stata raggiunta dopo la richiesta delle Organizzazioni Sindacali di trovare soluzioni condivise per la gestione della fase delicata di aumento della diffusione del contagio e costituisce una nuova Integrazione ai Protocolli recanti “Misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 per garantire l’erogazione dei servizi del settore bancario” raggiunti dall’inizio dell’emergenza.

In questo ambito, vanno sottolineate le importanti soluzioni individuate ponendo al centro la massima tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in termini di salute e di sicurezza, soprattutto rispetto alle possibili conseguenze legate alle attività di controllo, con attenzione anche ai rilievi professionali ed economici.

Inoltre, è stato chiarito che l’obbligo del Green Pass è attribuito dal Dpcm alla clientela e che il controllo, secondo le disposizioni del Governo, può essere effettuato all’interno dei locali anche a campione.

Di seguito quanto è stato definito:

  • l’immediato ripristino di tutte le misure di prevenzione e dei dispositivi di protezione individuali a suo tempo concordate per la prima ondata della pandemia: distanziamento, sanificazione, gel disinfettante per le mani. E’ stato introdotto, inoltre, l’obbligo di dotazione a tutto il personale di mascherine tipo FFP2;
  • il ricorso al lavoro agile per evitare inutili spostamenti e in caso di quarantena precauzionale, con comunque conservazione della retribuzione in caso non vi fosse la possibilità di utilizzo dello strumento del lavoro agile;
    l’impegno di tempestiva comunicazione, da parte delle banche, alla clientela dell’obbligo della Certificazione Verde e al personale delle necessarie modalità da adottare per il suo controllo;
  • la definizione da parte delle banche di chiare e specifiche indicazioni per la gestione di situazione di tensione, compreso il pronto coinvolgimento delle forze dell’ordine, per attuare quanto necessario per garantire la piena sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori ed anche della clientela;
  • il ripristino dell’accesso della clientela tramite prenotazione con appuntamento nelle zone rosse e arancioni con l’unica eccezione di operazioni di cassa non programmabili;
  • l’accesso della clientela in filiale nelle zone gialle e bianche nel limite del numero massimo di persone contemporaneamente ammesse in base a quanto previsto dalla normativa di contrasto al Covid-19;
    il coinvolgimento in appositi incontri dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza per il monitoraggio della situazione;
  • la sospensione della programmazione della formazione in presenza e la forte limitazione delle missioni del personale;
  • la proroga dell’accordo per la realizzazione di assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori a distanza.

Per la verifica dell’efficacia di queste misure e dello sviluppo della diffusione del contagio le parti si incontreranno nel mese di febbraio.

L’accordo raggiunto conferma l’impegno costante a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori bancari in questa fase di emergenza, che li ha visti garantire con professionalità, impegno e sacrificio anche personale un servizio indispensabile per il Paese.

Roma, 27 gennaio 2022

 

I Segretari Generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

 

 




Segretari Generali: incontro con ABI su emergenza Covid, le novità

3 - Fisac Cgil

Dichiarazione congiunta di:
Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Nino Baseotto, Fulvio Furlan e Emilio Contrasto
Segretari Generali di FABI, FIRST CISL, FISAC CGIL, UILCA UIL, UNISIN
a proposito dell’incontro odierno con ABI

 

L’incontro che abbiamo avuto oggi con ABI si è concluso in modo positivo.

Le disponibilità e le convergenze già acquisite sono importanti: ripristino di tutte le misure di prevenzione (distanziamento, areazione, sanificazione, gel disinfettante per le mani, mascherine FFP2, ecc.), ricorso al lavoro agile, ruolo degli RLS, sospensione delle attività di formazione in presenza e delle trasferte, garanzia del mantenimento della retribuzione in caso di periodi di quarantena o autosorveglianza, proroga dell’accordo per lo svolgimento delle assemblee in remoto.

Inoltre si è definito l’impegno a incontrarsi nuovamente alla luce del Decreto che il Governo si è impegnato a fare entro il prossimo 23 gennaio: in tale occasione sarà affrontato il tema di come regolare l’accesso alle filiali da parte della clientela (controllo del Green Pass, appuntamenti, ecc.). Tutto ciò sta a dimostrare quanto utile e opportuna sia stata la decisione di FABI, FIRST, FISAC, UILCA e UNISIN di chiedere un incontro urgente ad ABI sulla base di richieste e proposte precise. Abbiamo rappresentato e vogliamo continuare a rappresentare la profonda e diffusa preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori bancari per la pesante recrudescenza del numero dei contagi da Covid-19.

La tutela della salute viene per noi prima di ogni altra considerazione.

Si tratta di non rinviare a domani ciò che è possibile fare subito e di avere la consapevolezza che, nella situazione data, è necessario mettere in campo decisioni e soluzioni chiare ed anche nuove, non limitandosi alla semplice conferma di quanto già in essere.

Il Sindacato unitariamente proseguirà la propria iniziativa, attraverso un rapporto stringente con ABI, unitamente alle più opportune iniziative che via via potranno essere prese a livello aziendale.

Roma, 13 gennaio 2022

 

I Segretari Generali
FABI, FIRST, FISAC, UILCA, UNISIN

 

COVID: le novità introdotte dal Governo a Gennaio 2022




Crescita contagi, le richieste dei Sindacati all’ABI

Crescita contagi, incontro con Abi giovedì 13 gennaio

 

La nuova, pesante ondata di contagi del virus Sars-Cov-2 preoccupa tutte e tutti, a maggior ragione coloro che ogni giorno, per ragioni di lavoro, sono a contatto con il pubblico.
È questo il caso, tra gli altri, delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, che, dall’inizio della pandemia, hanno assicurato l’apertura e il funzionamento delle filiali, in quanto il credito, al pari di altri settori, è considerato un servizio pubblico essenziale.
Alla luce di questa situazione, e delle ultime determinazioni legislative, nella mattinata di lunedì 10 gennaio abbiamo svolto un incontro per affrontare la situazione nel settore del credito e condiviso la richiesta ad Abi di un incontro urgente per trovare soluzioni alle varie difficoltà professionali e personali che stanno affrontando le lavoratrici e i lavoratori.
La riunione è stata fissata per giovedì 13 gennaio.

Nel ribadire come assoluta priorità la salvaguardia della salute del personale, abbiamo condiviso una serie di proposte unitarie che sottoporremo ad Abi, tra cui le seguenti:

  • l’immediato ripristino di tutte le misure di prevenzione e dei dispositivi di protezione individuali a suo tempo concordate per la prima ondata della pandemia: distanziamento, sanificazione, gel disinfettante per le mani e uso obbligatorio delle mascherine, che dovranno essere di tipo FFP2 e fornite dalle Banche;
  • il ricorso al lavoro agile in tutti i casi possibili, per evitare inutili spostamenti;
  • l’attribuzione dell’incarico per il previsto controllo del Green Pass ad addetti esterni con compiti di vigilanza, da effettuarsi all’esterno della Banca, in modo da non sovraccaricare ulteriormente il personale delle filiali e degli uffici di una mansione peraltro non di sua competenza;
  • la condivisione di una iniziativa presso il Governo e i ministri competenti affinché per la clientela che si reca in Banca sia obbligatorio il Super Green Pass e non solo quello Base;
  • il ripristino dell’accesso della clientela solo tramite prenotazione, per evitare assembramenti e, in aggiunta, favorire un corretto e preventivo controllo della Certificazione Verde della clientela;
  • l’attribuzione di permessi retribuiti alle lavoratrici e ai lavoratori che si trovino in condizione di isolamento per autosorveglianza come contatti diretti, secondo le disposizioni vigenti;
  • il coinvolgimento in appositi incontri dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza per il monitoraggio della situazione, con anche riferimento al tema della aerazione dei locali, posto che tale fattore è ormai provato come tra i principali da valutare per contenere la diffusione del contagio;
  • l’immediata sospensione della programmazione e realizzazione delle trasferte del personale e della Formazione in presenza;
  • la proroga dell’accordo per la realizzazione di assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori a distanza.

In questo contesto è inoltre importante che siano rispettate sempre e scrupolosamente tutte le norme in essere per limitare il contagio.

Dall’inizio della pandemia le lavoratrici e i lavoratori del settore hanno svolto con senso del dovere e abnegazione il proprio ruolo fondamentale, molti sono stati contagiati e alcuni hanno anche perso la vita.
La salute di tutte e di tutti è un’assoluta priorità.
Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin sono determinate a sostenere con forza queste richieste e confidano sul senso di responsabilità e di sensibilità sociale di Abi e degli Istituti di Credito.

Roma, 11 gennaio 2022

 

I segretari generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin




Prestiti garantiti, bomba da 27 miliardi

Decreto liquidità – Le imprese non riescono a rimborsare, le banche chiedono aiuto a Draghi



Tra i 25 e i 27 miliardi: un valore superiore alla prima rata dei fondi Ue (24,1 miliardi) concessi all’Italia il 23 dicembre scorso. È l’enorme dimensione della “bomba” che grava sui conti dello Stato per i prestiti garantiti alle imprese per superare l’emergenza Covid, una somma che secondo Confindustria e MedioCredito Centrale rischia di non poter essere rimborsata dalle aziende, già in difficoltà per la recessione pandemica e oggi alle prese con la recrudescenza della variante Omicron che torna a mettere in ginocchio l’economia italiana.

L’allarme trova la sponda dell’Associazione bancaria italiana: il 4 gennaio il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, e il direttore generale, Giovanni Sabatini, hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministri e al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per chiedere che siano “tempestivamente riconfermate nella loro interezza” tutte le misure di sostegno alle imprese previste dal decreto Liquidità dell’8 aprile 2020.

In sostanza, l’Abi chiede che sia estesa la garanzia pubblica sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati, innanzitutto per le piccole e medie imprese, sia quanto prima attivata la garanzia Sace a “prezzi di mercato” anch’essa prevista dal decreto Liquidità ai finanziamenti garantiti e soprattutto siano prorogate le moratorie sui rimborsi, scadute il 31 dicembre. Per ottenere questa proroga occorre però modificare la legge di Bilancio. Il governo ritiene che gli aiuti già in vigore siano sufficienti, ma le banche e le aziende non sono per nulla d’accordo.

A dicembre, secondo la Task Force per la liquidità, le moratorie alle imprese ammontavano ancora a 43 miliardi. Confindustria ha reso noto al Sole 24 Ore che sono 25 i miliardi erogati ad aziende “non in grado di riprendere i pagamenti”. Una somma simile di moratorie, 27 miliardi, risulta al Fondo di garanzia per le Pmi (gestito da Mcc) in mano ad imprese che prima hanno chiesto i prestiti garantiti e poi hanno fatto la moratoria perché non riuscivano a pagare nemmeno le rate di pre-ammortamento, composte solo da interessi, e molto inferiori, a quelle che includono la quota capitale, che dovranno rimborsare da quest’anno.

Ecco perché l’Abi chiede al governo di sollecitare le istituzioni europee a ripristinare “le flessibilità inizialmente consentite dall’Autorità bancaria europea – Eba – in materia di trattamento dei crediti soggetti a misure di concessione, come le moratorie, e a modificare la soglia oltre la quale queste misure comportano la riclassificazione dell’intera posizione del debitore nella categoria crediti deteriorati”.

Il rischio è che, in caso di mancato rimborso dei prestiti garantiti e in moratoria, tutti i crediti erogati alle aziende in difficoltà, compresi quelli bancari non garantiti, vadano subito considerati sofferenze e scatenino un’ondata di chiusure velocizzate dalle nuove regole Ue. Si scatenerebbe un violento credit crunch che si abbatterebbe come una mazzata su un sistema produttivo già alle prese con le difficoltà della quarta ondata della pandemia e boccheggiante per la necessità di dover fare i conti con i rincari monstre di materie prime ed energia. La patata bollente è ora nelle mani di Mario Draghi e dei suoi ministri.

 

Articolo di Nicola Borzi sul fatto Quotidiano del 7 gennaio 2022

 




Incontro con ABI su Green Pass e tamponi

3 - Fisac Cgil

L’incontro con Abi in merito in merito alle “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening” inserite nel Decreto Legge nr. 127 del 21 settembre 2021, che entreranno in vigore il prossimo 15 ottobre, si è chiuso senza la sottoscrizione di un documento condiviso.

Dopo la definizione nei mesi scorsi di importanti Protocolli per prevenire, contrastare e contenere la diffusione del virus e garantire i servizi bancari nel settore, abbiamo avanzato due proposte unitarie concrete, in linea con questa impostazione, di miglioramento applicativo per le lavoratrici e i lavoratori delle previsioni legislative e comunque del tutto coerenti con lo spirito del Decreto, di favorire lo sviluppo e il successo della campagna vaccinale, che sosteniamo con grande convinzione.

Le nostre due proposte sono le seguenti:

  1. Tampone gratuito per coloro che, attualmente sprovvisti di Green Pass, si sono prenotati per essere vaccinati.
  2. Possibilità per tutte le colleghe e i colleghi di effettuare ogni 15 giorni un tampone, con costo a carico aziendale, per avere la certezza di non aver contratto il Covid, pur essendo vaccinati.

L’Abi ha respinto queste richieste, considerando quale unico riferimento quanto previsto dal Decreto Legge sul Green Pass, che verrà quindi applicato dal 15 ottobre dalle banche secondo le modalità che le stesse comunicheranno alle Organizzazioni Sindacali aziendali.

In conclusione di riunione, è stata condivisa la proroga dell’accordo, fino al termine dell’emergenza sanitaria, fissata il prossimo 31 dicembre, sulla possibilità di svolgere assemblee a distanza.

Roma, 1 ottobre 2021

I segretari generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin


Agenzie di stampa:


Banche: sindacati, niente accordo con Abi su green pass. Applicato dal 15/10 Milano, 1 ott. (LaPresse) – “L’incontro con Abi in merito in merito alle ‘Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde Covid-19 e il rafforzamento del sistema di screening’ inserite nel Decreto Legge nr. 127 del 21 settembre 2021, che entreranno in vigore il prossimo 15 ottobre, si è chiuso senza la sottoscrizione di un documento condiviso”. È quanto scrivono i segretari generali dei sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Nino Baseotto, Fulvio Furlan ed Emilio Contrasto. “Dopo la definizione nei mesi scorsi di importanti Protocolli per prevenire, contrastare e contenere la diffusione del virus e garantire i servizi bancari nel settore – proseguono -, abbiamo avanzato due proposte unitarie concrete, in linea con questa impostazione, di miglioramento applicativo per le lavoratrici e i lavoratori delle previsioni legislative e comunque del tutto coerenti con lo spirito del Decreto, di favorire lo sviluppo e il successo della campagna vaccinale, che sosteniamo con grande convinzione”. (Segue) ECO NG01 fct 011355 OTT 21

Banche: sindacati, niente accordo con Abi su green pass. Applicato dal 15/10-2- Milano, 1 ott. (LaPresse) – I sindacati spiegano che “le nostre due proposte sono le seguenti: tampone gratuito per coloro che, attualmente sprovvisti di Green Pass, si sono prenotati per essere vaccinati; possibilità per tutte le colleghe e i colleghi di effettuare ogni 15 giorni un tampone, con costo a carico aziendale, per avere la certezza di non aver contratto il Covid, pur essendo vaccinati”.”L’Abi – continuano – ha respinto queste richieste, considerando quale unico riferimento quanto previsto dal decreto legge sul green pass, che verrà quindi applicato dal 15 ottobre dalle Banche secondo le modalità che le stesse comunicheranno alle organizzazioni sindacali aziendali. In conclusione di riunione, è stata condivisa la proroga dell’accordo, fino al termine dell’emergenza sanitaria, fissata il prossimo 31 dicembre, sulla possibilità di svolgere assemblee a distanza”, si legge ancora nel comunicato stampa unitario. ECO NG01 fct 011355 OTT 21

Green pass: sindacati, niente accordo con Abi Rappresentanti lavoratori banche chiedono tampone gratuito (ANSA) – ROMA, 01 OTT – L’incontro con Abi sulle misure di sicurezza in vigore dal 15 ottobre (il green pass) “si e’ chiuso senza la sottoscrizione di un documento condiviso”. E’ quanto scrivono i segretari generali dei sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Nino Baseotto, Fulvio Furlan ed Emilio Contrasto. “Dopo la definizione nei mesi scorsi di importanti protocolli per prevenire, contrastare e contenere la diffusione del virus e garantire i servizi bancari nel settore, abbiamo avanzato due proposte unitarie concrete, in linea con questa impostazione, di miglioramento applicativo per le lavoratrici e i lavoratori delle previsioni legislative e comunque del tutto coerenti con lo spirito del Decreto, di favorire lo sviluppo e il successo della campagna vaccinale, che sosteniamo con grande convinzione. Le nostre due proposte sono le seguenti: tampone gratuito per coloro che, attualmente sprovvisti di Green Pass, si sono prenotati per essere vaccinati; possibilita’ per tutte le colleghe e i colleghi di effettuare ogni 15 giorni un tampone, con costo a carico aziendale, per avere la certezza di non aver contratto il Covid, pur essendo vaccinati” scrivono i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. “L’Abi ha respinto queste richieste, considerando quale unico riferimento quanto previsto dal decreto legge sul green pass, che verra’ quindi applicato dal 15 ottobre dalle banche secondo le modalita’ che le stesse comunicheranno alle organizzazioni sindacali aziendali. In conclusione di riunione, e’ stata condivisa la proroga dell’accordo, fino al termine dell’emergenza sanitaria, fissata il prossimo 31 dicembre, sulla possibilita’ di svolgere assemblee a distanza” si legge ancora nel comunicato stampa unitario.; (ANSA). CN 01-OTT-21 14:14

BANCHE, SINDACATI: NIENTE ACCORDO CON ABI SU GREEN PASS (9Colonne) Roma, 1 ott – “L’incontro con Abi in merito in merito alle “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening” inserite nel Decreto Legge nr. 127 del 21 settembre 2021, che entreranno in vigore il prossimo 15 ottobre, si è chiuso senza la sottoscrizione di un documento condiviso”. È quanto scrivono i segretari generali dei sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Nino Baseotto, Fulvio Furlan ed Emilio Contrasto. “Dopo la definizione nei mesi scorsi di importanti Protocolli per prevenire, contrastare e contenere la diffusione del virus e garantire i servizi bancari nel settore, abbiamo avanzato due proposte unitarie concrete, in linea con questa impostazione, di miglioramento applicativo per le lavoratrici e i lavoratori delle previsioni legislative e comunque del tutto coerenti con lo spirito del Decreto, di favorire lo sviluppo e il successo della campagna vaccinale, che sosteniamo con grande convinzione. Le nostre due proposte sono le seguenti: tampone gratuito per coloro che, attualmente sprovvisti di Green Pass, si sono prenotati per essere vaccinati; possibilità per tutte le colleghe e i colleghi di effettuare ogni 15 giorni un tampone, con costo a carico aziendale, per avere la certezza di non aver contratto il Covid, pur essendo vaccinati” scrivono i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. “L’Abi ha respinto queste richieste, considerando quale unico riferimento quanto previsto dal decreto legge sul green pass, che verrà quindi applicato dal 15 ottobre dalle banche secondo le modalità che le stesse comunicheranno alle organizzazioni sindacali aziendali. In conclusione di riunione, è stata condivisa la proroga dell’accordo, fino al termine dell’emergenza sanitaria, fissata il prossimo 31 dicembre, sulla possibilità di svolgere assemblee a distanza” si legge ancora nel comunicato stampa unitario. (red) 011414 OTT 21




Esodati: Sindacati e Abi bussano insieme alla porta del fisco

È datata 27 maggio la richiesta congiunta dei sindacati bancari (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin Falcri-Silcea-Sinfub) e dell’Abi, l’associazione delle banche italiane. Destinatari: Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, e Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Inps.

La vicenda è quella relativa agli 11mila bancari esodati che, per l’anno 2016, hanno ricevuto a fine aprile una raffica di avvisi bonari in cui il Fisco chiedeva mediamente di pagare 2mila euro l’anno per via del ricalcolo (riliquidazione). Meccanismo che si applica al Tfr e che invece non è mai stato utilizzato per gli assegni di accompagnamento alla pensione erogati dal Fondo straordinario per il personale del credito, istituito 20 anni fa, gestito dall’Inps a cui le banche versano di volta in volta la provvista necessaria.

Scadenze, risposte, futuri esodi

Tre le questioni urgenti da risolvere.
La prima riguarda la scadenza degli avvisi bonari: 30 giorni che per alcuni destinatari sono già finiti. Che fare? Pagare tutto, pagare una rata o agire in autotutela? I sindacati bancari hanno già dato i loro suggerimenti sul tema.
Il problema, e qui arriviamo alla seconda questione, è che gli uffici territoriali del Fisco hanno risposto in modo differente alle numerose richieste di sospensione dei termini giunte dai bancari esodati: la sede di Parma, per esempio, si è detta disponibile a dare altri 30 giorni in attesa dei chiarimenti da Roma. Quella di Genova, invece, il 26 maggio ha respinto una richiesta di sospensione dei termini. Da qui la presa di posizione di sindacati e di Abi che pretendono una posizione uniforme da parte del Fisco sull’intero territorio nazionale.
Infine la terza questione sul tavolo. Gli avvisi del Fisco rischiano di minare i futuri esodi (che sono volontari) dei bancari. Ecco perché nella lettera a Ruffini e Di Michele si chiede di «restituire piena fiducia nell’ammortizzatore sociale di settore che ha consentito e continua a consentire la gestione socialmente sostenibile degli articolati processi di trasformazione delle banche senza oneri per la fiscalità generale».

Manca una X

Tutte da verificare sono invece le “indagini” che alcuni bancari stanno facendo sulle loro certificazioni (CU). Mettendo a confronto i documenti dal 2015 al 2017, alcuni hanno rilevato che mancano una X e una data nel CU del 2016, proprio quello che ha fatto scattare gli avvisi del Fisco su indicazione dell’Inps che gestisce gli assegni.

La data è quella dell’inizio dell’erogazione dell’assegno sotto la voce “Rapporto di lavoro”; e la X è quella della casella “In forza al 31/12”. Lì forse è il problema. Da Inps, interpellata più volte via mail e telefono, non è arrivata alcuna risposta.

Il documento

Il Fisco amico di Parma
«Coerentemente con i dati contabili forniti dall’Inps nelle CU rilasciate ai percipienti le somme sono state assoggettate a tassazione separata dall’Agenzia delle Entrate». È la risposta della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Parma che attende indicazioni dagli uffici centrali di Roma: quest’ultimi, a loro volta, si stanno confrontando con Inps per «verificare la corretta qualificazione dei predetti redditi dal punto di vista fiscale».
Quindi anche dagli uffici territoriali del Fisco emiliano emergono i dubbi sulla «corretta qualificazione» nei CU ovvero le certificazioni dei redditi consegnate ai bancari (vedi anche articolo a fianco).
In attesa di questi chiarimenti, l’ufficio di Parma annuncia il riaggiornamento dei termini per il contribuente. In sostanza verranno dati altri 30 giorni per rispondere all’avviso bonario nel caso in cui da Roma, le disposizioni arrivino in ritardo.
Della serie “Fisco amico”. Anche perché in questo caso la responsabilità non è del contribuente.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it

 

Leggi anche:

https://www.fisaccgilaq.it/banche/avvisi-di-pagamento-agenzia-entrate-il-punto-sulla-situazione.html?preview_id=49594&preview_nonce=214788754a&post_format=standard&_thumbnail_id=49595&preview=true

 




BPER: l’importanza di segnalare le pressioni illegittime

Ricordiamo a tutti i Lavoratori che la casella [email protected] è stata creata appositamente per le segnalazioni relative alle pressioni commerciali e cattive prassi di vendita e monitoraggio dell’andamento delle campagne commerciali.

Si tratta di una mail “chiusa”, visionabile esclusivamente da due dirigenti Fisac autorizzati a ciò in Italia, con assoluta garanzia dell’anonimato delle segnalazioni.

L’acuirsi del fenomeno richiede risposte all’altezza, a partire dagli strumenti già a disposizione, tra cui questo.

 

Perché è importante che le segnalazioni arrivino, e siano numerose?

  • Perché tutte le segnalazioni pervenute verranno sottoposte alla valutazione di una commissione bilaterale tra Banca ed Organizzazioni Sindacali, senza rivelare i nominativi dei segnalanti.
  • Perché in caso le problematiche non trovassero soluzione a livello aziendale ci sarebbe la possibilità di portarle all’attenzione della commissione istituita presso l’ABI.
  • Perché – ed è questo l’aspetto che più ci sta a cuore – fino ad oggi questa opportunità è stata utilizzata in misura assai ridotta, consentendo alla Banca di interpretare le poche segnalazioni pervenute in maniera strumentale e minimizzatrice, basandosi sulla presunta rarità delle segnalazioni per negare che il problema esista in modo diffuso e sistematico.
  • Perché la nostra esperienza ci dice che chi si trova in filiale riceve quotidianamente decine di email di sollecito allo svolgimento delle campagne commerciali, oltre ad un numero imprecisato di telefonate, riunioni (convocate spesso senza preavviso), messaggi minacciosi o irridenti, richieste illegittime di reportistica manuale…
    Tutte queste situazioni, insieme alle tante altre che la fantasia malata di capi e capetti inventa quotidianamente, possono creare motivi validi per una segnalazione.

Raccomandiamo ai colleghi l’utilizzo massiccio della mail dedicata, perché questo è ad oggi il modo più efficace per fornirci argomenti validi da opporre all’azienda e contrastare la preoccupante deriva alla quale stiamo assistendo.

 




Avvisi di pagamento Agenzia Entrate: il punto sulla situazione

Richiesto un nuovo incontro urgente con ABI


2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Relativamente alla questione della riliquidazione dell’imposta sugli assegni erogati dai Fondi di solidarietà del credito e del credito cooperativo, nonostante la ferma presa di posizione delle OO.SS. che ha portato – anche con il coinvolgimento di ABI – all’apertura di una verifica presso l’INPS e l’Agenzia delle Entrate, dobbiamo registrare come a tutt’oggi non siano ancora emerse soluzioni fra i due Enti.

Di conseguenza, avvicinandosi ineluttabilmente i termini dei 30 giorni contenuti negli avvisi bonari notificati agli interessati, le OO.SS. hanno concordato la necessità di:

  • proseguire ed intensificare le azioni tese a risolvere la problematica “all’origine” attraverso un incontro urgente richiesto dai Segretari Generali ad ABI nel quale condividere ulteriori iniziative nei confronti dei  Ministeri di competenza per i Regolamenti dei Fondi di solidarietà, oltre ad INPS ed Agenzia delle Entrate;
  • dare indicazioni operative in merito alla gestione delle risposte agli avvisi ricevuti, attraverso le considerazioni   contenute nel   presente comunicato;

Non potrà sfuggire infatti a nessuno degli attori di questa vicenda che, qualunque sia la soluzione tecnico-normativa a cui si approdasse, come OO.SS. confermiamo che le prestazioni previste per i percettori degli assegni straordinari dovranno continuare ad essere erogate al netto dell’imposizione fiscale in coerenza con quanto attualmente previsto dal Regolamento del Fondo di solidarietà ed in ossequio agli accordi costitutivi degli stessi.

Nessuna motivazione, tanto meno di natura amministrativo/informatica, può dar luogo ad una variazione dell’assetto normativo delle prestazioni del Fondo – peraltro consolidato da oramai molti anni – e  certamente non a discapito delle prestazioni nette erogate.

Pertanto, alla luce della situazione di estrema incertezza dell’intera questione riliquidazione imposta sugli assegni erogati dai fondi di Sostegno al reddito, ed in attesa di chiarimenti definitivi,  risulta, in  questa fase, difficile dare indicazioni comportamentali per tutti i destinatari degli avvisi bonari, anche  in ragione delle diverse casistiche relative a posizioni fiscali differenti tra loro; indichiamo quindi le diverse opzioni a disposizione dei contribuenti evidenziandone gli effetti  ed i potenziali rischi.

 Ricordiamo che:

  • l’avviso ricevuto non è un atto esecutivo e non può essere formalmente impugnato non producendo alcun effetto impositivo; che i 30 giorni indicati servono per raccogliere eventuali osservazioni del contribuente e che successivamente, nel caso in cui le eventuali osservazioni non producessero effetti, verrebbe emessa la cartella che è un atto esecutivo e pertanto opponibile con apposito ricorso davanti alla Commissione Tributaria nei vari gradi di giudizio.
  • In merito  all’accertamento relativo all’assegno straordinario, il contribuente può avviare una richiesta di esercizio dell’autotutela (utilizzando il modulo allegato) in cui si chiede l’annullamento della comunicazione ricevuta adducendo la motivazione che “la riliquidazione dell’imposta non è dovuta poiché l’erogazione dell’assegno deve avvenire al netto come è previsto dal regolamento del Fondo di Sostegno al reddito e dalla sentenza della Corte di Cassazione sezione Lavoro n° 18128 del 22 agosto 2014”. 
    L’atto di autotutela dovrà esser consegnato agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate o inviato via mail, preferibilmente PEC all’indirizzo contenuto nell’avviso ricevuto

    [email protected]

    Quanto sopra NON produce automaticamente l’effetto di sospensione dei termini e, se non accolta, non impedisce l’emissione della relativa cartella, il cui importo complessivo sarà gravato da sanzioni amministrative (pari al 30% dell’imposta) ed interessi che determineranno un significativo incremento dell’importi contenuti negli avvisi. Ci giunge notizia in queste ore che alcune sedi periferiche dell’Agenzia delle Entrate hanno risposto ad   alcune dichiarazioni di autotutela con la sospensione dei termini contenuti negli avvisi bonari.

  • In caso di non accoglimento dell’istanza o di mancata risposta alla stessa, esiste la   possibilità, finalizzata a guadagnare tempo in attesa di una veloce definizione a seguito delle   pressanti iniziative sindacali, di attivare il pagamento rateale come da indicazioni contenute nell’avviso bonario.
    Le rate sono trimestrali nel numero massimo di 8 per importi fino a 5.000,00, per importi superiori fino ad un massimo di 20 rate; la prima rata deve comunque esser pagata entro il termine previsto dall’avviso bonario; all’esito della  definizione della problematica, le OO.SS. forniranno le indicazioni sulle modalità di rimborso.
    Il pagamento della prima rata blocca la procedura di iscrizione a ruolo e l’emissione conseguente della cartella, che riprenderà in caso di mancato pagamento della/e rate successive.
    Insieme al pagamento invitiamo ad inviare all’indirizzo pec di cui sopra la seguente comunicazione “ in riferimento all’avviso, che alleghiamo alla presente,  ricevuto in data ….. intestato al sig…….. comunico di aver attivato il pagamento rateale con versamento della prima  quota ai soli fini di impedire la possibilità di avvio della procedura di iscrizione a ruolo delle imposte con relative sanzioni ed interessi, senza che ciò implichi riconoscimento del debito, ma dichiaro che mi riservo la facoltà di richiedere il rimborso della/e stesse in quanto l’imposta non è dovuta poiché l’assegno straordinario del settore credito ha natura diversa rispetto alla tipologia di somme soggette a riliquidazione e l’erogazione dell’assegno deve avvenire al netto come è previsto dal regolamento del Fondo di Sostegno al reddito e dalla sentenza della Corte di Cassazione sezione Lavoro n° 18128 del 22 agosto 2014”.

Le Organizzazioni Sindacali stanno seguendo e continueranno a seguire con estrema attenzione la problematica affinché siano garantiti i diritti delle Lavoratrici  e dei Lavoratori e le prerogative del Fondo di Solidarietà che resta strumento indispensabile per il settore.

Roma, 20 maggio 2021

LE SEGRETERIE NAZIONALI

FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN

Modulo di richiesta di esercizio autotutela


2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Spett.le ABI • Piazza del Gesù, 49 – 00186 Roma
alla c. a. del Responsabile del CASL • Dott. Salvatore Poloni

Oggetto: richiesta di incontro urgente.

In relazione alle numerose comunicazioni inviate ai Colleghi esodati da parte dell’Agenzia delle Entrate nel corso delle ultime settimane ed aventi ad oggetto il ricalcolo della tassazione sugli assegni straordinari erogati dal Fondo di Settore, si chiede un incontro urgente per affrontare la questione.

In attesa di Vostre comunicazioni, si inviano distinti saluti.

Roma, 19 maggio 2021

I Segretari Generali

Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Nino Baseotto – Fulvio Furlan – Emilio Contrasto




Bancari esodati, sorpresa dal fisco: chieste altre imposte per il 2016

Centinaia di avvisi bonari sugli assegni di cinque anni fa. I dubbi dei sindacati.


 

Trenta giorni per decidere se pagare o no l’integrazione alle imposte chiesta dal Fisco con avviso bonario inviato il 30 aprile. E’ quanto dovranno decidere gli ex bancari che, nel 2016, ricevevano l’assegno straordinario di accompagnamento alla pensione erogato dal Fondo di Solidarietà per il sostegno del reddito del personale del credito. Cinque anni fa – dati INPS – erano 11.021 le persone che ricevevano l’assegno e, secondo stime sindacali , almeno il 70% (quasi 8mila) dovrebbe aver ricevuto l’avviso dell’Agenzia delle Entrate. L’ammontare da pagare è in media di circa 2mila euro (sull’anno).

Il caso
Perché il Fisco ha inviato gli avvisi bonari? Spieghiamo subito che i bancari che anticipano l’uscita grazie al Fondo di solidarietà ricevono, per un massimo di 5 anni, l’equivalente di quanto prenderanno come pensione al netto delle imposte. A versare l’assegno straordinario è l’INPS che a sua volta riceve il denaro dalla banche. All’assegno, come per il TFR, viene applicata la tassazione separata che è un tipo di imposizione agevolata rispetto alla ordinaria Irpef: la tassazione separata impedisce che, nell’anno in cui vengono percepiti, i redditi maturati in più anni si sommino agli altri redditi del lavoratore.

Il ricalcolo mai applicato
Fin qui tutto abbastanza logico. Al Fisco e al legislatore italiano non piacciono però le cose semplici. Nella tassazione separata, il datore di lavoro (in questo caso le banche) infatti applica una trattenuta fiscale “provvisoria” sul Tfr e sugli assegni straordinari: successivamente viene ricalcolata dall’Agenzia delle Entrate quella definitiva detta “riliquidazione”. Qui non ci addentriamo nelle contorte questioni fiscali. E’ sufficiente sapere che non tutti ricevono la richiesta di ulteriori imposte e il Fisco non può, come noto, spingersi oltre i cinque anni.
Tornando agli ex bancari, questi ultimi si aspettano le richieste di ricalcolo dell’Agenzia delle Entrate su Tfr. Invece, fino ad oggi (il Fondo di solidarietà esiste dal 2000), il Fisco non aveva mai richiesto la riliquidazione sugli assegni.

Sindacati in campo
Gli ex bancari e le associazioni pensionati che li rappresentano a fine aprile si sono subito attivati. Tanto che il 3 maggio è stato diffuso il primo comunicato sindacale sul caso dalle cinque principali sigle sindacali: Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Unisin hanno annunciato il loro impegno a chiarire subito la situazione. A distanza di 8 giorni, il secondo comunicato sindacale congiunto dove si spiega che “in stretto contatto con l’ABI” (l’Associazione Bancaria Italiana) “l’iniziativa di chiarimento prosegue”. In allegato al Comunicato c’è il documento INPS dove si spiega che “sono in corso approfondimenti sulla questione fra l’Istituto, in qualità di sostituto d’imposta, e l’Agenzia delle Entrate.”

Tempi, soluzioni e futuri esodi
I tempi stringono. Il 30 maggio, giorno di scadenza dell’avviso, è vicino. Sindacati e ABI non commentano “in attesa di evidenze” da parte di Inps e Agenzia. A quanto emerge. però, non è chiaro se ci sia stato un errore tecnico nei codici di comunicazione INPS o una diversa interpretazione del Fisco dopo vent’anni.
Secondo indiscrezioni, gli ex bancari si sono rivolti agli avvocati per capire come agire per le vie legali: ma potrebbero esserci problemi anche per i futuri esodi. Gli accordi erano stati stipulati su cifre che non prevedevano l’ulteriore aggravio emerso nei giorni scorsi. Cos’accadrà ora?

 

Articolo di Vitaliano D’Angelo su “Il Sole 24 Ore” del 15/05/2021