La Bce dà il via libera al matrimonio Intesa-Ubi


Come da attese, e nei termini dei 60 giorni previsti, Francoforte ha dato in serata dunque disco verde all’operazione che vede la fusione tra la prima e la quarta banca italiana, che è vincolata all’acquisizione del 50% più dei voti di Ubi.


Mentre la Vigilanza Bce dice sì all’acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo, Ca’ de Sass esclude che la pandemia possa impattare negativamente su Ubi, Intesa o sull’offerta di scambio in sé.
Intesa aveva annunciato l’Offerta pubblica di scambio su Ubi lo scorso 17 febbraio ed entro il 6 marzo, giorno in cui ha comunicato il deposito in Consob del documento di offerta, aveva presentato a tutte le autorità competenti «le comunicazioni e le domande volte a ottenere le autorizzazioni».

Come da attese, e nei termini dei 60 giorni previsti, Francoforte ha dato in serata dunque disco verde all’operazione che vede la fusione tra la prima e la quarta banca italiana, che è vincolata all’acquisizione del 50% più dei voti di Ubi. La banca guidata da Carlo Messina incassa così un importante punto a favore nella battaglia che la vede opposta a Ubi: l’ex popolare, i cui grandi soci si dicono contrari all’offerta, ha infatti avviato nelle scorse settimane un ricorso al Tribunale di Milano per chiedere la verifica dell’efficacia dell’Ops, nella convinzione che la mancata rinuncia da parte di Intesa alla condizione Mac – attivata dal Covid-19 – l’abbia fatta decadere.

E proprio su questo punto, Intesa chiarisce che non includerà tra le condizioni di efficacia dell’Ops la pandemia e i suoi effetti. «A seguito dell’autorizzazione ricevuta da parte della Banca Centrale Europea» la banca ritiene che «pur non disponendo tuttora di informazioni in merito ai possibili effetti pregiudizievoli della pandemia da COVID-19 su UBI Banca», che «ragionevolmente dalla pandemia non derivino effetti tali da modificare negativamente l’attività di UBI Banca e/o la situazione finanziaria, patrimoniale, economica o reddituale sua e/o delle società del gruppo UBI, oltre ad analoghi effetti per l’Offerta e per Intesa Sanpaolo». Di conseguenza, Intesa Sanpaolo «non includerà tra le condizioni di efficacia dell’Offerta la pandemia da COVID-19 e i suoi effetti» come indicati al punto (v) del paragrafo 1.5 della comunicazione pubblicata dalla Banca il 17 febbraio 2020.

Nel contempo è in corso un’istruttoria da parte dell’Antitrust per verificare il rispetto dei limiti alle concentrazioni, procedimento che è destinato a spostare a settembre l’avvio dell’Ops originariamente fissato per luglio. Infine, a valle delle autorizzazioni delle Authority prudenziali (oltre a Bce, anche Ivass) si esprimerà Consob, che dovrà dare il suo via libera al prospetto.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it

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