Procedura accelerata per cedere 314 milioni di quote, con un incasso previsto di 920 milioni di euro. Il Ministero sotto la soglia del 40 per cento
Da tempo si ricorrevano con più frequenza ipotesi su quando il ministero dell’Economia avrebbe avviato l’uscita da Banca Monte dei Paschi. Lunedì pomeriggio, a pochi giorni dalla brillante terza trimestrale di Rocca Salimbeni, è arrivata la notizia: il ministero ha avviato la procedura accelerata di collocazione di circa 314 milioni di azioni, pari al 25 per cento del capitale.
Una vendita a un prezzo scontato del 5 per cento rispetto al valore di Borsa di lunedì (2,92 euro a fronte di una chiusura a 3,07 euro), che porterebbe il Tesoro a incassare 920 milioni di euro con una plusvalenza di 300 milioni di euro in un anno. E la procedura che consente di vendere in blocco quote societarie particolarmente rilevanti in modo accelerato a investitori istituzionali dovrebbe trovare un immediato riscontro, con la collocazione dell’intero pacchetto in un ristretto lasso di tempo.
Un passaggio rilevante e un doppio segnale, perché con la cessione del 25 per cento il ministero scende sotto la soglia della maggioranza relativa, attestandosi intorno al 39,23 per cento. Un segnale all’Europa, perché il Governo può così dimostrare di seguire le indicazioni che chiedevano di compiere questo passo. E un segnale ai mercati, perché Banca Monte dei Paschi torna appetibile grazie al risanamento operato in questi anni che ha trasformato nuovamente il destino dell’istituto di credito senese.