Crolla il potere d’acquisto delle famiglie abruzzesi

Tra prima e dopo la pandemia il dato è sceso del 4,5%, in Italia un calo peggiore solo nel Veneziano Ogni cittadino ha perso 350 euro di reddito annuo, la provincia si conferma la più povera d’Abruzzo


Con la pandemia ogni cittadino dell’Aquilano ha perso in media 350 euro di reddito annuo, confermandosi non solo il più povero in Abruzzo ma risultando anche tra i più colpiti in Italia dalle conseguenze economiche del Covid. A scattare questa fotografia impietosa sull’impoverimento degli aquilani è il recente report sul 2021 realizzato dalle Camere di commercio, attraverso i dati e i calcoli del Centro studi Tagliacarne e di Unioncamere.

A pesare sono soprattutto gli effetti dei lockdown nelle aree più dipendenti dall’economia turistica e in particolare in quelle che vivono di turismo invernale e sciistico. Non a caso, la regione in cui il potere d’acquisto delle famiglie è calato maggiormente – nel rapporto tra reddito e prezzi dei prodotti – è la Valle d’Aosta (-3,9%), poi viene l’Abruzzo(-2,2%). È proprio l’Aquilano ad abbassare il dato regionale, con il suo crollo del 4,5% nelle risorse disponibili per le famiglie, dato che è secondo in assoluto a livello nazionale, dietro solo al Veneziano e a pari merito con il Riminese e il Fermano. Male anche Pescarese e Teramano, che sono subito dietro l’Aquilano. In Abruzzo soltanto le famiglie del Chietino hanno visto una crescita con la fine della fase più dura dell’emergenza sanitaria.

Il crollo del potere d’acquisto delle famiglie dell’Aquilano registrato nell’anno 2021 – quindi prima della fase acuto della crisi energetica – è dovuto soprattutto alla riduzione del reddito. Secondo l’analisi delle Camere di commercio, in provincia il reddito disponibile per ogni cittadino (numero che è la somma dei redditi da lavoro, da capitale/impresa, da prestazioni sociali e trasferimenti, al netto di imposte e contributi), è sceso da una media di 15mila euro a una di 14.650. Un reddito nettamente più basso rispetto a quello di tutti gli altri abruzzesi: un teramano guadagna in media 2.600 euro in più, un pescarese oltre tremila euro in più, un chietino quasi quattromila euro in più.


Fonte: Il Centro

 




Il 15 dicembre sciopero generale ultime 4 ore di lavoro

SCIOPERO PERCHE’
Una legge di Bilancio contro il lavoro, sbagliata e da cambiare


NOI CHIEDIAMO

  • di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (così detto recupero del drenaggio fiscale);
  • di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai CCNL un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali;
  • di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo;
  • una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività;
  • la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà;
  • la rivalutazione delle pensioni;
  • risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia;
  • di cancellare la Legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

Per la CGIL, in coerenza con le piattaforme unitarie, sono necessarie:
riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato.

IL GOVERNO INVECE

  • proprio mentre l’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, premia gli evasori e, con la flat tax fino a 85.000 euro per il lavoro autonomo, rende ancora più ingiusto il sistema fiscale, sempre più scaricato sul lavoro dipendente, che a parità di reddito paga il triplo;
  • trasforma le tasse sugli extraprofitti frutto della speculazione sul caro energia in “contributo di solidarietà straordinario” e cambia platea e metodo di calcolo, riducendo gli 11 mld, attesi dalla tassazione di Draghi, a 2,6 mld;
  • aumenta la precarietà di giovani, donne, nel Mezzogiorno, allargando l’utilizzo dei voucher, che considerano il lavoro merce, senza diritti e senza tutele;
  • taglia le risorse a sanità e scuola, che pagano pesantemente il prezzo dell’inflazione;
  • colpevolizza e colpisce i più poveri, andando verso l’abolizione del reddito di cittadinanza;
  • non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali pubblici e per il trasporto pubblico;
  • cambia il meccanismo di adeguamento delle pensioni all’inflazione e rende ancora più penalizzante e discriminante l’opzione donna; si peggiora la situazione attuale con quota 103 che prevede i due requisiti: 62 anni di età e 41 di contributi.

Ci mobilitiamo per una Legge di Bilancio più giusta per le persone, più utile per il Paese.

 

 

 

 




Cgil: i dati su reddito e pensione di cittadinanza in Abruzzo

Dalla CGIL regionale arriva un rapporto sui dati che concernono la richiesta di redditi e pensioni di cittadinanza in Abruzzo. Dall’analisi del sindacato emerge che la situazione di crisi e difficoltà sta colpendo maggiormente i soggetti più fragili le cui condizioni sociali ed economiche stanno rapidamente peggiorando.

In Abruzzo nel 2022 ci sono 1.924 famiglie che hanno fatto ricorso a queste tipologie di sussidio in più rispetto allo scorso anno. Un dato in linea con la crescita che si è registrata a livello nazionale: come lo scorso anno, infatti, le famiglie abruzzesi richiedenti sono l’1,9% del totale nazionale.

In Abruzzo, continua ad essere Pescara la provincia con il maggior numero di richieste(6.652, 827 in più rispetto al 2021), seguita da Chieti (6.315 domande, 819 in più dello scorso anno), L’Aquila con 5.551 domande (+106) ed infine Teramo con 4.552 richieste (172 in più del 2021). Numeri che rimandano ad una situazione di disagio sociale, solo parzialmente mitigata da una misura che mediamente vale, per ogni nucleo, 521€ in Abruzzo.

Complessivamente le persone che hanno beneficiato del sostegno sono state, nell’anno in corso, 61.903 in Abruzzo. Ben più ampia la platea dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza, rispetto alla Pensione di Cittadinanza. Beneficiano del primo, infatti, il 95% del totale a conferma che la mancanza di occupazione che garantisca un reddito dignitoso, è la principale causa della povertà.

In Abruzzo, così come nel resto del Paese, i nuclei familiari maggiormente coinvolti dal sostegno sono quelli con un solo componente e quelli con 4 componenti di cui almeno un figlio minore.

A fronte di questi dati la CGIL ha dichiarato che:

In un momento storico come l’attuale, dove i venti di guerra fanno sentire i loro echi con bollette sempre più care e nella difficoltà generale di trovare lavoro, non è quindi immaginabile tagliare una misura che garantisce la sopravvivenza a tanti e tante.

È evidente che, ad oggi, così come per gli altri ammortizzatori sociali (NASPI e cassa integrazione straordinaria in primis) a dover essere migliorate sono le politiche attive del lavoro: aiuto e sostegno concreto alla ricerca di un lavoro che consenta un’esistenza dignitosa a chi oggi non ce l’ha. Ben vengano quindi, le politiche formative, di competenza delle singole Regioni e finanziate principalmente dalle risorse del PNRR, che si stanno mettendo in campo. Ma si faccia di tutto affinché siano davvero funzionali a dare risposte ai bisogni di chi non ha un’occupazione e non si limitino ad essere un “sostegno” ad enti formativi privati.

È necessario, infatti, che da un lato si costruiscano competenze utili per le opportunità che il territorio offre, dall’altro che si monitorino costantemente i risultati della formazione che viene fatta, misurandone anche gli effetti in termini di nuova occupazione prodotta.

La CGIL Abruzzo e Molise continuerà a sostenere queste battaglie di giustizia sociale che da sempre la vedono protagonista nelle piazze regionali e nazionali, a prescindere dal colore dei Governi che si succedono, con l’unico obiettivo di migliorare le condizioni di vita e lavoro di lavoratrici e lavoratori e di pensionate e pensionati, affinché nessuno rimanga indietro.”

 

 




Bcc Abruzzo Molise – Accordo per il Premio di Risultato 2022

ABRUZZO MOLISE


 

PREMIO DI RISULTATO 2022: FIRMATO L’ACCORDO PER L’EROGAZIONE 
BILANCIO ESERCIZIO 2021

In data odierna, presso la Federazione Abruzzo e Molise BCC è stato sottoscritto l’accordo che consentirà l’erogazione del “premio di risultato” 2022, relativo all’esercizio 2021.

La liquidazione del PDR avverrà con la busta paga del mese di ottobre al personale in servizio nel mese di erogazione e che abbia prestato attività lavorativa nel corso dell’anno di misurazione 2021.
Nel caso di inizio del rapporto di lavoro durante l’ anno di misurazione il premio di risultato verrà erogato in proporzione ai mesi di servizio prestati, considerando come mese intero l’eventuale frazione superiore ai 15 giorni.

Per quanto riguarda la metodologia di calcolo è stata adottata la stessa degli anni precedenti, ed in particolare quella dello scorso anno. Inoltre è stata confermata la possibilità di optare, in luogo dell’erogazione in busta paga di tutto o in parte e comunque su base volontaria, per il rimborso di prestazioni sostenute a titolo di Welfare prevedendo, in tal caso, la maggiorazione dell’importo del premio di risultato 2022 di un 20% a carico dell’azienda.

I titolari di un reddito di lavoro dipendente non superiore ad euro 80.000, con riferimento a quanto percepito nell’anno 2021, sconteranno un’aliquota agevolata IRPEF di tassazione pari al 10% fino a un importo di premio massimo pari ad Euro 3.000.
Per i dipendenti con reddito di lavoro dipendente superiore alla soglia indicata, gli importi fruiti in modalità Welfare saranno assoggettati a tassazione ordinaria. Le spese oggetto del rimborso posso essere esclusivamente quelle sostenute nel 2022.

Entro il giorno 14 ottobre, ogni dipendente dovrà effettuare la scelta Welfare comunicandolo al proprio Ufficio del Personale con le seguenti possibilità:

  • Conversione totale del premio in Welfare;
  • Conversione parziale del premio in Welfare (indicando l’importo).

Seguiranno comunicazioni sui termini e sulle modalità di presentazione della documentazione, a carico dell’Azienda. Nel caso in cui non venga effettuata alcuna scelta, l’intero importo sarà automaticamente erogato come premio di risultato con il cedolino paga del mese di ottobre 2022.

L’importo destinato a Welfare, comprensivo di maggiorazione, dovrà essere completamente assorbito dai rimborsi presentati.
Gli importi relativi ai rimborsi Welfare saranno evidenziati come voce figurativa nel cedolino di ottobre.
Quest’anno le prestazioni assoggettabili a rimborso sono state ampliate ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo n.115/2022.

Indicativamente, di seguito le causali le previste :

  • Rette, tasse, iscrizioni asili/scuole/università comprese le mense scolastiche;
  • Campus estivi ed invernali;
  • Testi scolatici/universitari;
  • Assistenza anziani o non autosufficienti:
  • Contributo al fondo pensione;
  • Utenze domestiche.

Pescara, 4 ottobre 2022

 

Le Segreteria Regionali




Bper Abruzzo: “Non dimenticheremo mai il vostro nome”


Nell’ormai lontano 2013 BLS, Carispaq e Serfina Banca, storiche banche fortemente radicate nel tessuto sociale ed economico abruzzese, furono incorporate nella grande famiglia Bper.

Forse non tutti ricordano gli slogan con i quali l’incorporazione fu presentata ai clienti. Tra questi, uno diceva:
“Cambia il nostro nome, ma non dimenticheremo il vostro”.

Nel frattempo la Bper ha dimenticato tante altre cose. La nostra Regione è stata una delle più penalizzate in assoluto dall’accorpamento in Bper. Penalizzata in termini di chiusura di filiali, di abbandono del territorio – in modo particolare nelle aree interne – , di assunzioni stabili di giovani (ad oggi di quelle previste dal nuovo piano non c’è traccia). Penalizzata in termini di tagli occupazionali, anche se bisogna riconoscere che il taglio è avvenuto – nella maggior parte dei casi – in modo graduale e senza grandi traumi per i lavoratori.

Oggi anche il nome delle nostre città viene dimenticato: le Aree L’Aquila, Pescara e Lanciano diventano rispettivamente “Abruzzo Ovest”, “Abruzzo Est”, “Abruzzo Sud e Molise”.
Un ennesimo segnale di distacco dai territori, in vista forse di tagli, accorpamenti, chiusure filiali (anche se per l’azienda  – al momento – non previsti) ?

E allora, visto che sembra essere invecchiato male, forse è il caso di aggiornare lo slogan di 9 anni fa.

“Non dimenticheremo mai il vostro nome. A proposito, com’è che vi chiamate?”

23 settembre 2022

Le Rsa della Fisac/Cgil Bper Banca
Regione Abruzzo




Dieci piccoli bancari… (e poi non rimase nessuno)

I dati diffusi dalla Banca d’Italia confermano la tendenza che vede le banche allontanarsi dalla nostra regione. Va meglio la provincia dell’Aquila (ma c’è un motivo).


Come ogni anno la Banca d’Italia ha pubblicato le statistiche relative alla presenza delle banche nel territorio italiano, con il confronto rispetto al 2020.

I numeri sono ancora una volta impietosi per l’Abruzzo ed il Molise. L’andamento delle chiusure di sportelli è sintetizzato da questa cartina:

 

Fonte: Banca d’Italia

 

Basta una rapida occhiata per notare come il Molise sia stata la regione maggiormente penalizzata dalle chiusure, e che in Abruzzo sia andata leggermente meno peggio.

Vediamo nel dettaglio l’andamento delle chiusure di sportelli nella nostra regione.

NUMERO SPORTELLI BANCARI PER PROVINCIA
Totale 2020 Totale 2021 Differenza % diff.
ITALIA 23.480 21.650 -1.830 -7,8%
ABRUZZO 496 444 -52 -10,5%
Provincia
AQ 104 98 -6 -5,8%
CH 138 126 -12 -8,7%
PE 122 107 -15 -12,3%
TE 132 113 -19 -14,4%
dati Banca d’Italia

 

Il dato abruzzese risulta nettamente peggiore rispetto a quello nazionale, ancora una volta con differenze notevoli tra le varie provincie.
Nel 2021 la Provincia dell’Aquila risulta la meno penalizzata in Abruzzo, con una percentuale di chiusure inferiore al dato nazionale. Nel valutare questo dato, tuttavia, occorre ricordare che nel 2020 la percentuale di filiali chiuse nella nostra provincia era stata altissima, quasi il triplo rispetto al dato nazionale (oltre l’11% di chiusure in un solo anno). Il numero di filiali chiuse è quindi inferiore anche perché da chiudere non sta rimanendo molto, a meno che non si decida di abbandonare piazze storiche ed importanti. E come capiremo dalla prossima tabella, questo timore non è infondato.

 

La tabella che segue mostra il numero di impiegati per provincia ed il confronto rispetto all’anno precedente.

NUMERO DIPENDENTI SETTORE BANCARIO PER PROVINCIA
Totale 2020 Totale 2021 Differenza % diff.
ITALIA 275.433 269.624 -5.808 -2,1%
ABRUZZO 3.210 2.987 -223 -7,0%
Provincia
AQ 670 669 -1 -0,2%
CH 957 808 -149 -15,6%
PE 768 751 -17 -2,2%
TE 816 759 -57 -6.0%
dati Banca d’Italia

 

Anche in questo caso la Provincia dell’Aquila sembrerebbe essere stata risparmiata dai tagli, ma bisogna ricordare che nel 2020 era stata di gran lunga la più colpita (-6,6%, anche in questo caso un andamento triplo rispetto alla media nazionale).

Un dato salta all’occhio: a livello nazionale la percentuale di riduzione degli occupati è nettamente inferiore a quella degli sportelli chiusi (2,1% contro il 7,8%). Nella nostra regione i due dati sono molto più vicini (7% contro 10,5%).
Come leggere questi dati?

Una possibile spiegazione potrebbe essere essere questa: mentre nel resto d’Italia la chiusura di sportelli riguarda prevalentemente piccole filiali con pochi addetti, nella nostra regione questi tagli sono stati già fatti negli anni scorsi, e adesso le chiusure cominciano a riguardare filiali più importanti e strutturate. E questa non è una buona notizia.

 

L’ultima tabella che riportiamo riepiloga i dati relativi al numero di comuni nei quali è presente almeno uno sportello.

NUMERO COMUNI CON ALMENO UNO SPORTELLO BANCARIO 
Totale 2020 % su tot comuni Totale 2021 % su tot comuni Differenza % diff.
ITALIA 5.102 62,0% 4.902 64,6 -200 -3,9%
ABRUZZO 147 48,2% 132 43,3 -15 -10,2%
Provincia
AQ 33 30,6% 33 30,6% 0 =
CH 48 46,2% 42 40,4% -6 -12,5%
PE 28 60,9% 25 54,4% -3 -10,7%
TE 38 80,9% 32 68,1% -6 -15,8%
dati Banca d’Italia

 

Nonostante il dato della Provincia aquilana resti invariato, è comunque sconcertante vedere come in 7 comuni su 10 non esista nessuno sportello bancario. Nel resto d’Abruzzo invece il taglio è pesante: nel corso del 2021 oltre un comune abruzzese ogni 10 ha visto la propria filiale di riferimento abbassare le saracinesche per sempre.

Abbiamo provato in tutti i modi a lanciare l’allarme e a spiegare cosa significhi per la nostra Regione il fatto che sempre meno banche decidano di investire sul nostro territorio. Abbiamo provato a far capire che meno sportelli significa meno credito. Ma nessuno sembra preoccuparsene, in modo particolare tra i politici locali. Come se il problema non esistesse.

Nel frattempo le banche continuano ad utilizzare i fondi pubblici esclusivamente per i loro interessi, senza alcun beneficio per la collettività. L’ultimo esempio arriva dai fondi messi a disposizione dalla Stato subito dopo il lockdown, a garanzia di crediti che avrebbero dovuto rilanciare l’economia dopo i gravi danni causati da mesi di stop.
Ancora una volta, i numeri sono incredibili.
In Abruzzo sono stati erogati finanziamenti interamente garantiti da fondi pubblici per 1.463 milioni: il 98,5% di questi fondi non è arrivato alle imprese, ma è stato utilizzato dalle banche per compensare la stretta creditizia ed acquisire garanzie su prestiti già esistenti. Solo la miseria di 22 milioni è andata a finanziare effettivamente l’economia abruzzese.
(dati tratti dal report “Il credito bancario in Abruzzo nel 2021” redatto da Aldo Ronci per il CNA)

Difficile, di fronte a queste cifre, continuare a sostenere che gli Istituti di credito nazionali abbiano a cuore l’Abruzzo.


 

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Gruppo Generali: dietro la vendita assicurativa i produttori dipendenti

Crediamo che far conoscere la nostra realtà in modo diffuso possa aiutarci a far comprendere più compiutamente l’urgenza e la necessità di un aggiornamento delle regole che governano l’attività, il regime economico, le nostre prospettive ed il nostro status.

Chiediamo a ciascuno di condividere e divulgare questo video tra i colleghi, OP o meno, e di aiutarci a rafforzare il nostro numero anche grazie a nuove adesioni.

La Fisac è sempre dalla tua parte!

 

Elisabetta Masciarelli
Coordinatrice Nazionale OP FISAC Generali Italia

 

 




Convegno Fisac “Salute e Sicurezza nelle Agenzie di Assicurazione” – 25/11/2021

BASTA POCO PER AVERE PIU’ SICUREZZA

 

Il 25 novembre 2021, dalle ore 15,30 alle 18,00, presso il Museo Civico Basilio – viale G. Marconi 45, Pescara, si terrà il convegno

La sicurezza e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori nelle agenzie di assicurazione
Contratto collettivo o diritto del lavoro “Pirata”?

L’evento potrà essere seguito anche online, attraverso la piattaforma Google Meet, cliccando sul link https://meet.google.com/krm-fpka-mfr o su YouTube sul canale Fisac Abruzzo Molise.

Il convegno è stato organizzato dalla Fisac/Cgil Abruzzo Molise, compartecipato da First/Cisl Abruzzo Molise, Uil.ca Abruzzo e Molise e ANAPA. Porteranno un loro contributo un responsabile dell’OPN (Organismo Paritetico Nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro) e il Presidente dell’ E.N.B.ASS. (Ente Nazionale Bilaterale del settore Assicurativo).

Il dibattito verterà sul Protocollo (siglato a livello territoriale) relativo alla regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento del Virus Covid-19, ed approfondirà il piano di valutazione dei rischi, inerenti gli ambienti delle Agenzie assicurative, nelle regioni Abruzzo e Molise.

Obbiettivo: informare, prevenire e formare le lavoratrici ed i lavoratori per minimizzare i rischi sulla salute del Virus. Ma anche analizzare le responsabilità degli Agenti, in qualità di datori di lavoro.

Inoltre, si discuterà del contratto “Pirata” e del valore del CCNL in essere, siglato da Fisac, First, Uil.ca, Fna e Anapa: un vero contratto per le lavoratrici ed i lavoratori del settore dell’appalto assicurativo.

 

Scarica la locandina




Abruzzo, bancari in agitazione: “Sempre più filiali chiuse, intervenga la politica”.

Ha avuto luogo il 24 settembre il presidio dei lavoratori delle banche che temono conseguenze per i livelli occupazionali, per le filiali che saranno cedute o chiuse in molti comuni, e per il mancato confronto con il ministero dell’Economia e delle Finanze, che non incontra le organizzazioni sindacali per l’ipotesi di fusione di Mps con Unicredit, ma non solo.
A Pescara in Piazza Unione si è tenuta la manifestazione regionale delle varie sigle sindacali.

“Questo presidio si svolge oggi per elencare – spiega Francesco Trivelli Fisac Cgil Abruzzo Molise – le varie problematiche che abbiamo in questa regione ad iniziare dalla ristrutturazione di Mps di cui non si conoscono i contorni. Ma parliamo anche della Banca Popolare di Bari che chiuderà 14 sportelli nel giro di qualche settimana e di questi 12 sono in comuni dove non ci saranno più sportelli bancari. Poi c’è la vertenza BNL e poi quella Intesa San Paolo-Ubi e poi quella della Bper che ha comunicato 1700 esuberi. In tutto questo crediamo che la Regione Abruzzo debba interessarsi di quello che sta accadendo perché il credito è fondamentale per lo sviluppo del territorio. Vorremmo che ci fosse un dibattito aperto fra la politica e le banche per poter creare le risorse giuste per il territorio. Oggi assistiamo ad una vera e propria desertificazione degli sportelli bancari in Abruzzo con indubbi danni per il territorio con la scusa con il progresso che avanza ma in alcuni paesi dove chiudono gli sportelli bancari non arriva neanche l’Adsl.
Oggi basta sapere che in Abruzzo nel 2010 c’erano 701 sportelli bancari. Nel 2019 erano 526 e 496 nel 2020. I dipendenti bancari nel 2010 erano 4.721. Nel 2019 3.352 e 3.210 nel 2020″.

Fonte: Il Centro

 

Guarda il Servizio della TGR Abruzzo

 

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Banche sempre più libere, Abruzzo sempre più povero: il 24 settembre protestiamo davanti alla Regione Abruzzo

Segreterie Regionali Abruzzo Molise

 

PRESIDIO DI FRONTE LA SEDE DELLA REGIONE ABRUZZO
(piazza Unione –Pescara)
24 Settembre 2021,ore 10,00-12,30

 

Le banche sempre più libere, l’Abruzzo sempre più povero

 

MONTE DEI PASCHI-UNICREDIT, BANCA POPOLARE DI BARI, B.N.L., BPER, BANCA ISP
si ristrutturano a danno del territorio e le comunità locali non hanno presìdi bancari

 

Banca M.P.S.: Sciopero nazionale, il 24 settembre ,delle lavoratrici e dei lavoratori che temono conseguenze per i livelli occupazionali, per le filiali che saranno cedute o chiuse in molti comuni, e per il mancato confronto col MEF, che non incontra le OO.SS. per l’ipotesi di fusione con Unicredit.

Banca Popolare di Bari: La più grande banca regionale del Centro Sud, che ha acquisito le banche regionali Banca Tercas e Banca Caripe, inizia la sua avventura di nuova Banca pubblica, dedicata al Mezzogiorno, chiudendo la maggior parte delle filiali in una delle regioni del Mezzogiorno.

BPER Banca: Ha incorporato ben tre banche locali (BLS, Carispaq e Serfina Banca) con conseguenti gravi impatti sulle economie locali – in termini di occupazione e di indotto -, e acquisito gli sportelli ex Unipol ed ex UBI ;sceglie di seguire l’esempio dei maggiori istituti bancari e di ridurre ulteriormente sportelli e dipendenti.

BNL: Le lavoratrici e i lavoratori protestano contro il progetto di cessione di numerose lavorazioni e di circa 900 lavoratori e contro la chiusura di 150 agenzie su tutto il territorio nazionale, per mera riduzione dei costi, pur essendo BNL un’azienda in ottima salute. Continua lo spostamento del baricentro dell’azienda verso le zone più ricche del Nord Italia.

BANCA INTESASANPAOLO: La riorganizzazione, conseguente la fusione ,tra Banca ISP ed Ubi si sta palesando come fortemente deleteria a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori, e produrrà numerose chiusure, anche di Filiali “storiche”, ubicate in Comuni di alto valore simbolico.

I gruppi bancari nazionali operano in una logica di “profitti da commissioni, e tutto ciò fa pensare a politiche aziendali di breve/brevissimo periodo. La raccolta e le masse creditizie, per finanziare le imprese locali, scarseggiano sempre di più.

Aumentano i Comuni senza più uno sportello bancario, rendendo ancor più difficoltosa la ripresa economica e ostacolando gli sforzi dei cittadini e degli enti locali; molte delle località coinvolte dalle chiusure degli sportelli fanno parte dell’area del cratere del terremoto, area destinataria di ingenti risorse, per le quali sarebbe necessaria e opportuna l’intermediazione di un Istituto di credito locale.
In tutto ciò, non rileviamo l’attenzione da parte della Politica Regionale.

LE AZIENDE NON RICEVONO IL GIUSTO CREDITO, IL LAVORO SI PERDE E LE LAVORATRICI E I LAVORATORI NON HANNO FUTURO.

LA REGIONE ABRUZZO LASCIA FARE?

 

Le Segreterie Regionali

 

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