Bcc Abruzzo Molise – Accordo per il Premio di Risultato 2022

ABRUZZO MOLISE


 

PREMIO DI RISULTATO 2022: FIRMATO L’ACCORDO PER L’EROGAZIONE 
BILANCIO ESERCIZIO 2021

In data odierna, presso la Federazione Abruzzo e Molise BCC è stato sottoscritto l’accordo che consentirà l’erogazione del “premio di risultato” 2022, relativo all’esercizio 2021.

La liquidazione del PDR avverrà con la busta paga del mese di ottobre al personale in servizio nel mese di erogazione e che abbia prestato attività lavorativa nel corso dell’anno di misurazione 2021.
Nel caso di inizio del rapporto di lavoro durante l’ anno di misurazione il premio di risultato verrà erogato in proporzione ai mesi di servizio prestati, considerando come mese intero l’eventuale frazione superiore ai 15 giorni.

Per quanto riguarda la metodologia di calcolo è stata adottata la stessa degli anni precedenti, ed in particolare quella dello scorso anno. Inoltre è stata confermata la possibilità di optare, in luogo dell’erogazione in busta paga di tutto o in parte e comunque su base volontaria, per il rimborso di prestazioni sostenute a titolo di Welfare prevedendo, in tal caso, la maggiorazione dell’importo del premio di risultato 2022 di un 20% a carico dell’azienda.

I titolari di un reddito di lavoro dipendente non superiore ad euro 80.000, con riferimento a quanto percepito nell’anno 2021, sconteranno un’aliquota agevolata IRPEF di tassazione pari al 10% fino a un importo di premio massimo pari ad Euro 3.000.
Per i dipendenti con reddito di lavoro dipendente superiore alla soglia indicata, gli importi fruiti in modalità Welfare saranno assoggettati a tassazione ordinaria. Le spese oggetto del rimborso posso essere esclusivamente quelle sostenute nel 2022.

Entro il giorno 14 ottobre, ogni dipendente dovrà effettuare la scelta Welfare comunicandolo al proprio Ufficio del Personale con le seguenti possibilità:

  • Conversione totale del premio in Welfare;
  • Conversione parziale del premio in Welfare (indicando l’importo).

Seguiranno comunicazioni sui termini e sulle modalità di presentazione della documentazione, a carico dell’Azienda. Nel caso in cui non venga effettuata alcuna scelta, l’intero importo sarà automaticamente erogato come premio di risultato con il cedolino paga del mese di ottobre 2022.

L’importo destinato a Welfare, comprensivo di maggiorazione, dovrà essere completamente assorbito dai rimborsi presentati.
Gli importi relativi ai rimborsi Welfare saranno evidenziati come voce figurativa nel cedolino di ottobre.
Quest’anno le prestazioni assoggettabili a rimborso sono state ampliate ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo n.115/2022.

Indicativamente, di seguito le causali le previste :

  • Rette, tasse, iscrizioni asili/scuole/università comprese le mense scolastiche;
  • Campus estivi ed invernali;
  • Testi scolatici/universitari;
  • Assistenza anziani o non autosufficienti:
  • Contributo al fondo pensione;
  • Utenze domestiche.

Pescara, 4 ottobre 2022

 

Le Segreteria Regionali




Bper Abruzzo: “Non dimenticheremo mai il vostro nome”


Nell’ormai lontano 2013 BLS, Carispaq e Serfina Banca, storiche banche fortemente radicate nel tessuto sociale ed economico abruzzese, furono incorporate nella grande famiglia Bper.

Forse non tutti ricordano gli slogan con i quali l’incorporazione fu presentata ai clienti. Tra questi, uno diceva:
“Cambia il nostro nome, ma non dimenticheremo il vostro”.

Nel frattempo la Bper ha dimenticato tante altre cose. La nostra Regione è stata una delle più penalizzate in assoluto dall’accorpamento in Bper. Penalizzata in termini di chiusura di filiali, di abbandono del territorio – in modo particolare nelle aree interne – , di assunzioni stabili di giovani (ad oggi di quelle previste dal nuovo piano non c’è traccia). Penalizzata in termini di tagli occupazionali, anche se bisogna riconoscere che il taglio è avvenuto – nella maggior parte dei casi – in modo graduale e senza grandi traumi per i lavoratori.

Oggi anche il nome delle nostre città viene dimenticato: le Aree L’Aquila, Pescara e Lanciano diventano rispettivamente “Abruzzo Ovest”, “Abruzzo Est”, “Abruzzo Sud e Molise”.
Un ennesimo segnale di distacco dai territori, in vista forse di tagli, accorpamenti, chiusure filiali (anche se per l’azienda  – al momento – non previsti) ?

E allora, visto che sembra essere invecchiato male, forse è il caso di aggiornare lo slogan di 9 anni fa.

“Non dimenticheremo mai il vostro nome. A proposito, com’è che vi chiamate?”

23 settembre 2022

Le Rsa della Fisac/Cgil Bper Banca
Regione Abruzzo




L’Aquila, bancario morto per Covid: indennizzo di € 500mila

È deceduto dopo aver contratto il covid e così l’Inail si è vista richiedere dagli eredi un indennizzo-risarcimento di mezzo milione di euro.

Gli eredi di F.G., 56 anni, impiegato bancario aquilano, coniugato, si sono rivolti all’Associazione Giustitalia, che ha ricostruito l’accaduto in una nota che riportiamo integralmente.

L’uomo ha contratto il covid-19 nel mese di marzo 21 sul posto di lavoro, un ufficio bancario nel centro.

Dopo un’attenta istruttoria tramite il “tracciamento” dei contatti, si è appurato che il bancario aveva contratto il covid tramite il contatto con un collega positivo (prima di lui).

L’Associazione Giustitalia (www.associazionegiustitalia.it), che si occupa tra le altre cose di infortuni sul lavoro, ha inoltrato una richiesta indennitaria/risarcitoria per conto degli eredi di un  milione di euro.

L’Associazione evidenzia che :

La circolare n. 22 del 20 maggio 2020, ad integrazione e precisazione delle prime indicazioni fornite con la circolare n. 13 del 3 aprile 2020, ribadisce che l’Inail, ai sensi dell’art. 42, c. 2 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito dalla legge 24 aprile 2020, n.27, fornisce tutela infortunistica ai lavoratori che hanno contratto l’infezione SARS-Cov-2 in occasione di lavoro, secondo il consolidato principio giuridico che equipara  la causa virulenta alla causa violenta propria dell’infortunio.
L’indennità per inabilità temporanea assoluta copre anche il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria – sempre che il contagio sia riconducibile all’attività lavorativa – con la conseguente astensione dal lavoro.
Gli oneri degli eventi infortunistici del contagio non incidono sull’oscillazione del tasso medio per andamento infortunistico, ma sono posti a carico della gestione assicurativa, a tariffa immutata, e quindi non comportano maggiori oneri per le imprese.
Con la circolare vengono inoltre meglio precisati i criteri e la metodologia su cui l’Istituto si basa per ammettere a tutela i casi di contagio da nuovo coronavirus avvenuti in occasione di lavoro e vengono altresì chiarite le condizioni per l’eventuale l’avvio dell’azione di regresso, precisando a tal fine che in assenza di una comprovata violazione delle misure di contenimento del rischio di contagio indicate dai provvedimenti governativi e regionali, sarebbe molto arduo ipotizzare e dimostrare la colpa del datore di lavoro.
Nella circolare, infine, viene chiarito che il riconoscimento dell’origine professionale del contagio non ha alcuna correlazione con i profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro nel contagio medesimo,  che è ipotizzabile solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche, che nel caso dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 si possono rinvenire nei protocolli e nelle linee guida governativi e regionali di cui all’articolo 1, comma 14 del d.l. 16 maggio 2020, n.33”.

Una settimana fa siglata dagli eredi una transazione per 500 mila euro.

Fonte: AbruzzoWeb

 

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Cgil: emergenza lavoro nella Provincia dell’Aquila

In una nota dai toni allarmanti, il Segretario Generale della CGIL della provincia dell’Aquila, Francesco Marrelli, torna ad affrontare il complicato tema del lavoro nella nostra provincia, a partire dai dati istat che non appaiono affatto positivi.

“Torniamo a ribadire la necessità di rimettere al centro del dibattito politico il lavoro, i redditi, i diritti.” Queste le parole di Marrelli.

“Solo attraverso la partecipazione, come elemento di costruzione di scelte condivise, è possibile superare questa ennesima crisi sociale ed economica. È necessario invertire immediatamente una tendenza, che da troppo tempo insiste sui nostri territori, attraverso la ricerca di idee, il superamento delle disuguaglianze, il contrasto alla povertà, lo sviluppo di nuove competenze, un utilizzo ragionato delle risorse pubbliche, la valorizzazione ed il potenziamento del sistema pubblico dei servizi, la stabilità occupazionale, gli investimenti pubblici e privati derivanti anche dalle risorse del PNRR, la tutela e la conservazione ambientale. Argomenti questi che devono essere alla base di un grande confronto tra le istituzioni, la politica, le parti sociali e le associazioni che operano sul territorio.”

Infatti, come riportato nella nota del sindacato, l’analisi dei dati Istat per l’anno 2021 delinea un quadro socioeconomico per la provincia dell’Aquila con tratti di forte criticità.

La condizione di particolare vulnerabilità riguarda maggiormente giovani e donne.

Il tasso di disoccupazione nel 2021 si attesta al 9,5% mentre nell’anno precedente era dell’8,2%; il segno assolutamente negativo riguarda le donne con un tasso di disoccupazione che sale nel 2021 al 13.5%, contro il 9,4% del 2020.

La situazione assume particolare rilevanza se andiamo ad analizzare il dato sulla disoccupazione giovanile. Infatti, il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-24 passa dal 31,4% del 2020 al 32,6% del 2021, con un tasso di disoccupazione giovanile femminile, per l’anno 2021, che si attesta al 46,6%.

Per le donne risulta in calo anche il tasso di occupazione che passa dal 47,5% del 2020 al 45,3% del 2021.

“Tale situazione pone seriamente a rischio la possibilità di un rilancio occupazionale per i giovani e per le donne.” Afferma il Segretario Generale “ Per queste ultime continuano ad incidere negativamente le condizioni legate alla scarsità dei servizi, alla contrazione dei livelli occupazionali, alle varie tipologie di lavoro – basti pensare ai part-time involontari ed ai bassi salari – che rischiano di compromettere non solo un eventuale rilancio, ma addirittura il mantenimento della loro condizione occupazionale.”

Proseguendo nella sua analisi Marrelli affronta il tema dei salari “basta leggere i dati del rendiconto annuale dell’INPS Abruzzo 2021 per capire quanto siano inferiori le retribuzioni delle donne rispetto a quelle degli uomini.

Nella gestione privata, la retribuzione media annua pro-capite nella categoria operai per un uomo vale euro 17.768,4, per una donna 9.306,8 euro; per un impiegato uomo euro 29.043,1 e per una donna 17.943 euro; per un dirigente uomo la retribuzione media ha un valore di 127.637,4 euro, mentre per una donna di 74.814 euro .”

Nel commentare questi dati il segretario ha parlato di grave sofferenza.

Un altro dato rilevante riguarda le domande per il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza; infatti nel comunicato si legge che “oggi interessa quasi il 6% della popolazione, e la nostra provincia nella fase di piena pandemia, anno 2020 e 2021, ha visto il maggior numero di domande di reddito di emergenza presentate rispetto alle altre province abruzzesi, con circa 11996 domande su 35000 inoltrate all’INPS. Bisogna sottolineare che tale prestazione di contrasto alla povertà si configurava come residuale rispetto alle altre misure COVID-19 ed allo stesso Reddito di Cittadinanza.

Risulta, altresì, rilevante il dato relativo alle ore di Cassa Integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga, autorizzate nell’anno 2021 che corrispondono a circa 6.608.834.

Nelle aree interne della regione Abruzzo l’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e dell’inflazione sta generando una forte preoccupazione per la stagione invernale, con il rischio concreto che le persone con fragilità maggiori debbano rinunciare a scaldare la propria casa, dopo aver rinunciato a tanti altri elementi di consumo.” Così conclude.

Di certo la situazione non è delle migliori ed è ancor più certo che non è possibile far finta di non vedere. C’è un’emergenza lavoro da affrontare.

 

Fonte: Newstown




Il 6 giugno assemblea territoriale dei delegati e attivisti

Si svolgerà lunedì 6 giugno, presso l’auditorium del Parco nei pressi del Castello Cinquecentesco, l’assemblea dei delegati ed attivisti Cgil della Provincia dell’Aquila, aperta anche a studenti ed associazioni.

L’assemblea è propedeutica alla grande manifestazione che si svolgerà a Roma il prossimo 18 giugno, e che ci vedrà impegnati su temi importantissimi: pace, lavoro, democrazia, giustizia sociale.




Dieci piccoli bancari… (e poi non rimase nessuno)

I dati diffusi dalla Banca d’Italia confermano la tendenza che vede le banche allontanarsi dalla nostra regione. Va meglio la provincia dell’Aquila (ma c’è un motivo).


Come ogni anno la Banca d’Italia ha pubblicato le statistiche relative alla presenza delle banche nel territorio italiano, con il confronto rispetto al 2020.

I numeri sono ancora una volta impietosi per l’Abruzzo ed il Molise. L’andamento delle chiusure di sportelli è sintetizzato da questa cartina:

 

Fonte: Banca d’Italia

 

Basta una rapida occhiata per notare come il Molise sia stata la regione maggiormente penalizzata dalle chiusure, e che in Abruzzo sia andata leggermente meno peggio.

Vediamo nel dettaglio l’andamento delle chiusure di sportelli nella nostra regione.

NUMERO SPORTELLI BANCARI PER PROVINCIA
Totale 2020 Totale 2021 Differenza % diff.
ITALIA 23.480 21.650 -1.830 -7,8%
ABRUZZO 496 444 -52 -10,5%
Provincia
AQ 104 98 -6 -5,8%
CH 138 126 -12 -8,7%
PE 122 107 -15 -12,3%
TE 132 113 -19 -14,4%
dati Banca d’Italia

 

Il dato abruzzese risulta nettamente peggiore rispetto a quello nazionale, ancora una volta con differenze notevoli tra le varie provincie.
Nel 2021 la Provincia dell’Aquila risulta la meno penalizzata in Abruzzo, con una percentuale di chiusure inferiore al dato nazionale. Nel valutare questo dato, tuttavia, occorre ricordare che nel 2020 la percentuale di filiali chiuse nella nostra provincia era stata altissima, quasi il triplo rispetto al dato nazionale (oltre l’11% di chiusure in un solo anno). Il numero di filiali chiuse è quindi inferiore anche perché da chiudere non sta rimanendo molto, a meno che non si decida di abbandonare piazze storiche ed importanti. E come capiremo dalla prossima tabella, questo timore non è infondato.

 

La tabella che segue mostra il numero di impiegati per provincia ed il confronto rispetto all’anno precedente.

NUMERO DIPENDENTI SETTORE BANCARIO PER PROVINCIA
Totale 2020 Totale 2021 Differenza % diff.
ITALIA 275.433 269.624 -5.808 -2,1%
ABRUZZO 3.210 2.987 -223 -7,0%
Provincia
AQ 670 669 -1 -0,2%
CH 957 808 -149 -15,6%
PE 768 751 -17 -2,2%
TE 816 759 -57 -6.0%
dati Banca d’Italia

 

Anche in questo caso la Provincia dell’Aquila sembrerebbe essere stata risparmiata dai tagli, ma bisogna ricordare che nel 2020 era stata di gran lunga la più colpita (-6,6%, anche in questo caso un andamento triplo rispetto alla media nazionale).

Un dato salta all’occhio: a livello nazionale la percentuale di riduzione degli occupati è nettamente inferiore a quella degli sportelli chiusi (2,1% contro il 7,8%). Nella nostra regione i due dati sono molto più vicini (7% contro 10,5%).
Come leggere questi dati?

Una possibile spiegazione potrebbe essere essere questa: mentre nel resto d’Italia la chiusura di sportelli riguarda prevalentemente piccole filiali con pochi addetti, nella nostra regione questi tagli sono stati già fatti negli anni scorsi, e adesso le chiusure cominciano a riguardare filiali più importanti e strutturate. E questa non è una buona notizia.

 

L’ultima tabella che riportiamo riepiloga i dati relativi al numero di comuni nei quali è presente almeno uno sportello.

NUMERO COMUNI CON ALMENO UNO SPORTELLO BANCARIO 
Totale 2020 % su tot comuni Totale 2021 % su tot comuni Differenza % diff.
ITALIA 5.102 62,0% 4.902 64,6 -200 -3,9%
ABRUZZO 147 48,2% 132 43,3 -15 -10,2%
Provincia
AQ 33 30,6% 33 30,6% 0 =
CH 48 46,2% 42 40,4% -6 -12,5%
PE 28 60,9% 25 54,4% -3 -10,7%
TE 38 80,9% 32 68,1% -6 -15,8%
dati Banca d’Italia

 

Nonostante il dato della Provincia aquilana resti invariato, è comunque sconcertante vedere come in 7 comuni su 10 non esista nessuno sportello bancario. Nel resto d’Abruzzo invece il taglio è pesante: nel corso del 2021 oltre un comune abruzzese ogni 10 ha visto la propria filiale di riferimento abbassare le saracinesche per sempre.

Abbiamo provato in tutti i modi a lanciare l’allarme e a spiegare cosa significhi per la nostra Regione il fatto che sempre meno banche decidano di investire sul nostro territorio. Abbiamo provato a far capire che meno sportelli significa meno credito. Ma nessuno sembra preoccuparsene, in modo particolare tra i politici locali. Come se il problema non esistesse.

Nel frattempo le banche continuano ad utilizzare i fondi pubblici esclusivamente per i loro interessi, senza alcun beneficio per la collettività. L’ultimo esempio arriva dai fondi messi a disposizione dalla Stato subito dopo il lockdown, a garanzia di crediti che avrebbero dovuto rilanciare l’economia dopo i gravi danni causati da mesi di stop.
Ancora una volta, i numeri sono incredibili.
In Abruzzo sono stati erogati finanziamenti interamente garantiti da fondi pubblici per 1.463 milioni: il 98,5% di questi fondi non è arrivato alle imprese, ma è stato utilizzato dalle banche per compensare la stretta creditizia ed acquisire garanzie su prestiti già esistenti. Solo la miseria di 22 milioni è andata a finanziare effettivamente l’economia abruzzese.
(dati tratti dal report “Il credito bancario in Abruzzo nel 2021” redatto da Aldo Ronci per il CNA)

Difficile, di fronte a queste cifre, continuare a sostenere che gli Istituti di credito nazionali abbiano a cuore l’Abruzzo.


 

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BCC di Roma inaugura una nuova filiale all’Aquila

È stata inaugurata oggi a L’Aquila, in via san Bernardino 7-11, la nuova agenzia della Banca di Credito Cooperativo di Roma.

All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il vescovo ausiliare de L’Aquila, monsignor Antonio D’Angelo e il direttore della sede di Banca d’Italia a L’Aquila, Massimo Calvisi.

“La terza filiale BCC Roma nel capoluogo abruzzese rappresenta un ulteriore contributo alla rinascita del centro cittadino, che sta finalmente rifiorendo dopo un grande e fruttuoso impegno di ricostruzione.
Nel 2021 nelle 18 agenzie BCC Roma complessive operanti nella provincia dell’Aquila gli impieghi sono stati di 913 milioni di euro, cresciuti del 5,5% rispetto all’anno precedente; la raccolta diretta è stata di 910 milioni di euro, cresciuta del 7,1%; quella allargata è stata di 1,2 miliardi di euro, l’8,3% più alta dell’ultimo anno. Dati che testimoniano l’impegno a favore del territorio”, si legge in una nota.

“Questa apertura – per il presidente di BCC Roma, Francesco Liberati – è un segno tangibile di ciò che L’Aquila rappresenta per la nostra cooperativa di credito e più in generale di quanto l’Abruzzo sia importante per la Banca. Rappresenta anche – in una fase così difficile di uscita dalla crisi sanitaria e per le conseguenze delle tensioni causate dalla guerra in Ucraina – un importante segnale di ottimismo e fiducia nel futuro”.

“D’altronde – ha continuato Liberati – siamo presenti all’Aquila dai primi anni del 2000 e ci siamo subito fatti percepire come banca locale e di comunità. Dopo il tragico terremoto del 2009 abbiamo ulteriormente intensificato l’impegno, anche per dare continuità, nel lungo periodo, alla ripresa civile e sociale. Insieme a Federcasse abbiamo raccolto 5 milioni di euro, di cui 1,5 a carico di BCC Roma, e li abbiamo destinati alla ricostruzione di Palazzo Margherita, sede del comune dell’Aquila e luogo simbolico della città. Adesso, finalmente, il cantiere del Palazzo può dirsi terminato”.

“BCC Roma, insomma, è ed intende rimanere la banca dell’Aquila, della sua gente. Più in generale, in questi anni complicati e anche nel periodo più duro del lockdown, BCC Roma ha reagito, continuando ad alimentare quel prezioso legame con le comunità fatto di dialogo e, soprattutto, di ascolto. Di qui tutti gli interventi per dare seguito ai provvedimenti governativi di garanzia pubblica per sostenere il credito a decine di migliaia di famiglie e imprese. In questa azione vanno comprese anche le sospensioni delle rate dei mutui a tutti i soggetti colpiti economicamente dalle conseguenze della pandemia, per oltre 1,5 miliardi di euro”.

“Pure sul piano solidaristico – ha concluso Liberati – la Banca si è mossa attivamente. Nel 2021 i Comitati Locali dei Soci BCC Roma hanno gradualmente ripreso la loro attività e hanno erogato circa 900mila euro, in particolare a parrocchie e associazioni in prima linea nel sostegno alle persone in difficoltà a causa della pandemia. Abbiamo poi sostenuto le strutture sanitarie di Lazio, Abruzzo e Veneto e, tramite la Fondazione BCC Roma, nel corso dell’ultimo anno abbiamo aiutato realtà riconosciute nel campo dell’assistenza sociale, come il Banco Alimentare e la Comunità di S. Egidio. In tutto ciò ci sono anche i risultati aziendali complessivi che ci restituiscono un quadro decisamente confortante, nonostante vincoli di Vigilanza e sempre nuovi accantonamenti prudenziali richiesti”.

“Ringrazio Bcc Roma per l’importante segnale nei confronti della città e del territorio testimoniato dall’apertura di questi uffici in centro storico. Un’attenzione espressa già in passato con il generoso contributo di cinque milioni di euro per il recupero di Palazzo Margherita, sede storica del Comune dell’Aquila”, ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

La Banca di Credito Cooperativo di Roma è la prima banca di Credito Cooperativo in Italia. Fondata nel 1954 con il nome di Cassa Rurale ed Artigiana dell’Agro Romano, opera nel Lazio, nell’Abruzzo interno, in Veneto e in Molise con 188 agenzie e 18 tesorerie. I soci sono oltre 40mila. BCC Roma fa parte del Gruppo Bancario Iccrea, il più grande gruppo bancario cooperativo italiano Il Gruppo si colloca in Italia al terzo posto per numero di sportelli ed al quarto per attivi.

In base alla classifica stilata da Mediobanca nel 2021, BCC di Roma si è classificata al primo posto tra le banche di Credito Cooperativo per totale attivo, impieghi, raccolta, patrimonio netto, utile netto, numero sportelli.

“La Banca nella sua attività si ispira ai principi fondanti della cooperazione, quali la mutualità e la solidarietà, che si concretizzano nell’orientamento al cliente e nel radicamento sul territorio di riferimento, contribuendo a promuovere il benessere delle comunità dove opera e il loro sviluppo economico e culturale attraverso un’attiva azione di responsabilità sociale”.

Fonte: Abruzzoweb




Ovindoli si mobilita contro la chiusura della filiale Bper

Ovindoli. Il gruppo di opposizione consiliare “Orgoglio Ovindoli” rende noto che nella giornata di ieri ha inoltrato al sindaco del Comune di Ovindoli, Angelo Ciminelli, la richiesta per la convocazione di un consiglio comunale specifico, “al fine di discutere analiticamente sulla questione relativa alla chiusura della filiale Bper di Ovindoli”.

Considerando che il nostro paese è a vocazione turistica e che questo si possa considerare a tutti gli effetti un servizio indispensabile, riteniamo che anche l’Amministrazione Comunale del nostro paese debba fare di tutto affinché ciò non avvenga”, scrive il gruppo in una nota, “siamo decisi e risoluti a partecipare attivamente per dare il nostro contributo. Siamo altresì certi che il Sindaco e l’Amministrazione Comunale prenderanno in seria considerazione il nostro invito”.

La posizione del sindaco Angelo Ciminelli

Mi hanno comunicato telefonicamente, pochi giorni fa, che dalla data del 20 maggio 2022, verrà chiuso l’unico sportello bancario presente nel nostro territorio”, riferisce il sindaco di Ovindoli Angelo Ciminelli.

Non saranno più garantiti quindi il servizio di tesoreria comunale, nonché le consueti operazioni bancarie quali: prelievi, ritiro blocchetti assegni, bonifici e versamenti anche come cassa continua . Ritengo necessario ribadire quanto l’economia alle volte faccia fare scelte troppo razionali, dimenticando le esigenze (anche le più banali) dei residenti e dei turisti presenti nel nostro territorio, sia nel periodo estivo che nel periodo invernale . Ovindoli è un paese montano conosciutissimo in tutta Italia, ed è una delle stazioni sciistiche più importanti del centro sud. E’ doveroso sottolineare che si è lavorato tanto, soprattutto durante questo periodo di pandemia, per valorizzare e tutelare questa località, dove l’indotto turistico è notevole e gli investimenti pubblici e privati in questo settore sono in continua crescita. Pur vivendo nell’era della digitalizzazione e dei servizi on line molti utenti, soprattutto quelli di età superiore a 60 anni”, continua Ciminelli, “che sono poi i primi piccoli risparmiatori che hanno permesso al sistema bancario di crescere, non sono particolarmente avvezzi all’utilizzo di procedure informatiche. Inoltre non posso non sottolineare la questione viabilità. Ad Ovindoli, soprattutto nel lungo periodo invernale, gli utenti non avrebbero facilità di spostamento nei comuni limitrofi e questo provocherebbe un ulteriore grave danno al territorio. Mi sono appellato al buon senso dei vertici della BPER con i quali ho avuto un incontro, ed ho inviato una nota al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. Non possiamo accettare la chiusura dell’unico sportello bancario presente nel nostro comune, porteremo avanti tutte le azioni necessarie atte a scongiurane la chiusura”.

Fonte: marsicalive.it




A.A.A. Cercasi banche in Provincia dell’Aquila

 

Dovremmo esordire con “noi lo avevamo detto”. Lo avevamo detto che ai grandi gruppi bancari non interessano più di tanto il Centro-Sud e l’Abruzzo, e ancor meno gl’interessa la nostra Provincia.

Noi lo avevamo detto che le grandi banche, che nel tempo avevano incorporato gli istituti creditizi locali, avrebbero progressivamente abbandonato il nostro territorio.

Poi sono arrivati i numeri a confermare quello che andiamo dicendo: nel 2020 in Abruzzo sono state chiuse il 5,7% delle filiali bancarie, contro un dato nazionale del 3,4%. Nella nostra Provincia la percentuale di chiusure è stata dell’11,1% in un solo anno, quasi il quadruplo del dato nazionale (dati Banca d’Italia).

Siamo in attesa che vengano pubblicati i dati relativi al 2021; nel frattempo, il 2022 porta con sé l’annuncio delle nuove chiusure decise dal gruppo Bper. In provincia dell’Aquila saranno altre 5 le filiali che abbasseranno le saracinesche. Non considerando gli sportelli leggeri, il 7,5% delle chiusure decise da Bper su tutto il territorio nazionale riguarderà la nostra Provincia.

Il ruolo di Bper nell’economia provinciale è fondamentale, se non altro perché nel 2013 ha assorbito due banche storiche come Carispaq e BLS, fortemente presenti e radicate sul territorio. Per questo motivo, le scelte di questo Istituto sono inevitabilmente destinate ad incidere più di altre.
Fin dall’inizio, purtroppo, il Gruppo Bper non si è dimostrato innamorato del nostro territorio, come testimonia una serie di scelte effettuate nel corso degli anni:

  • la chiusura della Direzione Territoriale – prima all’Aquila, poi a livello regionale – trasferita ad Ancona, privando così l’Abruzzo di qualsiasi centro decisionale
  • lo smantellamento progressivo di quasi tutti gli uffici presenti in città con conseguente chiusura del Centro Direzionale Strinella 88
  • il trasferimento dell’Ufficio Ricostruzione post sisma 2009, sradicato dalla sua sede naturale
  • la chiusura di una ventina di filiali dall’incorporazione delle due banche, con almeno 6 comuni – tutti ubicati in aree interne – privati di qualsiasi servizio bancario
  • assunzioni limitate a un giovane ogni 15 dipendenti cessati in occasione dell’ultima manovra sul personale, a fronte di un accordo nazionale che prevedeva assunzioni nel rapporto di 1 a 5.

…e l’elenco potrebbe continuare. Su queste decisioni le opinioni possono essere discordanti, ma un fatto è innegabile: sono tutte scelte che hanno impoverito, ed impoveriranno ancora in futuro, il nostro territorio.

A colpire maggiormente è il fatto che il disimpegno dei grandi gruppi bancari dalla nostra provincia sia avvenuto, e continui ad avvenire, nella più totale indifferenza della politica locale.

Si dirà che le Banche sono aziende private, e che in un regime di libero mercato non si possa interferire con le loro scelte. Ma quello applicato alle banche è uno strano tipo di libero mercato. Un mercato libero solo quando c’è da guadagnare, nel quale le banche devono essere libere di desertificare le zone economicamente meno appetibili, di escludere intere fasce della popolazione dai servizi bancari, di dedicarsi sempre meno alla concessione del credito perché vendere polizze è più redditizio, di tagliare pesantemente i posti di lavoro. Gli introiti sono assolutamente privati.
Ma quando ci sono perdite da ripianare, quelle diventano immediatamente pubbliche: quindi via a “bad banks”, ricapitalizzazioni, banche risanate e regalate al prezzo di un euro. Tutto a a spese della collettività, cioè di tutti noi.

Non possiamo accettare questa visione distorta del mercato, nata ed alimentata con la complicità di una classe politica che pure avrebbe l’obbligo, previsto in Costituzione, di vigilare sul credito e sul risparmio. Sarebbe ora che, per quanto tardivo, arrivasse finalmente un segnale di reale interessamento al territorio da parte della politica locale. Un segnale che non sia soltanto uno slogan elettorale.

L’Aquila, 17/3/2022

 

CGIL L’Aquila
Il Segretario Provinciale
Francesco Marrelli
Fisac/Cgil L’Aquila
Il Segretario Provinciale
Luca Copersini

 




L’Aquila ha perso mille abitanti, in provincia calo di 15mila persone

Il capoluogo regionale regge l’urto dello spopolamento delle aree interne unito ai disagi post-sisma. Tra i paesi montani in difficoltà Villa Santa Lucia e Fontecchio. Bene Villa Sant’Angelo, Pizzoli e Scoppito


 

Mentre la provincia dell’Aquila è quella che decresce di più, come popolazione, rispetto alle altre aree abruzzesi, tra i capoluoghi L’Aquila è quello con una minor emorragia di abitanti. A rivelarlo è uno studio dell’analista economico Aldo Ronci sui dati Istat dell’andamento demografico della regione tra il 2013 e il 2020, messo a disposizione di Abruzzo Sviluppo.

L’ABRUZZO PERDE ABITANTI
I numeri parlano chiaro. “L’Abruzzo in sette anni perde 48.906 abitanti e decresce del 3,68% con un’intensità pari al doppio di quella dell’Italia che è stata dell’1,84%” è spiegato nel rapporto. “Perde cioè gli stessi abitanti di una città come Chieti”.

LA PROVINCIA
In valori percentuali, la popolazione decresce di più in provincia dell’Aquila ( 4,85%) passando da 305.639 abitanti nel 2013 a 290.811 nel 2020, con una variazione del 4,85%. Dato allarmante se si fa riferimento al trend di decrescita della popolazione nazionale (1,84%).

IL CASO L’AQUILA
Si discosta da questo dato il capoluogo abruzzese, dove la popolazione è scesa dell’1,58% (decremento inferiore rispetto alla media nazionale) passando dai 70.464 abitanti del 2013 ai 69.349 del 2020, con una variazione di 1.115 abitanti in meno.

CHI VA VIA
“La decrescita più allarmante è quella dovuta all’emigrazione dei giovani (15-31 anni)”, secondo Ronci, “che ha visto andar via, in Abruzzo, 26.567 giovani con una flessione dell’11,12% valore quest’ultimo pari a due volte e mezzo quello italiano: 4,53%”. A questa fascia d’età si aggiunge anche un calo di quella 32-48 anni che ha perso 49.141 unità (14,80%) ma che comunque ha subìto quasi lo stesso decremento percentuale dell’Italia (14,18%).

REALTÀ IN CRESCITA
In questo quadro non proprio rassicurante, viene registrata anche una crescita importante di alcuni Comuni dell’Aquilano. Tra questi spicca Villa Sant’Angelo, che passa da 438 a 474 abitanti, con una variazione dell’8,22%. Anche Scoppito passa da 3.626 a 3.802 abitanti, con un incremento di 176 persone pari al 4,85% della popolazione. Al 10º posto nella classifica abruzzese c’è San Demetrio ne’ Vestini che nel 2013 contava 1.813 residenti, mentre nel 2020 ne conta 1.880, con un aumento del 3,7%, cioè di 67 abitanti. Buon posizionamento anche per Pizzoli, al 12º posto, che passa da 4.125 abitanti a 4.259, con una variazione di 134 persone, pari al 3,25% della popolazione.

MAGLIE NERE
Nella graduatoria regionale, tra i comuni che hanno subìto il più alto decremento (quelli con una flessione superiore al 20%), si assegna la maglia nera a Villa Santa Lucia degli Abruzzi, che perde il 29,77% della popolazione (39 abitanti) dei 131 che contava nel 2013; al penultimo posto Fontecchio, passato da 404 abitanti a 293, con una flessione del 27,48% pari a 111 abitanti. Anche Castelvecchio Calvisio viene ritenuto comune “in via di estinzione” con i suoi 128 abitanti sui 161 del 2013 e una flessione del 20,5%. In difficoltà Campotosto che passa da 582 abitanti nel 2013 a 464 nel 2020 con una perdita del 20,27% pari a 118 abitanti.

COMUNI MONTANI
Secondo lo studio, la vera emergenza è rappresentata proprio dai comuni montani, che a dicembre 2020, erano 186 e contavano una popolazione di 273.828 abitanti. Questi hanno subìto, in 7 anni, un decremento di 28.796 unità.

 

Fonte: www.ilcentro.it