L’Abruzzo si mobilita. Un treno e 50 bus pieni per la protesta di sabato

Cgil e associazioni, oltre 2.500 adesioni per la manifestazione nazionale di Roma. La mappa delle partenze dei pullman, gli orari e il programma del doppio corteo


Un treno speciale da 400 posti e 50 pullman. Una mobilitazione importante per la Cgil guidata dal Segretario Abruzzo Molise Carmine Ranieri. Saranno non meno di 2.500 gli abruzzesi che sabato sfileranno a Roma.

“La via maestra, insieme per la Costituzione”. E’ questo lo slogan scelto dalla Cgil e da più di cento associazioni, che a loro volta raccolgono realtà della società civile, per la grande manifestazione nazionale.

“Si sfilerà per le strade della capitale” fanno sapere i promotori dell’iniziativa “per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare”.

 

IL PROGRAMMA

Il programma prevede due cortei, con concentramenti alle 13 in piazza della Repubblica (Termini) e piazzale dei Partigiani (Ostiense). La partenza dei due cortei è prevista alle 13.45 con arrivo a piazza San Giovanni dove, alle 15,15, inizieranno gli interventi. Intorno alle 17.15 le conclusioni affidate e Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.

 

TRENO SPECIALE

Il treno speciale riservato partirà alle 9,25 da Pescara Centrale. Ecco le fermate e gli orari:

Andata
Chieti 9.37,
Sulmona 10.18, Avezzano 11.11, Tagliacozzo 11.22, Carsoli 11.38, Valle dell’Aniene-Mandela-Sambuci 11.57, Tivoli 12.10, Roma Termini 12.50.

Ritorno
Roma Termini 18.47, Tivoli 19.21, Valle dell’Aniene-Mandela-Sambuci 19.35, Carsoli 19.53, Tagliacozzo 20.08, Avezzano 20.19, Sulmona 21.10, Chieti 21.55, Pescara 22.09.

 

CINQUANTA PULLMAN

Di seguito gli orari e i luoghi di partenza dei bus che porteranno i cittadini abruzzesi a Roma:

Provincia dell’Aquila
L’Aquila ore 10.30 sede Cgil
Sulmona ore 10.30 piazzale Lidl
Pescina ore 10 chiesa di San Giuseppe
Avezzano ore 10.30 Sede Cgil

Provincia di Pescara
Pullman 1: Penne ore 10.30, Loreto ore 10.45, Montesilvano ore 11.15
Pullman 2 e Pullman 3: Pescara ore 11
Pullman 4: Manoppello ore 11, Bussi ore 11.15, Popoli ore 11.30

Provincia di Chieti

San Salvo ore 8 piazza Aldo Moro
Vasto ore 8 terminal bus e ore 8,15 distributore ex Total
Lanciano ore 8,30 dal Thema Polycenter

Provincia di Teramo
Teramo ore 9 parcheggio stadio Bonolis, Piano d’Accio (coordinamento di tutti i bus della provincia)
Martinsicuro ore 8 piazza Cavour
Nereto ore 8,20 viale Europa
Garrufo ore 8,30 bivio-piazzale autobus
Silvi ore 8 supermercato via Roma
Pineto ore 8,15 Borgo S. Maria centro sportivo
Roseto ore 8,25 piazza della Stazione
Cologna ore 8,30 bar Centrale
Giulianova ore 8,20 piazzale della Stazione
Mosciano Sant’Angelo ore 8,30 fermata Tua di fronte alla stazione ferroviaria
Bellante ore 8,40 fermata Tua vicino edicola
San Nicolò ore 8,50 piazza Progresso vicino edicola
Montorio al Vomano ore 8,30 largo Rosciano
Val Vomano ore 9,20 piazza Centrale
Colledara ore 9,30 uscita autostrada.


L’ADESIONE DEI PARTITI

Per Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra italiana, «siamo tutti mobilitati in difesa della Costituzione sotto attacco da parte della destra. Come Alleanza Verdi e Sinistra saremo sugli autobus della Cgil e dell’Arci per unire le nostre voci, i nostri corpi contro chi vuole demolire da ogni punto di vista il nostro Paese e la nostra Regione». Daniele Marinelli, segretario del Pd abruzzese, dichiara: «Mentre al capitolo dello smantellamento delle infrastrutture sociali si aggiunge la notizia del taglio dei fondi alla sanità pubblica, e quando in Abruzzo sta entrando nel vivo il percorso di costruzione di un’alleanza civica e progressista, e il candidato Luciano D’Amico già suscita speranza ed entusiasmo, il Pd sarà in piazza con la Cgil e numerose altre associazioni, per chiedere l’attuazione della Costituzione: per la sanità e la scuola pubblica, l’ambiente, la coesione, il lavoro e il contrasto alla povertà».

Fonte: Il Centro del 4/10/2023

 

 

 




BCC Abruzzo Molise: assemblea online 2 ottobre 2023

La Fisac/Cgil Abruzzo Molise ha indetto per il giorno 2 OTTOBRE 2023 dalle ORE 17,00 in modalità da remoto un’ assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del Credito Cooperativo che lavorano nelle regioni dell’Abruzzo e del Molise Avente il seguente Ordine del Giorno:

  • Aggiornamento su Fondo Pensione Nazionale BCC e approfondimento normativo sulla previdenza complementare;
  • Consultazione delle lavoratrici e lavoratori sulla iniziativa CGIL “La via Maestra” e la partecipazione alla manifestazione di sabato 7 ottobre 2023;

L’aggiornamento e approfondimento sul Fondo Pensione Nazionale BCC/CRA  sarà svolto da Fabrizio Carminati, che la Fisac esprime quale consigliere nel CdA del Fondo stesso.

Questo il link per partecipare:

https://meet.google.com/eic-idnz-ras

 

Ti aspettiamo in assemblea!

 

DEMOCRAZIA È PARTECIPAZIONE




A Sud calano presìdi e dipendenti di banche e assicurazioni

Ogni 6 dipendenti al Centro Nord 1 al Sud, per assicurativi rapporto 74% contro 26%. La ricerca del sindacato


 

Una profonda frattura tra Nord e Sud segna il sistema finanziario del Paese. Scarso il presidio fisico e con esso il numero di lavoratori coinvolti di banche e assicurazioni nel Mezzogiorno ed è impietoso il paragone con il Nord. Ad affermarlo sono alcuni dei numeri contenuti in una ricerca condotta dall’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil in occasione dell’iniziativa promossa dalla categoria, insieme alla confederazione nazionale, a Napoli dietro le parole “Sud In Credito”. Secondo il rapporto, a fronte, ad esempio, di 369 banche nel Centro-Nord, se ne contano 79 nel Sud. Di conseguenza i bancari sono rispettivamente 225 mila contro 38 mila, per un rapporto pari a 6 dipendenti al Centro-Nord contro 1 al Sud. Così come nelle assicurazioni, su un totale di circa 46 mila dipendenti sul territorio nazionale, il 74% è collocato nel Nord mentre il restante 26% nel Centro-Sud.

Banche

La distribuzione per gruppo istituzionale e per classe dimensionale vede prevalere nel Mezzogiorno banche minori, come quelle di credito cooperativo, nessuna presenza di banche maggiori e grandi, mentre le spa sono una quota ridotta. Per quanto riguarda il numero di sportelli bancari, si osserva nella ricerca Fisac Cgil, la distribuzione territoriale segna un 78% nel Centro-Nord (16.350) e un 22% nel Mezzogiorno (4.636). Su questa linea il numero di dipendenti bancari al Centro-Nord è di 225.451 contro i 38.685 nel Sud del Paese. Dal 2011 al 2022 in termini percentuali il Mezzogiorno ha sperimentato una contrazione del personale quasi doppia rispetto al Centro-Nord.

Nel rapporto si evidenzia poi che nel Mezzogiorno quasi il 50% dei Comuni è sprovvisto di sportelli bancari, con un’incidenza molto più alta in regioni come il Molise (82,4%), la Calabria (70,5%), l’Abruzzo (58,7%) e la Campania (52,5%), e la relativa popolazione è pari all’11% di quella complessiva. La distribuzione geografica rileva inoltre che i comuni privi di sportelli sono localizzati principalmente nelle zone interne.

Raccolta e impieghi

Nella ricerca Fisac Cgil vi è una sezione dedicata al fronte della raccolta e dalla quale emerge come nel Mezzogiorno i prestiti bancari siano sempre inferiori rispetto al Centro-Nord in rapporto al valore aggiunto ai prezzi di mercato prodotto nella macro aerea, 0,73 per 1,21. Per avere un rapporto almeno pari a 1 servirebbero circa 95 miliardi di maggiori crediti. Così come il rapporto prestiti/depositi bancariè sempre minore nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord (0,66 e 0,94). Per colmare il divario nel Mezzogiorno servirebbero circa 110,5 miliardi di nuovi prestiti. Continua, infine, a essere più oneroso il ricorso al credito: il Taeg sui mutui alle famiglie per acquisto abitazioni al Sud si attesta al 4,26 mentre al Nord al 4,12.

Assicurazioni

Per quanto riguarda il settore assicurativo, composto da 45.588 dipendenti, il 74% si colloca nel Nord, mentre il 26% nel Centro-Sud. La ricerca della Fisac Cgil segnala come non sia presente alcun dirigente direzionale nel Sud. Altro dato: nel rapporto tra dipendenti assicurativi per 100 mila abitanti, le regioni del Mezzogiorno occupano gli ultimi posti. Si va dai 281 dipendenti in Friuli Venezia Giulia, 142 in Lombardia e 133 in Piemonte, nelle prime tre posizioni, ai 19 in Sardegna, 18 in Sicilia e 13 in Basilicata, ultime tre regioni a esclusione della Valle d’Aosta.

Retribuzioni

Notevole anche il gap salariale dei dipendenti del settore finanziario, complice l’assenza nel Mezzogiorno di direzioni, così come di poli specialistici che impieghino personale con più elevata qualifica professionale. Analizzando il codice Ateco K di attività bancarie e assicurative, la differenza retributiva tra Centro-Nord e Mezzogiorno è del -8% tra gli impiegati, per i quadri -9,5% e, infine, per i dirigenti -28,3%.

 

Fonte: collettiva.it




Fisac e Cgil contro l’abbandono bancario in Abruzzo e Molise

 

ABRUZZO MOLISE

 

Negli ultimi 5 anni in Molise è stato chiuso più o meno un terzo delle filiali bancarie presenti: un dato che ne fa la regione italiana più penalizzata dalle politiche dei grandi gruppi bancari.
In Abruzzo le cose sono andate appena meno peggio: in un quinquennio oltre 1 sportello su 4 ha abbassato le saracinesche.

Quando si citano questi numeri sembra che si parli di questioni che non incidono sulla qualità di vita delle persone. Poi si scopre che in 8 comuni su 10 nel Molise, e in 6 comuni su 10 in Abruzzo, chi deve fare un’operazione bancaria è costretto a spostarsi, perché nella località in cui abita non ci sono più banche. Un dato che contribuisce pesantemente allo spopolamento delle aree interne e che ci impone di includere le nostre due regioni tra quelle del Meridione. 

La mancanza di filiali rende più difficile il finanziamento alle piccole e medie imprese, ed i dati Bankitalia lo dimostrano in modo chiaro: nel solo 2022 il taglio è stato del 4,6% in Abruzzo e del 3,2% in Molise. Sono dati che hanno conseguenze pesanti. Una piccola azienda che non riesce a trovare finanziamenti ha due possibilità, entrambe drammatiche: o ricorre agli usurai, o chiude 

Nella classifica dei reati pubblicata dal Sole24Ore e relativa al 2022, tre delle province abruzzesi figurino ai primi posti per quanto riguarda l’usura. Nella classifica manca solo la provincia di Teramo: guarda caso l’unica ad aver mantenuto una presenza di sportelli bancari in linea con la media nazionale. 

 Molto significativo anche il dato delle chiusure delle imprese artigiane: nei primi tre mesi del 2023 il Molise è stata la regione che ha fatto registrare il peggiore saldo tra cessazioni e nuove aperture, con l’Abruzzo al secondo posto. Nel secondo trimestre l’Abruzzo ha effettuato il “sorpasso”, conquistando il poco invidiabile primato. 

Quello della desertificazione bancaria dovrebbe essere un problema in cima all’azienda dei partiti politici, in particolare nelle regioni del centro sud: e invece sembra che la politica se ne disinteressi completamente.

Per sensibilizzare sulle tematiche del Credito nel Centro Sud, la Fisac Cgil ha organizzato per il 28 e 29 settembre l’evento “Sud in Credito – Un nuovo ruolo del sistema finanziario  per lo sviluppo del Mezzogiorno”. L’evento, che si svolgerà a Napoli alla presenza del Segretario Generale CGIL Maurizio Landini, vedrà tra gli ospiti Carlo Cimbri (presidente Unipol Gruppo), Antonio Decaro (presidente ANCI), Massimiliano Fedriga (presidente Conferenza delle Regioni), Antonio Patuelli (presidente ABI), Augusto Dell’Erba (Presidente Federcasse). In rappresentanza di Abruzzo e Molise interverranno Carmine Ranieri (Segretario Regionale CGIL) e Luca Copersini (Segretario Regionale Fisac). 

 Nel corso delle due giornate di lavori la Segretaria Nazionale Fisac, Susy Esposito, illustrerà le proposte del Sindacato  per un sistema bancario e finanziario più rispondente alle esigenze del Paese e delle Regioni Meridionali. 

 

Carmine Ranieri
Segretario Generale Cgil Abruzzo Molise 

Luca Copersini
Segretario Regionale Fisac Abruzzo Molise 

 

Il servizio mandato in onda dalla TGR Abruzzo

 

 

 

 




BCC Abruzzo Molise. Premio di risultato 2023: firmato l’accordo per l’erogazione bilancio esercizio 2022

3 - Fisac Cgil

ABRUZZO MOLISE


 

Premio di risultato 2023
Firmato l’accordo per l’erogazione
bilancio esercizio 2022

 

In data odierna, presso la Federazione BCC Abruzzo e Molise è stato sottoscritto l’accordo che consentirà l’erogazione del “premio di risultato” 2023, relativo all’esercizio 2022.

La liquidazione del PDR avverrà con la busta paga del mese di ottobre al personale in servizio nel mese di erogazione e che abbia prestato attività lavorativa nel corso dell’anno di misurazione 2022.
Nel caso di inizio del rapporto di lavoro durante l’anno di misurazione il premio di risultato verrà erogato in proporzione ai mesi di servizio prestati, considerando come mese intero l’eventuale frazione superiore ai 15 giorni.
Per quanto riguarda la metodologia di calcolo è stata adottata la stessa degli anni precedenti ed in particolare quella dello scorso anno.
Inoltre è stata confermata la possibilità di optare, in luogo dell’erogazione in busta paga di tutto o in parte e comunque su base volontaria, per il rimborso di prestazioni sostenute a titolo di Welfare prevedendo, in tal caso, la maggiorazione dell’importo del premio di risultato 2023 di un 20% a carico dell’azienda.

I titolari di un reddito di lavoro dipendente non superiore ad euro 80.000, con riferimento a quanto percepito nell’anno 2022, sconteranno un’aliquota agevolata IRPEF di tassazione pari al 5% fino a un importo di premio massimo pari ad Euro 3.000.
Per i dipendenti con reddito di lavoro superiore alla soglia indicata, gli importi fruiti in modalità Welfare saranno assoggettati a tassazione ordinaria.
Entro giorno il 2 ottobre, ogni dipendente, dovrà effettuare la scelta Welfare comunicandolo al proprio Ufficio del Personale o in mancanza alla Direzione Generale della BCC di appartenenza, con le seguenti possibilità:

  • Conversione totale del premio in Welfare;
  • Conversione parziale del premio in Welfare (indicando l’importo).

Seguiranno comunicazioni sui termini e sulle modalità di presentazione della documentazione, a carico dell’Azienda.
Nel caso in cui non venga effettuata alcuna scelta, l’intero importo sarà automaticamente erogato come premio di risultato con il cedolino paga del mese di ottobre 2023.
L’importo destinato a Welfare, comprensivo di maggiorazione, dovrà essere completamente assorbito dai rimborsi presentati.
Gli importi relativi ai rimborsi Welfare saranno evidenziati come voce figurativa nel cedolino di ottobre.
Indicativamente di seguito le causali previste per le prestazioni assoggettabili a rimborso:

  • Rette, tasse, iscrizioni asili/scuole/università comprese le mense scolastiche;
  • Campus estivi e invernali;
  • Testi scolatici/universitari;
  • Assistenza anziani o non autosufficienti:
  • Contributo al fondo pensione.

Pescara, 15 settembre 2023

 

Le Segreterie Regionali di Abruzzo e Molise

 

Scarica l’accordo




“La via maestra, insieme per la Costituzione”: il 20/9 assemblea regionale Fisac

Con la grande manifestazione del 7 ottobre parte il percorso di mobilitazione promosso dalla CGIL per provare a cambiare il Paese agendo su temi che incidono fortemente sulla vita di tutti noi e delle persone che ci stanno a cuore:

  • Lavoro
  • Fisco
  • Giovani
  • Pensioni
  • Stato sociale
  • Politiche industriali
  • Pace e Costituzione

Oltre alla manifestazione la CGIL ha avviato una grande consultazione dei lavoratori, ai quali viene chiesto di pronunciarsi in merito alla possibile proclamazione di uno sciopero generale. Un vero e proprio referendum, che di fatto non ha precedenti: una grande dimostrazione di democrazia, ma anche una sfida da vincere.

Per questo è importante partecipare alle assemblee e sostenere il percorso di mobilitazione, così come è importante essere in piazza a Roma il prossimo 7 ottobre.

Per Abruzzo e Molise la Fisac ha organizzato un’assemblea per mercoledì prossimo, 20 settembre, alle ore 17.30.

Due le modalità di partecipazione:

 

In presenza o da casa, è fondamentale partecipare all’assemblea ed alla successiva votazione: il referendum e la successiva mobilitazione avranno tante più possibilità di incidere e provare a cambiare davvero le cose quanto più numerosa sarà la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

Nei prossimi giorni organizzeremo ulteriori assemblee nei luoghi di lavoro, per le quali provvederemo ad informarvi tempestivamente.

 

Scarica l’appello

Scarica il volantino

 




Imprese artigiane, Abruzzo regione Cenerentola d’Italia

Studio CNA: nei primi sei mesi del 2023 male manifatturiero, autoriparazione, ristorazione e trasporti.
Saraceni: «Da due anni ferma una legge regionale che favorisce l’accesso al credito delle microimprese»


Abruzzo sul gradino più basso, tra le regioni italiane, per andamento delle imprese artigiane nei primi sei del 2023: un primato negativo in cui spiccano settori in grande sofferenza come manifatturiero, riparazione auto, trasporti e ristorazione. Lo dice lo studio realizzato da Aldo Ronci per la CNA regionale, su dati di Movimprese: una ricerca che rivela come la nostra regione si attesti all’ultima piazza della graduatoria tra i diversi territori italiani, con una flessione assoluta di 126 unità e una perdita percentuale dello 0,45%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una crescita media nazionale dello 0,18%. «Il peggioramento rispetto al primo semestre dell’anno scorso – illustra il curatore dello studio – si spiega con il fatto che, da un lato, le iscrizioni sono diminuite di 29 unità e, dall’altro, le cessazioni sonO aumentate di 62».

Tra i territori, i segnali di maggiore sofferenza arrivano dall’Aquilano e della provincia di Chieti, con flessioni rispettivamente di 44 e 40 unità: numeri assai negativi che pongono le due realtà a 97esimo e 99esimo posto (su 105 province in totale) della graduatoria italiana. Performance leggermente meno negative sono invece quelle realizzate dalle province di Teramo (-23) e Pescara (-19). Quanto ai settori produttivi, i primi sei mesi dell’anno fanno registrare andamenti particolarmente negativi per quel che riguarda manifatturiero (-69); riparazione auto e prodotti per la casa (-35); trasporti (-26); ristorazione (-31). Con gli unici incrementi di una certa entità registrati nelle costruzioni a Pescara (+14) e Teramo (+13), e nei servizi alla persona all’Aquila (+10).

In questo quadro tutt’altro che rassicurante, il mondo delle micro imprese torna a invocare con urgenza misure in grado di sostenere le aziende, aiutandole a uscire dal pantano. E il nodo del credito viene certamente al primo posto nell’agenda delle richieste al mondo delle istituzioni, Regione in testa. Così, il presidente regionale di CNA Abruzzo, Savino Saraceni, ricorda come «da due anni sia ferma nel cassetto una norma contenuta nella legge numero 9 del maggio 2021, votata all’unanimità dal Consiglio regionale». «Una norma – spiega – che prevede l’assegnazione di 5 milioni di euro attraverso il sistema dei confidi, con il rilascio di un voucher per l’abbattimento dei costi degli interessi e della garanzia». «Assieme alle altre associazioni della micro e piccola impresa – conclude – siamo tornati a sollecitarne il rapido sblocco, perché di tempo a disposizione ne abbiamo pochissimo: assistiamo a un’impennata che ha portato i tassi d’interesse praticati dalle banche tra l’8 e il 9%. Insostenibile davvero, per un mondo di imprese che continua a mandare alle istituzioni pressanti richieste di aiuto».

28/7/2023

 

Comunicato stampa CNA Abruzzo




BCC Abruzzo Molise: come sarà tassata l’agevolazione su mutui e prestiti

Nella giornata di ieri, 31 luglio, è stato sottoscritto il nuovo accordo relativo ai tassi applicati ai dipendenti delle BCC di Abruzzo e Molise per la concessione di mutui e prestiti, rivisti alla luce dei forti aumenti verificatisi nei mesi scorsi.

L’accordo porterà benefici importanti alle lavoratrici ed ai lavoratori interessati, ma potrebbe costringerli a fare i conti con il fisco, visto che la differenza rispetto al tasso di riferimento BCE costituisce un benefit che potrebbe essere tassato. Una situazione nuova, visto che fino ad oggi il tasso applicato coincideva con il tasso BCE. Ma come vedremo, anche in assenza di revisione delle condizioni alcuni dei beneficiari di finanziamenti avrebbero trovato, a fine anno, la sorpresa di una trattenuta sulla loro busta paga: e questo per effetto dei meccanismi contorti che regolano questo tipo di tassazione.

E allora, proviamo a spiegare di cosa si parla e cosa succederà nei prossimi mesi.

 

COSA SONO I FRINGE BENEFITS?

Nella categoria dei fringe benefits rientrano le erogazioni in natura, cioè non monetarie, che il datore di lavoro concede ai dipendenti. Nel caso dei bancari rientrano in questa categoria:

  • Buoni acquisto o buoni benzina: acquistabili tramite portale, utilizzando il credito welfare accantonato. Anche per il 2023, grazie al cosidetto Decreto Carburanti del 14 gennaio 2023, è possibile acquistare fino a 200 euro di buoni benzina senza che tale importo vada a sommarsi alle somme imponibili.
  • Mutui e prestiti a tasso agevolato: argomento che approfondiremo tra poco.
  • Eventuali altre erogazioni liberali dell’azienda: ad esempio, il pacco di Natale.

Come vengono considerate queste erogazioni dal punto di vista fiscale? Lo Stato non le equipara alle retribuzioni e non le assoggetta a tasse e contributi, a patto che non superino un determinato limite.
Tale limite ammonta di norma ad € 258,23; per il 2023 il Decreto Lavoro n.48/2023 lo ha elevato ad € 3.000, solo per lavoratori dipendenti con figli a carico.

Attenzione: se si sforano anche di un solo centesimo le soglie di € 258,23 o di € 3.000 verrà tassata ed assoggettata a contribuzione non soltanto l’eccedenza ma l’intera somma.
Questo significa che sull’intera somma saranno calcolate le trattenute IRPEF (35% o 43% a seconda del reddito complessivo), i contributi previdenziali e le addizionali regionali e comunali.

COME FUNZIONA IL MECCANISMO DEI FRINGE BENEFITS PER I MUTUI E PRESTITI?

Se un’azienda che vende scarpe decide di regalare un paio di scarpe ai dipendenti, quella rappresenta un’erogazione in natura. Un’azienda che vende soldi, quando concede ai suoi dipendenti un prestito a tasso agevolato rispetto alla clientela ordinaria sta effettuando un’erogazione in natura. Per questo i finanziamenti ai dipendenti sono soggetti alla normativa sui fringe benefits.

Come si fa a quantificare l’ammontare del beneficio?

L’importo da considerare come benefit si determina partendo dalla differenza tra il Tasso di Riferimento BCE e il tasso pagato sul mutuo o sul prestito.
Al momento il tasso BCE ammonta all’4,25%.

Non tutta la differenza rappresenta un benefit: l’importo preso in considerazione è pari al 50% di tale differenza.

Spieghiamoci con un esempio. Se un mutuo al tasso del personale, con debito residuo pari 100/mila euro, è regolato ad un tasso del 2,75%, considerando il tasso BCE del 4,25% l’ammontare del benefit è pari a:

4,25% – 2,75% = 1,50%
1,50 %: 2 = 0,75%

Ribaltata sul debito residuo, questa percentuale equivale a:

100.000 x 0,75 : 1200 = 62,50€

che rappresentano il benefit mensilizzato generato dal prestito.

Purtroppo la normativa fiscale, in vigore ormai da diversi anni, prevede un meccanismo perverso, che stabilisce che si faccia il confronto tra il tasso BCE vigente alla fine dell’anno e quello pagato mese per mese. Questo fa sì che il conteggio della differenza finisca con l’essere retroattivo, ed essere esteso anche ai mesi precedenti all’aumento del tasso. Per anni il problema non si era posto perché il tasso BCE è stato per anni molto basso o in discesa, arrivando ad essere addirittura negativo.

Questo meccanismo penalizza soprattutto i mutui a tasso fisso, che non risentono degli incrementi del tasso BCE. Tuttavia, il meccanismo appena illustrato non esclude che anche i finanziamenti a tasso variabile possano generare tassazioni supplementari, soprattutto in caso di ripetuti aumenti del tasso BCE nel corso dell’anno.

E’ quanto avverrà per i dipendenti delle BCC Abruzzo Molise. Ipotizzando (ed auspicando) che a fine anno il tasso BCE rimanga fermo al 4,25%, questo comporterebbe comunque una tassazione per i mesi precedenti. Sempre con riferimento ad un mutuo con debito residuo di € 100/mila, questo è l’ammontare dei benefits soggetti a tassazione.


N.B, Il calcolo è indicativo ma non accuratissimo. Per un mutuo di € 100/mila, il debito residuo diminuisce ogni mese e quindi si riduce la somma su cui calcolare l’agevolazione fiscale. Per semplicità l’abbiamo considerata fissa


 

Al momento la somma è pari ad € 229,17 (sempre ipotizzando un debito residuo di € 100/mila), di poco inferiore alla soglia di € 258,23. In caso di ulteriore aumento del tasso BCE, una lavoratrice o un lavoratore senza figli a carico subirebbero comunque la tassazione sull’intero importo del benefit.

 

COSA SUCCEDERA’ A PARTIRE DAL MESE DI AGOSTO?

A partire dal prossimo mese il tasso di mutui e prestiti al personale continuerà ad adeguarsi al tasso di riferimento BCE, ma – per i mutui prima casa – senza superare il limite del 2,75%.

Vediamo in termini pratici cosa significa questa variazione, sempre con riferimento ad un mutuo con debito residuo di € 100/mila.

Nell’ipotesi di un mutuo con debito residuo di € 100/mila, l’ammontare imponibile per il 2023 sarà pari indicativamente a

  • € 312,5 (€62,50 x 5 mesi) + € 229,17 (già maturato nei primi 7 mesi dell’anno)
  • Totale € 541,67

Questo vuol dire che, a meno di aumenti estremamente rilevanti del tasso BCE, anche in caso di mutui di importo molto più elevato la soglia di esenzione di 3.000 € dovrebbe mettere al sicuro tutti coloro che hanno figli a carico, a meno di aumenti estremamente consistenti del tasso BCE, al momento non prevedibili.

Discorso diverso per lavoratori e lavoratrici senza figli a carico. Per loro dobbiamo fare qualche calcolo in più.
Da qui a fine anno la revisione dell’accordo comporterà, sempre con riferimento ad un mutuo di 100/mila euro, un risparmio di interessi di circa 100 € al mese. Quindi più o meno 500 euro.
A fronte di questo beneficio, si troveranno, come spiegato precedentemente, un imponibile di € 541,67.
Considerando un’aliquota IRPEF del 35%, una contribuzione INPS del 9,19% e un 2,50% di addizionali comunali e regionali, si troverebbero un addebito a fine anno di circa 253 €. Quindi resta il beneficio, seppur ridimensionato.

In occasione della sottoscrizione dell’accordo ci siamo reciprocamente impegnati a rivederci in caso di ulteriori rialzi del tasso BCE, che potrebbero rendere opportuna una nuova revisione.

Per tutte le lavoratrici e i lavoratori che beneficiano di finanziamenti accordati dall’azienda è comunque fortemente consigliato un minimo di cautela prima di convertire il credito welfare in buoni acquisto o buoni benzina, il cui ammontare va a sommarsi al benefit rappresentato dal tasso agevolato e potrebbe portare alla tassazione dell’intero importo dei buoni.

Restiamo disposizione per eventuali richieste di chiarimenti

 

 

Fisac Abruzzo Molise




CGIL Abruzzo Molise: premiati i volontari del fango

Venerdì scorso si è svolta a Francavilla l’Assemblea Generale della Cgil Abruzzo Molise.

Al termine dei lavori le delegazioni della CGIL Forlì e della CGIL Cesena hanno premiato tutti i volontari che sono partiti per portare la solidarietà della CGIL Abruzzo Molise alle popolazioni che hanno sofferto a causa delle disastrose alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel mese di maggio.

Durante la cerimonia, che ha visto momenti di commozione autentica, è stato consegnato un attestato di riconoscimento a tutti i volontari che hanno preso parte alle attività promosse dalla CGIL Abruzzo Molise, dallo SPI CGIL Abruzzo Molise e dalle Camere del Lavoro Territoriali, a sostegno degli uomini e delle donne colpite dall’alluvione.

Tra i premiati segnaliamo il nostro Gabriele D’Andrea, Segretario generale della Fisac Cgil Molise. A lui, e a tutte le compagne e i compagni che hanno prestato la loro opera di volontariato, va il sentito ringraziamento della Fisac Abruzzo Molise




La chiusura delle filiali danneggia i territori: ecco le prove

Nel corso degli anni abbiamo ripetutamente evidenziato l’andamento sconfortante della chiusura delle filiali e del taglio dei posti di lavoro nelle banche di Abruzzo e Molise.

Le due regioni hanno pagato un prezzo pesante ai piani industriali dei grandi istituti di credito. Il Molise, in particolare, è la regione italiana che negli ultimi 5 anni ha perso più filiali: più o meno un terzo. Oggi in provincia di Isernia quasi il 90% dei comuni non ha sportelli bancari. In Abruzzo la maglia nera spetta alla provincia dell’Aquila, con circa 3 comuni su 4 privi di banche.

Gli istituti di credito ci hanno sempre raccontato che la chiusura delle filiali non incide sulla qualità di servizi offerti al territorio, visto che ormai gran parte dell’operatività si svolge online, e che gli stessi clienti non avvertono più l’esigenza di sedi fisiche.

Esiste però un dato, riferito all’Abruzzo, che smentisce in modo evidente questa affermazione. Il dato è tratto dall’ottimo studio “Il Credito Bancario in Abruzzo nel 2022” al quale avevamo dato ampio risalto in questo articolo.

Nello scorso anno il credito alle imprese medio-grandi in regione è cresciuto del 4,4%, mentre quello alle piccole imprese è diminuito del 4,6%. Le grandi imprese non hanno bisogno del contatto con la filiale, potendo beneficiare dell’assistenza di strutture accentrate dedicate a loro. Le piccole imprese, non trovando più riferimenti sul territorio, faticano ad ottenere finanziamenti. E’ evidente che, in un territorio nel quale le imprese sono quasi tutte di dimensioni piccole, questo dato può rappresentare un enorme ostacolo non solo per lo sviluppo economico, ma anche per il mantenimento delle condizioni in essere.

Tutto questo pareva un discorso puramente accademico, del quale si faticava a cogliere gli effetti pratici. Ora possiamo toccare con mano le conseguenze dell’abbandono bancario basandoci su alcuni dati.

Nel primo trimestre del 2023 il Molise e l’Abruzzo sono rispettivamente la peggiore e la seconda peggior regione d’Italia rispetto al decremento di imprese artigiane attive, come testimonia uno studio commissionato dalla CNA Abruzzo. Non si tratta di un dato isolato: in 10 anni sono state circa 9mila le imprese artigiane che hanno abbassato la saracinesca in Abruzzo. Difficile non mettere in relazione questo dato con l’oggettiva difficoltà delle piccole imprese nel trovare finanziamenti. 

Altro importante elemento di riflessione è rappresentato dal dato relativo all’usura. Abbiamo più volte espresso il timore che in assenza di finanziatori istituzionali i piccoli imprenditori potessero essere tentati di rivolgersi altrove, finendo in mano agli usurai.
Vediamo come si posizionano le province Abruzzesi nella classifica delle province per incidenza dei reati d’usura nel 2022 redatta dal Sole 24 Ore. Dobbiamo fare una premessa: il dato si basa sulle denunce, e sappiamo che le denunce per usura sono in numero molto ridotto rispetto alla reale incidenza del fenomeno. Esistono comunque dei numeri ufficiali, e su quelli basiamo le nostre considerazioni.
Tre delle quattro province abruzzesi si collocano nella parte alte della classifica: su un totale di 106 province Pescara si posiziona 34ma, L’Aquila 31ma, Chieti addirittura al secondo posto. Solo Teramo non figura, risultando una provincia nella quale non esistono denunce per usura.
Guarda caso, quella di Teramo è la provincia abruzzese con la maggiore percentuale di comuni serviti da filiali (oltre il 68%) ed è anche l’unica provincia in Regione nella quale il fenomeno usura è apparentemente irrilevante.
Chieti è la provincia che ha perso più filiali nel 2022 (oltre il 7%) oltre ad essere quella che ha perso più addetti  negli ultimi 5 anni (-29,4%), ed è anche è la provincia che nel 2022 è risultata la seconda in Italia per incidenza dei reati d’usura.
Non si può evidentemente stabilire in modo indiscutibile un nesso tra tra questi dati: tuttavia il tentativo di mettere in relazione tra loro i numeri numeri produce un effetto indubbiamente impressionante, tanto più considerando che parliamo di province nelle quali l’incidenza dei reati in genere è molto più bassa, con la sola eccezione della Provincia di Pescara che anche nella classifica complessiva dei reati si piazza al 34mo posto.
Si può ovviamente obiettare sulle nostre considerazioni, che non hanno la pretesa di rappresentare uno studio effettuato con metodo scientifico. Tuttavia, c’è un fatto che comincia ad emergere in un modo chiaro: puntando a massimizzare  i loro profitti le banche tagliano le spese ritenute “meno produttive”, ma in questo modo fanno del male a territori come Abruzzo e Molise, colpevoli di essere considerati “meno profittevoli”.
E tutto questo nella totale indifferenza della politica locale e regionale.

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