BCC Abruzzi e Molise aprirà due nuove filiali a Pescara e Vasto

Nel 1903 era stata la prima Cassa Rurale in Abruzzo e Molise, che fino al 1963 erano un’unica Regione. Oggi, dopo due cambi di nome e tre operazioni di fusione e aggregazione, e a distanza di poco più di tre anni dall’ultimo cambio di nome (BCC Sangro Teatina), la Banca di Credito Cooperativo di Abruzzi e Molise è l’istituto di credito più antico del territorio.

Quartier generale nella storica sede di Atessa, 16 filiali, all’interno delle quali operano 69 collaboratori, con una competenza in oltre 100 comuni nelle province di Chieti, Campobasso e Isernia; 4mila soci e 25mila clienti che, nel 2023, hanno garantito una raccolta di 509 milioni e consentito 197 milioni di impieghi netti, con il 95% che resta nel territorio rispettando da 121 anni il mandato di essere banca dì comunità.

Non utilizziamo il sudore della nostra gente per finanziare attività speculative: – sottolinea il Direttore Generale, Fabrizio Di Marco sosteniamo giovani, famiglie e imprese locali creando un effetto moltiplicatore, non solo economico ma anche sociale”.

Nel corso dell’anno è migliorata anche la qualità del credito e le sofferenze nette sono scese allo 0,33%: l’utile d’esercizio ha toccato quota 5 milioni ed è stato destinato in via prioritaria a rafforzare il patrimonio (in crescita del 19% rispetto all’anno precedente, con Cet1 capital ratio al 23,49&), “per assicurare un’adeguatezza prospettica fondamentale per il sostegno all’operatività del territorio e la crescita sostenibile della banca”, aggiunge il DG.

Indici patrimoniali che attestano la buona salute, una robustezza patrimoniale e finanziaria della nostra banca”, rimarca il Presidente Vincenzo Pachioli, secondo cui il ruolo della BCC Abruzzi e Molise è di “condividere anche il destino economico delle comunità locali, così da esserne integrati e parte integrante”. Comunità che possono contare anche su BCChannel, la piattaforma multimediale della banca, nata 10 anni fa e dedicata a raccontare le imprese, le giovani idee, la cultura e le potenzialità del territorio.

”Per noi ogni giorno è un’occasione unica: siamo l’inizio di molte avventure”, dice Di Marco. E la prossima potrebbe aprire nuovi scenari: nell’ultima assemblea dei soci, infatti, Pachioli ha annunciato l’apertura di due nuove filiali entro il prossimo triennio: nasceranno a Pescara e a Vasto, rispettivamente il primo e sesto comune dell’Abruzzo per numero di abitanti, che soprintendono anche un bacino economico particolarmente vivace.

 

Da Il Sole 24 Ore del 21/6/2024




Rapporto Bankitalia sull’economia abruzzese per il 2023

Un quadro complesso, quello degli ultimi anni, con tensioni geopolitiche e inflazione che ha innalzato il costo della vita e politiche monetarie restrittive, ma nonostante questo, secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia sull’economia dell’Abruzzo, il Pil sarebbe cresciuto nel 2023 dello 0,9%. Un risultato in linea con la dinamica nazionale e lievemente migliore del Mezzogiorno.

I dati sono stati sviscerati stamattina nel corso della presentazione del Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia dell’Abruzzo.

“La regione ha molti punti di forza – Giuseppe Ortolani, direttore filiale regionale di L’Aquila Banca d’Italia – ha un settore manifatturiero molto robusto, c’è un alto tasso di scolarizzazione e istruzione universitaria però è un po’ in difetto nella digitalizzazione e nell’innovazione quindi negli investimenti su ricerca e sviluppo, quindi questi sono i fronti dove ci sarà bisogno di un maggiore impegno”.

Circa il divario territoriale tra zone interne e della costa, ha quindi sottolineato: “E’ un problema nazionale, non è un problema dell’Abruzzo. La regione mi pare si impegni molto per equilibrare questa situazione: le infrastrutture di trasporto sono già buone e stanno migliorando e questo è sicuramente un asset per il futuro. Quello che conta in prospettiva è la capacità di competere, le conoscenze, la formazione dei giovani, fattori che possono essere resi produttivi a prescindere dalle caratteristiche del territorio”.

Per quanto riguarda la piaga del lavoro nero ha poi commentato: “Su questo la Banca d’Italia non può dare soluzioni specifiche. Spetta altre istituzioni presidiare, fare i controlli affinché questo non si verifichi e poi senz’altro come in tutte le cose c’è bisogno di un cambiamento culturale. Come Banca d’Italia siamo molto attivi su questo e cerchiamo di formare i giovani sui temi della legalità economico-finanziaria, sul valore della legalità”.

In ultimo, la difficoltà di accesso al credito per le piccole e medie imprese: “Ciò si verifica anche in ambito nazionale, non solo regionale. Le piccole e medie imprese hanno un merito di credito tipicamente inferiore rispetto alle maggiori e nei momenti di restrizione creditizia questo è molto tipico che avvenga. La situazione io ritengo sia in progressivo miglioramento: la Banca centrale europea ha già fatto un primo taglio dei tassi che potrebbe preludere in prospettiva diciamo ulteriore allentamenti e questo non farà altro che far migliorare la situazione. Comunque la qualità del credito non sta peggiorando significativamente e questo chiaramente è un buon segnale”.

 

IL RAPPORTO COMPLETO

Le imprese Nel 2023 è proseguita la fase di debolezza ciclica dell’industria in senso stretto. Nell’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi (Invind), condotta dalla Banca d’Italia presso un campione di imprese della regione, sarebbero emerse indicazioni di sostanziale stagnazione dei livelli di attività del comparto manifatturiero, con prospettive di ripresa per l’anno in corso, pur nel quadro di elevata incertezza provocata dalle tensioni geopolitiche internazionali. Le esportazioni sono tornate a crescere in modo significativo grazie alla marcata ripresa delle vendite di mezzi di trasporto, penalizzate nel biennio precedente dai ritardi di approvvigionamento nelle catene di fornitura; è inoltre proseguita la fase di forte espansione dell’export di prodotti farmaceutici. Più della metà delle esportazioni dell’Abruzzo fa capo alle multinazionali presenti in regione, che si caratterizzano anche per una più elevata produttività rispetto alle altre imprese e per una diffusa partecipazione ai processi di innovazione. La maggior parte delle imprese abruzzesi intervistate nell’indagine Invind ha rispettato i programmi di investimento formulati per il 2023, che prefiguravano una sostanziale stabilità della spesa rispetto all’anno precedente; per il 2024 le previsioni delle imprese indicherebbero un indebolimento del processo di accumulazione del capitale fisico. Nelle costruzioni è proseguito l’effetto espansivo degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio, anche se in attenuazione rispetto al biennio precedente. Secondo le indicazioni dell’indagine della Banca d’Italia presso un campione di imprese regionali del settore, i livelli di attività avrebbero beneficiato anche della realizzazione degli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Sono al contempo proseguite le opere di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi sismici. In un contesto caratterizzato dal forte rialzo dei costi di finanziamento, si è registrata una marcata contrazione delle compravendite immobiliari dopo l’espansione rilevata nel biennio precedente. Nel terziario i livelli di attività sono lievemente cresciuti. I consumi delle famiglie hanno fortemente rallentato, continuando a risentire della riduzione del potere di acquisto per effetto dell’inflazione, sebbene in misura inferiore rispetto al 2022. Nel comparto dei beni durevoli sono tornate ad aumentare le vendite di nuove auto. Alla crescita delle presenze turistiche in regione, significativamente più contenuta rispetto all’anno precedente, ha contribuito soprattutto la componente nazionale. Dall’indagine Invind è risultato un diffuso utilizzo degli incentivi agli investimenti a sostegno della transizione energetica e tecnologica. Ulteriori agevolazioni sono previste dal PNRR per gli investimenti delle piccole imprese ai fini del rilancio economico e sociale delle aree terremotate. Nel 2023 i risultati economici sono rimasti positivi per larga parte delle aziende abruzzesi contattate, nonostante il rallentamento congiunturale e l’aumento dell’onerosità del debito bancario, più marcato per le imprese manifatturiere e per quelle medie e grandi, caratterizzate da un maggiore ricorso ai finanziamenti a tasso variabile. La liquidità permane sui livelli storicamente elevati raggiunti dopo la pandemia. I prestiti alle imprese della regione sono diminuiti, in particolare quelli alle aziende più piccole, per effetto sia di politiche di offerta più caute da parte degli intermediari, sia della debolezza della domanda di finanziamenti che ha riflesso l’incremento del costo del credito e il calo delle richieste per investimenti e ristrutturazioni del debito. Sulla riduzione dei prestiti hanno inciso soprattutto i rimborsi da parte di imprese già indebitate, avvenuti anche anticipatamente rispetto alla scadenza, mentre la concessione di nuovi finanziamenti è stata nel complesso in linea con gli andamenti passati.

Il mercato del lavoro e le famiglie Nel 2023 l’occupazione in Abruzzo è aumentata, recuperando ampiamente i livelli precedenti la pandemia, con andamenti positivi in tutti i principali comparti di attività. La partecipazione al mercato del lavoro è cresciuta, in particolare quella femminile. Nostre analisi dimostrano come una progressiva riduzione del divario di genere potrebbe nei prossimi anni contribuire a sostenere i livelli occupazionali, nonostante la marcata riduzione della popolazione in età lavorativa dovuta al calo demografico. In Abruzzo la domanda di personale con competenze digitali avanzate è aumentata negli ultimi anni, pur rimanendo su valori inferiori alla media nazionale; è inoltre più diffusa presso le imprese della regione la difficoltà nel reperire sul mercato del lavoro le risorse qualificate richieste. I redditi delle famiglie hanno continuato a ridursi in termini reali nonostante il calo dell’inflazione; la lieve crescita dei consumi è stata sostenuta anche dalle risorse accumulate durante la pandemia. Gli indicatori di povertà e di disuguaglianza dei consumi sono migliori in Abruzzo rispetto alla media del Paese, come risulta anche da un più contenuto ricorso alle forme di sostegno pubblico al reddito. I prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere nella componente del credito al consumo, mentre le erogazioni di mutui sono tornate sui valori minimi raggiunti durante le fasi più acute della pandemia, risentendo della debolezza della domanda, in un contesto di tassi di interesse in crescita e di compravendite immobiliari in contrazione.

Il mercato del credito Nel 2023 i prestiti al settore privato non finanziario sono diminuiti. Pur in presenza di un marcato rialzo del costo del credito, la qualità degli affidamenti è solo lievemente peggiorata sia per le imprese sia per le famiglie.
Dopo la fase fortemente espansiva del triennio precedente, i depositi bancari delle famiglie si sono ridotti. La ricerca di più alti rendimenti sugli investimenti finanziari ha incentivato una parziale ricomposizione verso le obbligazioni e soprattutto i titoli di Stato, la cui incidenza sul valore del risparmio finanziario delle famiglie è raddoppiata rispetto all’anno precedente.

La finanza pubblica decentrata La spesa corrente primaria delle Amministrazioni locali è aumentata nel 2023, trainata dalla dinamica dei pagamenti per l’acquisto di beni e servizi e delle spese per il personale. La spesa in conto capitale è tornata a crescere, sospinta dagli investimenti fissi che hanno beneficiato delle risorse del PNRR. Nel mese di dicembre risultavano bandite gare per un ammontare pari ai due terzi delle risorse destinate dal PNRR agli enti locali abruzzesi per le quali è richiesta una procedura di affidamento. Le maggiori entrate, anche da trasferimenti, hanno contribuito al miglioramento degli equilibri di bilancio delle Amministrazioni locali e alla prosecuzione della fase di contrazione del debito.

 

Fonte: News-town

 

Scarica il rapporto completo




Intesa Sanpaolo: lettera dei RLS Lazio e Abruzzo

Nell’ultima trimestrale di Direzione Regionale Lazio Abruzzo, tenutasi lo scorso 17 maggio, abbiamo riproposto tutta la serie di problemi emersi negli ultimi incontri con i rappresentanti del Polo Immobiliare e di Tutela Aziendale Territoriale sui progetti delle filiali oggetto di prossimi accorpamenti, in attuazione al piano territoriale 2024 e, riguardo il persistere di fattori di rischio aperti da mesi, in alcuni casi addirittura da anni, ad oggi irrisolti nonostante i reiterati nostri solleciti per i quali, purtroppo, non abbiamo avuto riscontri.
Abbiamo messo a fattor comune ulteriori segnalazioni per le quali, ad oggi, non abbiamo avuto alcun riscontro: ritardi nell’applicazione di programmi volti a mitigare il rischio radon ove rilevato, locali interrati di talune filiali per i quali abbiamo chiesto le relative autorizzazioni in quanto utilizzati come postazioni di lavoro, locali aziendali con assenza o insufficienza luce naturale o addirittura aventi altezze inferiori a quelle previste dalle vigenti normative, per non sottovalutare tempistiche di quasi quattro mesi per l’approvvigionamento di sedie ergonomiche.
Ma ancora più grave la recente gestione di quanto accaduto in alcune filiali dove l’Azienda ha autorizzato il rientro dei colleghi senza avere certezza dell’efficacia degli interventi posti in atto per la risoluzione dei problemi (derattizzazione in un caso, presenza di polveri nell’impianto di a/c in un secondo caso).
Le problematiche che riguardano salute e sicurezza si moltiplicano anziché diminuire e le ispezioni della ASL con le relative prescrizioni sono la cartina tornasole della scarsa efficienza nel nostro territorio.
Nonostante ciò, seppur davanti alla dimostrazione di come, allo stato attuale, il polo Immobiliare e Tutela Aziendale nel nostro territorio non sono in linea tra loro ed evasivi rispetto le nostre istanze, il nostro intento principale rimane quello di una collaborazione attiva e produttiva con le strutture aziendali tesa a garantire la salute e la sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori che, per noi, è sempre al primo posto.
È giunto il momento però di assicurare con continuità alle nostre persone gli standard normativi per svolgere adeguatamente le proprie attività.
E i RLS vigileranno affinché ciò avvenga.
Distinti saluti.
I R.L.S.
Direzione Regionale Lazio e Abruzzo



BCC: approvazione Contratto Integrativo Gruppo Iccrea: il calendario delle assemblee online

Riportiamo il calendario delle assemblee nel corso delle quali i lavoratori e le lavoratrici del Credito Cooperativo in Abruzzo e Molise saranno chiamati a discutere e votare l’ipotesi di accordo per il primo Contratto Integrativo di Gruppo Iccrea.

Tutte le assemblee si svolgeranno in modalità remota, durante l’orario pomeridiano.

  • 4/6    BCC Cappelle sul Tavo
  • 11/6  BCC dell’Adriatico Teramano
  • 14/6  BCC Castiglione M.R. e Pianella
  • 17/6  BCC di Basciano
  • 18/6  BCC di Pratola Peligna
  • 19/6  BCC Valle del Trigno
  • 20/6  BCC di Gambatesa

In caso di variazioni provvederemo tempestivamente ad aggiornare il calendario.

 

Scarica il testo dell’ipotesi di accordo CIG BCC ICCREA 19 aprile 2024

 


 

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BCC: contratto integrativo Gruppo ICCREA, la parola a lavoratrici e lavoratori

 




Intesa Sanpaolo: trimestrale Direzione Regionale Lazio Abruzzo

3 - Fisac Cgil

Direzione Regionale Lazio Abruzzo: OGNUNO FACCIA LA PROPRIA PARTE!

Il 17 maggio si è tenuto l’incontro Trimestrale tra la Direzione Regionale Lazio Abruzzo, le organizzazioni sindacali, le funzioni aziendali della DR, delle Relazioni Industriali, della Filiale Digitale, Agribusiness e Impact nonché dell’Immobiliare e di Tutela Aziendale. La delegazione aziendale ha presentato una serie di dati relativi all’andamento della nostra Direzione Regionale.

Le OOSS hanno evidenziato nella relazione iniziale che c’è molto lavoro da fare e che a molte domande fatte nei precedenti incontri non è stata fornita alcuna risposta concreta, esponendo le principali problematiche con cui si scontra l’organizzazione del lavoro nella rete commerciale e negli uffici di ognuna delle nostre aree.

La veloce evoluzione del modello organizzativo che prevede accorpamento di filiali (con conseguente uscita dei lavoratori), la riduzione delle postazioni di lavoro previste dal Next New Way of Working e l’apertura di nuovi hub, se non coordinato e gestito in comune accordo con le organizzazioni sindacali rischia di ampliare i problemi già presenti. Anche per questo, un esempio per tutti, diventa necessario prevedere le ricadute sui colleghi interessati dalle prossime chiusure di filiali affinché, nella riconversione, non rischino di perdere le conoscenze nel tempo acquisite.

Abbiamo segnalato, nuovamente, il perdurare delle carenze di organico ma anche l’insufficienza delle sostituzioni tampone e che le assunzioni con contratto full-time sono ancora troppo poche rispetto alle esigenze della DR. L’azienda ha comunicato l’aumento delle figure Global Advisor; che attualmente ci sono 77 stagisti ripartiti tra le due regioni; che si sta potenziando il numero delle aree commerciali per assistere meglio i neoassunti e che in generale le richieste di part-time (nuove o da rinnovare) sono state evase.

Nei giorni scorsi abbiamo appreso la bella notizia che dopo l’estate ci sarà l’apertura di nuovi hub ma non sono previste aperture per Roma e il Lazio, mentre per l’Abruzzo sono state previste solo due postazioni in più. Una cosa veramente ridicola.

Su questo e su altro pretendiamo che tutti si mettano in moto, ne va della nostra dignità dopo tanto parlare riguardo al lavoro flessibile in tutte le sue forme.
L’azienda, che dice di essere così sensibile ai temi della sostenibilità ambientale, in una città come Roma non prevede per il 2024 l’aumento di HUB!!! Forse è ottimista sui lavori della nuova metropolitana oppure pensa a qualche miracolo visto che abbiamo il Giubileo alle porte?

Per questo chiediamo con forza un’azione comune per ottenere quei miglioramenti necessari per il benessere delle persone che lavorano nei nostri territori.

Abbiamo avanzato le nostre richieste riguardo l’emergenza “portafogli scoperti” che grava sull’operatività dei gestori e rende faticoso oltremodo la possibilità di programmare il lavoro in maniera puntuale e adeguata; e abbiamo contestato l’eccessivo utilizzo degli strumenti organizzativi (riunioni, videochiamate, incontri one-to-one) per mezzo dei quali si stanno sviluppando nuove forme di pressione commerciale su cui è bene prestare attenzione per non peggiorare le condizioni di stress delle nostre persone.

È stata richiesta la necessità di una formazione “dedicata” per i global advisor che non può cambiare da filiale a filiale a seconda se il direttore di turno permette o meno degli affiancamenti; e abbiamo reclamato l’attuazione dell’accordo sul lavoro flessibile nella rete filiali che non può, anch’esso, essere concesso a discrezione, magari come premio al raggiungimento degli obiettivi commerciali.

A proposito di formazione, abbiamo anche sottolineato la difficoltà nella fruizione della formazione in modo continuativo e oggettivamente proficuo, e abbiamo chiesto di continuare a sensibilizzare i Responsabili sull’importanza della formazione flessibile prevista da un apposito accordo sindacale, che è stato firmato anche per sottolineare l’importanza dei processi di conoscenza e apprendimento.

A seguire è intervenuto il Responsabile del Personale della Filiale Digitale che ha evidenziato la crescita delle persone presenti in questa Direzione ed in particolare a Roma. La presenza di part time è al di sotto della media nazionale per cui non ci sono problemi di rinnovo mentre dal punto di vista logistico ha comunicato la creazione di un nuovo distaccamento a Latina e, alle richieste delle OOSS di nuove sedi su Roma in aggiunta a Via Lamaro, ha risposto che l’attenzione verso questa necessità è massima e che la richiesta verso le strutture aziendali deputate è presente.

Sono poi intervenuti i rappresentanti dell’Agribusiness e dell’Impact che hanno rappresentato dei dati in crescita di filiali e distaccamenti nonché le iniziative intraprese con successo in questi territori.

Infine, c’è stato un importante confronto con i rappresentanti dell’Immobiliare e Tutela Aziendale, riguardo le condizioni fatiscenti in cui versano diverse strutture della Direzione, con i quali, anche con toni decisi, si è avuto modo di esprimere la necessità di una maggiore attenzione a queste problematiche ma soprattutto un maggior coinvolgimento dei RLS al fine di migliorare la vita sul luogo di lavoro dei nostri colleghi.

Le rappresentanze aziendali sono tutte concordi nel sottolineare il clima di reciproco rispetto e ascolto che caratterizza questi incontri ma ci aspettiamo una costante attenzione e interventi più decisi sui temi che portiamo al tavolo.

Ci aspettano nuove sfide e sappiamo che il lavoro sta cambiando velocemente, a noi il compito di gestirlo nel miglior modo possibile nel rispetto dei ruoli che abbiamo e soprattutto delle persone che rappresentiamo e per questo ribadiamo che insieme, collaborando e condividendo le informazioni potremo rendere questo posto migliore.

Roma, 28 maggio 2024

 

RSA Roma-Lazio-Abruzzo Intesa Sanpaolo
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN




Prestiti e depositi bancari in Abruzzo e Molise negli ultimi 5 anni

Evoluzione dei prestiti bancari in Abruzzo e Molise nel 2023 e nel periodo 2018-2023

I prestiti bancari nel 2023 hanno segnato dinamiche recessive in tutte le province dell’Abruzzo e del Molise, più intense nella provincia di Chieti in Abruzzo e di Isernia nel Molise (cfr. grafico 1): la riduzione è stata del -2,9% in Abruzzo e -2,3% in Molise.

Nell’ultimo quinquennio l’andamento è stato differenziato tra le due regioni. Il Molise ha registrato una crescita dei prestiti bancari di quasi il 12%, crescita su cui ovviamente hanno influito anche le misure eccezionali governative varate per fronteggiare la fase ciclica avversa conseguente alla pandemia COVID 19.

In particolare, nel periodo 2018-2023 la crescita è stata molto intensa nella provincia di Isernia e più ridotta in quella di Campobasso. In Abruzzo invece lo stock dei prestiti non è sostanzialmente variato nell’ultimo quinquennio come effetto netto dei sensibili incrementi nella provincia di Teramo e di L’Aquila e Teramo e delle contrazioni registrate nelle altre due province ed, in particolare, nella provincia di Pescara.



L’andamento dei prestiti bancari indicizzato con base 100 nel 2017 (grafico 2) evidenzia con chiarezza che la crescita dei prestiti bancari nelle due regioni è concentrato nel periodo 2020-2022, fase inizialmente sostenuta dalle misure governative eccezionali di sostegno al credito e conclusa con i rialzi dei tassi di riferimento della BCE da luglio 2022. Da fine 2022 ad oggi la contrazione dei prestiti è comune ad entrambe le regioni.

Esaminando tuttavia i settori della clientela che ha utilizzato i prestiti bancari emerge la forte contrazione dei prestiti al settore delle piccole imprese con meno di 20 addetti. A parte il periodo di interruzione del trend decrescente 2020-2021 sostenuta, come detto, dalle misure eccezionali di sostegno al credito alle imprese e famiglie, i prestiti bancari sono diminuiti di quasi il -13% in Abruzzo e del -20% in Molise nell’ultimo quinquennio.
In sostanza nel Molise quasi 1/5 dei prestiti bancari si è perso nel periodo in esame mentre in Abruzzo la decurtazione si limita a poco più di 1/10 dello stock rilevato a dicembre 2017.




Osservando l’andamento dei prestiti erogati ai singoli settori della clientela ed indicizzati con base 100 nel 2017 (cfr. tabella 1) si rileva che ad eccezione dei prestiti alle famiglie consumatrici (sostanzialmente mutui) aumentati nel periodo 2017-2022 salvo poi ridursi nell’ultimo anno per effetto dei rialzi dei tassi, tutte le categorie mostrano una dinamica recessiva dal 2017 ad eccezione dei prestiti bancari alle imprese medio-grandi nel Molise che sono aumentati di oltre il 28% nell’ultimo quinquennio.



Andamento dei depositi bancari in Abruzzo e Molise nel 2023 e nel periodo 2018-2023

I depositi bancari hanno segnato, all’opposto, una dinamica espansiva negli ultimi cinque anni (cfr. tabella 2), sebbene in Abruzzo si registri una lieve riduzione nell’ultimo anno, con una crescita complessiva di quasi il 19% in Abruzzo e del 23% in Molise.

Per effetto delle tendenze opposte dei prestiti e dei depositi, la quota di prestiti bancari in relazione ai depositi bancari raccolti nelle due regioni (cfr. grafico 4) è decrescente nel periodo 2018-2023 con una contrazione di -0,12 per l’Abruzzo (da 0,75 a 0,63) e di -0,05 per il Molise (da 0,47 a 0,42).




Ad eccezione della fase di crescita del biennio 2020-2021 l’incidenza dei prestiti bancari rispetto al valore aggiunto ai prezzi di mercato prodotto nelle due regioni è andata riducendosi. Nel 2022 (ultimo anno disponibile per le statistiche sul valore aggiunto) il rapporto prestiti/valore aggiunto ai prezzi di mercato è pari rispettivamente a 0,66 in Abruzzo e 0,51 nel Molise.

Ufficio Studi e Ricerche Fisac Cgil




La desertificazione bancaria in Abruzzo su Rai3

Di seguito pubblichiamo il link al servizio andato in onda su Rai3 lo scorso 22 aprile,  basato sullo studio redatto dalla Fisac Abruzzo Molise in collaborazione con l’Ufficio Studi e Ricerche Fisac.




Banche: continua la fuga dall’Abruzzo e dal Molise. Ed è sempre più veloce

A primavera, come ogni anno, arrivano i dati di Bankitalia relativi all’occupazione bancaria ed alla presenza degli istituti nei territori. E ogni anno, per quanto riguarda Abruzzo e Molise, la situazione appare peggiorata rispetto a quello precedente.

Detto in estrema sintesi: le banche non solo abbandonano i nostri territori, ma sembrano avere una gran fretta di farlo, con chiusure che procedono una velocità maggiore rispetto a quanto avviene nelle altre regioni.

Vediamo nel dettaglio l’andamento delle chiusure di sportelli nelle nostra regioni, suddiviso per provincia.

NUMERO SPORTELLI BANCARI PER PROVINCIA
Totale 2022 Totale 2023 Differenza % diff. Var. a 5 anni
ITALIA 20.985 20.161 -824 -3,9% -20,6%
ABRUZZO 429 407 -22 -5,1% – 25,9%
Provincia
AQ 93 84 -4 -4,3% – 29,4%
CH 117 111 -6 -5,1% – 23,5%
PE 105 100 -5 -4,8% – 24,3%
TE 114 107 -7 +6,1% – 26,7%
 
MOLISE 81 78 -3 -3,7% – 28,4%
Provincia
CB 62 59 -3 -4,8% – 32,2%
IS 19 19 = = – 13,6%
dati Banca d’Italia

Molise e Abruzzo sono rispettivamente la peggiore e la seconda peggior regione d’Italia per quanto riguarda la percentuale di sportelli chiusi negli ultimi 5 anni. Non inganni il dato del Molise relativo all’ultimo anno, leggermente migliore rispetto alla media nazionale: con 78 filiali residue c’è rimasto ben poco da chiudere.


 

La seconda tabella evidenzia l’effetto di queste chiusure sulle singole province

NUMERO COMUNI CON ALMENO UNO SPORTELLO BANCARIO 
Tot. 2022 % su tot comuni Tot. 2023 % su tot comuni Differenza % diff.
ITALIA 4.785 60,6% 4.651 58,9% -134 -2,8%
ABRUZZO 126 41,3% 119 39,0% -7 -5,6%
Provincia
AQ 31 28,7% 29 26,9% -2 -6,5%
CH 38 36,5% 36 34,6% -2 -5,3%
PE 25 54,4% 24 52,2% -1 -4,0%
TE 32 68,1% 30 63,8% -2 -6,3%
 
MOLISE 24 17,6% 24 17,6% = =
Provincia  
CB 18 21,4% 18 21,4% = =
IS 6 11,5% 6 11,5% = =
 
dati Banca d’Italia

In Abruzzo in oltre 6 comuni su 10 non si trova più una filiale di banca. La provincia peggiore è quella dell’Aquila, priva di sportelli bancari in quasi 3 comuni su 4.
A dir poco sconfortanti i numeri del Molise: non esistono banche in oltre 8 comuni su 10, arrivando al dato di Isernia che vede gli abitanti di quasi il 90% dei comuni costretti a spostarsi se vogliono effettuare operazioni bancarie.

La tabella evidenzia due situazioni ben distinte: ad una situazione tutto sommato accettabile nelle province di Pescara e Teramo fa da contraltare il dato relativo alle province di Chieti e L’Aquila, caratterizzate da tanti comuni ubicati nelle aree interne.
Purtroppo il Molise fa storia a sé: i dati sono impietosi per la provincia di Campobasso, e ancor di più per quella di Isernia.
Lo ribadiamo per l’ennesima volta: la chiusura degli sportelli bancari nei piccoli comuni non sarà probabilmente la causa principale dello spopolamento, ma è sicuramene un fattore che lo accelera. Non è azzardato affermare che il subentro dei grandi gruppi nazionali, al posto dalle banche locali che fino a qualche anno fa erano al servizio del territorio, abbia contribuito in modo tangibile alla fuga dalle aree più problematiche delle due regioni.

La lettura dei dati complessivi ci dice che oltre il 40% delle filiali bancarie è concentrato in sole 3 regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nel Nord si concentra il 57% delle filiali, nel Sud e Isole (area nella quale Abruzzo e Molise sono ricompresi) appena il 22%. Il tutto è ben rappresentato da questa immagine:

 

Fonte: Banca d’Italia – Banche e Articolazione territoriale

 

Si parla tanto, e con legittima preoccupazione, dell’autonomia differenziata. In realtà le banche hanno già realizzato una secessione di fatto tra le regioni ricche e quelle povere.


 

La tabella che segue indica l’andamento degli occupati nel settore bancario in Abruzzo e Molise, suddiviso per provincia.

NUMERO DIPENDENTI SETTORE BANCARIO PER PROVINCIA
Totale 2022 Totale 2023 Differenza % diff. Var. a 5 anni
ITALIA 264.288 261.976 -2.312 -0,9% – 5,8%
ABRUZZO 2.870 2.797 -73 -2,5% – 19,5%
Provincia
AQ 626 603 -23 -3,7%  – 19,5%
CH 763 763 = = – 22,1%
PE 780 752 -28 -3,6% – 9,2%
TE 702 679 -23 -3,3% – 26,0%
 
MOLISE 533 505 -28 -5,3% – 14,7%
Provincia
CB 446 412 -34 -7,6% – 13,5%
IS 87 93 +6 +6,9% – 19,8%
dati Banca d’Italia

Questi dati, se possibile, sono ancor più preoccupanti rispetto a quelli relativi alle chiusure. Perché evidenziano uno scostamento, rispetto alla media nazionale, molto più significativo. In Abruzzo il calo di addetti procede ad una velocità più che tripla rispetto al resto del paese; in Molise lo scostamento è di 2,5 volte.

Il dato relativo alle chiusure di filiali ci dice invece che la percentuale di sportelli chiusi in Abruzzo è sì superiore alla media, ma solo di un terzo, mentre quella del Molise è pari all’incirca ad 1,4 volte la media nazionale.

Come si spiega il diverso andamento di questi numeri?

Le ragioni sono diverse. La prima è di carattere storico. Nel nostro territorio avevano sede due banche locali fortemente radicate, che oltre alla rete di filiali avevano tutti i centri direzionali ubicati prevalentemente in Abruzzo. L’acquisizione da parte di banche di dimensione nazionale ha portato allo svuotamento di queste strutture ed al trasferimento delle lavorazioni presso le sedi delle aziende subentrate. A riprova di questo fenomeno – che ovviamente ha riguardato non solo Abruzzo e Molise ma tutte le regioni nelle quali avevano sede istituti locali – ci sono i dati in controtendenza delle regioni nella quali i grandi istituti hanno le loro sedi operative: l’occupazione risulta in aumento in Piemonte e in Emilia Romagna.

La seconda è da ricercarsi nel fatto che le nostre due regioni siano più “avanti” delle altre nel processo di abbandono da parte dei grandi istituti. Quindi, mentre in altre regioni le chiusure riguardano prevalentemente agenzie piccole, in Abruzzo e Molise gli sportelli di dimensioni minori sono stati già chiusi, ed ora le chiusure  riguardano le filiali più grandi.

La terza è che nei centri più importanti, dove restano aperte filiali storiche, il loro organico viene ridimensionato. Così, capita di vedere grandi filiali, un tempo affollate di lavoratori e lavoratrici, nelle quali oggi si trovano pochi colleghi a presidiare una distesa di scrivanie vuote o di stanze chiuse.

 

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELL’ABBANDONO BANCARIO?

Le banche sostengono che la chiusura delle filiali non abbia alcun impatto sull’economia locale in quanto l’avvento del digitale rende superflua la presenza fisica sul territorio. I dati relativi all’andamento dei crediti dimostrano una realtà ben diversa: dove chiudono le filiali cala anche il credito alle piccole imprese (non a quelle di dimensioni più grandi, che le banche assistono tramite strutture dedicate).

La tabella che segue è tratta da un’approfondita analisi dell‘Uffici Studi & Ricerche Fisac Cgil che pubblicheremo integralmente nei prossimi giorni.

 

Osservando l’andamento dei prestiti erogati ai singoli settori della clientela, ed indicizzati con base 100 nel 2017,  si rileva che ad eccezione dei prestiti alle famiglie consumatrici (sostanzialmente mutui), aumentati nel periodo 2017-2022 salvo poi ridursi nell’ultimo anno per effetto dei rialzi dei tassi, tutte le categorie mostrano una riduzione degli affidamenti rispetto al 2017, ad eccezione dei prestiti bancari alle imprese medio-grandi nel Molise che sono aumentati di oltre il 28% negli ultimi sei anni.

Cosa ci dicono questi numeri? Che quando non trovano filiali bancarie sul territorio le piccole imprese non riescono più a finanziarsi. Il calo è consistente in entrambe le regioni (-19,7% in Abruzzo e – 12,4%) in Molise. E questo nonostante il periodo di interruzione del trend decrescente 2020-2021 sostenuto, nel periodo Covid, dalle misure eccezionali di sostegno al credito.

Diversa la situazione delle imprese di dimensioni maggiori, che le banche seguono con strutture dedicate e non risentono della minor presenza sul territorio: in Abruzzo la riduzione è limitata al 5,7%, nel Molise come abbiamo visto risultano in consistente aumento, a dimostrazione di come l’effetto delle chiusure sia molto diverso a seconda delle dimensioni delle aziende

Cosa fa una piccola azienda quando non riesce più ad ottenere credito? O chiude, oppure cerca altri canali di finanziamento, finendo in mano agli usurai. Come sono messi i piccoli imprenditori di Abruzzo e Molise?

Esaminiamo la prossima tabella, tratta dalla classifica delle province italiane in base all’incidenza dei reati, redatta annualmente dal Sole 24 Ore

CLASSIFICA DELLE POVINCE IN BASE ALL’INCIDENZA DEI REATI
Provincia
Posizione Complessiva Posizione per reati d’usura
 
AQ 100 32
CH 77 41
PE 33 9
TE 45 7
CB 90 4
IS 67 1
dati Lab24 – Il Sole 24 Ore

La tabella ci dice che anche province che presentano un indice di criminalità molto basso, come L’Aquila e Chieti, si collocano nella prima metà della classifica relativamente all’incidenza dei reati d’usura.
Ma soprattutto ci dice che nei primi 9 posti, sempre concentrandosi su questo tipo di reati, figurano due province molisane e due abruzzesi, con Isernia che conquista la poco invidiabile vetta della classifica.
Dato purtroppo coerente in una provincia quasi completamente priva di banche.

 

Esaminiamo infine questo grafico. Riporta la variazione delle imprese artigiane nel 2023, differenziata per regione. L’illustrazione è tratta dallo studio del prof. Aldo Ronci Le imprese artigiane negli ultimi 5 anni e nel 2023.

Ancora una volta, il dato che esce fuori è inequivocabile: a fronte di una crescita dello 0,35% del numero di imprese artigiane in Italia, Molise e Abruzzo sono tra le poche regioni nelle quali le cessazioni sono superiori alle nuove attività. Non solo: il Molise risulta, ancora una volta, la regione con il peggior dato in Italia, e l’Abruzzo viene quasi subito dopo, conquistando un poco invidiabile terzo posto.

 

COSA SI PUO’ FARE?

Il tema dell’abbandono bancario ha visto la Fisac impegnarsi a fondo, per denunciarlo ma anche per cercare di proporre soluzioni alle aziende bancarie. Un possibile provvedimento potrebbe consistere nello spostare i centri direzionali dalle regioni del Nord a quelle del Centro Sud, riuscendo così a tamponare almeno l’emorragia occupazionale, senza peraltro arrecare disagio alle Aziende.

A livello regionale la Fisac Abruzzo Molise si farà promotrice, cercando la collaborazione della nuova giunta, della costituzione di un Osservatorio Regionale sul Credito che possa provare a governare il fenomeno. Non si può impedire ad una banca di chiudere una filiale, ma con una tempestiva pianificazione si può provare a cercare ipotesi alternative, mettendo in condizione i Comuni di proporre soluzioni gradite alle Banche o magari di provare a rimpiazzare l’Istituto uscente, ad esempio proponendo l’apertura ad una BCC locale.

 

Fisac/Cgil Abruzzo Molise in collaborazione con
Ufficio Studi & Ricerche Fisac Cgil




Il 5 aprile doppio appuntamento in Abruzzo con Maurizio Landini

Si comincia alle ore 10:00 all’Aquila con il convegno “Territori aperti: dai risultati alle sfide future”. Alle ore 15:00 a Teramo Assemblea generale


 

Il 5 aprile sarà una giornata importante per la Cgil Abruzzo Molise. Doppio appuntamento con il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia, Maurizio Landini.

Alle ore 10.00, iniziativa presso il Centro congressi “Luigi Zordan” in Piazza San Basilio all’Aquila dal titolo “Territori aperti: dai risultati alle sfide future”. Nel sottotitolo, “Come sviluppare la resilienza dei sistemi territoriali ai disastri”, è chiaro il riferimento al terremoto che colpì la provincia dell’Aquila nella notte del 6 aprile 2009 e del quale quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario. Nel corso dell’evento saranno presentati i risultati di oltre cinque anni di attività realizzate nell’ambito del progetto “Territori Aperti”, condiviso con il Comune dell’Aquila e finanziato dal Fondo Territori Lavoro Conoscenza di Cgil Cisl Uil. 


 

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, Assemblea straordinaria della Cgil Abruzzo Molise presso l’Università degli Studi di Teramo. Al centro della discussione i temi della mobilitazione: sicurezza sul lavoro, sanità, precarietà, fisco e contrattazione.

 




Piattaforma CCNL BCC: Abruzzo e Molise approvano all’unamità

Si sono concluse le assemblee nelle BCC di Abruzzo e Molise, dedicate all’illustrazione e alla votazione della piattaforma contenente le richieste da presentare alla controparte per il rinnovo del CCNL.

Particolarmente significativo il dato della partecipazione alle assemblee: a prendervi parte sono stati 371 lavoratori e lavoratrici, pari a quasi il 79% del totale.

Le assemblee hanno visto le nostre regioni esprimersi con voto unanime a favore delle proposte illustrate dalle OOSS. A questo punto, una volta completate le assemblee in tutta Italia, la piattaforma diventerà l’elenco ufficiale delle rivendicazioni da presentare alla controparte e potranno entrare nel vivo le trattative per il rinnovo del CCNL.

Vi terremo informati degli sviluppi.

 


Qui trovi l’elenco delle assemblee effettuate

BCC: il calendario delle assemblee per la piattaforma del CCNL