BCC: trattative sospese. Priorità al problema dei licenziamenti

Le Segreterie Nazionali ritengono prioritario ricomporre la situazione che si è determinata in Federveneta e sospendono le trattative con Federcasse sui temi posti all’ordine del giorno.

Si è tenuto nel pomeriggio di ieri un incontro tra le Segreterie e i Coordinatori Nazionali del settore Credito Cooperativo con Federcasse, presente il Presidente della Delegazione Negoziale dottor MATTEO SPANO’.

Le OO.SS. hanno ritenuto necessario sospendere il confronto sui temi posti all’ordine del giorno, rappresentando la necessità di trattare con priorità la vicenda inerente ai due licenziamenti, non a carattere disciplinare, che è occorsa in Federazione Veneta.

Le Segreterie Nazionali hanno auspicato e richiamato alla delegazione di Federcasse la necessità di un intervento a livello di Sistema che possa aiutare a ricomporre la delicata situazione in tempi brevi.

E’ del tutto evidente che il tavolo sindacale nazionale è fortemente preoccupato dal l’evolversi non positivo della situazione ed è pronto, per quanto riguarda le OO.SS. ad assumere le proprie responsabilità nel tentativo precipuo di far rientrare questo inedito caso di licenziamento plurimo collettivo, non a carattere disciplinare.

In attesa degli sviluppi del previsto incontro in Federazione Veneta di giovedì 16 c.m., viene confermata la manifestazione sindacale, indetta a sostegno dei due Colleghi licenziati, di venerdì 17 a Padova presso la sede della Federazione Veneta stessa.

Roma 15 novembre 2017

SEGRETERIE NAZIONALI  FABI   FIRST/CISL   FISAC/CGIL   UILCA   UGL CREDITO COORDINAMENTI NAZIONALI

 

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Cassa Mutua Nazionale BCC: richiesta on-line anticipo spese di ricovero

Continua il lavoro di implementazione delle funzionalità del sito WEB di Cassa Mutua Nazionale che, in poco meno di un anno, è stato dapprima innovato nella sua veste grafica, per poi dare avvio al progetto “interazione da parte dei destinatari”, e che dal 7 Novembre 2017 offre la possibilità di inoltrare on line la richiesta di anticipo spese di ricovero ospedaliero (art. 5.4 del Nomenclatore 2017).

Queste innovazioni consentiranno tempi di risposta più brevi alle richieste degli assistiti e si aggiungeranno, migliorandolo, all’altissimo livello di assistenza e consulenza che le lavoratrici ed i lavoratori della Cassa Mutua Nazionale da sempre svolgono verso i destinatari.

Ricordiamo che tutto quanto sopra detto è fruibile esclusivamente accedendo all’area riservata del sito web di Cassa Mutua Nazionale. L’accesso è subordinato alla registrazione sul sito da parte del destinatario; a tal fine, per coloro che non avessero ancora provveduto, si allega una “breve guida per la registrazione al sito di Cassa Mutua Nazionale”. Invitiamo tutti ad una celere registrazione per poter avere un completo accesso al sito di Cassa Mutua Nazionale.

In allegato troverete inoltre la guida predisposta da Cassa Mutua Nazionale per supportare l’utente nell’utilizzo della “RICHIESTA DI ANTICIPO ON-LINE”.
E’ inoltre volontà di Cassa Mutua Nazionale, già dal prossimo anno, prevedere l’inserimento tramite il portale web delle richieste di rimborso di tutte le prestazioni sanitarie.

 

FISAC CGIL COORDINAMENTO CREDITO COOPERATIVO
[email protected]               www.fisac-cgil.it       

 

Allegati:
Breve guida per la registrazione al sito di Cassa Mutua Nazionale
Guida richiesta anticipo online Cassa Mutua Nazionale




Polizze cassa e professionali: intese unitarie per il 2018

Anche per il 2018 le Segreterie Nazionali delle OO.SS.di settore hanno raggiunto un’intesa per il rinnovo delle polizze di cassa e professionali (comprese le eventuali forme integrate) da offrire agli iscritti.

Il patto, rinnovato ormai da molti anni, ha contribuito in maniera determinante alla stabilizzazione del prezzo delle polizze professionali su tutto il territorio nazionale, consentendo ai lavoratori di aree geografiche considerate a maggior rischio, per effetto di una non comparabile circolazione di denaro contante e di una diversa numerosità delle operazioni di sportello pro-capite, di beneficiare di condizioni omogenee a quelle del resto d’Italia.

Le Federazioni Nazionali intendono quindi consolidare una modalità di offerta dei servizi assicurativi tesa ad evitare fenomeni di concorrenza sleale che, oltre ad inquinare i rapporti tra le sigle, pregiudicano, soprattutto, la possibilità di offrire il servizio a tutta la categoria, senza distinzioni territoriali.

Le stesse Federazioni Nazionali confermano l’esplicita definizione, all’interno delle convenzioni stipulate con le compagnie assicurative, il diritto, così come è previsto dalla legge, dell’assicurato a godere della copertura di polizza per tutto il periodo coperto dal premio, anche in caso di dimissioni dal sindacato di appartenenza.

Resta confermata la libertà delle singole organizzazioni sindacali periferiche (e/o aziendali) di sottoscrivere specifici accordi con le compagnie assicurative di propria fiducia, rispettando il vincolo delle caratteristiche definite dall’intesa a livello nazionale, che di seguito riportiamo:

POLIZZA DI CASSA

Premio annuale:

  • euro 115 con massimale di euro 6.000 per anno;
  • euro 135 con massimale di euro 10.000 per anno.

Franchigia:

per massimale annuo di 6.000 euro:

  • euro 80 per i primi due sinistri;
  • euro 155 per i sinistri successivi al secondo; 

per massimale annuo di 10.000 euro:

  • euro 100 per il primo sinistro;
    euro 200 per i sinistri successivi al primo.

POLIZZA PROFESSIONALE

Premio annuale

per massimale annuo fino ad euro 60.000:

  • euro 1 per ogni 1.000 euro di massimale assicurato;

per massimale annuo superiore ad euro 60.000:

  • premio rapportato alle condizioni e franchigie, avendo come riferimento quello per il massimale fino a 60.000 euro.

POLIZZA CASSA + PROFESSIONALE (integrata)

  • Il premio della polizza di cassa + euro 0,75 per ogni mille euro di massimale annuo assicurato, con scostamento massimo di 5 euro per il premio annuale.

Roma, 13 novembre 2017

LE SEGRETERIE NAZIONALI
FABI      FIRST/CISL      FISAC/CGIL      UGL      UILCA      UNISIN

A breve sarà messo a disposizione il link per la sottoscrizione on line delle polizze

 

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Banchieri e mine antiuomo

Un segnale davvero preoccupante.

Il Presidente Mattarella ha rinviato alle Camere una legge di iniziativa parlamentare che puntava ad impedire il finanziamento dei produttori di mine anti-uomo.

Le mine anti-uomo sono tra le armi più subdole e disumane mai inventate. Per questo le convenzioni di Oslo e di Ottawa, da tempo ratificate con le leggi n. 106 del 1999 e n. 95 del 2011, ne hanno previsto il bando richiedendo a tutti gli Stati l’adozione di sanzioni penali per i finanziatori degli ordigni vietati.

La richiesta è stata recepita dalla legge licenziata dal parlamento ed inviata a Mattarella. La legge introduce il “divieto totale” del finanziamento a qualsiasi titolo delle aziende che producono mine anti-uomo e bombe a grappolo da parte di banche, intermediari finanziari o fondi pensione.
A vigilare sono chiamati la Banca d’Italia, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione. Gli intermediari che violano la legge sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da 150.000 euro a 1.500.000 e la perdita temporanea, da due mesi a tre anni, del requisito di onorabilità necessario per le attività bancarie.
La norma prevede inoltre sanzioni penali per i soggetti che concretamente pongano in atto le operazioni di finanziamento: reclusione da 3 a 12 anni, oltre alla multa da euro 258.228 a 516.456.

Apparentemente tutto legittimo, tutto nel rispetto degli accordi internazionali. Cosa c’è che non va?

C’è che uno degli articoli della legge da promulgare prevede l’esclusione della sanzione penale per determinati soggetti che rivestono ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società di intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati).
Spiegato in parole semplici: avevano fatto una legge che puniva gli impiegati ma salvava i vertici delle banche finanziatrici dei produttori di mine antiuomo.
Una norma scritta in questo modo è in palese contrasto con l’Art.3 della Costituzione che, come sottolineato dal Quirinale, “vieta ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta”.
Per questo motivo il Presidente della Repubblica ha rinviato la norma alle Camere, rifiutandone la promulgazione e chiedendo che venga adeguatamente modificata.

Un episodio che conferma quanto abbiamo avuto modo di constatare in più occasioni negli ultimi mesi: i vertici delle Banche cercano in tutti i modi di scaricare le loro responsabilità sui livelli inferiori.
La novità è che, per la prima volta, si è cercato di legittimare questi comportamenti con una norma di legge, quasi a voler costituire un’impunità preventiva.

Un tentativo che, per quanto bloccato dalla Presidenza della Repubblica, non può farci stare tranquilli.




Guardarsi allo specchio e non riconoscersi

L’abbiamo guardato. L’abbiamo mostrato agli amici e ai colleghi. Ne abbiamo discusso.

Ora che si è un po’ calmato il clamore mediatico intorno al video girato nella filiale di una delle banche più importanti del nostro Paese, è il momento di qualche considerazione a mente fredda.

Molti di noi hanno riso, hanno condannato i protagonisti, hanno preso le distanze dal loro comportamento. Non abbiamo saputo o voluto ammettere che, guardandoci allo specchio, potremmo scoprire che dentro ognuno di noi si nasconde la direttrice responsabile di quella grottesca esibizione.

Nel nostro percorso lavorativo tutti abbiamo fatto qualcosa di paragonabile al video incriminato: anzi, tutti abbiamo una vera e propria videoteca nascosta, e speriamo che mai a nessuno venga in mente l’idea di tirare fuori e rendere pubblico uno dei nostri “video segreti“.

Quand’è che abbiamo fatto qualcosa del genere?

Per esempio quella volta che, per una vendita in più, abbiamo deciso che rispettare alla lettera tutti i passaggi formali previsti non era proprio indispensabile.
O quando abbiamo lodato quel prodotto che in realtà non ci piaceva per niente, finendo col venderlo al cliente al quale meno si adattava perché eravamo indietro col budget.
O quella volta che abbiamo detto: “Ma certo che posso rimandare le ferie”, facendo saltare la gita già programmata con tutta la famiglia.
O ancora, quando abbiamo rinunciato alla serata con gli amici alla quale tenevamo tanto per partecipare ad una cena aziendale, ed abbiamo anche finto di divertirci.

Le situazioni sono pressoché infinite; ciò che conta è perché abbiamo agito in modo tanto irragionevole.
Lo abbiamo fatto per paura, perché temevamo ritorsioni, trasferimenti, demansionamenti.
Oppure lo abbiamo fatto per metterci in mostra, perché pensavamo che fosse necessario per la carriera.
O, ancora, lo abbiamo fatto perché la maledetta follia di essere perennemente in gara con gli altri colleghi, le altre filiali, gli altri uffici, che inizialmente ci sembrava assurda, alla fine ci si è infilata nella testa, e allora tutto fa brodo per dimostrare che siamo i primi, anche se non abbiamo mai capito cosa ci torni in tasca da questo primato.

Ciò che conta è che lo abbiamo fatto. E lo faremo ancora.

Questa vicenda rappresenta una perfetta metafora di quello che è oggi il lavoro in banca, o nelle agenzie assicurative, o in qualsiasi attività che preveda una struttura gerarchica ed il raggiungimento di obiettivi numerici.

Le aziende riescono a farci agire in modo del tutto illogico, e spesso non hanno neanche bisogno di chiedercelo: è sufficiente che lascino intendere di aspettarsi determinati comportamenti, e tanto basta per essere esaudite.

Fintanto che le cose vanno bene, l’azienda sarà pronta a raccoglierne i frutti ed i nostri superiori a vantarsi delle nostre azioni insensate. Appena sorgerà il minimo problema, ci ritroveremo da soli, con l’azienda pronta ad infierire pur di scaricare qualsiasi responsabilità.

Guardiamo cos’è successo all’attrice protagonista del video galeotto. Lei non ha fatto altro che seguire le disposizioni che le erano state impartite. Lo ha fatto con entusiasmo, un entusiasmo che non è difficile definire eccessivo. Si aspettava un riconoscimento, un elogio, magari anche un avanzamento di carriera. Invece alla fine si è ritrovata a subire insulti da tutta Italia, a non poter uscire di casa, a dover probabilmente interrompere quel percorso di carriera che per lei era così importante. È in tutto questo la sua azienda non ha ritenuto di dover spendere una sola parola per difenderla.

Se c’è un insegnamento che dobbiamo trarre da questa vicenda, è che le aziende sono sempre pronte a pressarci, a spingerci ben oltre il limite, ma sono ancor più pronte ad abbandonarci, e se possono a darci addosso solo per aver fatto ciò che loro pretendevano da noi.

E questo non dobbiamo scordarcelo mai.

 




Federazione Veneta BCC licenza due lavoratori. La FISAC chiede il rispetto degli accordi!

Il sistema del credito cooperativo ha risolto le crisi delle proprie banche senza intervento pubblico ma sicuramente con quello dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno sottoscritto, tramite le Organizzazioni Sindacali, importanti accordi di riduzione del costo del lavoro e altre ricadute sulle condizioni di lavoro pur di evitare licenziamenti e salvaguardare posti di lavoro, consentire la continuità aziendale, nella convinta difesa dei valori del credito cooperativo, delle sue peculiarità e del servizio che il credito cooperativo svolge nelle comunità territoriali. Le banche di credito cooperativo sono banche di relazione, a mutualità prevalente, legate al territorio e guidate da valori della solidarietà e dai principi della cooperazione.

Tra i vari accordi si annovera anche quello del 15 ottobre 2015, sottoscritto nell’ambito della crisi della Banca Padovana in amministrazione straordinaria, dove si registra la disponibilità della Federazione Veneta delle BCC all’acquisizione del rapporto di lavoro di cinque risorse lavorative della Ex Banca Padovana.

Apprendere che per due di questi lavoratori, dopo appena un anno e qualche mese dalla cessione intervenuta in forza dell’accordo sindacale di cui sopra, la Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo decide il licenziamento per insussistenza della possibilità di impiegare utilmente detti lavoratori in una qualsiasi posizione lavorativa, ciò anche in ragione dell’intervenuta riforma del settore bancario che ha interessato direttamente il Credito Cooperativo, ci lascia indignati e stupiti!

Vero è che le banche di credito cooperativo, con la realizzazione della riforma del credito cooperativo prevista dalla legge n. 49/2016, sono in una fase di trasformazione epocale dalla loro costituzione, avvenuta oltre 100 anni fa. A questo punto è doveroso chiedersi se i valori, i principi, le persone e i patti sottoscritti in questo settore passano allora in secondo piano oppure no; se la riforma del credito cooperativo si realizza contro i lavoratori o con il loro contributo.

Ci corre l’obbligo ricordare che le banche di credito cooperativo hanno nella loro carta dei valori il riconoscimento del ruolo della persona,  Art. 1 (Primato e centralità della persona):

“Il Credito Cooperativo ispira la propria attività all’attenzione e alla promozione della persona. Il Credito Cooperativo è un sistema di banche costituite da persone che lavorano per le persone. Il Credito Cooperativo investe sul capitale umano – costituito dai soci, dai clienti e dai collaboratori – per valorizzarlo stabilmente.”

Appare chiaro che La Federazione Veneta delle BCC/CRA con i licenziamenti dei due colleghi è venuta meno a tutto ciò e lo ha fatto naturalmente in spregio appunto ai principi e ai valori della cooperazione, quelli contenuti nei 12 punti della sua carta dei valori e in particolare al punto 5:

“Cooperazione: Lo stile cooperativo è il segreto del successo. L’unione delle forze, il lavoro di gruppo, la condivisione leale degli obiettivi sono il futuro della cooperazione di credito.
La cooperazione tra le banche cooperative attraverso le strutture locali, regionali, nazionali e internazionali è condizione per conservarne l’autonomia e migliorarne il servizio a soci e clienti.”

Il fatto oltre ad essere grave perché si licenziano discrezionalmente dei lavoratori, con la giustificazione che gli viene soppresso il posto di lavoro, mina profondamente una storia di relazioni industriale e sindacali del settore, che hanno saputo trovare, in situazioni ben peggiori, le soluzioni più equilibrate ed idonee all’interesse collettivo e con il concorso di tutti.

In una fase così delicata di trasformazione del sistema del credito cooperativo quale lezione possiamo trarre da questa “triste vicenda” di mancato rispetto dei patti sottoscritti? Il mancato riconoscimento di un nostro interlocutore, la Federazione Veneta delle BCC/CRA o forse la mancanza di affidabilità più in generale?

Gli effetti di questa “triste vicenda” non possono rimanere nell’ambito della Federazione Veneta, ma avranno, purtroppo, ripercussioni e conseguenze all’interno di tutto il credito cooperativo. Non dimentichiamo infatti che l’accordo di risoluzione della crisi della BCC Padovana ha visto la partecipazione di tutti i livelli sindacali: provinciali, regionali e nazionali da una parte e della BCC, rappresentata dai commissari di Banca d’Italia, dalla Federazione Veneta e dalla Federazione Italiana delle BCC/CRA, dall’altra. Ci chiediamo inoltre: in una fase di profonda ristrutturazione e riorganizzazione, dettata anche da norme di legge, ancora non compiuta su molti aspetti (costituzione dei gruppi, ruolo della Federazione Nazionale e di quelle regionali), se i licenziamenti della Federazione Veneta rappresentano solo “l’antipasto” qual è il menù che dobbiamo aspettarci?

L’atto compiuto dalla Federazione Veneta non può essere tollerato e rischia di minare, in un prossimo futuro, le relazioni sindacali nel credito cooperativo. Non si pensi di poter realizzare la riforma, perseguire il riconoscimento della specificità di modello bancario cooperativo, conservarne spirito originario e ed autonomia senza il coinvolgimento attivo delle lavoratrici e dei lavoratori.

Con quale spirito e riconoscimento di ruolo, quindi, dovremmo partecipare ai tavoli di confronto,
regionale e/o nazionale, se prima non si risolvono i licenziamenti fatti dalla Associazione datoriale delle banche di credito cooperativo del Veneto, istituzione che dovrebbe aiutare a risolvere le tensioni occupazionali e i conflitti collettivi e non accentuarli? Associazione che dovrebbe per prima rispettare gli accordi sottoscritti, per poi chiedere alle sue associate BCC di fare altrettanto.

Al Presidente Augusto Dell’Erba, nella sua qualità di Presidente Nazionale, che sta conducendo una battaglia per l’autonomia contrattuale del credito cooperativo e per un importante riconoscimento del ruolo della Federazione Italiana e delle Federazioni locali, diciamo con molta umiltà ma altrettanta fermezza che bisogna intervenire per rimuovere questa “ mina vagante “ al più presto, altrimenti diventerà tutto più difficile per gli obiettivi comuni che ci siamo dati, ma prima di tutto per difendere il credito cooperativo, le specificità del suo modello e dei suoi valori e soprattutto le lavoratrici e i lavoratori, nella loro qualità di attori primari nel percorso di trasformazione del sistema del credito cooperativo.

Si può procedere in un solo modo: gestire il “cambiamento insieme ai lavoratori e non contro di
essi”.

Roma 5 ottobre 2017                                    Il Coordinamento Nazionale FISAC CGIL Credito Cooperativo

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BCC – indennità annuali – provvidenze per motivi di studio

L’art.69 del CCNL prevede che nell’autunno successivo al termine dell’anno di studi, su richiesta, vengano erogate le provvidenze annuali.

Rammentiamo quindi a tutti i colleghi interessati di presentare la domanda!

A chi spettano:
Al lavoratore studente, nonché‚ a ciascun figlio (o equiparato) studente fiscalmente carico del dipendente

Tipologia di studi Condizioni per il riconoscimento Importo provvidenze Integrazione per “fuori residenza” [1] Tempi erogazione
Scuola media inferiore (Secondaria di I grado) Superamento dell’anno scolastico di riferimento, anche nella sessione autunnale, a prescindere dall’iscrizione all’anno scolastico successivo  

 

Euro 89,35

 

 

Euro 55,26

Nell’autunno dell’anno in cui termina l’anno scolastico di riferimento.
Scuola media superiore (Secondaria di II grado) Superamento dell’anno scolastico di riferimento, anche nella sessione autunnale, a prescindere dall’iscrizione all’anno scolastico successivo  

 

Euro 126,02

 

 

Euro 55,26

Nell’autunno dell’anno in cui termina l’anno scolastico di riferimento.
UNIVERSITA’ Superamento di almeno 3 esami nell’anno accademico.

L’indennità é dovuta nel limite della durata ordinaria di corso accademico

 

 

 

Euro 258,23

 

 

 

Euro 89,35

Compete al termine di ciascuno degli anni di corso legale. Liquidate nell’autunno successivo.

[1] per mancanza di scuola od università del tipo prescelto nel luogo di residenza frequentano corsi di studio in località diversa.

Cosa fare per la richiesta di erogazione:
Far pervenire all’ufficio del personale, secondo le prassi e la modulistica in uso in ciascuna azienda, la documentazione necessaria per rendere possibile la corresponsione delle suddette indennità:

• certificato rilasciato dalla segreteria della scuola nel quale si attesta l’avvenuta promozione[2];
• per gli studenti universitari idonea documentazione che dimostri il superamento di almeno n. 3 esami nel corso dell’anno accademico e che si è ancora iscritti nella durata ordinaria del corso di laurea;
• per la eventuale corresponsione della maggiorazione “fuori residenza”, dichiarazione del richiedente circa la mancanza nel luogo di residenza di scuola o università del tipo prescelto (vedi fac simile allegato).

Attenzione:
Segnaliamo che a livello territoriale sono vigenti accordi che istituiscono ulteriori strumenti indennitari e di sostegno economico relativamente alla frequenza scolastica di ogni ordine e grado.
I rappresentanti sindacali e le strutture territoriali della FISAC CGIL sono a disposizione per ogni eventuale necessità di consulenza o assistenza che dovesse necessitare.
ULTERIORE MEMO – PREMI PER TITOLI DI STUDIO (ART. 68 DEL VIGENTE CCNL):
Al lavoratore che mentre è in servizio consegua un diploma di scuola media superiore od una laurea va corrisposto, per una sola volta, rispettivamente, un premio di EURO 150,00 per il diploma e di EURO 250,00 per la laurea.

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[2] si possono riscontrare difficoltà al rilascio di certificazione, in carta semplice, da parte di alcuni istituti scolastici, in tal caso verificare con la propria azienda quale documentazione alternativa si può produrre a dimostrazione dell’avvenuta frequenza/promozione.

Scaricare l’allegato da qui.