Unicredit: al via l’adesione volontaria al Piano di Esodo ex-Accordo 19.12.2023

3 - Fisac Cgil

Segreterie di Coordinamento delle OO.SS. di Gruppo Unicredit
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN


 

Incontro del 16-02-2024 in tema di accesso al Fondo di Solidarietà

 

Nell’incontro svoltosi venerdì 16.02.24, l’azienda ci ha informato circa le modalità di applicazione delle previsioni, relative all’accesso ai Piani di Esodo, contenute nell’Accordo del 19.12.2023 e, più in generale in riferimento anche ai Piani di Esodo stabiliti negli Accordi 27.01.2022, 01.12.2022, 09.06.2023, sulle modalità di gestione dell’intervenuto decremento previsionale della c.d. “aspettativa di vita” e del conseguente anticipo della data di maturazione del diritto al trattamento pensionistico (c.d. “finestra”) dei/delle colleghi/e interessati\e dagli esodi sopracitati.

L’azienda ci ha comunicato che, la prossima settimana (presumibilmente già da lunedì), verrà attivato per due settimane l’applicativo a portale per permettere a tutti/e i/le Lavoratori/Lavoratrici che maturano il diritto al trattamento pensionistico (c.d. “finestra”) entro il 01.01.2030 (anche in virtù degli effetti della citata diminuzione della c.d. “aspettativa di vita”) l’adesione volontaria al Piano di Esodo ex-Accordo 19.12.2023.

Verrà anche inviata una mail a tutte/i i/le colleghi/e appartenenti a questa platea; coloro i quali non dovessero ricevere tale mail ma siano in possesso di documentazione attestante la maturazione del diritto al trattamento pensionistico (c.d. “finestra”) entro il 01.01.2030 potranno segnalare la loro situazione inviando una mail (allegando la documentazione) a [email protected]. Le prime uscite dei nuovi aderenti a questo Piano non saranno anteriori al 01.05.2024.

Abbiamo rappresentato all’azienda la nostra preoccupazione che – in considerazione del numero massimo di 200 adesioni previste da detto piano e dell’aumentata platea di riferimento, a seguito degli anticipi pensionistici determinati dalla diminuzione della c.d. “aspettativa di vita” – si potrebbe creare un numero elevato di domande “in sospeso”. Abbiamo inoltre ribadito che qualunque modalità di gestione di eventuali “sospesi”, dovrà essere oggetto di nuovo confronto con le OO.SS. e non potrà prescindere dal rapporto paritetico tra uscite e nuove assunzioni e dal criterio della maggior prossimità alla maturazione del diritto al trattamento pensionistico.

Per quanto riguarda gli anticipi delle date di maturazione del diritto al trattamento pensionistico (c.d. ”finestra”) per effetto della diminuzione della c.d. ”aspettativa di vita”, l’azienda ha dichiarato che procederà ad un generale massivo anticipo delle uscite (si tratta dei/delle colleghi/e che hanno già aderito in precedenza ai Piani Esodo) rispetto a quanto indicato in fase di adesione, ad eccezione dei/delle colleghi/e che hanno già ricevuto nelle scorse settimane comunicazione di posticipo di qualche mese della propria data originaria di cessazione, che manterranno tale data posticipata.

Inoltre, sempre sulla base di una valutazione organizzativa aziendale, alcuni/e colleghi/e manterranno la data di cessazione originariamente indicata in fase di adesione senza anticiparla e verranno contattati in argomento, nelle prossime settimane, dall’azienda. A valle di queste interlocuzioni tutti/e riceveranno una comunicazione aziendale indicante la propria data di cessazione. L’azienda ha comunicato che la prima data utile per queste uscite potrebbe essere il 01.04.2024.

Abbiamo chiesto di prestare la massima attenzione alle istanze rappresentate in argomento da parte dei/delle Lavoratori/Lavoratrici interessati/e.

 

Le Segreterie di Coordinamento delle OO.SS. di Gruppo Unicredit
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Unicredit: firmato l’accordo per il VAP 2023

3 - Fisac Cgil

Nella giornata odierna, le OO.SS. dopo una complessa trattativa sul premio di produttività relativo all’anno 2023 in erogazione 2024, hanno siglato l’accordo che riconosce un’importante valorizzazione dell’impegno profuso da tutte le lavoratrici ed i lavoratori del perimetro Italia.

Nello specifico, l’accordo prevede:

  • € 1.600,00 quale Premio Una Tantum di Produttività (VAP 2023) [in conto welfare] nel mese di aprile o in alternativa € 1.000,00 lordi a tassazione agevolata 5% [in busta paga], nel mese di giugno.
  • € 511,30 quale erogazione welfare redditività 2023 (solo a Conto Welfare), per tutte/i le/i Lavoratrici/Lavoratori (comprendente, per quanto ovvio, anche chi optasse per l’opzione cash) nel mese di aprile.
  • € 88,70 quale contributo polizza odontoiatrica, per tutte/i le/i Lavoratrici/Lavoratori.

L’importo complessivo a Conto Welfare è di 2.111,30 €, cui si aggiungono 88,70 € per polizza collettiva denti; il totale è pertanto di 2.200,00 €.

L’accredito welfare avverrà nel mese di aprile, mentre chi sceglierà il cash troverà la somma accreditata nello stipendio di giugno.

E’ stata confermata la possibilità di conversione in “welfare days”, che può essere effettuata fino a un massimo di 5 giorni, fermo restando un residuo ferie relativo agli anni precedenti uguale o inferiore a 5 giorni al 31 gennaio dell’anno corrente.

Relativamente all’importo destinato a conto welfare, per tutte le lavoratrici e i lavoratori con reddito non superiore agli 80.000 Euro non saranno applicati oneri aggiuntivi, trattandosi di somme non soggette a tassazione e contribuzione.

Sono state confermate inoltre, anche per il corrente anno, le liberalità aziendali relative a:

  • Il “contributo familiare disabile”, che viene automaticamente liquidato con importo monetario esclusivamente nel cedolino stipendio e che viene riconosciuto, di norma, nel mese successivo alla richiesta;
  • Il “contributo 4-12 anni” e la “strenna natalizia”, per i quali è previsto esclusivamente il conferimento automatico a welfare come negli anni precedenti.

Le OOSS esprimono soddisfazione per l’importante risultato raggiunto.

Milano, 13 febbraio 2024

 

Segreterie di Coordinamento Gruppo Unicredit S.p.A.
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin


 

Il commento della Fisac

Questo accordo è il giusto riconoscimento per il fondamentale contributo degli oltre 33 mila lavoratrici e lavoratori ai risultati straordinari raggiunti dalla Banca, senza di essi non si sarebbero mai raggiunti e superati gli obiettivi del piano industriale Unlocked del Gruppo”, commentano il segretario nazionale della Fisac Cgil, Riccardo Sanna, e il coordinatore Fisac Cgil Gruppo UniCredit, Goffredo Molteni.

L’accordo, proseguono, “è il frutto di un complesso e articolato negoziato che ha portato a un importante risultato, declinato lungo tre direttrici: 1.600 euro quale premio una tantum in conto welfare nel mese di aprile o in alternativa 1.000 euro a tassazione agevolata in busta paga a giugno, un significativo aumento della soglia per l’opzione cash; ulteriori 511,30 euro quale erogazione welfare con riferimento alla crescita della redditività erogato nel mese di aprile; 88,70 euro quale contributo datoriale alla polizza odontoiatrica. In totale un premio di circa il 40% in più rispetto allo scorso anno”.

“Mancavano all’appello le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, dopo aver previsto dividendi e buyback per gli azionisti. Ora col raggiungimento di questo ottimo accordo, frutto di un’azione collettiva della Fisac del Gruppo Unicredit, assieme alle altre organizzazioni sindacali, finalmente redistribuiamo al lavoro i guadagni di produttività”, concludono Sanna e Molteni.




Unicredit: accordo uscite sospese e ricambio generazionale

3 - Fisac Cgil

Nelle prime ore di oggi, mercoledì 20 dicembre, le OO.SS. hanno siglato con l’Azienda un’intesa sulle uscite in sospeso delle/dei 510 circa lavoratrici/lavoratori di rete (finestra pensionistica fino al 01/01/2030), di cui all’accordo del 1° dicembre 2022.

Le organizzazioni sindacali dopo una complessa trattativa e grazie ad un lavoro coeso ed unitario hanno ottenuto:

  • l’accoglimento di tutte le 510 domande di accesso al Fondo di Solidarietà Straordinario con data di pensionamento di vecchiaia/anticipata INPS fino al 31/12/2029 (decorrenza trattamento pensionistico, c.d. finestra, 01/01/2030);
  • 255 nuove assunzioni da destinare alla rete;
  • l’impegno ad assumere a copertura del turnover 86 risorse nel periodo 2024/2025 e ad effettuare, qualora il turnover dovesse superare tale numero, ulteriori inserimenti nel limite massimo di 169 risorse.

Nell’ambito della trattativa l’Azienda ha manifestato la disponibilità ad accogliere ulteriori 200 richieste. Questa apertura consentirà l’adesione volontaria di coloro i quali, pur avendone i requisiti, non hanno aderito ai precedenti piani di esodo e maturano la propria finestra pensionistica entro il 01/01/2030 (per quanto riguarda il Fondo di Solidarietà Straordinario) e o diritto a pensionamento diretto con finestra 01/01/2025.

L’accordo sottoscritto stabilisce che, in correlazione a tali uscite, siano previste nuove assunzioni con modalità analoghe a quanto concordato per la gestione delle domande in sospeso.

Riteniamo importante questo accordo, sia perché ha dato risposta positiva alle/ai lavoratrici/lavoratori della rete, la cui domanda di adesione al Fondo di Solidarietà era rimasta in sospeso, sia perché garantisce un congruo numero di nuove assunzioni e il ricambio generazionale.

Milano, 20 Dicembre 2023

 

Segreterie di Coordinamento Gruppo Unicredit
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Unicredit: riorganizzazione mondo imprese

Nella giornata del 22 novembre 2023 si è svolto a Milano il secondo incontro tra Azienda ed Organizzazioni Sindacali sulla Riorganizzazione del segmento Corporate, volto a rappresentare la nuova organizzazione del Corporate che partirà dall’11 dicembre p.v.

Le OOSS, anche alla luce di quanto rappresentato nella giornata odierna circa i nuovi assetti, hanno sottolineato comunque la necessità di presidiare le ricadute per il personale in termine di mobilità professionale e territoriale, carichi di lavoro, rischi e responsabilità, salvaguardia dei percorsi di carriera già intrapresi, formazione approfondita ed adeguata ai nuovi ruoli da ricoprirsi e percorsi inquadramentali.

I numeri della Riorganizzazione:

  • Il canale 1-50 milioni di fatturato sarà chiamato Corporate e riceverà 2/3 dell’attuale clientela corporate; sarà costituito da 60 Aree Small Business trasformate in Area Corporate. Ogni Area avrà il suo Area Manager, Vice Area Manager, Senior Manager Sviluppo (nuovo ruolo), Senior Manager Protezione e Investimenti. Il ruolo del Gestore specialista Agribusiness sarà l’unico che terrà conto solo dello specifico settore economico.
  • Il canale 50 milioni- 1 miliardo si chiamerà Top Corporate e sarà costituito da 26 Aree Commerciali Top Corporate (ad oggi esistono 16 aree in più che verranno accorpate).
    A supporto di questa Area vengono creati circa 50/60 Corporate Financial Analyst (nuovo ruolo) che supporteranno gestori ed assistenti ed avranno un processo di formazione dedicato;
  • 5 Aree Key Clients,
  • 7 Aree Real Estate,
  • 7 Aree Public Sector,
  • 7 Aree Special Portfolio

Viene riconfermato con l’attuale struttura il Canale Large Corporate.

Gli Asset Quality Manager (AQM,) figura oggi al riporto delle Region, passeranno nella maggior parte dei casi sotto la responsabilità delle Aree che per complessità ne richiederanno la presenza.

Le persone interessate dalla riorganizzazione sono circa 4000, di cui 1500 gestori su tutto il perimetro Corporate. Il rapporto assistenti\gestori sarà il seguente: 1 assistente ogni 1.2 gestori nel top, 1 assistente ogni 2.4 gestori nel Corporate, 1 assistente ogni 1.1 gestori nel Key Clients.
I colloqui con le colleghe ed i colleghi interessati sono quasi al termine e tutte le posizioni sono state individuate.

  • Nel segmento retail ci saranno circa 140 nuovi Consulenti Business Retail che porterà ad 850 il numero complessivo. Viene confermata la creazione di circa 60 Vice Area Manager Business Retail (nuovo ruolo) ove la concentrazione dei portafogli lo richieda. Anche in questo caso le nomine sono quasi ultimate. I 140 nuovi consulenti sono stati individuati tra attuali Gestori Small Business (42%), Consulenti Personal (24%), attuali Assistenti Small Business (15%), altri ruoli (19%).

L’Azienda ha dichiarato che il 70% delle nuove assegnazioni ha consentito un riavvicinamento alla propria residenza. Solo per il 7% del totale della popolazione coinvolta il trasferimento ha comportato un cambio di Comune (sempre nel rispetto delle previsioni contrattuali) e di questi circa il 50% ha determinato una crescita professionale.

Per quanto riguarda le facoltà di delibera nel segmento Top corporate nulla dovrebbe variare rispetto alle attuali attribuzioni, mentre per quanto riguarda il segmento Corporate (1-50mln) i poteri andranno da 1 a 2,5 milioni di € per singola Area (stratificati a salire da gestori, a Vice Area Manager e Area Manager).

Tutti i colleghi coinvolti da variazioni nei poteri di delibera verranno adeguatamente formati e “certificati” a livello di competenze creditizie.

Formazione

L’azienda ha dichiarato che in tempi rapidi proporrà e concluderà i percorsi di on boarding e di up skilling per tutti i ruoli coinvolti.

Abbiamo altresì evidenziato le difficoltà derivanti dai corretti passaggi di consegna e l’Azienda ha replicato impegnandosi ad allungare da 3 sino a 4 mesi il tempo utile ad effettuare tale incombenza.

In conclusione l’Azienda ha riferito che prima dell’11 dicembre dovrebbe partire la campagna informativa, rivolta a tutte\i colleghe\i coinvolte\i, riguardante la riorganizzazione del segmento corporate.

Da parte delle Organizzazioni Sindacali abbiamo richiesto la massima attenzione in merito all’intero processo riorganizzativo e alle ricadute sulle\sui lavoratrici\tori in termini di:

  • carichi di lavoro accentuati dalla carenza di organico;
  • rischi operativi e professionali;
  • mobilità territoriale che deve essere gestita tenendo conto delle situazioni personali familiari professionali delle colleghe e colleghi coinvolte\i;
  • percorsi professionali e inquadramentali in considerazione della presenza di nuovi ruoli e di percorsi inquadramentali in corso di maturazione.

Abbiamo pertanto richiesto all’Azienda un incontro urgente per affrontare tutte queste importanti tematiche.

Milano, 22 novembre 2023

 

Segreterie di Coordinamento Unicredit
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Tassa sugli extraprofitti, alle banche la scelta se pagarla oppure no

La retromarcia del governo. L’escamotage: gli istituti potranno versare oppure stanziare una riserva nel proprio patrimonio


Un accordo nella maggioranza “svuota” la tassa sugli extraprofitti delle banche. Grazie un emendamento al decreto Asset che dovrebbe essere depositato nelle prossime ore, gli istituti di credito potranno scegliere se pagare al Fisco un’aliquota del 40% sulla differenza tra il margine di interesse realizzato nel bilancio 2023 (ancora da chiudere) rispetto al 2021, oppure se accantonare a bilancio due volte e mezza l’importo della tassa in una riserva che andrà a rafforzare il loro patrimonio.

Nessuno, nemmeno il governo, indica quale sarà la variazione dell’incasso per l’Erario, ma secondo alcuni sarà assai lontano dai 3,2 miliardi ipotizzati dalla vecchia norma.
L’8 agosto la tassa aveva fatto rumoreggiare i giornali (debitori delle banche). I titoli parlavano di “stangata” (copyright del Messaggero) o “autogol del governo” (Corriere della Sera). Si teorizzava la possibile fuga dai titoli di Stato italiani e altre catastrofi. Ma Meloni sembrava inflessibile: nell’appuntamento social “Gli appunti di Giorgia”, il 9 agosto la premier aveva attaccato il sistema bancario: “Stiamo registrando utili record. Abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Le risorse che arriveranno andranno a finanziare misure a sostegno di famiglie e imprese in difficoltà per l’alto costo del denaro”. Poi Forza Italia aveva sollevato molti distinguo ed erano piovute critiche da Associazione bancaria (Abi) e Bce. Le azioni delle banche, dopo un primo tonfo, avevano però recuperato, segno che nemmeno la Borsa credeva in una mazzata.

Ora, in base alle ipotesi contenute nell’emendamento, proprio Corriere e Messaggero annunciano la retromarcia. L’aliquota resta al 40% ma solo sulla quota del margine di interessi 2023 che supererà di almeno il 10% quello del 2021. Il margine 2022 viene tolto dal conto. Da questo punto di vista, in apparenza, tutto bene: la tassa sarà pagata sulla base di quanto le banche hanno guadagnato in più rispetto a due anni fa. Dalla base di calcolo saranno esclusi i titoli di Stato, ma l’aliquota sarà alzata sulle altre voci di bilancio (i prestiti ai privati) per tenere invariata la base imponibile. Ma qui arriva l’escamotage: la tassa non è obbligatoria, le banche potranno pagarla o accantonarla a riserva. Sarà dovuta solo se la riserva in seguito dovesse essere distribuita agli azionisti. Ci sono poi altre possibilità: una banca potrebbe scegliere di dirottare a riserva per la tassa per gli extraprofitti parte dei fondi già stanziati in passato per altre voci, ad esempio gli utili non distribuiti, ammortizzando così il colpo. L’unico divieto è di trasferire la tassa sui costi per i clienti: vigilerà l’Antitrust. Il governo vuole usare i proventi per rifinanziare gli aiuti ai mutui prima casa, il taglio della pressione fiscale e il fondo di garanzia del Mediocredito Centrale sui prestiti alle Pmi.

L’emendamento favorirebbe soprattutto le banche medio-piccole, Popolari e istituti di credito cooperativo, e quelle come Mediolanum che fanno pochi prestiti ai privati, più colpite dalla versione precedente. Ora gli istituti hanno tre mesi per decidere se pagare o rafforzare i bilanci. Le riserve non mancano: a fine giugno, ad esempio, Banca Mediolanum (cara alla famiglia Berlusconi che ne possiede il 30%) ne aveva per 2 miliardi, UniCredit per 38,35. Valori in crescita grazie al boom del margine di interesse, la forbice che i rialzi del costo del denaro decisi dalla Bce hanno allargato tra gli incassi sui prestiti e i tassi, quasi nulli, pagati ai clienti. Mediolanum a fine 2022 aveva un margine d’interesse di 407 milioni (+50% sul 2021), UniCredit di 10,7 miliardi (9 l’anno prima). L’anno scorso le prime cinque banche italiane hanno incassato margini di interesse per 45,52 miliardi (+18,5%), a metà di quest’anno già per 40. Secondo il sindacato di settore Fabi, nel 2022, le banche italiane hanno realizzato utili per 25,4 miliardi (+55% sul 2021), quest’anno potrebbero salire a 32.

A frenare la decisione di versare a riserva la somma prevista dalla tassa sugli extraprofitti c’è solo la questione del pagamento dei dividendi. La banca meno impattata di tutte dalla tassa, UniCredit, pochi giorni fa aveva annunciato che quest’anno distribuirà agli azionisti “almeno 6,5 miliardi” su 7,25 di utili attesi. Ma altre potrebbero dover rivedere i loro piani. In ogni caso, del vessillo “tassa sugli extraprofitti” a Meloni restano da sventolare solo gli stracci.

 

Articolo di Nicola Borzi su Il Fatto Quotidiano del 24/9/2023




Tassa sugli extraprofitti delle banche, tetto allo 0,1% dell’attivo

l governo alza al 5% e al 10% le percentuali di calcolo della tassa sugli extramargini delle banche nel 2023. Il conto scende a meno di 2 miliardi


Giancarlo Giorgetti ha addolcito la botta per le banche al termine di una giornata convulsa per gli istituti in borsa. Alla fine è stato il Mef a correggere il tiro e alzare le soglie di calcolo del prelievo straordinario sui ricavi per margine d’interesse degli istituti di credito.

Un flusso di informazioni arrivato a tappe. Rispetto alla bozza circolata lunedì 7 agosto, subito dopo l’annuncio a sorpresa del vicepremier Matteo Salvini, il comunicato ufficiale della riunione del CdM ha rivisto al rialzo le percentuali dello scarto tra i margini d’interesse per il 2022 e per il 2023 sul 2021, superati i quali scatta il balzello.

n serata il ministero dell’Economia ha poi aggiunto informazioni sul tetto massimo del prelievo, che non potrà superare lo 0,1% del totale dell’attivo. Questo nella versione finale elaborata dal Mef.

La proposta entrata in CdM parlava al contrario di un limite fissato al 25% del patrimonio netto.

La differenza è notevole, in meglio per le principali banche italiane, Intesa e Unicredit in primis, che, se dovesse restare così la norma, potrebbero dover pagare un importo molto consistente ma inferiore a un miliardo di euro.

I primi chiarimenti sulla misura fortemente voluta da Giorgia Meloni sono arrivati soltanto dopo una lunga mattinata di attesa, segnata dal tracollo in borsa degli istituti. Un iniziale segnale di chiarezza in attesa dei testi definitivi da pubblicare in Gazzetta Ufficiale.

 

Meno di 2 miliardi di gettito

Dal gettito potenziale, si parla di circa 2 miliardi di euro nell’ultima versione rispetto a circa 3 miliardi ipotizzati lunedì, alla platea coinvolta. Ad esempio sarà fuori dall’applicazione il Credito Sportivo assieme forse ad altri istituti, mentre in Cassa Depositi e Prestiti erano in corso approfondimenti per capire se la spa del Tesoro rientri nella norma ma non dovrebbe esserci. In generale la confusione è però ancora molta e non si escludono nuovi colpi di scena fino alla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Lì si apriranno davvero i giochi.

Inconvenienti dell’effetto sorpresa del provvedimento, messo a punto, secondo quanto emerso, senza un confronto preventivo con il settore bancario.

Confermata l’aliquota al 40%

Le spiegazioni arrivate ieri hanno confermato l’aliquota del 40%, che sarà applicata sul maggior valore del margine di interesse dell’esercizio 2022 che eccede per almeno il 5% il margine del 2021, e tra il margine di interesse relativo al 2023 che eccede -in questo caso- per almeno il 10% il margine sempre del 2021.

Nella prima versione le soglie era state invece fissate al 3% e al 6%. L’imposta straordinaria dovrà essere versata nel corso del 2024, per la maggior parte degli istituti entro giugno e non sarà deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive, ha precisato Palazzo Chigi.

Conferme anche sulla destinazione del gettito. Le maggiori entrate saranno destinate al finanziamento del fondo per i mutui sulla prima casa e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese.

Su questo punto insistono i comunicati dei parlamentari di Fratelli d’Italia e della Lega. Dall’opposizione, senza plausi, Pd e Movimento Cinque Stelle salutano l’intervento con un meglio tardi che mai. Con i ricavi destinati ai mutui «si dimostra quanto questo esecutivo guardi ai problemi reali degli italiani», è il commento del leghista Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze del Senato.

 

Mef ancora in pressing sulla remunerazione dei depositi

La nota del Mef si chiude con una postilla-monito: gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia non avranno impatti significativi come conseguenza della norma.

Su questo punto aveva insistito il ministro Giorgetti in occasione dell’assemblea Abi, chiedendo un rapido riequilibrio della remunerazione dei depositi. A oggi sono poche le banche che si sono adeguate dopo la nota di via Nazionale. La trattativa con il Mef è solo all’inizio.

 

Fonte: Milano Finanza




Unicredit: terza ed ultima tranche di aumenti del buono pasto elettronico

Grazie agli effetti degli accordi 2 aprile 2020, siglati dalla Fisac CGIL, insieme alle altre OO.SS. e l’Azienda, dal 1° luglio 2023 – con effetto sul cedolino di agosto – inizierà ad essere erogata la terza ed ultima tranche di aumento del buono pasto elettronico.

Per i dipendenti a tempo pieno o in part time verticale, per le giornate ad orario pieno l’incremento del buono pasto elettronico sarà il seguente:

  • 7,00 euro dal 1° luglio 2023;

Al personale a tempo parziale orizzontale, invece, il buono pasto sarà riconosciuto in forma elettronica nella misura di:

  • 6,00 euro dal 1° luglio 2023.

A partire dal prossimo cedolino, oltre al numero di buoni pasto elettronici spettanti, vedremo quindi il controvalore aggiornato con il nuovo importo.

Ricordiamo a tutte e tutti che l’importo spettante del buono pasto elettronico verrà caricato mensilmente sulla tessera nel giorno di erogazione dello stipendio. Nel tuo cedolino stipendio troverai una apposita voce che ti indicherà il numero di buoni pasto a cui hai diritto nel mese di competenza.

Come nel passato, la modalità di calcolo avviene sulla base dei giorni di presenza al lavoro nel mese precedente a quello di consegna (nelle giornate di Smart Working – fatta eccezione per lo Smart Working effettuato da un hub – l’Azienda non prevede la corresponsione del buono pasto).

Quanti buoni pasto spettano alle Lavoratrici e ai Lavoratori

Il numero di buoni spettanti è calcolato in base ai giorni di presenza al lavoro che hai fatto nel mese precedente a quello di calcolo e di consegna.

Ad esempio: in ottobre (mese di calcolo e consegna) si calcolano e si consegnano i buoni sulla base delle presenze fatte registrare nel mese di settembre.

Le assenze, retribuite o meno, della durata di almeno 1 giorno o anche di durata inferiore purché comprendenti l’orario previsto per l’intervallo del pranzo (salvo il caso di rientro al lavoro nell’arco della

stessa giornata) fanno venir meno, per qualunque motivo, il riconoscimento del buono pasto sia che tu sia impiegato a tempo pieno sia a tempo parziale di tipo verticale.

Risultano sottratte a questa regola generale, e pertanto non pregiudicano la spettanza del ticket, le seguenti assenze:

Permessi giornalieri per accudire il figlio nel primo anno di vita e, tra quelli previsti dalla legge 104, i permessi frazionati (non a giornata intera):

  • fruiti dal dipendente portatore di handicap;
  • utilizzati dal genitore di disabile sino al 3° anno di vita;
  • chiesti dal genitore di disabile oltre il 3° anno di vita;
  • riconosciuti per l’assistenza al genitore disabile;
  • riconosciuti per l’assistenza al coniuge disabile.

Le assenze giornaliere (retribuite o meno) di durata superiore a 1/3 della normale prestazione lavorativa fanno venir meno il riconoscimento del buono pasto se sei impiegato a tempo parziale di tipo orizzontale.

Ricordiamo che ai neoassunti, per il primo mese di lavoro, non viene consegnato alcun buono (non essendovi i tempi tecnici per prenotarne in tempo l’assegnazione). Alla fine di questo primo mese di lavoro (o del secondo quando la decorrenza dell’assunzione non permette la prenotazione in tempo utile) viene consegnata una dotazione fissa di 41 buoni, il cui valore – memorizzato negli archivi informatici – verrà recuperato in bollettino stipendio alla fine del rapporto di lavoro con apposita voce (“Recupero buoni pasto anticipati”) o al passaggio alla categoria dei Dirigenti: i buoni pasto spettano infatti a tutto il personale, esclusi i Dirigenti.

A partire dal secondo mese di lavoro viene applicato il metodo di calcolo generale già esposto.

Utilizzo del buono

Il buono pasto elettronico, come per quello cartaceo, è sostitutivo del servizio mensa e deve pertanto essere utilizzato con le seguenti modalità:

  • è personale e non cedibile, come anche la card sulla quale il buono pasto viene accreditato;
  • può essere utilizzato solo per l’intero valore giornaliero, non sono consentiti pertanto utilizzi parziali;
  • può essere utilizzato in modo cumulativo fino al limite di 8 buoni pasto al giorno;
  • deve essere utilizzato solo per servizi di ristorazione;
  • non dà diritto a ricevere somme di denaro, beni o prestazioni diverse da quelle sopradescritte;
  • deve essere utilizzato esclusivamente presso gli esercizi convenzionati;
  • non può essere convertito in denaro e non è possibile ottenere un resto in contanti qualora il costo del pasto consumato sia inferiore a quello del buono (al contrario, se il costo del pasto fosse superiore al valore del buono, la differenza può essere erogata in denaro da parte del dipendente);
  • deve essere comunque utilizzato entro la scadenza stabilita, pena la perdita di valore del buono.

Ricordiamo che, per quanto riguarda la scadenza, il buono pasto elettronico segue le stesse regole applicate ai buoni pasto cartacei.

 

Fonte: Fisac Unicredit




Unicredit: Byod, ci risiamo

3 - Fisac Cgil

Sul portale aziendale nei giorni scorsi è stata pubblicata la news in cui si propone, alle lavoratrici/lavoratori, l’utilizzo del proprio dispositivo personale, che sia cellulare/tablet, per lavorare, che l’azienda definisce come “fidato”, al posto degli ingombranti dispositivi forniti dall’azienda (cit. da portale ) ….

Sul tema queste Organizzazioni Sindacali erano intervenute, quando l’iniziativa era stata adottata per l’area Digital, ponendo una serie di rilievi che riproponiamo:

  • Gli strumenti di lavoro devono essere forniti dal datore di lavoro, le norme della legge 81 del 22/5/2017 e dell’art 39 del CCNL anche questa volta non vengono menzionate, L’unico obiettivo è il risparmio dei costi da parte aziendale per la fornitura degli “ingombranti dispositivi”
  • Non è vero che si può lavorare da qualsiasi luogo, l’Art. 39 del CCNL e precise regole aziendali sul lavoro agile vietano i luoghi pubblici come luogo di lavoro.

La presentazione sul portale aziendale del BYOD, fa apparire questa modalità di utilizzo dei dispositivi digitali come un grande vantaggio per le/i lavoratrici/tori: mentre il vantaggio è aziendale dal punto di vista del risparmio sui costi di acquisto dei dispositivi, per il collega il risparmio è nello spazio nello zaino….

Inoltre, non si chiarisce minimamente come vengono trattati i dati personali in relazione alla privacy. Dal nostro punto di vista, l’introduzione del BYOD si raffigura come un nuovo trattamento e questo non può prescindere da un suo esame approfondito in relazione al rischio privacy sottostante.

Nelle istruzioni viene poi detto che non sarà possibile richiedere il porting del proprio numero privato sulla SIM aziendale.

Non si chiarisce cosa succede in caso di perdita del proprio dispositivo personale – se non che non si possa utilizzare un dispositivo ad uso temporaneo o richiedere quello aziendale – e, in merito ai rischi correlati, si rimanda alla policy aziendale.

Inoltre, nulla si dice sul diritto alla disconnessione, poiché difficilmente ci si disconnette dal proprio cellulare, né tantomeno dallo smart watch e quindi si rimane raggiungibili a qualunque ora del giorno e della notte, quando siamo in ferie o altro.

Non sono previsti rimborsi per l’utilizzo e l’usura dei dispositivi personali e/o della sim.

Durante l’emergenza pandemica si era reso indispensabile, in alcuni casi, l’utilizzo di dispositivi personali, ma ora l’emergenza è finita e deve finire anche questa modalità di risparmiare sui costi.

In sintesi, non si può sollecitare lavoratrici/lavoratori ad effettuare la prestazione lavorativa senza fornire loro gli adeguati strumenti, invitandoli all’utilizzo del proprio dispositivo personale!!!

Milano, 22 giugno 2023

Le Segreterie di Coordinamento delle OO.SS. di Gruppo Unicredit
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN




Unicredit: accordo uscite sospese e ricambio generazionale

3 - Fisac Cgil

In data odierna le OO.SS. hanno siglato con l’Azienda un’intesa sulle uscite delle/dei 328 lavoratrici/lavoratori di rete sospesi (finestra pensionistica fino al 01/01/2029), di cui all’accordo del 1° dicembre 2022.

Le organizzazioni sindacali dopo una complessa trattativa e grazie ad un lavoro coeso ed unitario hanno ottenuto:

  • l’accoglimento di 328 domande con pensionamento di vecchiaia/anticipata INPS e l’impegno a trattare le ulteriori 610 potenziali uscite sino al 31/12/2029 (decorrenza trattamento pensionistico, c.d. finestra, 01/01/2030);
  • la garanzia di 220 nuove assunzioni da destinare alla rete, più il totale recupero degli eventuali dimissionari (c.d. “turn-over”) in contratto di apprendistato in arco di piano Unlocked fino ad un massimo di ulteriori 108 assunzioni;
  • la disponibilità ad aprire un confronto sul tema delle flessibilità (orari/permessi) per la conciliazione tra vita professionale e vita privata, oltre a diversi aspetti di Welfare.

L’acquisizione del “turn-over” per la sostituzione dei dimissionari in apprendistato rappresenta uno strumento innovativo ed unico nel settore per garantire i livelli occupazionali sanciti dagli accordi sottoscritti.

Per quanto concerne Uni.C.A. ed i nuovi piani sanitari per il biennio 2024-25, abbiamo convenuto con l’azienda di reincontrarci per valutare congiuntamente l’impatto relativo al rinnovo, per ulteriori approfondimenti.

Milano, 09 Giugno 2023

 

Segreterie di Coordinamento Gruppo Unicredit
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

 


ALLEGATI:




Ipotesi fusione con Bper: MPS vola in borsa

Banca Monte Paschi Siena (+5,01%)  scatta in testa al FTSE MIB  sulla scia delle indiscrezioni che individuano in Bper il partner per una futura aggregazione. I titoli dell’istituto senese corrono, mentre gli investitori sembrano meno entusiasti sul fronte Bper Banca (+0,24%) . Secondo quanto riportato da indiscrezioni di stampa, l’operazione sarebbe vista con favore dai principali azionisti della banca modenese, Unipol e la Fondazione di Sardegna.

Non sono previsti sviluppi nell’immediato, dato che «le urgenze del governo per il momento sono altre» e quindi «i tempi non sono maturi», ma «c’è ancora un anno e gli astri si vanno allineando», riportano le indiscrezioni. Nel dettaglio, per facilitare l’integrazione, la rete Mps potrebbe dimagrire con la cessione di 150 sportelli a Mcc e di «una parte delle filiali venete delle reti ex Antonveneta e Bam» a Unicredit 

«Nonostante il successo della ristrutturazione di Mps» una simile operazione sarebbe accompagnata «da un certo rischio di esecuzione viste le dimensioni relative» dei due istituti, avvertono gli analisti di Equita. Gli esperti considerano comunque «credibile» il sostegno di Unipol all’operazione, che espanderebbe la rete di distribuzione per la bancassicurazione, al netto della necessità di definire le relazioni con Axa, l’attuale partner di Mps (che secondo indiscrezioni avrebbe un’opzione put da 1 miliardo). La prospettiva di un’aggregazione tra Mps e Bper sembra intanto sostenere anche Banco Bpm, spesso considerato tra i potenziali partner per la banca senese.

Fonte: Il Sole 24 Ore