UBI: accordo per l’accesso al Fondo di Solidarietà


GRUPPO UBI -Emergenza COVID-19
FIRMATO L’ACCORDO PER L’ACCESSO
ALLE PRESTAZIONI ORDINARIE DEL FONDO DI SOLIDARIETÀ

In data odierna abbiamo raggiunto l’accordo che consentirà a UBI di accedere alle risorse del Fondo di solidarietà per la copertura economica delle giornate di sospensione/riduzione dell’attività lavorativa (per maggiore chiarezza quelle fruite con causale PCM -PERMESSO EMERGENZA COVID 19).

In virtù di tale accordo il trattamento economico erogato a lavoratrici/tori – per periodi compresi fra l’11.3.2020 e l’8.5.2020 1 durante i quali non è stata (o non sarà) effettuata la prestazione lavorativa – saranno posti a carico del Fondo di solidarietà (sul quale ai sensi del D.L. “Cura Italia” confluiranno anche risorse pubbliche): pertanto graveranno solo in parte sul conto economico della banca (per l’integrazione alla retribuzione di cui si farà carico UBI – v. oltre).

L’intesa fa seguito all’accordo nazionale sottoscritto lo scorso 16 aprile che ne ha definito la “cornice”. Nel gruppo, il ricorso alle prestazioni ordinarie riguarderà circa n. 10.000 dipendenti per complessive 900.000 ore circa (corrispondenti a 120.000 giornate full time).

1 – Il periodo è individuato in considerazione del fatto che i provvedimenti varati fino ad oggi prevedono una durata massima di 9 settimane per il ricorso ad ammortizzatori sociali legati all’emergenza epidemiologica.

Ferie maturate in anni precedenti

In ragione del fatto che l’accordo nazionale prevede che prima di accedere alle risorse del Fondo si favorisca la preventiva fruizione delle ferie maturate in anni precedenti, l’intesa aziendale stabilisce che devono essere prioritariamente fruite o programmate (entro il 31/12/2020) eventuali giornate di ferie di competenza degli anni fino al 2019: tali giornate non rientreranno quindi nei periodi per i quali è richiesto l’intervento del Fondo.

Pertanto, solo in caso di mancata fruizione o programmazione di ferie pregresse, il periodo di sospensione/riduzione sarà imputato all’utilizzo di tali periodi.

Conversione delle causali di assenza

Le giornate fruite con causale PCM -PERMESSO EMERGENZA COVID 19 saranno quindi convertite:

– in giornate di ricorso al Fondo, nel limite delle risorse che saranno accordate a UBI;

– in giornate di ferie ,qualora al 31 dicembre 2020 residuino ferie di competenza di anni precedenti non programmate.

Eventuali giornate fruite fino all’8 maggio che non troveranno capienza nel Fondo, nonché quelle con causale PCM -PERMESSO EMERGENZA COVID 19 fruite successivamente a tale data, manterranno la medesima causale di permesso retribuito.

Condizioni economiche

Il Fondo per i casi di sospensione/riduzione dell’attività lavorativa eroga il cosiddetto “assegno ordinario” che corrisponde al 60% della retribuzione (con soglie differenziate a seconda delle fasce di reddito).

Considerato che l’accordo nazionale prevede una integrazione utile a garantire, ai lavoratori interessati e per le giornate in questione, il medesimo imponibile fiscale, con l’accordo aziendale è stato previsto che UBI si faccia carico della predetta integrazione.

Pertanto non vi sarà alcun nocumento dal punto di vista della retribuzione.

Rispetto all’accordo nazionale è stata altresì garantita una ulteriore integrazione per coloro che percepiscono l’assegno per il nucleo familiare(che l’INPS non eroga per i periodi di ricorso alla parte ordinaria del Fondo), in modo da assicurare atutti i dipendenti coinvolti lo stesso trattamento economico dei periodi di attività lavorativa.

I periodi di accesso alle prestazioni ordinarie del Fondo sono “neutralizzati a tutti gli effetti sul rapporto di lavoro di ciascun lavoratore interessato”: in altri termini non producono effetti negativi sui vari aspetti legati al rapporto di lavoro (a puro titolo esemplificativo, previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa,maturazione delle ferie, ecc.).

La busta paga relativa al riconoscimento dell’assegno ordinario riporterà evidenza dell’erogazione come “partita di giro” senza effetti per l’ammontare della retribuzione.

ALTRI TEMI

Lavoratrici/tori cautelativamente assenti per ragioni di salute (es. immunodepressione)

L’azienda ha ribadito la propria attenzione nei confronti di lavoratrici/tori cautelativamente assenti per ragioni di salute e ha dichiarato, in attesa di eventuali ulteriori provvedimenti legislativi che regolamentino la materia, la propria disponibilità ad adottare soluzioni che ne garantiscano l’incolumità, prolungando il permesso cautelare o abilitando allo smart working le persone che possano svolgere l’attività lavorativa con tale modalità.

In queste ore colleghe/o in permesso sanitario cautelativo vengono invitati dalle competenti strutture di risorse umane a contattare il medico competente, al quale dovranno descrivere la propria condizione per una opportuna valutazione.

Misure per la cura dei figli e altri familiari

Il confronto volto ad assicurare strumenti per la gestione delle necessità familiari, accresciute a causa dell’emergenza epidemiologica (chiusura scuole, incertezza rispetto alla disponibilità di strutture estive che possano accogliere bambine/i, ecc.) è stato posticipato per tenere conto anche delle misure che saranno previste dai prossimi decreti. L’azienda ha dichiarato comunque la propria disponibilità a individuare soluzioni, che saranno discusse in un incontro che si terrà entro il prossimo 8 maggio.

Confronto per il premio aziendale

Il confronto per il premio aziendale prenderà avvio domani nell’incontro fissato per le ore 14.30. Va fin d’ora precisato che relativamente al 2019 il premio sarà assoggettato a tassazione ordinaria e non potrà beneficiare della tassazione agevolata del 10%, non prevista per accordi raggiunti successivamente alla fine del periodo di competenza (anno 2019), in funzione dei chiarimenti forniti recentemente dall’Agenzia delle Entrate.

Contributo familiari disabili

L’azienda ha dichiarato che nuovi interventi in materia fiscale non consentono attualmente l’erogazione del contributo a favore di figli e genitori disabili con le modalità adottate in passato (che lo escludevano tra l’altro dall’imponibile previdenziale e fiscale). È stato pertanto previsto per i primi giorni di maggio un incontro per affrontare questo tema nei suoi molteplici aspetti.

Bergamo, 28 aprile 2020

Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Uilca/Uil – Unisin
Coordinamenti Gruppo UBI

 




BPER: nuovo accordo distributivo con UnipolSai, nasce Assurbanca

Nuovo accordo distributivo tra Bper Banca e UnipolSaiAssicurazioni. E’ stato perfezionato ieri e in pratica è stato introdotto un nuovo modello operativo denominato Assurbanca e potenziato, al contempo, il modello di bancassurazione già presente nel gruppo bancario.

L’intesa, firmata dal vice direttore generale vicario di Bper Banca, Stefano Rossetti, e dal direttore generale di UnipolSai, Matteo Laterza, identifica due specifiche macro-soluzioni industriali: per quanto riguarda Assurbanca le agenzie UnipolSai potranno promuovere prodotti bancari del gruppo Bper alla propria clientela, sia privati che aziende (fino a 10 milioni di fatturato).

Mentre per quanto riguarda la bancassurance le filiali di Bper potranno promuovere prodotti assicurativi di UnipolSai alla propria clientela nel segmento aziende, in una logica addizionale rispetto al catalogo di Arca Assicurazioni. L’attività di vendita sarà poi completata direttamente dalle rispettive reti, ciascuna per i prodotti di propria competenza.

L’accordo permetterà “rilevanti sinergie” per Bper, generate dalle nuove attività di AssurBanca e di BancAssicurazione, quantificabili in un contributo all’acquisizione di oltre 200.000 nuovi clienti e di circa 40.000 imprese assicurate.

“Siamo molto soddisfatti per il perfezionamento di questo accordo distributivo, che costituisce una novità assoluta nel panorama bancario e assicurativo italiano“, ha commentato l’ad di Bper Banca, Alessandro Vandelli, spiegando che “intendiamo costruire un modello operativo integrato che permetterà di valorizzare al massimo la partnership con UnipolSai e l’offerta alla clientela, con l’obiettivo di soddisfarne al meglio i bisogni“.

Inoltre, l’accordo consentirà a Bper di rafforzare la proposizione di valore nei confronti della clientela nei segmenti Small business e Pmi “con una potenziata capacità di consulenza assicurativa e di ampliare la propria capacità distributiva di prodotti bancari sul territorio, grazie alla rete di agenzie UnipolSai“, ha precisato Vandelli. L’intesa raggiunta, dunque, ”migliora ulteriormente l’efficacia operativa del gruppo Bper in un comparto strategico per il nostro modello di business“, ha concluso il banchiere.

In borsa il titolo UnipolSai segna un +1,54% a 2,25 euro, mentre Bper Banca un +0,56% a 2,155 euro nel giorno in cui si riunisce l’assemblea ordinaria e straordinaria della banca. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2019. In parte straordinaria la proposta di attribuzione al cda della facoltà, da esercitarsi entro il 31 marzo 2021, di aumentare il capitale fino a un massimo di 1 miliardo di euro, operazione necessaria per concludere l’acquisto di un ramo d’azienda da IntesaSanpaolo se l’istituto milanese concluderà con successo l’ops su Ubi.

 

fonte: Milano Finanza




Unipol entra in Popolare Sondrio: assist per fusione con Bper?

Il gruppo assicurativo, che detiene il 20% della banca modenese, potrebbe preparare la strada a un’aggregazione. Le due banche sono già legate dall’investimento comune in Arca Sgr

Unipol è entrata nel capitale della Banca Popolare di Sondrio con una quota dell’1,888%. La notizia della partecipazione, comunicata venerdì scorso, è l’ultima delle “sorprese” emerse con le nuove soglie rilevanti decise dalla Consob, fra cui anche la quota della stessa Unipol in Mediobanca, e anche in questo caso apre nuovi potenziali scenari che per il momento, va detto, restano confinati alle indiscrezioni di stampa. Non si può escludere però che la mossa possa aprire la strada a una futura operazione tra Bper, di cui Unipol è il maggiore azionista appena sotto il 20%, e appunto la Popolare di Sondrio, una fusione, nell’ambito del risiko delle banche di medie dimensioni che l’emergenza coronavirus ha messo per ora in secondo piano.

 

Unipol-Popolare Sondrio, primo passo per fusione con Bper?

Del resto Bper e Popolare Sondrio sono già legate dall’investimento comune in Arca Sgr, partenrship rafforzata nel 2019 incrementando le rispettive quote nella società e portandole al 57% (Bper) e 36,8%, dopo essersi equamente spartite il 40% appartenuto alle ex banche venete.

Bper sta già svolgendo un ruolo attivo nell’ambito dell’Ops presentata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca in data 17 febbraio 2020, che prevede la cessione all’istituto modenese di un ramo d’azienda costituito da 400-500 filiali e a Unipol della relativa parte assicurativa.

In questo contesto, secondo quanto ha scritto nel fine settimana il quotidiano Il Messaggero, l’ingresso di Unipol i Bps, sia pure con una quota limitata, potrebbe preludere a una potenziale trattativa con Bper finalizzata a una fusione, approfittando della liaison fra Modena e Sondrio nella partnership in Arca Sgr.

Popolare Sondrio e il nodo Spa

Da parte sua Bp Sondrio ha finora resistito all’obbligo di trasformazione in spa previsto dalla riforma Renzi. La riforma è attualmente al vaglio della Corte europea.

Ma l’istituto valtellinese è anche sotto i riflettori della Bce, che incalza Sondrio sul fronte del capitale e che negli ultimi mesi ha chiesto alla banca di rinunciare prima all’acquisizione di CariCento e poi un mese fa a quella di Farbanca per dare priorità all’azione di derisking.

Altro dossier aperto per Bps è il braccio di ferro con il fondo Amber, che si è visto stoppare la richiesta di ammissione a socio.

Bper, addio a Mps

Eventuali mire di Bper sulla Popolare di Sondrio, assieme all’acquisizione delle filiali Intesa Sanpaolo (se l’ops su Ubi andrà in porto), porterebbe comunque la banca guidata da Alessandro Vandelli ad allontanarsi dall’ipotesi di una fusione con Mps (quest’ultima tuttora appesa alle trattative tra il Mef e Bruxelles per lo smaltimento di almeno 10 miliardi di crediti deteriorati).

Intanto, guardando a Nord Ovest, nei giorni scorsi il cda di Bper ha approvato il progetto di fusione per incorporazione della Cassa di risparmio di Bra e della Cassa di Saluzzo.

 

Fonte: finanzareport.it




Polizze legate ai mutui: maxi-sanzione Antitrust a Unicredit, Bnl, Intesa e Ubi

La scure dell’Antitrust torna a colpire le quattro principali banche italiane con sanzioni, che nel complesso superano i 20 milioni di euro, per pratiche commerciali scorrette nell’ambito della vendita di polizze abbinate ai mutui. Nel dettaglio le sanzioni sono pari a 6,55 milioni di euro per Unicredit, 5,65 milioni di euro per Bnl, 4,8 milioni di euro per Intesa Sanpaolo e 3,75 milioni di euro per Ubi Banca.

Sanzioni pesanti inflitte anche in virtù della recidività delle banche (Ubi esclusa) che già in passato erano state destinatarie di provvedimenti per violazione del Codice del consumo. In particolare, in questo caso, le pratiche scorrette sanzionate sono state poste in essere dagli istituti di credito dal 2015-2017 e, secondo quando accertato dall’Antitrust, sono ancora in corso.

Nel recente passato Ivass e Banca d’Italia a più riprese hanno ribadito che non è possibile condizionare la concessione di mutui (surroghe comprese) alla sottoscrizione di polizze di vario genere collocate dalla stessa banca.

L’Antitrust sottolinea di aver ravvisato anche l’aggressività delle banche nel proporre vendite “baciate” allo sportello e ha calcolato una stima prudenziale del pregiudizio economico subito dai consumatori che per Unicredit ammonta a 100 milioni di euro annui, a fronte di ricavi per l’istituto pari a circa 36 milioni di euro. Per Bnl il pregiudizio per i clienti è pari a 106,5 milioni di euro annui, a fronte di ricavi per la banca di 33 milioni di euro. Nel caso di Intesa Sanpaolo la stima dei danni economici subiti dai mutuatari è pari a 250-300 di euro annui, a fronte di ricavi per la banca di 50-100 milioni. Infine il pregiudizio subito dai clienti di Ubi è di 30-35 milioni di euro, a fronte di ricavi per l’istituto pari 10-15 milioni di euro.

In più per Unicredit e Bnl è stata anche appurata la pratica commerciale scorretta di aver indotto i consumatori, intenzionati a concludere contratti di mutuo e/o di surroga, ad aprire un conto corrente presso la medesima Banca, ponendo tale apertura come condizione per la concessione del finanziamento.

Adesso si attende la replica delle banche che entro 60 giorni possono presentare ricorso al Tar avverso ai provvedimenti sanzionatori dell’Antitrust.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it

 




Banche: primi passi per l’offerta Intesa su Ubi, parola alla Consob

L’offerta prevede che per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione all’Offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione

L’operazione di Intesa Sanpaolo nei confronti di Ubi banca muove i primi passi. Il gruppo guidato da Carlo Messina ha depositato alla Consob il prospetto relativo all’offerta pubblica di scambio volontario sulla totalità delle azioni di Ubi.
L’offerta prevede che per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione all’Offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione.
La decisione della commissione di vigilanza arriverà entro i cinque giorni successivi dall’acquisizione di tutte le autorizzazioni da parte delle autorità (Bankitalia, Bce, Ivass).

Il calendario dell’operazione

Prima di poter arrivare alla fine dell’operazione bisognerà attendere diversi mesi, così come avevano già preannunciato i manager delle due banche.
Il prossimo appuntamento sarà l’assemblea straordinaria di Intesa Sanpaolo già convocata per il 27 aprile.
In quell’occasione gli azionisti dovranno decidere sulla proposta di delegare al consiglio d’amministrazione l’aumento del capitale sociale a servizio dell’offerta su Ubi Banca.
In questo frangente la Consob resterà in attesa delle autorizzazioni delle autorità di vigilanza che, secondo le previsioni fatte dalle due banche, arriverà tra maggio e giugno.

La parola a Ubi Banca
Con la pubblicazione del documento la parola passerà a Ubi Banca con il consiglio d’amministrazione che, avvalendosi degli advisor, si esprimerà sull’offerta, dando indicazioni ai propri azionisti.
In realtà l’umore di alcuni degli azionisti è già noto considerata la bocciatura da parte del Car, il patto di consultazione che vincola il 17,7% del capitale, e del Patto dei Mille (1,6%). I due gruppi di azionisti hanno definito l’offerta di Intesa come “ostile” e “inaccettabile”.
Dopo tutte queste tappe partirà il periodo di adesione all’offerta che sarà concordato da Intesa Sanpaolo con Borsa Italiana e avrà una durata compresa tra un minimo di 15 e un massimo di 40 giorni di borsa aperta.
L’offerta prevede che per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione all’offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione.
Dall’operazione nascerà un gruppo in grado di realizzare utili superiori ai 6 miliardi di euro al 2022. Si tratterà della terza banca europea per capitalizzazione di mercato, che salirà a 48 miliardi di euro, e la settima per ricavi, a quota 21 miliardi, con impieghi per circa 460 miliardi di euro e 1,1 trilioni di euro di risparmio degli italiani in gestione.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it

 

Leggi anche:

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/intesa-sanpaolo-lancia-unofferta-per-ubi-banca.html




Intesa Sanpaolo lancia un’offerta per UBI Banca

Intesa Sanpaolo ancora protagonista del risiko bancario con una offerta a sorpresa su Ubi banca, che ha appena presentato il suo nuovo piano industriale al 2022. La banca guida da Carlo Messina ha lanciato una offerta pubblica di scambio volontario sulla totalità delle azioni di Ubi banca. Una operazione, non concordata ma nemmeno ostile, con Ubi che non commenta l’offerta, finalizzata a “consolidare la leadership” di Cà de Sass nel settore bancario con un gruppo in grado di realizzare utili superiori ai 6 miliardi di euro al 2022. Per ogni 10 azioni di Ubi banca portate in adesione all’offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione, valorizzando quindi Ubi 4,86 miliardi di euro.

La cifra corrisponde ad un premio del 27,6% sui valori di Borsa di venerdì 14 febbraio pari a 3,3333 euro. Il consiglio d’amministrazione di Intesa Sanpaolo sottoporrà all’assemblea straordinaria, convocata per il 27 aprile, la proposta di aumento di capitale a servizio dell’offerta. Con il perfezionamento dell’offerta, Intesa avrà accesso ad oltre 3 milioni di clienti, tra retail, pmi e private distanding, di Ubi banca. UnipolSai ha già raggiunto un accordo con Cà de Sass per rilevare, in caso di successo dell’Opa, i rami d’azienda delle compagnie assicurative Banca Assurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita, partecipate da Ubi banca. Il gruppo assicurativo bolognese sosterrà poi un aumento da un miliardo di euro per Bper di cui è primo socio per il 19,9%.

La banca guidata da Alessandro Vandelli ha sottoscritto con Intesa un contratto che prevede l’acquisto di un ramo d’azienda composto da 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali ubicate prevalentemente nel nord dell’Italia. Entro venti giorni dalla data del 17 febbraio, Intesa Sanpaolo presenterà a Consob il documento d’offerta e allo stesso tempo le istanze per l’ottenimento delle autorizzazioni da parte di Bce, Banca d’Italia, Ivass e le autorità straniere interessate all’operazione. L’obiettivo dell’offerta è acquisire l’intero capitale sociale di Ubi ed il successivo delisting e fusione. Intesa Sanpaolo ritiene che la revoca delle azioni favorirà gli “obiettivi di integrazione, di creazione di sinergie e crescita del gruppo”.

 

Fonte: ANSA




UBI-Intesa Sanpaolo. I Segretari Generali: vigileremo su effetti per i lavoratori

 «L’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi ci ha colto di sorpresa, anche perché segue la presentazione del nuovo piano industriale del gruppo Ubi che andava nella direzione di una crescita stand alone della banca.”

Probabilmente, le dichiarazioni del presidente della Commissione di vigilanza della Bce, Andra Enria, rafforzate recentemente al Forex dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, rappresentavano qualcosa di più di una semplice analisi del settore.
La fusione crea valore per gli azionisti? Probabilmente sì.
Crea valore per il Paese? Probabilmente sì, considerato che nascerebbe un gruppo italiano di dimensioni europee.
Quello che ci preme di più però sono i riflessi che l’operazione potrebbe avere sui 110.000 lavoratori interessati. La nostra attenzione su questo argomenti è massima, anche se le prime dichiarazioni del gruppo Intesa sono volte a rasserenare il clima e la storia del gruppo Ubi è stata sempre improntata alla massima attenzione per il personale. Le nostre organizzazioni sindacali vigileranno attentamente su tutte le dinamiche occupazionali, organizzative e gestionali che riguarderanno le lavoratrici e i lavoratori. Valuteremo esclusivamente i fatti.

Lo dichiarano i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Giuliano Calcagni, Riccardo Colombani, Massimo Masi ed Emilio Contrasto.

 

I Segretari Generali
FABI | FIRST CISL | FISAC CGIL | UILCA | UNISIN

 

Scarica il volantino




UBI: comunicato stampa esodi

E’ stato sottoscritto in data 14 gennaio 2020 nel Gruppo UBI Banca dalle sigle sindacali FISAC CGIL, FIRST CISL, UILCA UIL, FABI e UNISIN, un accordo sindacale per un ricambio generazionale che consentirà  l’accoglimento di 300 domande di pensionamento per chi matura i requisiti entro il 2020 ovvero per l’ accesso al Fondo di Solidarietà del settore del credito (prepensionamento che non grava, per i suoi costi, sulla collettività restando a carico delle banche) per chi maturerà i requisiti pensionistici entro il 1 gennaio 2025 compreso. Le uscite prenderanno avvio a partire dal 1° febbraio 2020.

“Le uscite saranno volontarie e incentivate secondo le misure già previste dagli ultimi accordi in materia stipulati nel Gruppo UBI” dice Pierangelo Casanova segretario coordinatore FISAC CGIL del Gruppo UBI “e le assunzioni pattuite avverranno negli stessi territori da cui escono risorse, per garantire continuità occupazionale”.

A fronte delle uscite è stato convenuto un piano occupazionale che prevede 192 tra stabilizzazioni e assunzioni (di cui almeno 142 a tempo indeterminato) Di queste, cento si concretizzeranno entro il giugno 2020 mentre per il resto la scadenza massima sarà il 31 dicembre 2021.

“Sul fronte dell’occupazione siamo soddisfatti di aver superato lo storico limite di una assunzione ogni tre uscite così come del fatto che sia privilegiato abbondantemente il ricorso al tempo indeterminato” continua  Casanova  “inoltre bisogna apprezzare che, in un settore in profonda trasformazione come quello del credito, si realizzino operazioni di esodo su base volontaria e senza costi per la collettività.  Ora aspettiamo il nuovo piano industriale già più volte annunciato in UBI Banca sapendo che, come sindacato, sarà prioritaria l’attenzione a chi resta sul posto  di lavoro e garantisce utili e solidità patrimoniale al Gruppo.”




BPER – UBI Banca: fusione in arrivo?

La fusione tra BPER e UBI Banca è tornata ad infiammare le prime pagine dei quotidiani nazionali.

Stando alle ultime indiscrezioni in merito, anche i grandi soci avrebbero iniziato ad accarezzare l’ipotesi di merger tra i due istituti.

D’altronde le esigenze di consolidamento del comparto sono state a lungo sottolineate nel corso del 2019 ma fino ad oggi nessun player si è fatto avanti. La fusione tra UBI Banca e BPER potrebbe essere una delle combinazioni più plausibili.

Fusione BPER-UBI Banca: le indiscrezioni

Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, i grandi soci dei due istituti di credito avrebbero iniziato a guardare con crescente interesse all’ipotesi di avvicinamento.

A favorire la fusione tra BPER e UBI Banca, ha continuato il quotidiano economico, potrebbe essere proprio la presenza di “interlocutori di peso e ben definiti negli azionariati”.

Una caratteristica mancante in realtà quali Banco BPM, l’altro istituto spesso accostato alla compagine di Victor Massiah, che in seguito alla fusione non è mai riuscito a vantare soci di rilievo.

Certo è che le esigenze di consolidamento continueranno a farsi sentire nel Belpaese, in un mercato dove anche le piccole entità sono state rese sempre più fragili dal fardello dei crediti deteriorati. Anche la vigilanza europea sta oggi spingendo affinché queste realtà si fondano creando gruppi più solidi.

 

Fonte: www.money.it

 




Esternalizzazioni, scioperano i dipendenti UBI

Non accadeva dal 2007. In cento saranno trasferiti, la protesta venerdì 13 settembre.

Era lo scorso aprile quando, nel corso dell’assemblea degli azionisti, l’ad di Ubi, Victor Massiah si prodigava in complimenti nei confronti delle organizzazioni sindacali. «È stato un esempio di come si collabora in maniera civile, senza polemiche, senza veleni, ma in maniera sempre costruttiva per individuare le soluzioni migliori in un contesto di così grande difficoltà. Io — aveva concluso il banchiere — sono testimone della civiltà e costruttività con cui le organizzazione sindacali si sono comportate in questi anni e le ringrazio veramente di cuore».

Tempo cinque mesi ed ecco spuntare ieri il volantino con cui tutte le sigle annunciano la protesta. Il 13 settembre si scende in piazza. Evento non certo epocale, ma sicuramente inusuale per la banca, dal momento che andando a ritroso nel tempo se ne ricorda solo un altro, quando nel 2007, 1.200 dipendenti della neonata Ubi, finirono per migrare in Ubiss, la società di servizi (portata in dote dalla componente bresciana di Lombarda Sistemi e Servizi).

Dunque, la seconda discesa in piazza della storia. E nemmeno è inusuale il motivo per cui i sindacati chiamano a raccolta i dipendenti di tutte le società del gruppo (sono escluse le filiali). A Bergamo, prima per l’assemblea presso il Centro Congressi e poi per il presidio in piazza Vittorio Veneto (ma sono chiamate ad aderire anche altre 7 piazze, Brescia, Milano, Cuneo, Pesaro, Jesi, Bari e Chieti colpite dalle cessioni). Sul tavolo c’è il trasferimento dei rami di azienda ad Accenture Service e BCube con lo spostamento di un centinaio di unità. Nessuna dismissione, né perdita del posto di lavoro. In questo caso specifico, la tutela occupazionale è assicurata, fermo restando, peraltro, che nella recente storia di Ubi si contano già tre esternalizzazioni. La prima nel 2009, quando 50 dipendenti di Banca Depositaria finirono in Rbc Dexia, nel 2013 con 30 dipendenti di Ubi Fiduciaria trasmigrati in Unione Fiduciaria e, infine, a marzo di quest’anno con l’esternalizzazione dell’ufficio stamperia che contava 5 addetti. 

Non sul contingente, piuttosto è sul futuro che puntano i fari i sindacati: oggi 100 persone, ma domani? Si chiedono con un punto di domanda che campeggia sul volantino. Il domani, che vede di prossima emanazione il nuovo piano industriale con gli inevitabili controlli sulle spese come uno degli elementi portanti (lo è sempre, anche nelle semplici trimestrali) è figlio del passato anche recente che ha visto Ubi Banca ampliare, con l’acquisizione delle tre good bank, il proprio organico fino a 22.500 addetti. Scesi, con l’incentivazione all’esodo ai 20.300 di fine aprile ma, come rivelano fonti sindacali «con l’obbligo di un’ulteriore diminuzione dell’organico, per ottemperare gli obblighi della Bce, entro fine anno a 19.950. Che dovranno diventare 19.505 entro la fine del 2020». Nessun catastrofismo alla Unicredit, per intenderci, ma solo l’accensione dei riflettori da parte dei sindacati nell’alveo, comunque, della propositiva costruttività ricordata da Massiah. Interpellata in merito, Ubi non ha rilasciato dichiarazioni.

 

fonte: Il Corriere della Sera

 

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