Stangata su MPS: condannati Mussari e altri 12

Gli ex vertici erano a giudizio per le operazioni in derivati che occultarono le perdite del disastro Antonveneta. Condannate pure Deutsche Bank, Nomura e i loro dirigenti.

La stagione dei disastri bancari aperta nel 2012 dal terremoto del monte dei Paschi di Siena vede i primi banchieri condannati. E si parte proprio da Mps, dopo una sfilza di assoluzioni. Ieri i giudici di Milano hanno condannato gli ex vertici della banca senese per le irregolarità sulle operazioni finanziare messe in piedi dal dicembre 2008 al settembre 2012 per occultare le perdite causate dallo sciagurato acquisto di Antonveneta.

Nel 2008 Mussari decise di strapagare la malconcia banca padovana scucendo 9 miliardi di euro (più 8 di debiti) contro un valore reale di circa 3, sotto l’occhio vigile di Bankitalia, consapevole che Antonveneta se la passava male e che Mussari stava scassando il più antico istituto di credito del Paese. Per coprire le perdite dell’operazione, a Siena vennero messe in piedi operazioni in derivati, i cui effetti negativi si cercarono in seguito di occultare a bilancio.

In primo grado, ieri, sono stati condannati Mussari (7 anni e 6 mesi), l’ex dg Antonio Vigni (7 anni e 3 mesi) l’ex responsabile area finanza Gianluca Baldassarri (4 anni e 8 mesi) e 5 anni e 3 mesi sono stati dati a Daniele Pirondini (ex direttore finanziario). I reati vanno dal falso in bilancio all’aggiotaggio all’ostacolo alla vigilanza. Tra gli imputati – tutti condannati – c’erano anche sei ex dirigenti di Deutsche Bank e due ex manager di Nomura: entrambe le banche sono state condannate e per loro è stata ordinata la confisca di oltre 150 milioni di euro. Condannati gli ex manager di Deutsche Bank: Michele Faissola e Michele Foresti, per entrambi la pena è di 4 anni e 8 mesi, stessa pena per Ivor Scott Dunbar per il quale la Procura aveva chiesto l’assoluzione. Di 3 anni e sei mesi la pena inflitta a Dario Schiraldi, Matteo Angelo Vaghi (anche per lui la procura aveva chiesto l’assoluzione) e Marco Veroni. Condannati anche gli ex manager di Nomura Sadeq Sayeed (4 anni e 8 mesi), in qualità di ceo di Nomura international plc London, e Raffaele Ricci (3 anni e 5 mesi), all’epoca responsabile delle vendite per l’Europa e il Medio Oriente. La banca senese è uscita dal processo con un patteggiamento nel 2016. Gli istituti coinvolti e gli imputati hanno contestato la sentenza e annunciato il ricorso. Al centro del procedimento c’erano soprattutto le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, che secondo l’accusa sarebbero servite a nascondere perdite per oltre 2 miliardi.

La storia è nota. Dopo l’acquisto di Antonveneta, Mps deve chiudere in utile ed è a quel punto che arrivano Santorini (con Deutsche Bank) e Alexandria (Nomura) per rinviare in futuro perdite su operazioni pregresse. Due derivati, mascherati però a bilancio come operazioni scomposte, contabilizzate come un acquisto di titoli di Stato finanziato da “pronti contro termine” (in gergo Repo) e non come un Credit default swap (Cds), un derivato assicurativo sul rischio Italia venduto da Mps. Solo nel bilancio 2012, dopo l’esplosione dello scandalo e l’uscita dei vertici, emergeranno perdite per 700 milioni. E solo tre anni dopo i derivati sono stati contabilizzati come tali, un ritardo avallato dalle authority di vigilanza (per il quale sono a processo a Milano i successori di Mussari, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola). Dal 2008 Mps ha varato sei aumenti di capitale, l’ultimo dei quali, nel 2017, ha visto l’ingresso dello Stato. In 11 anni sono stati bruciati 36 miliardi di valore.

La condanna di ieri apre un fronte imbarazzante per la Banca d’Italia. La vicenda deflagrò a fine 2011, quando il neo governatore Ignazio Visco allontanò i vertici di Mps, sostituiti da Profumo e Viola. A fine 2012 i due scoprirono in una cassaforte in uso a Vigni il famigerato mandate agreement, che dimostrava la natura di “derivato” di Alexandria. Per Mussari, Vigni e Baldassarri scattò la denuncia per ostacolo alla vigilanza.
Gli ispettori di Bankitalia hanno giurato di non aver mai potuto classificare Alexandria come derivato in mancanza del mandato.

Gli ex vertici di Mps sono però stati assolti in via definitiva a maggio scorso. Secondo la sentenza d’appello (confermata in Cassazione) gli ispettori avevano gli elementi per capire la natura delle due operazioni e non ci fu volontà di ostacolare la vigilanza. Insomma, secondo i giudici le operazioni per occultare le perdite, Mussari e compagnia le hanno commesse. E Bankitalia, almeno nel 2011, ne era a conoscenza.

 

Articolo di Carlo Di Foggia sul Fatto Quotidiano del 10/11/2019

 




MPS: Pegaso 2 è sostenibile?

Si è svolto nei giorni scorsi il terzo incontro sulla revisione dei modelli di servizio e riportafogliazione della clientela “Pegaso 2”, all’indomani della procedura di spin off che ha riguardato la chiusura di 100 sportelli sul territorio nazionale.

L’obiettivo prospettico dichiarato dall’azienda è la redistribuzione sostenibile dei carichi di lavoro. Una prospettiva che, tra le altre, è caratterizzata da oltre duemila “esuberi” che il Piano di Ristrutturazione impone di regolare entro il 2021.

Un obiettivo difficile da raggiungere a parità di organici complessivi – da noi ritenuti insufficienti in relazione alla richiesta di produttività sempre crescente – attraverso quella che si prospetta, stime alla mano, come una poderosa mobilità professionale.

La scomposizione dei dati per singola Area Territoriale evidenzia impatti differenziati e non del tutto chiariti. Elemento comune a tutte le A.T. ridimensionamento da operare nei centri PMI quanto a clienti, impieghi e, proporzionalmente, addetti al comparto PMI. La “liberazione” di risorse, per altro per piccoli numeri, si presenta, al di là dei centri in chiusura o ridotti a distaccamenti, alquanto frammentata sul territorio nazionale.

Specularmente, ma per effetto di ingressi dal modello di servizio Valore oltre che da quello PMI, aumenta la base clienti Small Business e, proporzionalmente, gli addetti al comparto SB. Anche il comparto Key Clients (già Corporate Top) viene incrementato in relazione all’aumento della base clienti provenienti dalle PMI.

Sulle linee Valore, Premium e Modulo Commerciale le stime aziendali non sono univoche e non aiuta l’ulteriore trasformazione di “rango” da Paschi Valore a Modulo Commerciale (25 filiali), da Modulo Commerciale a Paschi Valore (26 filiali di cui 16 filiali incorporanti spin off) e, infine, da Modulo Commerciale a Sportello Avanzato (16 filiali).

Inoltre, ci preoccupa la stima degli impatti, non omogenei in tutte le A.T. ma tendenzialmente decrescenti sugli Operatori di Sportello – già ridotti ai minimi termini – ed ai Supporti Operativi, il cui parziale accentramento delle attività non ha certamente azzerato il carico di lavoro sulle filiali.

Come OO.SS. abbiamo posto l’attenzione sui temi della formazione, affiancamento e riqualificazione professionale delle risorse. Particolare importanza dovrà avere il confronto periferico con le RSA, decisivo per analizzare nel dettaglio le ricadute. Abbiamo, inoltre, sottolineato la rilevanza dei colloqui, da parte dei GRU con i colleghi coinvolti, che dovranno essere in primis di orientamento e solo successivamente di destinazione.

Questo ennesimo progetto aziendale rischia, infatti, di depauperare competenze anziché valorizzarle, di operare una massiccia riconversione professionale in assenza di reale coinvolgimento e condivisione dei Lavoratori oltre ad una mobilità territoriale, anche se minimizzata dall’azienda, senza contemperare le esigenze aziendali con i bisogni degli interessati.

Allo stato attuale, le informazioni in nostro possesso, per quanto corpose e analitiche, non ci consentono di valutarne del tutto l’equilibrio complessivo, e tantomeno la sostenibilità attuale e prospettica dei carichi di lavoro. Inoltre, la tempistica determinata dall’azienda per il coinvolgimento delle Aree Territoriali sulle attività commerciale, gestionale e organizzativa per arrivare alla redistribuzione dei portafogli a ridosso delle feste natalizie e cominciare il 2020 con il nuovo assetto definitivo, richiederà ai colleghi della Rete uno sforzo straordinario incompatibile con la buona gestione dell’ordinaria amministrazione, i progetti di sviluppo improvvidamente avviati limitando contestualmente l’offerta fuori sede e in sovrapposizione con il riassetto e la “propulsione” commerciale che, a dispetto delle affermazioni aziendali, non si è mai attenuata né tantomeno ci aspettiamo che lo sarà da qui alla fine dell’anno.

 Siena, 31 ottobre 2019                                            

LE SEGRETERIE




MPS: filiali cash light

Si è concluso lo scorso 6 agosto il confronto sull’estensione del cosiddetto modello “Cash Light”. Per ulteriori 220 Filiali l’operatività del servizio di cassa si svolgerà solo in orario mattutino a decorrere dal prossimo 2 settembre.

Abbiamo chiesto ed ottenuto che, per queste e per le precedenti 232 filiali già operanti in modalità cash light, la chiusura al pubblico della cassa e della Filiale avvenga 45 minuti prima della fine dell’orario di lavoro antimeridiano, in luogo dei trenta minuti attualmente previsti, per consentire l’attenta e puntuale effettuazione delle quadrature di cassa, ATM evoluti e Bancomat. Il tutto a beneficio di adempimenti che – lo ricordiamo – devono essere svolti nella totale sicurezza e nel rispetto delle regole aziendali.
La chiusura al pubblico pomeridiana sarà posticipata come per le precedenti Filiali Cash Light, con l’impegno aziendale di prevedere un lasso tempo di almeno 15 minuti intercorrente tra la chiusura al pubblico (orario di sportello) e il termine dell’orario di lavoro.

Abbiamo altresì condiviso che gli operatori di sportello, nel pomeriggio, svolgano attività a supporto della programmazione commerciale della Filiale purché accompagnati da idonei percorsi formativi.

Siena, 7 agosto 2019

Le Segreterie

 




MPS: accordo per la chiusura di 100 sportelli

Nei giorni scorsi è stato firmato unitariamente l’accordo sulla “Razionalizzazione della Rete Filiali”, così come previsto dal Piano di Ristrutturazione 2017-2021, per la chiusura di ulteriori 100 sportelli.

I Dipartimenti Risorse Umane di Area Territoriale effettueranno i colloqui individuali con tutti i Colleghi delle filiali in chiusura, che saranno riallocati prioritariamente nelle filiali incorporanti.
Nell’ipotesi di mobilità territoriale, come previsto anche per le precedenti chiusure, l’Azienda terrà in considerazione le domande di trasferimento in essere e le esigenze dei Colleghi coinvolti; per i casi in cui si dovesse verificare mobilità professionale – e nei processi di riqualificazione che potranno esserci a seguito del recupero di 185 risorse stimato dalle funzioni aziendali – saranno tenute in considerazione professionalità acquisite e competenze possedute.

Come OO.SS. abbiamo richiesto all’Azienda di tenere in dovuta considerazione le eventuali posizioni di particolare disagio che dovessero verificarsi a seguito delle chiusure previste così come fatto nelle precedenti operazioni della stessa natura.
La data dello spin off è prevista dalla Banca nel week-end del 19 e 20 ottobre p.v. e la chiusura, eventualmente previa trasformazione in sportelli avanzati senza autonomia contabile, avverrà in date da stabilire secondo le esigenze operative e commerciali della singola filiale.

L’Azienda effettuerà gli incontri, preventivi e specifici, con le RSA competenti, mentre a livello centrale, a richiesta di una delle parti, potrà avvenire la verifica dell’andamento del progetto, con particolare riferimento alle Risorse coinvolte.

Siena, 08 agosto 2018

LE SEGRETERIE

 




Fisac MPS contro Decreto Sicurezza e autonomie differenziate

O.D.G contro i provvedimenti governativi in materia di autonomia differenziata e sicurezza, approvato all’unanimità dal Direttivo di Coordinamento FISAC CGIL di
Banca e Gruppo Monte dei Paschi di Siena

Il Direttivo di Coordinamento Fisac CGIL della Banca e del Gruppo MPS, riunitosi a Roma il 5/8/2019, in relazione ai provvedimenti in corso di emanazione da parte del Governo sui temi dell’autonomia differenziata e della sicurezza, esprime netta contrarietà e ritiene non più rinviabile la prosecuzione della mobilitazione della CGIL a difesa della Costituzione, dell’unitarietà dei diritti fondamentali, dei diritti umani e della libertà di espressione del dissenso.

L’autonomia differenziata proposta in applicazione dell’art.116 della Costituzione, altro non è che un processo di frantumazione economica e sociale di un paese, l’Italia, che invece ha bisogno di provvedimenti che vadano in direzione opposta.

La CGIL ha affrontato il tema fin dal 2017. Le ricadute su lavoratrici e lavoratori saranno pesantissime in termini di aumento delle diseguaglianze nella esigibilità dei diritti fondamentali che già oggi spesso faticano ad affermarsi: sanità, istruzione, salario, lavoro, salute e sicurezza sul lavoro, governo del territorio, protezione civile sono solo alcuni dei 23 temi su cui l’autonomia differenziata può agire peggiorando le condizioni complessive di tutti.

E’ invece necessario dare attuazione ai principi fondamentali della Costituzione, come la definizione di norme quadro, di livelli essenziali delle prestazioni (LEP), di politiche nazionali che riducano i divari esistenti, di una politica contributiva progressiva ed effettivamente applicata a tutti e, ultimo non in ordine di importanza, del mantenimento del sistema perequativo.

In linea con le prese di posizione della CGIL, la Fisac CGIL della Banca e del Gruppo MPS ritiene pertanto inaccettabile qualunque impostazione che si ponga agli antipodi della solidarietà e dell’uguaglianza.

Il decreto sicurezza bis, invece, conferma il suo impianto persecutorio nei confronti dei diritti umani e della libertà di espressione del dissenso.

Sui temi dell’autonomia differenziata e della sicurezza si ritiene necessario debbano essere coinvolte le Lavoratrici ed i Lavoratori in un percorso di consapevolezza dei rischi e delle ricadute, auspicando la definizione a breve della mobilitazione di tutto il mondo del lavoro.

Forte e chiaro è quindi il NO della Fisac CGIL della Banca e del Gruppo MPS alla violazione dei diritti umani, alla negazione della libertà di espressione del dissenso, alla frammentazione dei diritti Costituzionali indisponibili quali ad esempio lavoro, sanità, istruzione, ambiente.

Roma, 5/8/2019

Approvato all’unanimità




Mps: Integrazione Contrattazione II Livello

In data 12 luglio 2019 le parti aziendali hanno sottoscritto un Accordo relativo al rinnovo della contrattazione di II livello, integrando così il percorso programmato lo scorso 31 dicembre con attinenza alle seguenti materie:

  • Condizioni ai Dipendenti
  • MPSolidale
  • Buono Pasto
  • Valutazione del Personale
  • Sviluppo Professionale

Sulle condizioni ai Dipendenti, in linea con le previsioni dell’Accordo 31 dicembre 2018, è stata portata a termine la procedura di miglioramento dei tassi e di ampliamento della durata relativamente a sovvenzioni ordinarie e prestiti Cassa Mutua.
Con riferimento, invece, al Welfare Aziendale, con particolare attinenza all’istituto contrattuale MPSolidale, è stata introdotta la possibilità per tutti i Dipendenti di devolvere non solo giornate intere, ma anche ore di permesso retribuito. Inoltre, il Sindacato ha richiesto la divulgazione di una specifica campagna di comunicazione indirizzata a Dirigenti e Top Management, per incrementare in maniera significativa il plafond di tale importante strumento solidaristico.
Parlando ancora di Welfare, relativamente al capitolo Ticket Pasto, l’istanza aziendale riguardante la richiesta di attivazione dello stesso anche in forma elettronica ha offerto la possibilità alle OO.SS. di richiedere – a partire dal 1° settembre 2019 – l’incremento del valore ad euro 6, dagli attuali euro 5,29 per i Lavoratori a tempo pieno, e ad euro 5, dagli attuali euro 4,50 per i Lavoratori a part-time. Verrà comunque avviata una fase sperimentale fino al 31 dicembre 2019, all’inizio della quale il Dipendente potrà richiedere il mantenimento del Buono Pasto in forma cartacea, negli attuali importi previsti.

Particolarmente importanti risultano poi le previsioni normative sottoscritte sui temi della gestione del Personale, a cominciare dal processo di valutazione dei Dipendenti.
Azienda e Sindacato, in ottica di semplificazione di tale processo e degli strumenti che lo compongono (in primis, scheda di valutazione), si sono impegnati ad avviare un confronto negoziale – partendo anche dalle previsioni dell’articolo 76 CCNL vigente – con l’obiettivo di pervenire alla costruzione di un percorso contrattuale, dove anche il “feedback intermedio” assuma carattere di obbligatorietà e di condivisione fra valutatore diretto e risorsa valutata.

Sullo sviluppo professionale dei Dipendenti, le OO.SS. prendono atto con favore della volontà aziendale di riattivare nel 2019 il processo promotivo ordinario, indirizzandolo in via prevalente ai livelli inferiori della III Area Professionale ed alla valorizzazione della posizione ricoperta e della prestazione professionale. E’ importante sottolineare, inoltre, che il processo promotivo sopra richiamato – grazie all’attività di incessante sensibilizzazione del Sindacato – proseguirà anche negli anni successivi, sulla base di valutazioni fra le parti circa la sostenibilità economica e gestionale dello stesso.
A prescindere dallo specifico tema delle promozioni, Azienda ed OO.SS. si impegnano comunque a definire un processo di confronto negoziale per disciplinare la materia dei percorsi di sviluppo professionale, in coerenza con gli obiettivi della contrattazione collettiva nazionale ed aziendale. Nel frattempo, al fine di individuare soluzioni migliorative di carattere contrattuale sulla gestione della mobilità territoriale legata alla “job rotation”, le parti hanno previsto la possibilità di utilizzare – in alternativa alla indennità giornaliera di pendolarismo – le richieste di rimborso degli abbonamenti per la fruizione dei mezzi pubblici, entro i limiti massimi di importo mensile indicati nella tabella inserita all’interno dell’Accordo.

I risultati raggiunti con la sottoscrizione dell’Intesa in analisi completano, al momento, il confronto bilaterale sui capitoli della contrattazione di II livello, rimandando ad una fase successiva al rinnovo del CCNL di settore la possibilità di apportare ulteriori miglioramenti alla normativa aziendale.

Le scriventi OO.SS. esprimono quindi un giudizio del tutto positivo sui contenuti dell’Accordo, che valorizzano elementi di equità distributiva (ticket pasto e condizioni ai Dipendenti), di responsabilità sociale (MPSolidale) e di solidarietà generazionale (promozioni e sviluppo professionale).

Siena, 12 luglio 2019

Le Segreterie
Fabi          First/Cisl          Fisac/Cgil          Uilca          Unisin




MPS: procedura chiusura filiali

In data 24 e 28 giugno u.s. si sono svolti i primi incontri relativi alla procedura di chiusura di 100 filiali avviata dalla Banca con lettera del 18 giugno.
Le filiali oggetto di procedura, cui si aggiungono 9 centri specialistici che verranno spostati in consedenza ad altre unità operative della Banca, saranno chiuse in coerenza con le previsioni del Piano di Ristrutturazione 2017 2021.

Le OO.SS. hanno rappresentato come, sebbene il numero di filiali non possa essere oggetto di trattativa, anche in questo lotto vi sia l’abbandono da parte della Banca di alcune piazze che aggravano la progressiva desertificazione bancaria in atto in alcuni territori.

I principali criteri utilizzati per l’individuazione delle filiali da chiudere sono gli stessi utilizzati nelle precedenti cessazioni e nello specifico:

  • Sovrapposizione;
  • Dimensioni commerciali;
  • Precedenza a filiali in locazione;

A tali criteri sono seguite verifiche di fattibilità con le funzioni Organizzazione ed Immobiliare e con il coinvolgimento delle Aree Territoriali, avendo cura di escludere dalla procedura filiali con servizi di Tesoreria che avrebbero potuto creare delle criticità .
In due casi avverrà l’inversione dei locali con la filiale incorporante (Arezzo Ag.2 e Monopoli Ag. 2).

La distanza media delle filiali in chiusura è di circa 6,5 km ed in particolare:
31 filiali entro 2 km;
22 filiali tra 2 e 5 km;
26 filiali tra 5 e 10 km;
21 filiali oltre 10 km (delle quali 3 oltre i 20 km).

In tema di presidio del territorio la Banca ha intenzione di mantenere effettivi gli ATM sulle piazze più distanti sicuramente fino a rilascio dei locali e per circa un terzo delle filiali anche a lungo termine attraverso i necessari interventi immobiliari.
Sono previsti nei casi in cui non sia possibile mantenere il Bancomat nei locali interventi commerciali sui costi di prelievo su bancomat di altri istituti. Le OO.SS. hanno richiesto che tali iniziative vengano effettuate in maniera accentrata liberando i Colleghi interessati dalle chiusure dalle relative incombenze.

La data di inizio lavori nelle filiali incorporanti viene stimata ad inizio settembre, mentre lo spin off sarà effettuato presumibilmente nella seconda metà di ottobre preceduto dalle consuete iniziative commerciali nei confronti della clientela. Particolare attenzione è posta dalle OO.SS. sulle attività di migrazione degli archivi.

Per la chiusura delle filiali di Firenze ag. 44 e Milano ag. 20 la clientela sarà migrata contemporaneamente su due filiali, sia in base al modello di servizio, che all’attività commerciale che sarà preventivamente effettuata sulla clientela dalla filiale stessa.
Delle filiali incorporanti 12 sono a modello Cash Light. Dopo l’intervento delle OO.SS. la Banca ha condiviso che 9 di dette filiali al momento della incorporazione diventeranno Cash Full. Nei restanti 3 casi, anche la filiale incorporata è Cash Light e non sussiste operatività sufficiente alla modifica.

Le OO.SS. nei due incontri avevano anche avanzato alcune perplessità su alcune accoppiate di filiali. La Banca, dopo ulteriori valutazioni con le proprie funzioni di Direzione Generale e con le A.T., ed illustrazione in trattativa delle motivazioni che hanno generato le tali scelte, ha deciso, al momento, di cambiare la filiale incorporante di Maglie che sarà Cutrofiano.

Un nuovo incontro per parlare dei dati degli organici è previsto per giovedì 11 luglio.

Siena, 4 luglio 2019

 

Le Segreterie
FABI          FIRST/CISL          FISAC/CGIL          UILCA          UNISIN

 

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MPS. Previdenza complementare: ripristino TFR

Qualche giorno fa tutti i colleghi sono stati destinatari di una comunicazione del Fondo Pensione relativa all’apertura di una finestra straordinaria per la variazione del contributo volontario, dopo il ripristino, con decorrenza dal 1° Aprile, della base di calcolo per il TFR, attraverso il recupero della tredicesima mensilità e di conseguenza senza la decurtazione del 23%.

L’aumento della base di calcolo del TFR, secondo le previsioni del CCNL, si riverbera anche sul contributo datoriale a Previdenza Complementare con un 2,50% (versato dall’azienda) calcolato per il futuro su una base più ampia.

A tale importantissimo risultato si è giunti grazie all’accordo sindacale del 31/12/2018 che, tra le altre previsioni, ha sancito (anche) la fine della penalizzazione dei lavoratori sul calcolo del TFR e di conseguenza un forte recupero, soprattutto per i giovani, sul salario differito, dopo sei anni di sacrifici imposti da politiche di contenimento dei costi finalizzate al risanamento e al ritorno alla redditività della Banca.

Alla luce dei dati del primo trimestre che registrano un utile netto di 28 milioni di euro e dopo le dichiarazioni dell’A.D. su possibili scenari di “aggregazioni o diversificazioni dimensionali” corre l’obbligo di ricordare che in questi anni i lavoratori hanno già pagato un prezzo altissimo e che, pertanto, eventuali operazioni che coinvolgeranno questo Gruppo, dovranno tener conto di quanto già espresso dagli stessi in termini di sacrifici economici e professionali, in uno scenario in cui le responsabilità per quanto accaduto alla nostra realtà creditizia sono rimaste, ad oggi, impunite.

Siena, 14 Maggio 2019




MPS. Nuove normative, budget: qualche segnale concreto

Il tema delle politiche commerciali, come noto, è oggetto da tempo di grande attenzione all’interno del settore bancario, sia a livello nazionale che aziendale. Importanti accordi e norme hanno cercato, spesso invano, di inquadrare e circoscrivere il fenomeno. L’organismo paritetico sulle politiche commerciali in BMPS, dopo un percorso lungo e spesso faticoso, ha cominciato a dare qualche segnale e risultato concreto, cercando di proporre soluzioni che andassero nella direzione auspicata dai Colleghi che vivono, ormai giornalmente, situazioni che in alcuni casi sono ampiamente oltre il limite della sostenibilità.

In data 26 aprile sono state finalmente emanate due importanti normative aziendali, il D 1844 e il D 1845(delle quali raccomandiamo integrale lettura), che regolano l’attività commerciale, disciplinano la Trasmissione, Esecuzione e Seguimento del Piano di Marketing Commerciale e chiariscono definitivamente cosa sia in coerenza, o meno, con i principi dell’Accordo MPS sulle politiche commerciali del 26/2/18.

Sono state tenute in buon conto le osservazioni delle OO.SS. in tema di:

  • INIZIATIVE TERRITORIALI/LOCALI:D 1844 5.1
  • OBIETTIVI/ANALISI RISULTATI A LIVELLO LOCALE: D 1845 2
  • STRUMENTI DI MONITORAGGIO GESTITI LOCALMENTE: D 1844 1.1
  • OBIETTIVI SU SINGOLI PRODOTTI: D 1845 2
  • ATTIVITÀ DI CONTROLLO E MONITORAGGIO SU TUTTI I LIVELLI DELLA BANCA DA PARTE DELLA FILIERA CONTROLLI/CONFORMITA’ AL FINE DI EVITARE FORZATURE: D 1844 6.1
  • DIVIETO DI RACCOLTA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE: D 1844 6.1 […]

Negli scorsi giorni si è svolto l’incontro tra azienda e OO.SS., previsto dagli accordi aziendali del 31/12/18, in materia di linee guida del BUDGET per l’anno 2019. In seguito alla delibera del CdA e del Comitato direttivo della Banca del marzo scorso, il budget annuo di conto economico è già stato inviato alle AT: tutte le unità produttive hanno caricato i propri obiettivi sugli strumenti ufficiali aziendali fino al 30/6, e dal 1 luglio p.v. avranno a disposizione il budget fino a fine anno. Nel rappresentarci i principi, le logiche e le modalità con cui sono stati declinati gli obiettivi aziendali statici (leggermente sovra pesati nel primo semestre) e dinamici (in questo caso con una mensilizzazione che tiene conto del recupero e della piena potenzialità dei flussi che non può superare il 20%), l’Azienda ci ha rappresentato anche alcuni elementi di contesto.

Come OO.SS. abbiamo fatto presente che, da tutta la Rete e non da oggi, tali obiettivi sono percepiti come, di fatto, irraggiungibili e pertanto risultano frustranti per tutti i colleghi ad ogni livello. Ne derivano, talvolta, pressioni dannose e inopportune da parte della filiera commerciale. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che lo scenario macro in cui sono stati definiti i target del piano di ristrutturazione alla banca da parte della Commissione Ue/Bce è profondamente e radicalmente cambiato rispetto al 2017 in molti aspetti: andamento mercati, PIL , economia, inflazione,spread, tassi etc. Non si può dunque pretendere che la rete di Mps possa raggiungere risultati di redditività e produttività, definiti a tavolino da parte di qualche regolatore e burocrate europeo, che non hanno alcun aderenza con la realtà operativa di tutti i giorni, scaricando poi responsabilità ed eventuali inadempienze sui dipendenti.

Nelle prossime settimane sarà nostra cura monitorare la situazione nella rete e l’applicazione delle nuove normative alla luce anche del nuovo modello organizzativo, per poi rivederci con l’Azienda nel mese di giugno per verificare se una discontinuità positiva, nell’attuazione delle politiche commerciali in Mps sia effettiva e non solo sulla carta.

 

Siena, 3 maggio 2019

 

LE SEGRETERIE
FABI          FIRST/CISL          FISAC/CGIL          UILCA          UNISIN

 

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MPS, Banco BPM, UBI e BPER: nuove aggregazioni in vista?

Quattro banche di media dimensione in Italia sono troppe? Mps, Ubi Banca, BancoBpm e Bper: entro un anno i quattro gruppi bancari diventeranno due, dopo l’auspicato (dalla Vigilanza europea) ma sempre rinviato processo di aggregazione? Due eventi in calendario nelle prossime settimane, sommati al contesto economico sfavorevole in Italia e alle attuali mini-valutazioni di mercato delle quattro banche – che complessivamente valgono in Borsa quasi 9 miliardi di euro ma quotano solo 0,3-0,5 volte il patrimonio netto – inducono a pensare che il riassetto potrebbe davvero partire nella seconda metà dell’anno.

Il primo evento da tenere presente sono le imminenti assemblee dei soci, in cui i manager si troveranno a indicare le prospettive ad azionisti che – almeno per Ubi, BancoBpm e Bper – non sono più i vecchi soci delle cooperative ma gli investitori istituzionali che controllano oltre il 50% del capitale delle nuove società per azioni. Si comincia domani con BancoBpm, per proseguire l’11 aprile con Banca Mps, il 12 aprile con Ubi Banca e chiudere il 17 aprile con Bper. Solo in Ubi Banca sarà rinnovato il cda che così, con un triennio davanti, potrà decidere che ruolo giocare nel riassetto che sta per aprirsi. Il ceo Victor Massiah ha più volte detto che la banca valuta aggregazioni e ora sta arrivato il tempo di fare le scelte. Ma anche i vertici delle altre tre banche, a partire da Mps controllata dallo Stato, non potranno evitare di spiegare in assemblea agli investitori se si punta davvero a uno scenario di aggregazioni. E c’è da credere che proprio a Siena, il ceo di Mps Marco Morelli darà conto agli azionisti di tutte le riflessioni già avviate da parte del cda in materia di alleanze.

Il secondo evento scatenante del riassetto sta proprio a Siena. O meglio, a Roma. Il Governo ha l’obbligo da giugno in poi, e comunque entro dicembre di quest’anno, di codificare in un documento da inviare alla commissione Ue le modalità con cui intende procedere all’uscita dal capitale del Monte entro la scadenza del 2021. L’ipotesi della diluizione della quota attraverso l’aggregazione di Mps con un’altra banca è la soluzione più probabile e destinata a far scattare la scintilla del riassetto. Si farà avanti di nuovo Ubi? O BancoBpm? O la Bper a trazione Unipol? Tutte le principali banche d’affari stanno cercando di posizionarsi in vista del «gioco delle coppie» bancario che sta per aprirsi. Siamo ancora nella fase preparatoria, quella in cui «tutti parlano con tutti», ma anche tra i vertici delle banche coinvolte, da quanto trapela, sarebbero già partiti i primi sondaggi esplorativi.

Gli ostacoli alle fusioni, come sempre, sono la governance e la sede dell’headquarter. Ma i timori per la redditività futura, oltreché per gli ingenti investimenti da sostenere per un vero passaggio al digital banking, stanno imponendo una revisione dell’agenda. Soprattutto alla luce dello scenario macroeconomico che si va delineando per l’Italia, con le inevitabili ricadute per i bilanci bancari. Il margine di interesse è destinato a restare sotto pressione: l’atteso rialzo dei tassi non ci sarà e la domanda di credito, complice un’economia quantomeno stagnante, è destinata a frenare. L’attenzione al mix tra evoluzione dei Risk weighted asset (Rwa) e l’assorbimento di capitale porterà, anche a seguito dell’addendum Bce, a concentrare i prestiti alla clientela con il miglior merito di credito, più «tranquilla» ma meno remunerativa per le banche.

Se questo è lo scenario per gli impieghi nel biennio 2019-2020, anche sul lato del funding c’è poco da essere ottimisti. Il rischio Italia si fa sentire e le (poche) banche che negli ultimi sei mesi si sono affacciate sul mercato per collocare bond Tier2 hanno dovuto pagare tassi quasi doppi rispetto a un anno fa. A fine 2018 la Bce varerà la nuova Tltro, che servirà a gestire in modo ordinato le scadenze dei bond bancari. Ma non c’è dubbio che, tenendo anche conto delle emissioni Mrel da effettuare nei prossimi anni, il costo medio della raccolta è destinato ad aumentare. Difficile invece che la liquidità in arrivò dalla Tltro possa essere dirottata, come è stato fatto nelle precedenti occasioni, nell’acquisto di BTp stanti le pressioni della Vigilanza a diversificare l’esposizione ai debiti sovrani.

Quello che si va prefigurando non è uno scenario di tempesta, a meno di una vera e propria recessione che farebbe riesplodere anche il nodo degli Npl, ma è certamente pregiudizievole della redditività futura. E tale da far considerare i vantaggi dalle sinergie di costo che si otterrebbero in caso di aggregazione.

 

Fonte: ilsole24ore.com