Polizze legate ai mutui: maxi-sanzione Antitrust a Unicredit, Bnl, Intesa e Ubi

La scure dell’Antitrust torna a colpire le quattro principali banche italiane con sanzioni, che nel complesso superano i 20 milioni di euro, per pratiche commerciali scorrette nell’ambito della vendita di polizze abbinate ai mutui. Nel dettaglio le sanzioni sono pari a 6,55 milioni di euro per Unicredit, 5,65 milioni di euro per Bnl, 4,8 milioni di euro per Intesa Sanpaolo e 3,75 milioni di euro per Ubi Banca.

Sanzioni pesanti inflitte anche in virtù della recidività delle banche (Ubi esclusa) che già in passato erano state destinatarie di provvedimenti per violazione del Codice del consumo. In particolare, in questo caso, le pratiche scorrette sanzionate sono state poste in essere dagli istituti di credito dal 2015-2017 e, secondo quando accertato dall’Antitrust, sono ancora in corso.

Nel recente passato Ivass e Banca d’Italia a più riprese hanno ribadito che non è possibile condizionare la concessione di mutui (surroghe comprese) alla sottoscrizione di polizze di vario genere collocate dalla stessa banca.

L’Antitrust sottolinea di aver ravvisato anche l’aggressività delle banche nel proporre vendite “baciate” allo sportello e ha calcolato una stima prudenziale del pregiudizio economico subito dai consumatori che per Unicredit ammonta a 100 milioni di euro annui, a fronte di ricavi per l’istituto pari a circa 36 milioni di euro. Per Bnl il pregiudizio per i clienti è pari a 106,5 milioni di euro annui, a fronte di ricavi per la banca di 33 milioni di euro. Nel caso di Intesa Sanpaolo la stima dei danni economici subiti dai mutuatari è pari a 250-300 di euro annui, a fronte di ricavi per la banca di 50-100 milioni. Infine il pregiudizio subito dai clienti di Ubi è di 30-35 milioni di euro, a fronte di ricavi per l’istituto pari 10-15 milioni di euro.

In più per Unicredit e Bnl è stata anche appurata la pratica commerciale scorretta di aver indotto i consumatori, intenzionati a concludere contratti di mutuo e/o di surroga, ad aprire un conto corrente presso la medesima Banca, ponendo tale apertura come condizione per la concessione del finanziamento.

Adesso si attende la replica delle banche che entro 60 giorni possono presentare ricorso al Tar avverso ai provvedimenti sanzionatori dell’Antitrust.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it

 




Intesa Sanpaolo sbarra accesso a filiali: solo su appuntamento per operazioni indifferibili

Intesa Sanpaolo limita ulteriormente le regole di accesso alle filiali che risultano aperte durante l’emergenza Covid-19.

Nell’assicurare la tutela del proprio personale e il costante presidio dei servizi alla propria clientela, la banca ha deciso che a partire da domani 17 marzo sarà possibile accedere alle filiali del Gruppo esclusivamente su appuntamento.
Per i clienti sarà possibile richiedere l’appuntamento telefonicamente, per le sole operazioni indifferibili e non altrimenti eseguibili attraverso i canali diretti e digitali della banca, come gli sportelli automatici, la filiale online (telefonica) e la piattaforma di home banking.

Come già comunicato in data 12 marzo 2020, la tutela delle nostre persone, nel rispetto della garanzia della continuità e qualità del servizio, è una delle priorità di Intesa Sanpaolo anche in questa delicata fase di emergenza”, conclude la nota della maggiore banca italiana. Sportelli automatici e bancomat continueranno a mantenere la consueta operatività e accessibilità.

L’emergenza Covid-19 ha spinto i sindacati oggi a chiedere la chiusura di tutte le filiali bancarie in Italia per almeno due settimane. In precedenza l’ABI aveva raccomandato agli italiani di evitare di andare in banca.

 

Fonte: www.finanzaonline.it




Banche: primi passi per l’offerta Intesa su Ubi, parola alla Consob

L’offerta prevede che per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione all’Offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione

L’operazione di Intesa Sanpaolo nei confronti di Ubi banca muove i primi passi. Il gruppo guidato da Carlo Messina ha depositato alla Consob il prospetto relativo all’offerta pubblica di scambio volontario sulla totalità delle azioni di Ubi.
L’offerta prevede che per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione all’Offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione.
La decisione della commissione di vigilanza arriverà entro i cinque giorni successivi dall’acquisizione di tutte le autorizzazioni da parte delle autorità (Bankitalia, Bce, Ivass).

Il calendario dell’operazione

Prima di poter arrivare alla fine dell’operazione bisognerà attendere diversi mesi, così come avevano già preannunciato i manager delle due banche.
Il prossimo appuntamento sarà l’assemblea straordinaria di Intesa Sanpaolo già convocata per il 27 aprile.
In quell’occasione gli azionisti dovranno decidere sulla proposta di delegare al consiglio d’amministrazione l’aumento del capitale sociale a servizio dell’offerta su Ubi Banca.
In questo frangente la Consob resterà in attesa delle autorizzazioni delle autorità di vigilanza che, secondo le previsioni fatte dalle due banche, arriverà tra maggio e giugno.

La parola a Ubi Banca
Con la pubblicazione del documento la parola passerà a Ubi Banca con il consiglio d’amministrazione che, avvalendosi degli advisor, si esprimerà sull’offerta, dando indicazioni ai propri azionisti.
In realtà l’umore di alcuni degli azionisti è già noto considerata la bocciatura da parte del Car, il patto di consultazione che vincola il 17,7% del capitale, e del Patto dei Mille (1,6%). I due gruppi di azionisti hanno definito l’offerta di Intesa come “ostile” e “inaccettabile”.
Dopo tutte queste tappe partirà il periodo di adesione all’offerta che sarà concordato da Intesa Sanpaolo con Borsa Italiana e avrà una durata compresa tra un minimo di 15 e un massimo di 40 giorni di borsa aperta.
L’offerta prevede che per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione all’offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione.
Dall’operazione nascerà un gruppo in grado di realizzare utili superiori ai 6 miliardi di euro al 2022. Si tratterà della terza banca europea per capitalizzazione di mercato, che salirà a 48 miliardi di euro, e la settima per ricavi, a quota 21 miliardi, con impieghi per circa 460 miliardi di euro e 1,1 trilioni di euro di risparmio degli italiani in gestione.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it

 

Leggi anche:

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/intesa-sanpaolo-lancia-unofferta-per-ubi-banca.html




Intesa Sanpaolo: il punto su nuovo modello bdt, fol e gestori remoti, autonomia gestionale, embarghi, ofs, assegni e banconote

Nuovo Modello di servizio e portafogliazione

Nell’incontro del 19 febbraio abbiamo fatto una prima verifica sulle ricadute del nuovo modello distributivo di Banca dei Territori. L’azienda ha fornito una serie di dati che “fotografano” e raffrontano i numeri dei colleghi impiegati nei vari ruoli ante e post introduzione del nuovo modello il 20 gennaio. Nei prossimi giorni vi forniremo il dettaglio di questo raffronto. Qui invece entreremo da subito nel dettaglio dell’argomento che ha occupato buona parte del confronto odierno, ovvero le modalità di funzionamento della nuova portafogliazione con particolare riferimento al cosiddetto portafoglio in pool di filiale, nonché alla ricaduta in termini di carichi di lavoro per i gestori.

L’azienda ha spiegato che il portafoglio in pool di ciascuna filiale:

  • Non è in carico al Direttore.
  • Comprende esclusivamente clienti che per un lungo periodo di tempo non hanno avuto contatti con la banca.
  • Costituisce un bacino di clienti che volta per volta (attraverso un “motore” automatizzato) vengono assegnati a uno specifico gestore nel caso in cui autonomamente mostrino interesse per qualche prodotto aziendale oppure vengano inseriti in specifiche campagne di prodotto. Tali clienti rimangono nel portafoglio a cui sono stati assegnati nel caso in accettino di avviare un rapporto continuativo con la banca, altrimenti tornano ad essere assegnati al portafoglio in pool.

L’azienda ha comunicato che l’insieme dei clienti che compongono i vari portafogli in pool è passato da oltre 3.100.000 prima dell’attivazione del nuovo modello agli attuali circa 2.800.000.  L’azienda sostiene inoltre che la composizione dei nuovi portafogli ha visto un incremento del numero dei rapporti stabilmente in capo a ciascun gestore in misura “statisticamente frizionale” e in ogni caso non tale da produrre un incremento dei carichi di lavoro, poiché – sempre secondo l’azienda – ciò che deve essere preso in considerazione non è il numero dei clienti, ma la loro complessità gestionale.

Abbiamo fortemente contestato questa affermazione che non trova riscontro nell’esperienza quotidiana dei colleghi e peraltro non appare nemmeno suffragata da una sufficiente disaggregazione dei dati numerici che l’azienda non è stata in grado di fornire al momento. Abbiamo quindi chiesto un approfondimento sui dati relativi alla portafogliazione disaggregati non solo per “filiere” Exclusive e Retail, ma che dia conto anche delle quantità di Clientela Affluent, Aziende Retail, Retail Statica, Retail Dinamica e così via. L’azienda ha ammesso che il “motore” ha avuto problemi di funzionamento al suo avvio e che deve essere ancora implementato per la segnalazione delle scadenze.

Il confronto sui Ruoli e Percorsi Professionali  si aprirà il 26 febbraio. Come FISAC-CGIL nella trattativa vogliamo normare le figure professionali derivanti dal nuovo modello di servizio ed acquisire tutte le tutele e le salvaguardie per i colleghi inseriti in percorsi professionali

 

Fol e filiali Remote

L’azienda ha fornito anche su queste strutture una serie di dati, che distribuire o. La struttura delle FOL, oggi costituita da 17 sale di diverse dimensioni, è ampiamente diffusa su tutto il territorio nazionale. L’azienda ha dichiarato che questa scelta organizzativa viene mantenuta per portare lavorazioni sul territorio ed evitare processi di mobilità territoriale ai colleghi, che potrebbero essere conseguenti agli sviluppi del Piano di Impresa.

Secondo l’azienda i dati illustrati dimostrerebbero che la frequenza delle turnazioni negli orari estremi è accettabile, inoltre anche in FOL vengono accolte le richieste di spostamento avanzate dai colleghi. Come FISAC-CGIL abbiamo nettamente contestato queste affermazioni in quanto i colleghi di tutte le sale ci rappresentano una realtà ben diversa: l’adibizione ai turni estremi è sempre più estesa ed insostenibile , mentre la gestione delle richieste avanzate dai lavoratori continua ad essere troppo macchinosa ed aleatoria. Abbiamo pertanto richiesto all’azienda di fornirci nuovi dati più attendibili sulla distribuzione dei colleghi nelle fasce di orario.

L’azienda ha dichiarato ufficialmente che a far tempo da marzo non sarà più applicato il cosiddetto orario “a scacchiera”. Come FISAC-CGIL abbiamo dichiarato che vigileremo attentamente affinché questa scelta non determini un ulteriore peggioramento della presenza in orari estremi. Avevamo sempre criticato la “scacchiera” in quanto rendeva più difficile i cambi turno, per cui da questo punto di vista apprendiamo con favore la novità ; a fronte della nostra sollecitazione, l’azienda ha però ammesso che la procedura informatica per il cambio turno non è ancora stata rilasciata completamente da DSI.

Relativamente ai Gestori Remoti l’azienda ha ammesso che non darà più corso alle erogazioni economiche per i 44 colleghi che erano inseriti in percorsi professionali nelle loro precedenti strutture; la motivazione di questa scelta sarebbe che il Gestore Remoto non è una figura al momento normata contrattualmente. Come FISAC-CGIL riteniamo sbagliata e provocatoria questa posizione che penalizza ingiustamente colleghi che si sono dati volontariamente disponibili ad essere inseriti nella sperimentazione di una nuova tipologia di servizio alla clientela, che riveste grande importanza nello sviluppo del Piano di Impresa. Nella trattativa sui Ruoli professionali che si aprirà il 26 febbraio vogliamo normare adeguatamente la figura del Gestore Remoto trovando tutte le tutele per i colleghi attualmente coinvolti.

Come FISAC CGIL abbiamo infine denunciato il fatto che periodicamente, e in diverse sale, i Responsabili richiedono a tutti gli addetti di presentare la certificazione medica a decorrere dal primo giorno di malattia. Fermo restando che questa è una possibilità prevista dalla normativa, rimane il fatto che in tutto il Gruppo viene esercitata solo in rarissimi casi. Riteniamo che anche questa prassi sia profondamente sbagliata perché un Responsabile non può scaricare sulla collettività di tutti i colleghi eventuali problematiche gestionali di singoli. Abbiamo quindi richiesto all’azienda di intervenire monitorando il fenomeno e dare le corrette indicazioni gestionali.

La FOL è un strumento importante per lo sviluppo di Intesa Sanpaolo e le persone che vi sono addette non possono avere condizioni di vita e di lavoro diverse da quelle di tutti gli altri colleghi del Gruppo.

 

Circolare aziendale sulle “Facoltà di autonomia gestionale”

Abbiamo nuovamente sollecitato un chiarimento sulla circolare emanata recentemente , che ha sollevato molte preoccupazioni nei colleghi. L’azienda ha dichiarato che nella circolare è stato erroneamente equiparato l’utilizzo della mail aziendale alle modalità di comunicazione formale con la clientela (fogli informativi), con il paradossale effetto di impedire di fatto l’utilizzo della mail aziendale: l’applicazione della normativa comporterebbe infatti che qualsiasi mail dovrebbe essere controfirmata da un Dirigente o un Quadro Direttivo della struttura preposta. L’azienda ha chiarito che la circolare verrà corretta nei necessari tempi tecnici.

 

Questioni relative alla Procedura Embarghi

Abbiamo consegnato all’Azienda il dettaglio delle questioni procedurali da chiarire in merito alla Procedura Embarghi (ne avevamo parlato qui) e l’azienda ci ha risposto che procederà con i necessari approfondimenti e successivamente ci fornirà le risposte del caso.

 

Offerta Fuori Sede

Abbiamo sottolineato che anche su questa materia la recente normativa sta creando molta confusione. L’azienda ha chiarito che è in corso di completamento l’invio delle lettere di incarico con mandato all’offerta fuori sede di prodotti assicurativi per tutti i gestori imprese, specificando che dovrebbero essere in corso di soluzione tutti i problemi tecnici che avevano determinato il rallentamento di tali invii e la conseguente confusione in merito. Ha inoltre precisato di non aver ancora preso una decisione definitiva in merito al funzionamento a regime dell’Offerta Fuori Sede per i Gestori della clientela Affluent delle Filiali Retail, che quindi potrà essere confermato e meno nell’ambito dello sviluppo del nuovo modello.

 

Sanzioni MEF assegni liberi e banconote sospette di falsità

Abbiamo fatto il punto sulle sanzioni MEF per operazioni antecedenti il 31/7/2018 relative ad assegni liberi oltre i 1.000 € o banconote sospette di falsità (ne avevamo parlato qui). Il totale di queste operazioni la cui sanzione viene resa in carico dalla banca è di 171: 110 relative ad assegni e 61 relative a banconote. L’azienda ha già provveduto al pagamento diretto di 43 sanzioni e al rimborso di 28 sanzioni pagate dai colleghi. Cogliamo l’occasione per ribadire ai colleghi la necessità di prestare la massima attenzione alla negoziazione degli assegni (occorre procedere alla segnalazione di qualsiasi assegno libero di importo pari o superiore ai 1.000€) e ai tempi di segnalazione delle banconote sospette di falsità (5 giorni lavorativi, compreso il sabato) pena pesanti sanzioni economiche da parte del MEF che – per eventi successi al 31/7/2018 – restano a completo carico del dipendente

Dal sito internet Fisac Gruppo Intesa Sanpaolo

 

 




Intesa Sanpaolo lancia un’offerta per UBI Banca

Intesa Sanpaolo ancora protagonista del risiko bancario con una offerta a sorpresa su Ubi banca, che ha appena presentato il suo nuovo piano industriale al 2022. La banca guida da Carlo Messina ha lanciato una offerta pubblica di scambio volontario sulla totalità delle azioni di Ubi banca. Una operazione, non concordata ma nemmeno ostile, con Ubi che non commenta l’offerta, finalizzata a “consolidare la leadership” di Cà de Sass nel settore bancario con un gruppo in grado di realizzare utili superiori ai 6 miliardi di euro al 2022. Per ogni 10 azioni di Ubi banca portate in adesione all’offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione, valorizzando quindi Ubi 4,86 miliardi di euro.

La cifra corrisponde ad un premio del 27,6% sui valori di Borsa di venerdì 14 febbraio pari a 3,3333 euro. Il consiglio d’amministrazione di Intesa Sanpaolo sottoporrà all’assemblea straordinaria, convocata per il 27 aprile, la proposta di aumento di capitale a servizio dell’offerta. Con il perfezionamento dell’offerta, Intesa avrà accesso ad oltre 3 milioni di clienti, tra retail, pmi e private distanding, di Ubi banca. UnipolSai ha già raggiunto un accordo con Cà de Sass per rilevare, in caso di successo dell’Opa, i rami d’azienda delle compagnie assicurative Banca Assurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita, partecipate da Ubi banca. Il gruppo assicurativo bolognese sosterrà poi un aumento da un miliardo di euro per Bper di cui è primo socio per il 19,9%.

La banca guidata da Alessandro Vandelli ha sottoscritto con Intesa un contratto che prevede l’acquisto di un ramo d’azienda composto da 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali ubicate prevalentemente nel nord dell’Italia. Entro venti giorni dalla data del 17 febbraio, Intesa Sanpaolo presenterà a Consob il documento d’offerta e allo stesso tempo le istanze per l’ottenimento delle autorizzazioni da parte di Bce, Banca d’Italia, Ivass e le autorità straniere interessate all’operazione. L’obiettivo dell’offerta è acquisire l’intero capitale sociale di Ubi ed il successivo delisting e fusione. Intesa Sanpaolo ritiene che la revoca delle azioni favorirà gli “obiettivi di integrazione, di creazione di sinergie e crescita del gruppo”.

 

Fonte: ANSA




UBI-Intesa Sanpaolo. I Segretari Generali: vigileremo su effetti per i lavoratori

 «L’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi ci ha colto di sorpresa, anche perché segue la presentazione del nuovo piano industriale del gruppo Ubi che andava nella direzione di una crescita stand alone della banca.”

Probabilmente, le dichiarazioni del presidente della Commissione di vigilanza della Bce, Andra Enria, rafforzate recentemente al Forex dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, rappresentavano qualcosa di più di una semplice analisi del settore.
La fusione crea valore per gli azionisti? Probabilmente sì.
Crea valore per il Paese? Probabilmente sì, considerato che nascerebbe un gruppo italiano di dimensioni europee.
Quello che ci preme di più però sono i riflessi che l’operazione potrebbe avere sui 110.000 lavoratori interessati. La nostra attenzione su questo argomenti è massima, anche se le prime dichiarazioni del gruppo Intesa sono volte a rasserenare il clima e la storia del gruppo Ubi è stata sempre improntata alla massima attenzione per il personale. Le nostre organizzazioni sindacali vigileranno attentamente su tutte le dinamiche occupazionali, organizzative e gestionali che riguarderanno le lavoratrici e i lavoratori. Valuteremo esclusivamente i fatti.

Lo dichiarano i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Giuliano Calcagni, Riccardo Colombani, Massimo Masi ed Emilio Contrasto.

 

I Segretari Generali
FABI | FIRST CISL | FISAC CGIL | UILCA | UNISIN

 

Scarica il volantino




ISP: il miglior risultato economico dal 2007

Le OO.SS. chiedono assunzioni, riconoscimenti economici e un miglior clima aziendale.

La nuova COO Paola Angeletti ha illustrato oggi con competenza e concisione i brillanti risultati 2019 del Gruppo, partendo dall’utile netto che è il più alto degli ultimi 11 anni, evidenziando la crescita dei ricavi, il controllo dei costi, la riduzione del costo del credito, la riduzione degli npl per arrivare ad uno stato patrimoniale rafforzato.

A questo ha aggiunto l’impegno sociale e culturale del Gruppo sottolineando i 50 miliardi di nuovi finanziamenti a supporto della green economy.

Sulle operazioni societarie ha dichiarato che le Banche non possono più rimanere chiuse al loro interno, ma devono stipulare accordi con altre aziende leader di specifici settori.

Infine ha evidenziato l’importanza e la centralità dei dipendenti e ha anticipato che tutte le Divisioni hanno superato gli obiettivi di budget e ciò consentirà l’erogazione piena del PVR contrattato per il 2019.

Come Organizzazioni Sindacali abbiamo rimarcato come tali risultati siano frutto di grande impegno e abnegazione da parte di tutti i colleghi che operano spesso in situazioni difficili, anche a fronte delle continue riorganizzazioni aziendali.

Per questo motivo abbiamo richiesto:

  • Una lungimirante politica occupazionale con assunzioni che assicurino futuro al Gruppo, destinate in particolare alla Rete, al Sud ed alle zone disagiate del Paese
  • La salvaguardia della presenza territoriale della Rete, anche per evitare le ricadute sul tessuto sociale
  • Un riconoscimento economico adeguato ai colleghi che redistribuisca gli utili
  • Sviluppo della professionalità anche attraverso una formazione concretamente fruibile e di qualità
  • Uno stop alle pressioni commerciali anche in relazione agli impegni previsti dal recente contratto nazionale, per migliorare il clima aziendale
  • Una maggiore attenzione gestionale alle nuove attività quali FOL e Pulse

Abbiamo infine ribadito la nostra contrarietà alle esternalizzazioni per le tensioni e le incertezze che generano nei colleghi, richiedendo le massime tutele per i lavoratori ceduti.

Valutiamo positivamente la disponibilità dimostrata dalla nuova COO, che ha ribadito l’importanza delle Relazioni Industriali e la possibilità di proseguire i confronti su tutte le materie in sospeso e sulle ricadute del Piano d’Impresa.

Milano, 5 febbraio 2020

 

Delegazioni Trattanti Gruppo Intesa Sanpaolo
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA -UNISIN

 




Intesa Sanpaolo: ennesima riorganizzazione del modello di servizio

Siamo all’ennesima riorganizzazione del modello di servizio che vede la chiusura di oltre la metà delle Filiali del ”territorio personal”, giustificata dall’obiettivo di una specializzazione e conseguente risegmentazione della clientela.

Pur condividendo la logica di questo modello, resta il timore che i tempi ristretti utilizzati per la sua realizzazione possano comprometterne la stessa attuazione, con particolari ricadute sul territorio Retail.

Appena un anno fa ne assistevamo ad un’altra, che ha visto il ritorno nel retail di una parte di Aziende che erano nei Portafogli della Filiali Imprese, che ci venne illustrata come un passo importante connotato dalla presenza in una Filiale di almeno due Gestori Aziende Retail, figura che attende ancora di essere normata.

Con questa organizzazione targata 2020 assistiamo, da un lato ad un aumento di gestori Aziende Retail (figura come gia’ detto ancora da normare dal 28/1/19) a seguito del dimensionamento della clientela da seguire e, nel contempo – senza un annuncio vero e proprio – ad un mutamento del modello originario, che ne prevedeva almeno 2 per Filiale, nascendo anche in piccole Filiali un portafoglio Aziende con un unico gestore (gestore Aziende retail), e senza potenziamento della rete.

Intanto, viene introdotta la figura del gestore che segue la clientela Lower Affluent con portafoglio statico di massimo 180 clienti, mentre i gestori Privati – che avranno un portafoglio dinamico – rischiano di essere in un numero così esiguo che in alcune filiali di piccole medie dimensioni è pari all’unità (1).

Senza dover ulteriormente sottolineare che i colleghi individuati per ricoprire il ruolo ”Lower Affluent” nella maggior parte dei casi non hanno la formazione idonea e rischiano – in un campo così delicato come sono gli investimenti – di cadere in qualche errore o di fornire una consulenza non ”appropriata”.

A questo si aggiunge che in alcuni casi si rischia anche di non avere delle postazioni idonee per lo svolgimento dell’attivita’ lavorativa, o addirittura di non averle affatto.

Una partenza raffazzonata per un modello ambizioso, che necessita di un numero maggiore di gestori nella filiale retail per poter rispondere alla clientela che si riverserà sulla Rete che, prima poteva contare su più di un gestore ed oggi rischia di andare in tilt se l’unico gestore di questa clientela massiva (non rientrante nella segmentazione dedicata) dovesse fruire di ferie, o assentarsi per qualunque altro motivo.

Un ultimo accenno alle lettere inviate alla clientela, che, oltre ad essere fraintese dalla stessa clientela (come se chi avesse seguito fino a ieri il cliente non fosse adeguatamente attento o preparato), riportano indicazione inesatte; infatti in alcune di esse è errato non solo il nome del gestore a cui era stato assegnato, ma anche il territorio commerciale di riferimento.

Certi che l’azienda condivida le nostre preoccupazioni, auspichiamo che ponga in essere tutti le iniziative atte a tranquillizzare i lavoratori.

Napoli, 20 Gennaio 2020

 

I COORDINATORI RRSSAA
AREA CAMPANIA E AREA NAPOLI E PROVINCIA

 




Intesa Sanpaolo: car pooling aziendale

In questi giorni in cui i dati sull’inquinamento, specialmente nella grandi città, stanno diventando sempre più preoccupanti la ricerca di soluzioni di mobilità sostenibile diventa una priorità. Una di queste soluzioni può essere il car pooling: la possibilità per due o più viaggiatori, che effettuano lo stesso itinerario in orari simili, di condividere l’auto e le spese correlate nel tragitto casa-lavoro.

Nel nostro gruppo si è iniziato a sperimentare soluzioni di car pooling aziendale dal 2018: ve ne avevamo dato conto qui. Nel frattempo la situazione è evoluta e da ottobre dell’anno scorso il car pooling aziendale  è disponibile per tutti i colleghi. Questa possibilità di trasporto condiviso si aggiunge ai principali servizi di mobilità già consolidati offerti da Intesa Sanpaolo: navette aziendali, convenzioni per l’acquisto di abbonamento al trasporto pubblico e servizi in sharing.

Per provare la potenzialità di questa forma di mobilità sostenibile è sufficiente scaricare l’App BePooler, registrarsi con il codice azienda isp.carpool, pianificare i viaggi da e per la sede di lavoro e scegliere il proprio equipaggio. Si può essere rider o driver e la condivisione delle spese viene calcolata dall’App, che crea per ogni utente un borsellino digitale.

Inoltre, per favorire l’utilizzo del servizio, la banca riserva presso alcune sedi posti auto dedicati e il Comune di Milano mette a disposizione spazi gratuiti presso i principali Parcheggi di interscambio ATM. Le istruzioni dettagliate sono riportate nella sezione intranet dedicata. Il car pooling è già diffuso nel resto d’Europa e in Italia stanno crescendo attenzione e interesse sul tema.

Apprezziamo che l’azienda abbia quindi deciso di promuovere tra i colleghi la conoscenza di questa interessante e sostenibile forma di mobilità e quindi abbiamo ripreso volentieri la news in materia, nella quale si specifica  di aver dedicato un articolo di Mosaico a questo argomento.

 

Fisac/Cgil
Gruppo Intesa Sanpaolo




Anche l’Abruzzo trema per i tagli Unicredit. Forte riduzione anche in Bper

La campana Unicredit suona anche per l’Abruzzo.

Il piano industriale lacrime e sangue annunciato dal colosso del credito 5500 esuberi e chiusura di 450 filiali solo in Italia – rischia di avere pesanti ripercussioni anche nella nostra regione.

Al momento non c’è ancora niente di ufficiale, anche perché non sono ancora partiti i tavoli negoziali. La Cgil, però, è molto preoccupata.

Se si inquadra il dato degli esuberi in un contesto più ampio – quello nazionale e internazionale, in cui tutte le banche stanno andando verso drastici tagli al personale per via della digitalizzazione e dall’automazione del lavoro; e quello locale, dove, come è stato evidenziato dalla stessa Cgil in un recente convegno svoltosi all’Aquila, il settore del credito bancario sta scontando da anni una crisi di sistema – il futuro non appare roseo.

In Abruzzo Unicredit ha 265 dipendenti e 23 filiali, sei delle quali concentrate nella provincia dell’Aquila (per un totale di 45 dipendenti). Fino a un anno fa, a livello regionale, le filiali erano 30. Ben prima che annunciasse il nuovo piano industriale, dunque, la banca ne ha chiuse ben 7.

“La trattativa deve ancora aprirsi, perciò al momento non sappiamo dove si concentreranno i tagli” afferma Luca Copersini, segretario provinciale della Fisac Cgil L’Aquila “E’ altamente probabile, tuttavia, che la banca possa decidere, quando sarà, di abbandonare i territori meno redditizi, ossia le regioni del Sud, Abruzzo compreso”.

A tenere in allerta il sindacato, inoltre, c’è anche il piano industriale di Bper, di cui si sta parlando poco ma che prevede 1300 esuberi in tutta Italia su 14 mila dipendenti. I contraccolpi in Abruzzo, e in particolare nella provincia dell’Aquila, dove la banca modenese è presente in modo capillare, avendo assorbito tutta la vecchia rete Carispaq, potrebbero essere molto pesanti.

“Il problema” osserva Copersini “è che a fronte di tutti questi tagli, ci sono pochissime assunzioni. Quelle che vengono effettuate riguardano soprattutto promotori finanziari o persone con specifiche competenze nell’ICT. L’innovazione tecnologica sta rendendo superflui molti posti di lavoro e alle banche ora interessa vendere soprattutto polizze assicurative e altri prodotti finanziari. Intesa, che ha già stilato un accordo con i tabaccai, grazie al quale tutte le operazioni che ora si fanno in filiale potranno essere tranquillamente eseguite nelle tabaccherie, ha già annunciato di voler diventare la prima compagnia assicurativa del Paese. Purtroppo di tutto questo si parla poco. Quello del credito è un settore che alla classe politica locale non sembra stare molto a cuore”.

 

Fonte: www.newstown.it