Banca Fucino: ricevuta sintesi del piano industriale

Care Lavoratrici, cari Lavoratori,

in data 11 giugno abbiamo svolto un ulteriore incontro con l’Azienda, nel corso del quale ci è stata consegnata una sintesi del Piano industriale.
In esso non abbiamo ravveduto particolari novità in confronto a quanto via via espostoci nei precedenti incontri; a tal proposito faremo le nostre valutazioni in merito.

Abbiamo chiesto esplicitamente se ci saranno esternalizzazioni o cessioni di lavorazioni all’esterno, con ricadute sull’organico; l’Azienda ha risposto che non ci sono problemi di esuberi, che le attività delle Banche oggetto di fusione sono fra di loro complementari e le sovrapposizioni sono di trascurabile entità e che quindi non sono previsti esuberi, anzi, sono preventivate ulteriori assunzioni.

Abbiamo inoltre ribadito la necessità di una proroga del Cia, ormai prossimo alla scadenza, a causa delle necessità aziendali, per procedere con le opportune disponibilità di tempo e di spazio ad una trattativa di rinnovo che tenga conto della giusta armonizzazione dei Lavoratori attualmente di Igea Banca, ma a brevissimo facenti parte dell’unica realtà post fusione. Ricordiamo, peraltro, che tale intento di armonizzazione di tutti i Lavoratori era già stato espresso dalle nostre OO.SS. nella piattaforma di rinnovo proposta diversi mesi or sono all’Azienda.

Nel prossimo incontro si comincerà a lavorare su alcuni aspetti contrattuali di più agevole trattazione, al fine di equiparare quanto più possibile tutti i Lavoratori della nascente realtà aziendale, ma da parte nostra, resteremo fermi nel pretendere, al tempo stesso, l’estensione di validità del Cia, come garanzia a tutela di tutti.

Vi terremo tempestivamente informati sugli ulteriori sviluppi e vi salutiamo con un fraterno abbraccio.

C.A.C. Fisac Cgil – R.S.A. UILca
Banca del Fucino S.p.A.

 

Sullo stesso argomento

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Banca Fucino non fornisce copia del piano industriale

Banca del Fucino S.p.A.

Spett.le Banca del Fucino S.p.A.
C.A. del Presidente
Dott. Mauro Masi

C.A. del Vice-Presidente
Dott. Francesco Maiolini

C.A. del Vice Direttore Vicario
Dott. Andrea Colafranceschi

C.A. del Responsabile Risorse Umane
Dott.ssa Roberta Pennacchietti

e p.c.
a tutte le Lavoratrici e a tutti i Lavoratori
della Banca del Fucino

Roma, 4 giugno 2020

 

OGGETTO: RISPOSTA ALLA VS. DEL 26 MAGGIO 2020

 

 

Egregi Signori,

in riferimento alla Vs. del 26 maggio u.s. evidenziamo quanto segue.
Benché voi sottolineiate che non sussista alcun obbligo per l’Azienda di consegnare il piano industrlale, è tuttavia uso generalmente invalso nelle relazioni industriali (nonché segno di trasparenza e rispetto del ruolo sindacale) fornire copia della documentazione richiesta dalle OO.SS., anche e soprattutto in ordine al piano industriale.
In caso di fusione tra due istituti, poi, si tratta di un atto dovuto. E’ fin troppo ovvio infatti che una relazione orale o la consegna di un documento sintetico in ordine allo stesso, possono essere omissivi di alcuni aspetti.

Quanto poi alla proroga del CIA in scadenza, affermate che l’Azienda è disponibile ad affrontare il discorso entro quella data. Ricordiamo che nel primo incontro svolto è stato proprio il Dott Maiolini ad affermare la necessità di una proroga ad autunno inoltrato, stante l’impossibilità di condurre trattative in questo periodo (emergenza Covid e fusione in corso). Cosa significa ora che l’Azienda vorrebbe discutere la proroga? Premesso che è l’Azienda che ha tutto da guadagnare a posticipare la data per il rinnovo del contratto, la proroga non si discute: si fa o non si fa. La discussione, semmai, attiene alla trattativa di rinnovo, che non può essere affrontata (a detta anche dell’Azienda) nell’imminenza delle complesse operazioni societarie da svolgersi entro il 30 giugno.

Abbiamo pertanto l’impressione che l’Azienda stia temporeggiando nell’accogliere quanto richiesto dalle OO.SS., mentre quello che sembra stare veramente a cuore alla dirigenza è ottenere l’accordo per un esodo dei Lavoratori, che però, come è noto, necessita dell’approvazione delle OO.SS.
Una procedura di concertazione non nasce sotto i migliori auspici se una parte pretende di portarla avanti unilateralmente, secondo i propri desiderata.

Riassumendo: le OO.SS. hanno chiesto il piano industriale e l’Azienda non ha nessuna intenzione di consegnarlo. Le OO.SS. hanno inoltre chiesto la formalizzazione della proroga del CIA, sulla quale (a parole) l’Azienda si è detta d’accordo, ma che di fatto continua a rinviare. D’altro canto, vuole portare a casa, a “costo zero” l’accordo sull’esodo, con l obiettivo di sfoltire l’organico (e qui il pensiero corre ai due licenziamenti in Igea Banca di qualche mese fa, in splendida solitudine nel sistema bancario).
Noi abbiamo una sola priorità: ottenere garanzie sull’occupazione e salvaguardia dei diritti di tutti i Lavoratori
. Non vorremmo trovare brutte sorprese nel piano industriale che non ci volete far vedere, come cessioni di ramo di Azienda (esternalizzazioni). Saremo sempre disponibili al dialogo costruttivo e rispettoso del riconoscimento reciproco delle parti, viceversa, qualora dovesse permanere un atteggiamento ostruzionistico da parte vostra, non potremo che prenderne atto, chiudendo la procedura di fusione. In assenza della consegna del piano industriale, la procedura sarebbe soltanto una farsa. In tal caso daremo avvio alla fase di rinnovo del contratto integrativo aziendale.

In attesa di riscontro scritto, porgiamo distinti saluti.


C.A.C. Fisac Cgil – R.S.A. UILca

Banca del Fucino S.p.A.




Banca Fucino: rischio contagio, richiesta riduzione apertura filiali

Spett.le Banca del Fucino S.p.A. C.A. del Presidente – Dott. Mauro Masi
C.A. del Vice-Presidente – Dott. Francesco Maiolini
C.A. del Direttore Generale – Dott. Giuseppe Di Paola
C.A. del Vice Direttore Vicario – Dott. Andrea Colafranceschi
C.A. del Responsabile Risorse Umane – Dott.ssa Roberta Pennacchietti

OGGETTO: RISCHIO CONTAGIO – ORARIO APERTURA FILIALI

Egregi Signori, facciamo seguito alle Vs. comunicazioni del 20 e 26 marzo u.s. sull’argomento per chiedere nuovamente la chiusura delle filiali Spoke per tutta la settimana, con affissione di avvisi alla clientela con i recapiti delle filiali Hub, ove recarsi in caso di effettiva necessità di operare direttamente, utilizzando al massimo il sistema degli appuntamenti con la clientela, come da accordo Abi-Sindacati del 24 marzo scorso.

Tutte le richieste afferenti operazioni non eseguibili attravero canali telematici e/o terminali bancomat dovrano essere quindi declinate se non in casi di reale urgenza.
In tal modo si potrà effettuare una rotazione più efficace dei Lavoratori.
Per quanto possibile, sarà necessario ricorrere ancora di più allo strumento del Lavoro Agile, che sta funzionando positivamente.

La ratio di queste misure, ovviamente, è quella di ridurre al minimo l’esposizione dei Lavoratori e delle Lavoratrici al rischio contagio ed è una misura di salvaguardia anche per l’Azienda, che, nel caso malaugurato e non auspicato di contagio di qualche dipendente, si troverà a dover chiudere i servizi relativi e tutti i lavoratori che fossero stati a contatto coi contagiati dovranno osservare la quarantena.

Fermare il contagio è interesse di tutti e gli unici mezzi a disposizione, nella fase attuale, sono l’isolamento e i dispositivi di sicurezza. A proposito di questi ultimi, raccomandiamo di proseguire la costante fornitura a tutti i Lavoratori e la sanificazione degli ambienti. È urgente che l’Azienda aumenti il livello di sicurezza.

Restiamo in attesa di Vs. urgente riscontro scritto. Distinti saluti

 

Fisac/Cgil          Uilca




Banca del Fucino: piattaforma di rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale

Spett. le Banca del Fucino

 C.A del Presidente Dott. Mauro Masi

 C.A. del Vice-Presidente Dott. Francesco Maiolini

 C.A. del Direttore Generale Dott. Giuseppe Di Paola

 C.A. del Responsabile Risorse Umane Dott.ssa Roberta Pennacchietti

  

e, p.c.

a tutte le Lavoratrici e a tutti i Lavoratori

  

Roma, 21 febbraio 2020

 

OGGETTO: inoltro piattaforma di rinnovo del Contratto Integrativo Gruppo Fucino-Igea e richiesta apertura trattative

 

 Egregi Signori,

con la presente vi alleghiamo la piattaforma di rinnovo del Contratto Integrativo Banca del Fucino-Igea al fine di avviare al più presto la trattativa.

Come indicato nel frontespizio della piattaforma, alla luce della recente formazione del gruppo Igea-Fucino, le condizioni che saranno concordate verranno applicate a tutti i lavoratori e le lavoratrici del gruppo; per quanto concerne le variazioni contrattuali non espressamente indicate nella piattaforma restano valide le attuali condizioni.

Riteniamo che il superamento della crisi che ha investito la Banca del Fucino e la stabilità che si sta creando con la formazione del gruppo consentano di poter apportare le migliorie contrattuali richieste dai lavoratori, i quali hanno sopportato numerosi sacrifici nel corso degli ultimi anni.

Riteniamo inoltre che la volontà di rilancio aziendale, espressa a più riprese dal management, si possa conciliare con il clima di serenità e fiducia che potrà derivare da un buon esito della trattativa.

E’ altresì rilevante avere vostre delucidazioni in merito ai recenti licenziamenti, allo stato dell’arte del piano industriale ed infine agli aspetti organizzativi inerenti le Filiali che, purtroppo, in buona parte continuano ad operare con difficoltà a causa delle problematiche già esposte nelle nostre precedenti comunicazioni.

Tutto ciò premesso, vogliate fornirci delle date utili ad effettuare un incontro quanto prima possibile.

 

 Distinti saluti

C.A.C. Fisac Cgil – R.S.A. UILca
Banca del Fucino S.p.A.

scarica la piattaforma CIA




Banca Fucino e Igea Banca: pessimo inizio di piano industriale con due lavoratori licenziati

C.A. del Presidente Dott. Mauro Masi
C.A. del Vice-Presidente Dott. Francesco Maiolini
C.A. del Direttore Generale Dott. Giuseppe Di Paola
A tutte le Lavoratrici e a tutti i Lavoratori della Banca del Fucino e di Igea Banca

Roma, 27 gennaio 2020

Due lavoratori licenziati in Igea Banca:
un pessimo inizio di piano industriale

Egregi Signori, siamo venuti a conoscenza, soltanto a mezzo stampa, che due lavoratori di Igea Banca della filiale di Palermo con contratto a tempo indeterminato sono stati licenziati.

Tali licenziamenti sarebbero conseguenza della dismissione di una attività di back office relativa all’anticipo del TFS e con il trasferimento delle attività medesime a Roma.

La motivazione addotta per i licenziamenti è stata di “ giustificato motivo oggettivo”.

Si tratta di un atto gravissimo, che per le modalità e le condizioni in cui è maturato che non ha precedenti nel sistema bancario.

Nel corso di recenti incontri effettuati con le Organizzazioni Sindacali scriventi, alla presenza anche del Segretario di Catania della Fisac Cgil Giuseppe Portale, a seguito delle nostre richieste di dare certezze in merito alle tutele occupazionali su tutto il territorio nazionale, la direzione di Igea Banca ha garantito per tutti i dipendenti del nascente gruppo Igea-Fucino non soltanto di non rilevare esuberi, ma addirittura di voler incrementare le attività e gli organici in Sicilia con l’obbiettivo di aprire nuove agenzie sia su altre piazze che su quelle già presidiate.
Ovviamente di licenziamenti neanche a parlarne!

I lavoratori che sono stati oggetti di licenziamento erano soltanto due e pertanto facilmente ricollocabili in altre mansioni.

Il punto è che, come buona parte dei dipendenti di Igea Banca assunti dopo il 2015, i due lavoratori non hanno l’articolo 18 per effetto del Jobs act che ha eliminato tale tutela.

Alla luce delle recenti assunzioni avvenute in Igea Banca, considerati i programmi di espansione del nuovo gruppo nascente e lo stato di salute aziendale riveniente dagli indici patrimoniali, riteniamo del tutto illegittimi i provvedimenti di licenziamento.

Ma la determinazione con la quale la direzione aziendale, in splendida solitudine e senza essersi minimamente confrontata con le nostre Organizzazioni Sindacali, ha imboccato questa strada è figlia dello scempio giuridico creato dal famigerato Jobs Act, che anche in caso di bocciatura in giudizio dei licenziamenti, per i lavoratori non darebbe luogo al reintegro del posto di lavoro in quanto privi della tutela dell’articolo 18 della Legge 300/70.

È paradossale che, mentre l’Associazione Bancaria Italiana si impegna a firmare una lettera con le Organizzazioni Sindacali affinché il governo reintroduca la reintegra prevista dall’articolo 18, una sua associata licenzi con queste modalità.

Una cosa deve essere chiara: le nostre Organizzazioni Sindacali difenderanno i lavoratori di Igea alla stessa stregua dei lavoratori della Banca del Fucino, che da questi provvedimenti si sentono parimenti minacciati. I dipendenti di Igea e della Banca del Fucino sono ormai una cosa sola e si devono muovere all’unisono.

In una fase di transizione, di fusione tra le due banche, di processi di riorganizzazione che saranno sempre più frequenti, mettere in atto licenziamenti per “giustificato motivo oggettivo” per il trasferimento di un attività è il segnale meno rassicurante che si poteva mandare a tutti i lavoratori e lavoratrici del nascente gruppo.

Distinti saluti

FISAC/CGIL  –  UILCA
Banca del Fucino S.p.A.


ALLEGATI:

 

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Banca Fucino: prossima fusione con Banca Igea?

Care Colleghe, cari Colleghi di Igea Banca,

verosimilmente a marzo del nuovo anno si realizzerà la fusione tra Igea Banca e Banca del Fucino, con la nascita di un nuovo gruppo bancario.
Come a voi noto, la Banca del Fucino era giunta sull’orlo del fallimento a seguito di una politica creditizia dissennata da parte della proprietà e del management. Si è inopinatamente continuato a concedere credito nell’ambito dei settori merceologici immobiliare e delle costruzioni, estremamente rischiosi, conducendo in tal modo la Banca al dissesto. Mentre tutti ignoravano la polveriera sulla quale eravamo seduti, la Fisac Cgil ha denunciato la gravità di tale comportamento, ed ha richiesto ufficialmente alla proprietà e al Cda che venisse sufficientemente patrimonializzata la banca, prima ancora che lo imponesse l’Organo di Vigilanza.
L’azienda ha dapprima reagito negando qualsiasi problema. Invece, successivamente all’ispezione della Banca d’Italia che confermava l’analisi effettuata dalla Cgil, la proprietà ha tentato di illudere i Lavoratori, promettendo aumenti di capitale mai realizzati.

Tale situazione ha messo a serio rischio l’occupazione. Alla luce di ciò la Fisac Cgil ha intrapreso la strada che appariva più difficile e complessa da perseguire, ma in realtà l’unica realistica, che avrebbe potuto portare alla risoluzione dei problemi e alla salvaguardia dell’occupazione per tutti lavoratori della Banca del Fucino.

In primo luogo ha instaurato un rapporto dialettico con la Banca d’Italia, scrivendo più volte al governatore Ignazio Visco; ha incontrato ed intrattenuto relazioni dirette con il Responsabile della Supervisione Bancaria 2, con un monitoraggio continuo della liquidità e delle prospettive di breve e medio periodo, pungolando continuamente l’Organo di Vigilanza ad interventi immediati che non mettessero in difficoltà la Banca e, di conseguenza, i dipendenti.

La Fisac Cgil ha inoltre compreso che un ruolo determinante poteva e doveva essere giocato dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi; per tale ragione ha chiesto ed ottenuto numerosi incontri con il dr. Boccuzzi, Direttore Generale di tale struttura, spingendo per un intervento della stessa, cosa puntualmente verificatasi.

La Fisac Cgil ha inoltre individuato il fattore decisivo che poteva sbloccare la crisi: lo Stato.

Senza un intervento del Ministero dell’Economia non si sarebbe mai potuti giungere ad una risoluzione dei problemi per i lavoratori; per tale ragione ha chiesto ed ottenuto un incontro da parte dei Rappresentanti Sindacali Aziendali della Fisac Cgil, Luigi Giannini e Daniele Canti, con il Direttore Generale del Tesoro, il dottor Rivera, insistendo affinché lo Stato fosse parte attiva nella risoluzione del problema dei crediti deteriorati. Anche questo risultato è stato conseguito attraverso l’intervento della SGA, società detenuta al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La SGA ha acquistato tutti i crediti deteriorati, permettendo così che finalmente l’operazione di salvataggio della Banca del Fucino divenisse appetibile per Igea Banca.

La Fisac Cgil, valutando solida la compagine sociale sottostante ad Igea Banca, ha iniziato immediatamente una fattiva e proficua interlocuzione con i suoi rappresentanti , Il dottor Maiolini ed il dottor Masi.

In estrema sintesi questo è quanto accaduto in questi due anni difficili, che finalmente ci siamo messi alle spalle.

È importante sottolineare che questi straordinari risultati si sono potuti raggiungere grazie al fatto che la Fisac Cgil della Banca del Fucino è la struttura sindacale più solida e forte d’Italia.

I lavoratori iscritti alla Cgil sono oltre 200 su un totale di dipendenti inferiore a 300: all’incirca il 70%. Questo ha consentito al nostro Sindacato di esercitare un ruolo determinante per l’aggregazione con Igea Banca e la tutela del posto di lavoro.

La Rappresentanza Sindacale Aziendale della Fisac Cgil della Banca del Fucino è composta da Luigi Giannini, facente parte dell’Assemblea Generale della Confederazione Cgil di Roma e Lazio, che rappresenta 320.000 lavoratori e da Daniele Canti facente parte del Direttivo Nazionale e Segretario Generale della Fisac Cgil di Roma Centro, il territorio più importante del Lazio, che conta oltre 4000 iscritti, aziende di credito ed assicurative, Esattoria, Cassa Depositi e Prestiti, nonché le Authority, Banca d’Italia, Ivass, etc.

Stiamo entrando in una fase importante del nuovo gruppo: il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale, che interesserà sia i dipendenti della Banca del Fucino, sia i dipendenti di Igea Banca. Le condizioni di partenza sono molto differenti, in quanto i dipendenti di Igea banca non hanno alcun contratto integrativo. Il Contratto Integrativo Aziendale della Banca del Fucino rappresenta relazioni sindacali mature, che dovranno essere esportate a tutti i dipendenti del futuro gruppo.

A titolo di esempio, la previdenza integrativa per i dipendenti Igea prevede un contributo aziendale pari all’1,6% della sola paga base, mentre la previdenza integrativa per i dipendenti della Banca del Fucino prevede un contributo aziendale pari al 4,25% dell’imponibile previdenziale (un riferimento di calcolo ben più ampio della paga base)

Per Vostra conoscenza Vi alleghiamo copia del nostro attuale Contratto Integrativo Aziendale ed uno specchietto riepilogativo delle attuali differenze delle condizioni per il personale Igea e per il personale Fucino. In merito al rinnovo del CIA abbiamo già avuto un incontro con il Dottor Maiolini, il quale ha evidenziato le differenze di trattamento fra i due istituti, chiedendoci di non adottare nell’immediato per i dipendenti Igea il trattamento attualmente riservato ai dipendenti Fucino, motivando ciò in ragione delle migliori condizioni che sarebbero state pattuite al momento dell’assunzione con i dipendenti di Igea, proprio per l’assenza del Contratto Integrativo Aziendale.

In tale occasione abbiamo manifestato la nostra intenzione di estendere tutte le garanzie contenute nel CIA Fucino anche ai lavoratori di Igea Banca, con i quali presto lavoreremo assieme, componendo un’unica realtà aziendale in cui saremo tutti colleghi alla pari.

Per raggiungere tale risultato abbiamo bisogno che Voi lavoratori di Igea Banca ci diate immediatamente mandato a rappresentarVi nella trattativa sul CIA, iscrivendoVi alla Fisac Cgil.

Si tratta di fare un salto di qualità e di lavorare insieme nel Sindacato che ha preso in mano le redini della Banca del Fucino, traghettandola fuori dalla crisi.

Siamo sicuri che se saremo coesi potremo ottenere gli stessi straordinari risultati già ottenuti in questi anni.

Un caro saluto.

C.A.C. Fisac Cgil
Banca del Fucino S.p.A.


ALLEGATI:

 

 




Banca del Fucino: incontro con i vertici di Igea Banca

il 10 gennaio scorso abbiamo svolto un incontro, da noi richiesto, con i vertici di Igea Banca, nelle persone del Presidente, Dr. Mauro Masi e del Direttore Generale, Dr. Francesco Maiolini.

Nel corso dell’incontro, abbiamo avuto conferma dell’intenzione di Igea e dei suoi Soci di rilanciare la nostra banca, in sinergia con le loro risorse.

L’importante impegno finanziario che s’intende profondere è legato alle potenzialità che potrebbe avere la nuova entità nascente dalla fusione dei due istituti e si conserverà la denominazione di “Banca del Fucino”, visto il forte radicamento del brand sul territorio. Quanto alla questione che ci sta più a cuore, cioè la tutela dell’occupazione per tutti i dipendenti della Banca del Fucino, abbiamo avuto conferma dal Dr. Masi e dal Dr. Maiolini della totale assenza di tensioni in tal senso. Al fine di dare enfasi all’operazione di rilancio, si è ventilata l’ipotesi di aprire una nuova filiale della Banca del Fucino in una zona centrale di Roma, come segnale forte del nuovo corso.

Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio dovrebbero iniziare gli adempimenti formali propedeuci all’aumento di capitale; quest’ultimo è necessario ai fini dell’istanza di autorizzazione della BCE. Nel frattempo la platea dei soggetti intenzionati a partecipare all’operazione potrebbe aumentare. Resta ovviamente di fondamentale importanza l’intervento della SGA per i credi deteriorati, mentre per quanto concerne il Fondo Interbancario ancora non si è proceduto ad una richiesta ufficiale di intervento, al fine di valutare preventivamente la disponibilità di nuovi soggetti.

Il Dottor Masi ed il Dottor Maiolini ci hanno rappresentato l’intenzione di intensificare i contatti fra le due banche, allo scopo di conoscere la realtà Banca del Fucino dall’interno e di stilare le linee d’azione comune per il futuro. In questi giorni saranno creati dieci cantieri che vedranno impegnati dipendenti del Fucino insieme ad un referente di Igea per ciascuno di essi.

Le nostre Organizzazioni sindacali hanno ribadito la piena disponibilità di tutti noi lavoratori e lavoratrici per contribuire al buon esito dell’operazione di aggregazione, ricordando come già essi abbiano dato ampiamente prova di abnegazione e professionalità nel periodo travagliato che da due anni stiamo affrontando e nonostante i danni creati dalla famiglia Torlonia e l’assenza di direttive da parte del management.

Abbiamo altresì evidenziato l’urgenza di affrontare alcune problematiche, quali le difficoltà di lavorazione delle pratiche da girare a SGA, dovute alla scarsità numerica del personale adibito alla bisogna (questione a nostro avviso grave, in quanto investe una fase cruciale per le sorti aziendali), nonché le condizioni ormai croniche delle Filiali, completamente abbandonate a sé stesse, a seguito dell’infausta riorganizzazione messa in atto circa due anni fa. Soltanto grazie all’inesauribile volontà dei lavoratori si è riusciti a limitare al minimo le conseguenti fuoriuscite di clientela.

Tuo ciò premesso, non vogliamo abbandonarci a facili entusiasmi; certo è che, ricordando da dove siamo partiti, con lo spettro del commissariamento, o, peggio, della liquidazione coatta, passando per l’ipotesi di finire in mano ad un fondo speculativo (a cui purtroppo alcuni irresponsabili guardavano con benevolo interesse), poter continuare a svolgere l’attività bancaria con nuove premesse è un approdo che ci sentiamo di salutare con un certo sollievo.

Siamo soddisfatti di aver sin qui svolto un ruolo determinante, cosa peraltro riconosciuta anche dai rappresentanti di Igea Banca, nell’esercitare tutte le pressioni possibili presso gli Organi Istituzionali che hanno avuto parte in questa vicenda. Ciò non toglie che manterremo sempre un’elevata soglia di attenzione sui temi legati alle condizioni lavorative di tutti noi, perché questo rimane il nostro ruolo.

Vogliamo infine ringraziare tutti i Lavoratori e le Lavoratrici per la fiducia ed il sostegno che ci stanno offrendo nei rapporti con tutti gli interlocutori di questa vicenda.

 

Roma, 15 gennaio 2019

C.A.C. Fisac Cgil – R.S.A. UILca Banca del Fucino S.p.A.




Banca del Fucino, via libera alla fusione con Igea Banca

Accordo lampo per Banca del Fucino, la più antica banca privata romana fondata dai principi Torlonia ai primi del ‘900 ed attiva perlopiù fra Lazio ed Abruzzo.

Il Consiglio di Amministrazione ha approvato infatti il progetto di integrazione con Igea Banca ed esaminato le principali guidelines del nuovo piano industriale già deliberato da Igea Banca. Con quest’ultima era stato infatti siglato la scorsa settimana un accordo in esclusiva di due mesi, ma già si attendeva la chiusura veloce dell’operazione entro pochi giorni.

Lo schema dell’operazione prevede la creazione di un nuovo gruppo bancario, nascente dall’integrazione delle due banche: Igea specializzata nel digitale e Fucino attiva nel private banking.

La famiglia Torlonia, già azionista della Banca del Fucino, sarà azionista di minoranza della nuova banca, ma con una quota significativa, dopo aver partecipato all’aumento di capitale. Nel capitale entreranno anche alcune fondazioni bancarie ed altri investitori istituzionali, espressione del mondo industriale e finanziario italiano ed internazionale alcuni dei quali già oggi soci di Igea Banca. In tale contesto, anche gli attuali azionisti di banca del Fucino continueranno a supportare la Banca nel suo percorso di crescita futuro, per garantire il consolidato rapporto fiduciario con la clientela.

L’operazione prevede, come elemento caratterizzante e significativo, anche il deconsolidamento dell’intero portafoglio di crediti deteriorati (NPE) di Banca del Fucino, per un importo stimato in circa 300 milioni di euro e la valorizzazione del ramo fintech di IGEA Banca.

 

Fonte: www.ilmessaggero.it




Banca Fucino: interrotte le trattative con Barents

Banca del Fucino e gruppo Barents interrompono definitivamente le trattative per la partnership.

I due gruppi, spiega una nota, annunciano la fine delle trattative iniziate ad aprile per l’ingresso del gruppo Barents Re nel capitale di Banca del Fucino.
Dopo diversi mesi di analisi ed incontri seguiti alla firma del MoU di aprile 2018, nell’ultimo periodo sono maturate divergenze sui piani futuri della Banca che hanno spinto le parti ad interrompere definitivamente le trattative.

Dopo la chiusura definitiva della trattativa con Barents RE, Banca del Fucino si è avviata verso la valutazione dei termini per l’ingresso nel capitale di nuovi investitori istituzionali “che ad oggi è in fase avanzata”.
Lo si legge in una nota dell’istituto secondo cui “in parallelo la Banca sta definendo con un altro soggetto un’operazione di deconsolidamento integrale del proprio portafoglio crediti deteriorati (Npe)”.

In tale contesto gli attuali azionisti supporteranno ancora la Banca nel suo percorso di crescita per garantire lo storico rapporto fiduciario con la clientela nelle aree dove l’Istituto opera.
Sono certo di poter costruire anche in futuro un percorso di sviluppo importante per la Banca fondata dalla mia famiglia. Questo grazie al contributo essenziale che l’intera organizzazione di Banca del Fucino ha sempre dimostrato e saputo dare, in particolare negli ultimi mesi. Il lavoro svolto sino ad oggi sarà alla base del progetto di ulteriore crescita che ci stiamo avviando ad intraprendere”,
ha dichiarato Alessandro Poma Murialdo, presidente di Banca del Fucino.

 

Fonte: www.abruzzoweb.it




Assemblee alla Banca del Fucino

Si sono svolte nei giorni scorsi le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori della Banca del Fucino. A quella di Roma ha partecipato il Segretario Nazionale Giuliano Calcagni, dopo alcune notizie uscite sugli organi di stampa e relative al futuro del più antico istituto bancario privato della capitale.

Alla base delle assemblee le indiscrezioni riportate nell’ articolo tratto dal sito Bluerating.com.

L’operazione Banca del Fucino-Barents è in bilico. Secondo quanto riportato da MF, non è più così certa l’intesa tra la private bank laziale e la multinazionale delle riassicurazioni. Sono infatti trascorsi sei mesi dal memorandum of understanding, ma la firma del contratto di integrazione non è ancora stata firmata a dimostrazione del fatto che sono sorti dei problemi.

L’intesa di marzo tra la più antica banca privata romana (fondata dai principi Torlonia e guidata da Salvatore Pignataro) e il gruppo britannico prevedeva preliminarmente un aumento di capitale di 50 milioni di euro e il deconsolidamento dell’intero portafoglio di 300 milioni di euro di crediti deteriorati (Npe). Si era parlato anche di un piano industriale quinquennale da mettere a punto in maniera congiunta punta a rafforzare la crescita nel private banking attraverso anche l’aggregazione di altre realtà del settore, l’ingresso di nuovi professionisti attivi nella gestione di grandi patrimoni e la possibile quotazione in Borsa della banca. Per il momento la situazione è in stand-by.

Le assemblee hanno votato all’unanimità il seguente Ordine del Giorno:

I lavoratori e le lavoratrici della Banca del Fucino, stante la delicata e complessa situazione aziendale delineata nel corso dell’assemblea dei rappresentanti sindacali, concordano di posporre le iniziative di mobilitazione pubblica e di sciopero, dando mandato ai rappresentanti di porre in essere tutte le azioni necessarie presso gli Organi Istituzionali e finalizzate ad un tempestivo intervento di salvataggio, ormai non più procrastinabile alla luce del grave rischio per la tenuta della liquidità e del mancato rispetto degli impegni da parte dei proprietari della Banca.

Resta inteso che le iniziative di assemblea di piazza, conferenze stampa, scioperi, in assenza di adeguate risposte istituzionali che comprendano la messa in sicurezza della Banca e dei posti di lavoro, saranno proclamate in tempi brevissimi.

L’ASSEMBLEA, ALL’UNANIMITA’ , APRROVA

 

Scarica l’Ordine del Giorno delle assemblee