Appalto Assicurativo: Premio di Produttività 2022

3 - Fisac Cgil

Premio Aziendale di Produttività Individuale anno 2022
art. 36 C.C.N.L. 18.12.2017 – pagamento mese di giugno 2023

La corresponsione del Premio Aziendale di Produttività per l’anno 2022 conformemente al disposto dell’articolo 36 del C.C.N.L. 18/12/2017, deve essere effettuata per tutti i dipendenti nella busta paga del mese di giugno 2023.

La condizione per il pagamento del Premio si verifica quando i valori di incremento delle provvigioni annue lorde percepite dall’agenzia nel 2022, rispetto all’anno 2021, comprensivo del tasso di inflazione reale 2022 (pari a + 11,6 %), siano pari o superiori, rispettivamente a:

13,6%
(2+11,6%)
15,6%
(4+11,6%)
17,6%
(6+11,6%)

come indicato di seguito, nella specifica tabella contenente gli importi spettanti.

L’incremento è identificato, oltre che dalle provvigioni annue lorde percepite – verificate per cassa – anche dai rappels e dagli altri sistemi premianti, comunque denominati, percepiti dagli agenti.

Al verificarsi di una delle condizioni sopra indicate, verranno corrisposti, per ogni singola fascia, i seguenti importi indicati in tabella e determinati in misura fissa una tantum:

INCREMENTO   13,6% 15,6% 17,6%
6° liv.ex Quadro 240,00 306,00 382,50
5° liv.ex C.Ufficio 208,00 265,20 331,50
4° liv. ex I cat. 192,00 244,80 306,00
3° liv. ex II cat. 176,00 224,40 280,50
2° liv. ex III cat. 164,00 209,10 261,38
1° liv. ex III cat. 160,00 204,00 255,00

Tali importi saranno corrisposti pro-quota per i lavoratori assunti e/o licenziati nel corso dell’anno 2022, con calcolo per /12°, e saranno altresì corrisposti in misura proporzionalmente ridotta ai lavoratori a tempo parziale ed agli apprendisti.

Qualora la condizione per la corresponsione del premio si sia verificata nel suo massimo valore (17,6%), l’Agente non avrà alcun obbligo di esibizione documentale e dovrà procedere all’erogazione del premio stesso; in caso contrario, se cioè la condizione si sia verificata nelle misure intermedie (13,6% o 15,6%), ovvero non si sia verificata, l’Agente dovrà provvedere a tale esibizione contestualmente alla consegna della busta paga del mese di giugno 2023.

In caso di mancata esibizione documentale, il premio dovrà essere comunque corrisposto nel suo massimo valore, cioè quello previsto per la fascia 17,6%.

IN CASO DI:

Trapasso di Agenzia come previsto dall’art. 71 CCNL comma 1. e 3. sul trapasso d’agenzia, si farà riferimento alle procedure e modalità convenute per la salvaguardia della maturazione ed erogazione del premio.
Passaggio di
livello /categoria
nel corso del 2022
il calcolo sarà riferito al livello/categoria posseduta all’atto della corresponsione del premio.
Variazione
dell’orario di lavoro
nel corso del 2022
il calcolo sarà pro-quota, in relazione alla percentuale di orario svolta nei singoli mesi dell’anno.
Contratto
di Apprendistato
il calcolo farà riferimento alla misura della retribuzione
posseduta all’atto della corresponsione del premio.

Ricordiamo a tutte/i che la messa a disposizione e la libera consultazione dei documenti contabili a favore dei dipendenti è condizione indispensabile per le verifiche indicate; non sono valide, pertanto, comunicazioni verbali o scritte, né rinvii a commercialisti e/o consulenti del lavoro, utilizzati al solo scopo di non applicare la normativa.

Preghiamo tutte/i gli interessati di segnalare tempestivamente eventuali casi di mancata o difforme applicazione di quanto riportato.

Roma, 13 giugno 2023

Le Segreterie Nazionali
First CISL – Fisac CGIL – Uilca – FNA




Un nuovo corso per la Banca Popolare di Bari

3 - Fisac Cgil

 

La forza dello sciopero e il potere del dialogo:
UN NUOVO CORSO PER LA BPB

 

Il 12 giugno scorso le scriventi OOSS, hanno incontrato il nuovo Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale, dott. Minotti, presso la sede di direzione generale della Banca Popolare di Bari, alla presenza anche dell’AD dott. Carrus, appena rinnovato nell’incarico, del dott. Franzon, del COO di MCC dott. Mauro e del Responsabile del personale MCC dott. Papaniaros. Si è trattato di un incontro informale voluto dal dott. Minotti per la presentazione e la conoscenza reciproca, iniziativa particolarmente apprezzata perché avvenuta a prescindere da esigenze aziendali contingenti e, quindi, in discontinuità con il passato.

L’incontro è stato cordiale e puntuale sui temi centrali del futuro della Banca Popolare di Bari e del suo posizionamento all’interno del Gruppo MCC.

In apertura i Segretari degli Organi di Coordinamento, nel formulare gli auguri per i nuovi incarichi e per quelli rinnovati, hanno riassunto le problematiche della Banca e dei suoi lavoratori e lavoratrici, sfociati poi nel grande sciopero dello scorso mese di aprile.

L’Amministratore Delegato di MCC ha ascoltato attentamente gli interventi, prendendo anche buona nota delle criticità denunciate, quali il clima aziendale, la carenza di personale, la necessità di una formazione adeguata, i profondi disagi di natura anche economica dei dipendenti, e la necessità di avere una prospettiva più chiara del futuro della Banca.
L’AD di MCC ha illustrato con sufficiente chiarezza il ruolo di banca commerciale che identificherà sempre più la Banca Popolare di Bari, con riferimento al centro sud, sottolineando l’importanza di coltivare il rapporto con il territorio e con le imprese piccole e medie, tipiche dei contesti su cui insistono le nostre filiali quali pilastri da cui ripartire. Ha assicurato che sarà rafforzato il concetto di Gruppo Mediocredito Centrale attraverso una serie di interventi tesi anche al superamento di pregiudizi e discriminazioni ma con precisi distinguo di ruoli all’interno dello stesso. Ha quindi comunicato che a breve saranno illustrati gli interventi sul piano industriale definito ambizioso, per il quale c’è già una idea che sarà presto concretizzata e comunicata.
Al riguardo ha sottolineato la ragione del suo incarico al servizio dello Stato e nei confronti di una Banca che ha valore e potenzialità da esprimere attraverso tutti i suoi lavoratori e lavoratrici per i quali ha più volte sottolineato il ruolo fondamentale della formazione e la centralità delle persone rispetto alla tecnologia. Non ha mancato di
sottolineare prudentemente che occorrerà capire tempi e modi di intervento.
Il dott. Minotti ha concluso il suo intervento esprimendo ottimismo sul Gruppo MCC e sulle sue potenzialità con il miglior collocamento delle singole realtà all’interno dello stesso.
Rispetto alla storia critica della Banca ha rivolto un invito a voltare pagina con una governance del Gruppo pronta a confrontarsi, a superare disuguaglianze e pregiudizi con una progressiva convergenza e una stabilità di riferimenti del top management.

L’intervento del dott. Carrus ha rimarcato la necessità di rimettere un ponte dove c’era un fossato nelle relazioni industriali. Il dialogo, ha tenuto a sottolineare, non è mai mancato, ma solo sospeso in attesa delle nuove nomine.
Nel rimarcare tutto il suo impegno e il suo DNA commerciale in favore della Banca e accennato alcuni interventi sulle attività commerciali della BPB ha comunicato che prima dell’estate saranno programmati incontri con le scriventi Organizzazioni Sindacali per la ripresa di un dialogo sociale con l’esatto linguaggio delle relazioni industriali.

Certo ripartiamo con il dialogo ma, lo ribadiamo, con la responsabilità, la determinazione e la forza delle ragioni di uno sciopero storico che ha segnato l’impellenza del cambiamento.
Urge quindi la calendarizzazione degli incontri per passare dalle parole ai fatti.

Bari, 14 giugno 2023

 

Segreterie di Coordinamento
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN
Banca Popolare di Bari – Gruppo MCC




Intesa Sanpaolo, Carlo Messina: giusti gli aumenti di stipendio nel nuovo contratto dei bancari

Per il banchiere gli istituti di credito devono riconoscere ai lavoratori incrementi salariali consistenti


Le banche italiane hanno fatto molti profitti negli ultimi trimestri grazie al rialzo dei tassi. Per questo i dipendenti hanno diritto a consistenti aumenti di stipendio. Ne è convinto il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, intervenuto lunedì 12 giugno al 22esimo congresso della Fabi.

Intesa Sanpaolo, ha spiegato Messina, accetterà la richiesta economica fatta dai sindacati nella piattaforma per il rinnovo del contratto di lavoro: 435 euro. La banca «non farà nessun tipo di approccio negoziale sulle richieste economiche» dei sindacati. Secondo il ceo inoltre in un momento in cui la redditività delle banche torna a crescere «non è accettabile non dare ai lavoratori un incremento consistente».

Per Messina, viste le attuali condizioni difficili, «400 euro» fanno la differenza per un dipendente bancario. Il banchiere ha ricordato inoltre di aver fatto tutta la sua carriera in banca dove ha iniziato da «impiegato di prima» con una retribuzione che oggi sarebbe di 500 euro.

 

Le scelte in Abi

Messina ha commentato anche la scelta di uscire dal comitato sindacale dell’Abi, annunciata nei mesi scorsi. «Siamo il più grande datore di lavoro privato in Italia. Abbiamo come priorità quella di tutelare le 70 mila persone che lavorano nella nostra banca per realizzare un contratto che possa essere considerato il migliore che possa essere firmato. È una scelta che deriva dalla nostra dimensione aziendale», ha spiegato il ceo, aggiugendo che «ci siano percorsi di convergenza da realizzare in futuro è ragionevole che possa accadere».

Fonte: Milano Finanza

 




Riscossione: accordo VAP e flessibilità

3 - Fisac Cgil

In data odierna è stato sottoscritto il verbale di accordo sul premio di produttività 2023; il premio erogato sarà sottoposto a regime di tassazione agevolata e verrà erogato con le competenze di giugno 2024.
Nella stessa giornata è stato sottoscritto un verbale di accordo che proroga le previsioni del protocollo 21 giugno 2022 in materia di “orario e flessibilità” e “pausa pranzo” fino al 31 dicembre 2023.

Per quanto riguarda la polizza sanitaria, l’Ente ci ha informato che è stato prorogato di un mese il termine della scadenza del bando di gara, in quanto sono pervenute numerose richieste di chiarimento.
È stata affrontata anche la questione del servizio di firma digitale; il Rappresentante dell’Ente ci ha informato che coloro che non utilizzeranno il proprio telefono cellulare dovranno comunicarlo al proprio responsabile con urgenza, richiedendo di continuare ad utilizzare il sistema precedentemente in essere.

Infine, è stato programmato per il giorno 20 p.v. un incontro avente per oggetto la rendicontazione del sistema incentivante 2022.

Roma, 9 giugno 2023

Scarica l’accordo VAP

Scarica l’accordo flessiibilità




Quel giorno in cui Berlusconi firmò la condanna della città dell’Aquila

Provate a cercare online l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3762 del 4 maggio 2009. Non ne troverete traccia.
Eppure la successiva Opcm 3763, emessa il giorno dopo, ne prevedeva l’abrogazione all’articolo 12. Un’ordinanza abrogata senza essere mai stata pubblicata, che non è possibile leggere.
Parliamo di una storia poco nota, che in molti hanno dimenticato, e che presenta ancora diversi aspetti oscuri.

La storia dell’Ordinanza fantasma

Il terremoto del 2009 consentì a Berlusconi di migliorare notevolmente la sua immagine pubblica, grazie alla sua capacità di entrare in sintonia con le persone. La sua prima uscita, all’indomani del sisma, fu però molto infelice. In questa intervista rilasciata alla TV tedesca RTL dichiara che gli aquilani avrebbero dovuto prendere la loro permanenza nelle tende “come un camping di fine settimana”.

Ma non divaghiamo e torniamo alla nostra storia. Era passato un mese dal terremoto. Nella città martoriata era iniziata la costruzione del Progetto C.A.S.E., quelle che per molti aquilani sarebbero diventate “Le casette de Berluscò”.
Peccato che l’idea di chi le aveva volute fosse quella di utilizzarle come new towns per sostituire la città, non come alloggi provvisori. Non a caso la realizzazione del Progetto C.A.S.E. servì per raccontare al mondo il “miracolo dell’Aquila”, vantando (anche attraverso le trasmissioni Mediaset: clamoroso il caso di Forum) una ricostruzione che in realtà non c’era, né ci sarebbe stata per molti anni. L’ex Sindaco della città, Massimo Cialente, racconta che Guido Bertolaso gli disse che la ricostruzione sarebbe avvenuta non prima di 30 anni.

L’ordinanza fantasma, firmata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, era coerente con quest’orientamento. Come detto, oggi non se ne trova traccia in quanto non fu mai pubblicata. Ma possiamo ricostruirne il contenuto attraverso il resoconto stenografico di una seduta svoltasi al Senato pochi giorni dopo. A pagina 55 del resoconto leggiamo:

L’ordinanza n. 3762 del 4 maggio 2009 è stata revocata prima della pubblicazione. Nel provvedimento, fra l’altro, l’articolo 11 stabiliva che tutti gli uffici pubblici dell’Aquila venissero trasferiti in città limitrofe in altri uffici esterni al capoluogo

All’ordinanza fantasma erano bastate poche righe per cancellare in un attimo TUTTI GLI UFFICI PUBBLICI dalla città.
Poche righe per cancellare per sempre le speranze di rinascita dell’Aquila.

Finora abbiamo parlato di documenti ufficiali. Da qui in poi possiamo fare solo supposizioni. Intanto non si sa chi abbia voluto quest’ordinanza. Forse Gianni Chiodi, allora presidente della Regione Abruzzo? Forse Guido Bertolaso, che comunque non poteva non esserne al corrente? Chi lesse l’ordinanza disse che il trasferimento sarebbe stato “temporaneo”. Ma cosa significa temporaneo? Fino a quando? È facile immaginare che, una volta usciti dalla città, molti uffici non vi sarebbero più tornati

Possiamo essere certi solo di una cosa: a firmare l’ordinanza fu il Presidente del Consiglio. Cioè Silvio Berlusconi.

Non conosciamo il contenuto esatto dell’ordinanza, né il percorso che portò al suo annullamento ed alla mancata pubblicazione durante la notte tra il 4 e il 5 maggio 2009. Dobbiamo necessariamente affidarci al racconto dell’allora Sindaco della Città, Massimo Cialente.

Se nella notte del 5 maggio del 2009 fosse passata la famosa ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri (nota come “svuota L’Aquila“) che trasferiva tutti gli uffici con il personale “momentaneamente” nelle altre città abruzzesi, forse oggi saremmo sì e no 15mila abitanti . Si tratta dell’ordinanza 3762, che è secretata, firmata da Berlusconi e Bertolaso, dopo il placet dell’allora presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, la quale prevedeva che tutti gli uffici, tranne quelli comunali, che tutte le agenzie specialistiche ospedaliere, le facoltà universitarie, insomma tutto, venisse trasferito nelle altre città abruzzesi. E stabiliva che lo stesso trattamento sarebbe stato riservato ai dipendenti di questi uffici, in modo particolare con priorità per quelli che avevano la casa gravemente danneggiata (classificata ‘E’). Era un modo per dire “Guardate, si ricostruirà, ma con comodo” … A me infatti Bertolaso disse che prima di 30 anni non ci avrei dovuto pensare proprio. Quella notte di maggio fu una guerra che si concluse intorno alle 2,30-3 con una telefonata di Gianni Letta (all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri), alla quale alla fine accettai di rispondere e che si concluse con l’annullamento dell’ordinanza. Se si va a vedere, il provvedimento non è riportato e il testo è secretato: fu bloccata la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la prima e unica volta nella storia d’Italia.

(Fonte: L’Aquila Blog)

“Se fosse passata quell’ordinanza oggi saremmo sì e no 15mila abitanti”. Questo il regalo che Silvio Berlusconi avrebbe lasciato alla città dell’Aquila. E che oggi in troppi hanno dimenticato




Riscossione: presidio al MEF su delega fiscale e cessione Ict a Sogei

Presidio lunedì 12 giugno al Mef per respingere con forza qualsiasi riforma fatta a spese delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Agenzia delle entrate-Riscossione. A promuoverlo sono le organizzazioni sindacali Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Unisin dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con appuntamento lunedì a Roma in via XX settembre presso la sede del Ministero dell’economia e delle Finanze dalle ore 9 alle ore 13.

Due i temi principali: delega fiscale e cessione del ramo d‘azienda Ict di Aver a Sogei. Sul primo punto: “Per rendere più efficiente il sistema della riscossione – scrivono le organizzazioni sindacali – è indispensabile riformare le norme procedurali che regolamentano le attività ed è del tutto inutile una nuova riforma degli assetti organizzativi, così come previsto dal disegno di legge delega fiscale; che rischia solo di penalizzare le lavoratrici ed i lavoratori esattoriali e di mortificare la loro professionalità”. Sul secondo punto: “È indispensabile che vengano recepite le richieste delle Organizzazioni sindacali di categoria a salvaguardia dei lavoratori che saranno interessati dalla cessione”.

Le Organizzazioni sindacali dell’Agenzia delle entrate-Riscossione ritengono “indispensabile sensibilizzare il Governo ed il Parlamento su questi temi e proseguire il percorso di mobilitazione in corso, arrivando, se si renderà necessario, al coinvolgimento dell’intera categoria per salvaguardare il futuro dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Settore che svolgono un’attività di fondamentale importanza per il Paese”.

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3 - Fisac Cgil

COMUNICATO STAMPA

Lunedì 12 giugno dalle ore 9 alle ore 13 le organizzazioni sindacali FABI, FIRST/CISL, FISAC/CGIL, UILCA e UNISIN dell’Agenzia delle entrate-Riscossione hanno organizzato un presidio davanti alla sede del Ministero dell’economia e delle Finanze in via XX Settembre a Roma per respingere con forza qualsiasi riforma fatta a spese delle lavoratrici e dei lavoratori.

Delega fiscale:per rendere più efficiente il sistema della riscossione è indispensabile  riformare le norme procedurali che regolamentano le attività ed è del tutto inutile una nuova riforma degli assetti organizzativi, così come previsto dal disegno di legge delega fiscale; che rischia solo di penalizzare le lavoratrici ed i lavoratori esattoriali e di mortificare la loro professionalità.

Cessione del ramo d’azienda ICT dell’Agenzia delle entrate-Riscossione a Sogei SpA: è indispensabile che vengano recepite le richieste delle Organizzazioni sindacali di categoria a salvaguardia dei lavoratori che saranno interessati dalla cessione.

Le Organizzazioni sindacali dell’Agenzia delle entrate-Riscossione ritengono indispensabile sensibilizzare il Governo ed il Parlamento su questi temi e  proseguire il percorso di mobilitazione in corso, arrivando, se si renderà necessario, al coinvolgimento dell’intera categoria per salvaguardare il futuro dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Settore che svolgono un’attività  di fondamentale importanza  per il Paese.

Roma, 10 giugno 2023

Le Segreterie Nazionali del Settore della Riscossione


 




Il 15 giugno all’Aquila e Termoli scendiamo in piazza per difendere il diritto alla salute

Die manifestazioni ci vedranno scendere in piazza, all’Aquila e a Termoli, per difendere il diritto alla salute. Invitiamo tutti e tutte a sostenere insieme a noi la nostra protesta.

Questo il comunicato stampa della Cgil L’Aquila


 


E’ indetta per il giorno 15 giugno 2023, alle ore 10,30, presso il Piazzale antistante la Direzione Generale ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, la Manifestazione promossa dalle scriventi associazioni a difesa del Servizio Sanitario Pubblico Provinciale denominata:

LA SANITÀ PUBBLICA SI DIFENDE

Non possiamo assistere inermi allo sfaldamento e depauperamento dell’enorme valore collettivo rappresentato dall’universalità del diritto alla salute, cosi come nei fatti si profila, vista l’inerzia della Direzione Strategica della ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila, della Giunta della Regione Abruzzo e di tutti gli organi istituzionali deputati a garantire l’esigibilità del fondamentale diritto alla prevenzione ed alla cura.

Carenze di personale e mancati investimenti in tecnologia; liste di attesa per l’accesso alle prestazioni specialistiche, ospedaliere o dei poliambulatori distrettuali; personale medico, infermieristico, amministrativo e tecnico stremato; precariato come forma ordinaria di reclutamento del personale; esternalizzazioni dei servizi; marginalizzazione dei Consultori familiari, sono alcuni dei fattori principali che limitano ed, a volte, impediscono l’esercizio del fondamentale diritto alla salute.

I problemi si sommano e stratificano: Case di comunità pensate al di là di ogni ragionevolezza all’interno dei nosocomi del territorio, che rischiano di divenire scatole vuote di personale e della necessaria programmazione delle risorse; Nuclei di Cure Primarie destinati alla chiusura vista la mancata sostituzione dei Medici di Famiglia andati in pensione; allarme sociale non raccolto e quindi non programmati e non potenziati i Dipartimenti di Salute mentale ed i servizi sociosanitari e non prevista la dovuta sinergia con le associazioni che a tali attività si dedicano.
Nel frattempo, mentre si disperdono professionalità di cui tanta necessità si sente , non si supera la criticità rispetto al modello di accesso alla facoltà di medicina della città dell’Aquila.

Una visione di sistema della Sanità pubblica deve tenere in considerazione diverse questioni essenziali, come la tutela dei diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori , una vera integrazione tra ospedale e territorio, l’aumento della spesa per il personale e per gli investimenti in tecnologia, la garanzia di un servizio sanitario universale, uguale e diffuso per tutte e tutti, inclusivo che guardi alla persona nella sua specificità con un approccio attento al genere capace di tener conto delle differenze nella prevenzione diagnosi e cura.

E’ necessario far sentire la voce del territorio, delle lavoratrici dei lavoratori e delle pensionate e dei pensionati che lo abitano e lo rendono collettività.

Cgil L’Aquila, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Sindacato Dei Medici Italiani, Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani, 180 Amici L’Aquila, Unasam, Cittadinanzattiva L’Aquila, Tribunale per i diritti del malato Abruzzo, Anpi, Arci, Auser, Udu, Associazione Donatella Tellini-Centro Antiviolenza e Biblioteca delle Donne, Associazione Donne TerreMutate, Comitato promotore “ Salviamo i Nuclei di Cure Primarie”


 

Questo invece il volantino relativo alla manifestazione di Termoli

 




DL lavoro: proroga smart working per fragili e genitori di under 14, soglia esenzione fringe benefit

Tetto fringe benefit resta a 3mila euro per lavoratori dipendenti con figli. Esenzione anche per la parte contributiva. Detassazione del lavoro notturno e dei festivi per i dipendenti del settore turistico


Lo smart working è prorogato fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni ma solo nel settore privato. Lo prevede un emendamento al decreto lavoro che è stato approvato dalla commissione Affari sociali del Senato. Lo riferisce la relatrice del provvedimento Paola Mancini (FdI). Per il pubblico è invece in corso «un approfondimento» per verificare le coperture e la decisione verrà presa martedì 13 giugno.

Smart working statali

Resta invece in ballo la stessa decisione per gli statali, che verrà presa la prossima settimana, nella riunione di Commissione di martedì, prevista. A quanto si apprende sulla proroga per gli statali non ci sarebbe il via libera del ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.

 

Tetto fringe benefit resta 3mila euro con figli

Per i fringe benefit la soglia esentasse resta fissata a 3mila euro solo per i lavoratori dipendenti con figli. Viene introdotta l’esenzione per la parte contributiva. Costo: 190 milioni di euro. «Abbiamo trovato la copertura che mancava» ha fatto sapere il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. La modifica arriverà con un emendamento del relatore al decreto lavoro che sarà votato martedì.

 

Badanti, contributi azzerati per tre anni

Decontribuzione totale per 3 anni per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti. Lo prevede un emendamento al dl lavoro approvato in commissione al Senato. La modifica riguarda 2023, 2024, 2025 e prevede “un esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni”. Il beneficio non spetta se tra il lavoratore e il datore di lavoro sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di 24 mesi.

 

 




Unicredit: accordo uscite sospese e ricambio generazionale

3 - Fisac Cgil

In data odierna le OO.SS. hanno siglato con l’Azienda un’intesa sulle uscite delle/dei 328 lavoratrici/lavoratori di rete sospesi (finestra pensionistica fino al 01/01/2029), di cui all’accordo del 1° dicembre 2022.

Le organizzazioni sindacali dopo una complessa trattativa e grazie ad un lavoro coeso ed unitario hanno ottenuto:

  • l’accoglimento di 328 domande con pensionamento di vecchiaia/anticipata INPS e l’impegno a trattare le ulteriori 610 potenziali uscite sino al 31/12/2029 (decorrenza trattamento pensionistico, c.d. finestra, 01/01/2030);
  • la garanzia di 220 nuove assunzioni da destinare alla rete, più il totale recupero degli eventuali dimissionari (c.d. “turn-over”) in contratto di apprendistato in arco di piano Unlocked fino ad un massimo di ulteriori 108 assunzioni;
  • la disponibilità ad aprire un confronto sul tema delle flessibilità (orari/permessi) per la conciliazione tra vita professionale e vita privata, oltre a diversi aspetti di Welfare.

L’acquisizione del “turn-over” per la sostituzione dei dimissionari in apprendistato rappresenta uno strumento innovativo ed unico nel settore per garantire i livelli occupazionali sanciti dagli accordi sottoscritti.

Per quanto concerne Uni.C.A. ed i nuovi piani sanitari per il biennio 2024-25, abbiamo convenuto con l’azienda di reincontrarci per valutare congiuntamente l’impatto relativo al rinnovo, per ulteriori approfondimenti.

Milano, 09 Giugno 2023

 

Segreterie di Coordinamento Gruppo Unicredit
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

 


ALLEGATI:




Risparmiatrice aquilana frodata da pirati informatici. L’ABF: “La Bper risarcisca”

Una correntista  aquilana della Bper ha vinto un ricorso  contro la sua banca, che non voleva risarcirla, dopo essere stata vittima di  una truffa da smishing/phishing  con una perdita di quasi 3 mila euro. La sentenza è stata pronunciata dall’Arbitro bancario finanziario, organismo indipendente e autorevole, che  opera sotto l’egida di Bankitalia, e risolve in modo stragiudiziale le cause tra clienti e banche in tempi rapidi e costi limitati.

Si tratta della punta d’iceberg di un fenomeno truffaldino sterminato  ai danni dei risparmiatori  e banche da parte di organizzazioni criminali spesso con base all’estero.

Secondo la sentenza Bper non avrebbe garantito la sicurezza del canale utilizzato per le comunicazioni e  la gestione dei movimenti, canale nel quale si sono inseriti i truffatori.  La Bper aveva negato il rimborso attribuendo la colpa al correntista che da 30 anni aveva scelto quell’istituto di credito.

Si tratta, va ricordato, di un  tranello molto frequente ai danni di correntisti di molti istituti di credito. Le indagini della polizia postale sono difficili visto che spesso i malviventi operano da fuori Europa.  I casi di truffa on line sono stati quasi centomila nel 2020 tanto per dare la dimensione del fenomeno e in tempi più recenti  hanno riguardato  addirittura un utente su tre.

Questa la trappola. La correntista aveva  ricevuto un sms sul cellulare  sulla messaggistica “Gruppo Bper” e, visto chi  sembrava essere  il mittente, ha aperto il messaggio nel quale veniva chiesto il telefono e il numero di carta prepagata. Si era sentita rassicurata.

Poi è  stata contattata da un  falso operatore di sicurezza Bper  che la informava, ad arte, di un tentativo di truffa sulla sua carta. Il sedicente operatore, nell’ambito della sua strategia del raggiro,  ha riferito che la carta era stata clonata  e che vi fossero 3 disposizioni di pagamento in corso.

Secondo quel falso operatore per revocare quelle disposizioni la correntista avrebbe dovuto solo  ricaricare la carta prepagata ricevendo, però, un rifiuto.

L’interlocutore le ha detto che faceva bene a non fidarsi e che, per dimostrare la liceità della procedura, le avrebbe inviato un sms  sul gruppo Bper. A quel punto la persona raggirata si è convinta che  si trattasse di un vero operatore Bper dando seguito alle indicazioni fornite: fare tre ricariche in tutto per quasi 3mila euro. C’è stata poi una telefonata in cui il truffatore ha invitato la correntista a verificare lo storno e il successivo riaccredito della somma. Ma  tutto è stato inutile visto che i soldi erano stati trasferiti in Lituania senza nessun nuovo accredito.

Resasi conto della  frode conclamata la donna ha presentato denuncia alla polizia postale rivolgendosi all’ufficio reclami di Bper chiedendo il risarcimento visto che gli sms provenienti dai recapiti Bper sono stati inviati da malviventi in grado di falsificare il mittente del messaggio.

Secondo quanto si dice nel ricorso (poi accolto ottenendo il diritto al rimborso) Bper e Bibanca (struttura di supporto) avrebbero ammesso di non aver garantito la sicurezza nel succitato canale usato per le comunicazioni. La banca, in teoria, potrebbe ora incardinare un  nuovo ricorso davanti al tribunale. Ma per ora ha avuto torto. La Bper è forse la banca più forte e presente nel territorio aquilano e regionale avendo acquisito nei decenni scorsi la Cassa di risparmio della provincia dell’Aquila.

 

Fonte: AbruzzoWeb