Mr. Orcel e i suoi fratelli: il banchiere non va in crisi

La parte fissa del salario dell’AD di Unicredit è 7,5 mln, la più alta in Italia: ora vuole un aumento del 40%. Da Nagel in giù: nessuno fa la fame


 

Questa è la storia di Andrea e dei suoi stipendi. Andrea di cognome fa Orcel e di mestiere fa il banchiere. Da quasi due anni è amministratore delegato di Unicredit, dopo una carriera di 20 anni negli Stati Uniti a Merrill Lynch, poi in Svizzera al vertice dell’Ubs, troncata dopo quattro anni nel settembre 2018 con l’annuncio del passaggio alla guida del colosso spagnolo Banco de Santander. Il fidanzamento è stato rotto prima del matrimonio e ne è sorto uno strascico giudiziario nel quale è stato finora riconosciuto a Orcel un risarcimento di decine di milioni di euro.

Orcel è stato ingaggiato da Unicredit il 15 aprile 2021 con l’indicazione di uno stipendio “ordinario” di 7,5 milioni di euro lordi, il più alto tra i banchieri italiani. Ma già nel 2021 ha guadagnato di più, in totale 8,38 milioni lordi tra stipendio monetario e controvalore delle azioni gratuite. Sull’onda del miglioramento dei risultati finanziari della banca, adesso Unicredit sta esaminando la proposta di dare al banchiere romano un significativo aumento della busta paga.
Ne aveva parlato per primo il Financial Times all’inizio di dicembre. Il Sole 24 Ore ieri ha scritto che “l’istituto di piazza Gae Aulenti sta ragionando su una ‘forchetta’ di remunerazione che implica un incremento compreso tra il 20 e il 40% rispetto allo stipendio attuale: la paga annua di Orcel passerebbe infatti dagli attuali 7,5 milioni a una cifra compresa tra i 9 e i 10,5 milioni”. La decisione sarà presa dal cda entro fine mese e sarà portata al voto degli azionisti nell’assemblea di fine marzo.

Il tema dello stipendio di Orcel da tempo fa discutere. Lui rivendica i risultati della banca, migliorati da quando ha preso le redini (ovviamente ci si basa sulle cifre che lo stesso banchiere porta al cda). Secondo i numeri pubblicati da Unicredit, il 2022 si è chiuso con un utile netto di 5,2 miliardi (6,5 miliardi a livello contabile), +47,7% rispetto al 2021. Risultati che escludono la Russia. C’è stata tensione con la Bce, che ritiene lenta l’uscita dal rischio russo. Il titolo ha raddoppiato il valore negli ultimi sei mesi (+93%), dai 9 euro di agosto ai 18,3 euro di oggi.

La storia del banchiere, nato nel 1963, è scandita dai turbostipendi. Clamoroso il precedente della rottura con la presidente del Santander, Ana Botin, che nel 2019 ritirò l’offerta che gli aveva fatto per lasciare Ubs prima che si insediasse a Madrid. Orcel ha chiesto un risarcimento di 76 milioni. Un giudice spagnolo il 9 dicembre 2021 ha dichiarato valido il contratto del 24 settembre 2018 tra il Santander e Orcel, condannando l’istituto a pagare un risarcimento di 68 milioni. Nel gennaio 2022 la magistratura ha fissato il risarcimento a 51,4 milioni. Il 6 febbraio scorso un tribunale di Madrid ha di nuovo dato ragione a Orcel, ma l’importo del risarcimento è stato ridotto a 43,4 milioni. Santander ha annunciato ricorso alla Corte Suprema.

La crisi non intacca gli stipendi dei banchieri. Nel 2021, secondo l’Autorità bancaria europea (Eba), 351 manager e dipendenti di banche italiane hanno guadagnato oltre un milione di euro lordi, su un totale di 1.957 banchieri in Europa (1.383 nel 2020). E il 2022 andrà sicuramente meglio per la gran parte di loro.

Il Financial Times ha riferito che i “sostenitori” di Orcel dicono che dovrebbe essere pagato come l’ad di Jp Morgan, Jamie Dimon, il quale l’anno scorso ha ricevuto 34,5 milioni di dollari lordi, cifra invariata rispetto al 2021. L’anno scorso gli azionisti della banca hanno respinto la proposta di pagare a Dimon un incentivo straordinario futuro di 50 milioni.
L’ad di Goldman Sachs, David Solomon, è stato pagato 25 milioni di dollari, il 30% in meno rispetto al 2021. I risultati della banca sono peggiorati e la banca ha lanciato un piano di 3.200 licenziamenti. Morgan Stanley ha tagliato del 10% la paga dell’ad, James Gorman, al quale è andata comunque una somma stellare, 31,5 milioni.

Gli stipendi 2022 dei banchieri italiani non sono ancora stati pubblicati. Mediobanca, che conclude l’esercizio di bilancio al 30 giugno, nell’ultimo anno ha aumentato del 31% la remunerazione complessiva dell’amministratore delegato Alberto Nagel a 4,96 milioni lordi e quella del dg Francesco Saverio Vinci a 3,95 milioni.

Dietro Orcel, nella classifica dei banchieri italiani nel 2021, c’è Carlo Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo, con 6,12 milioni tra stipendio, bonus e azioni gratuite. Quindi Nagel (3,79 milioni), Massimo Bellingheri (ad di Bff, 3,66 milioni), poi Vinci (3,01 milioni) e Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm, 2,606 milioni, che ha superato di un soffio Fabio Paratici, l’ex capo della Football area della Juventus, con 2,6 milioni.

 

Articolo di Giulio Da Silva sul Fatto Quotidiano del 26 febbraio 2023




Intesa Sanpaolo: il calendario delle assemblee

Nei prossimi giorni si svolgeranno in tutto il territorio nazionale le assemblee dei dipendenti del Gruppo Intesa. Oggetto delle assemblee sarà l’illustrazione delle situazione politico sindacale del Gruppo ISP.

Di seguito riportiamo le date delle assemblee programmate, tutte previste durante l’orario di lavoro pomeridiano (dalle ore 14.40 alle 16.55). Le date potrebbero essere soggette a variazioni in caso di improvvisa indisponibilità delle sedi previste. Nell’elenco riportiamo le location già stabilite, riservandoci di aggiornarlo progressivamente.

  • 2/3    Pescara e provincia  (Montesilvano – Grand Hotel Adriatico)
  • 6/3    Chieti e provincia  (Brecciarola – Ristorante New Gilda)
  • 7/3    Teramo e provincia (Teramo – Auditorium IIS Alessandrini Marino, Via Marino 12)
  • 10/3  L’Aquila (San Vittorino – Albergo La Compagnia del Viaggiatore – Spapizar
  • 13/3  Lanciano e limitrofe  (Rocca San Giovanni – Hotel Villa Medici)
  • 14/3  Avezzano e Carsoli (Avezzano – Filiale Via Nazario Sauro 58)
  • 14/3  Isernia
  • 20/3  Vasto e limitrofe
  • 20/3  Campobasso
  • 21/3  Sulmona e Popoli (Sulmona – Filiale Piazza XX Settembre 6)
  • 22/3  Castel di Sangro (Filiale Piazza Teofilo Patini 1/3)

 




ISP: chiusure programmate 2023

L’azienda ha appena comunicato che per il 2023 ha previsto le seguenti chiusure obbligatorie:

  • per tutte le filiali di BdT di tutte le filiere commerciali (ad esclusione della Filiale Accentrata Impact e di Filale Digitale) e per le filiali Divisione Private: il 24 aprile;
  • per le filiali ISP Casa e per Rent for You: il 24 aprile e dal 14 al 18 agosto;
  • per Acantus: il 24 aprile e dal 14 al 25 agosto.

A differenza di quanto avvenuto l’anno scorso non è previsto il coinvolgimento di colleghi per il servizio di caricamento bancomat.

Vi ricordiamo che per ogni chiarimento potete contattare i nostri sindacalisti sul territorio




La lettera della Preside sull’aggressione di Firenze e l’agghiacciante reazione della maggioranza

A distanza di pochi giorni dall’aggressione squadrista avvenuta a Firenze, Annalisa Savino la preside del liceo Leonardo Da Vinci, ha scritto ai suoi studenti la lettera che riportiamo integralmente.

Cari studenti,

in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. E’ nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. “Odio gli indifferenti” diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo fastidiosi rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così.

Diverse le reazioni positive alla lettera, a partire da quella del sindaco di Firenze Nardella, che ha ringraziato la Preside.

Si aspettava una dichiarazione da parte di Fratelli d’Italia, partito molto vicino agli aggressori, che si era fatto notare per il suo assoluto silenzio, come evidenziato anche nella lettera (le omesse reazioni).
Alla fine la dichiarazione è arrivata da un esponente di peso, il Vice Capogruppo alla Camera di FdI, Alfredo Antoniozzi, ed è una dichiarazione sconcertante:

“Racconti ai ragazzi gli orrori del comunismo.  Alla preside Savino che ha scritto una sorta di lectio magistralis ai suoi studenti sugli scontri di sabato scorso raccomandiamo alcune integrazioni”

Ancor peggio è riuscito a fare Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione in quota Lega:

“È una lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla, non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sull’atteggiamento del partito della premier Meloni e dei suoi alleati in materia di fascismo e violenza, queste dichiarazioni li spazzano via: non solo vengono tollerati, ma giustificati e sminuiti.




Banca Popolare di Bari: il calendario delle assemblee

Nei prossimi giorni si svolgerà una tornata di assemblee unitarie rivolte ai lavoratori di PBP finalizzate ad illustrare ai Lavoratori la situazione aziendale e le connesse iniziative sindacali.

Questo il calendario delle assemblee programmate, che avranno luogo durante l’orario pomeridiano (dalle 14.30 alle 16.45:

  • 2 marzo Province di Ascoli Piceno e Teramo (Val Vibrata) c/o Filiale di Garrufo di Sant’Omero
  • 3 marzo Provincia di Teramo (Costa Sud) c/o Filiale di Giulianova Paese
  • 8 marzo Provincia dell’Aquila, Regioni Marche Molise, Emilia Romagna in videoconferenza
  • 9 marzo Province di Chieti e Pescara c/o Filiale di Pescara Sede
  • 10 marzo Provincia di Teramo (Direzione generale e Filiali) presso Direzione di Teramo – Sala Rossa

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a rivolgervi ai vostri rappresentanti Fisac Cgil.




La guerra Russia-Ucraina spiegata semplice. Il 24 e il 25 anche in Abruzzo in piazza per dire basta!

ll 24 febbraio ricorre il primo anno dall’attacco russo all’Ucraina. Dire che la guerra sia iniziata allora sarebbe un falso storico: in effetti la guerra del Donbass , che ha opposto il Governo Ucraino alle regioni separatiste russofone, ha avuto inizio nel 2014, fornendo a Putin il pretesto per il successivo attacco all’Ucraina.

Fino a un anno fa non ci siamo interessati più di tanto al conflitto, considerandolo come una delle tante guerre regionali di cui parlano ogni tanto i TG. Quando la Russia ha attaccato, tutta la Nato si è mobilitata a difesa dell’Ucraina. In realtà la guerra è stata sfruttata dagli Stati Uniti come un modo per indebolire la Russia (e la stessa Unione Europea), facendo combattere – e soprattutto morire – altri, sacrificandoli per raggiungere i propri scopi. Il fatto che la Russia sia alleata con la Cina, e che i Russi dispongano di armi atomiche che probabilmente userebbero se messi alle strette, dà a questo conflitto una luce a dir poco inquietante.

L’atteggiamento dei nostri governi, Draghi prima e Meloni poi, è stato a dir poco ipocrita e reticente.

Da subito sulla qualità e quantità delle armi inviate in Ucraina è stato posto il segreto di Stato. All’inizio si parlo di inviare soltanto armi non letali (già da allora era evidente che non ce la stessero contando giusta). Dopo solo una settimana Draghi ci ripensò, decidendo di inviare mitragliatrici e missili, comunque a corto raggio e da usare solo a scopi difensivi. Progressivamente si è passati all’invio di mezzi pesanti, di missili a lungo raggio (perché non basta difendersi, bisogna contrattaccare) ed ora, con il governo Meloni, abbiamo condiviso la scelta di inviare carri armati di ultima generazione, pur non potendo partecipare direttamente perché, per fortuna, non ne abbiamo.

Ogni volta che abbiamo contribuito ad incrementare la qualità e la quantità di armi inviate, la Russia si è adeguata potenziando gli armamenti e le truppe utilizzati sul campo di battaglia. Ogni nuovo invio di armi ha comportato un aumento di morti nella popolazione civile Ucraina, senza incidere sulle sorti del conflitto, che resta in una situazione di sostanziale stallo. A guadagnarci sono stati solo i fabbricanti e i venditori di armi.

Cosa succederà adesso? Zelensky continua a chiedere armi sempre più potenti, non accontentandosi dei carri armati ma chiedendo l’invio di aerei da guerra. Giorgia Meloni ha già dato segnali di disponibilità in tal senso, segnando un ulteriore salto di qualità nel conflitto e spingendo i Russi ad aumentare a loro volta il volume di fuoco, causando la morte di altri innocenti.

E dopo? Il nostro governo, i governi europei, la NATO, si sono posti un limite da non oltrepassare? Cosa succederà se Zelensky chiederà l’invio di truppe?

Una simile richiesta, se accolta, sarebbe a tutti gli effetti l’inizio della terza guerra mondiale. Ed è uno scenario da evitare a tutti i costi.

Ma se – come tutti speriamo – si ritenga questo limite come il punto da non superare, e quindi una eventuale richiesta di truppe sarebbe destinata ad essere ignorata, allora che senso ha avuto tutto questo? Che senso ha avuto la morte di migliaia di Ucraini in più se arrivati ad un certo punto si dirà loro: “Da ora in poi arrangiatevi, noi non andiamo oltre”?
Non sarebbe stato più sensato percorrere da subito la via del negoziato, che resta l’unica alternativa ad un conflitto che altrimenti si allargherà sempre di più?

Questa follia va fermata. E possiamo farlo facendo crescere l’ostilità degli Italiani verso la guerra, facendo sentire con forza la nostra voce. E ognuno di noi ha il dovere di fare la sua parte.

Per questo motivo è importante esserci il 24 e il 25 febbraio, partecipando alle manifestazioni che si svolgeranno in tutta Italia. Insieme, per far sentire con forza la nostra voce.

Per l’Abruzzo gli appuntamenti sono:

  • Pescara, 24 febbraio ore 18.00 Piazza Sacro Cuore (e non alle 17.30 come inizialmente previsto)
  • L’Aquila, 24 febbraio ore 18.30 Piazza Regina Margherita
  • Sulmona, 25 febbraio ore 11.00 Fontana Del Vecchio – Corso Ovidio

 

 




Solidarietà alle popolazioni di Siria e Turchia colpite dal terremoto

Continua ad aggravarsi il bilancio del fortissimo terremoto che nella notte tra il 5 e il 6 febbraio ha
colpito i territori della Siria settentrionale e della Turchia. Intere città rase al suolo, decine di migliaia le
vittime e centinaia di migliaia le persone sfollate. Numeri purtroppo destinati a crescere di ora in ora e
che determineranno una vera e propria crisi umanitaria senza precedenti.

Un territorio già fortemente provato dalla guerra civile che da anni dilania le popolazioni, si trova oggi a
dover affrontare anche questa drammatica realtà.

Sin dalle prime ore successive al sisma, si è messa in moto la macchina internazionale degli aiuti. Molti
Paesi, tra cui l’Italia, si sono mobilitati per contribuire ai soccorsi inviando uomini, mezzi, beni essenziali
e risorse economiche.

Anche CGIL, CISL, e UIL vogliono fare la propria parte attraverso una raccolta fondi, destinata ad aiutare
le popolazioni che abitano i luoghi colpiti dal sisma.

Vi invitiamo pertanto a contribuire a tale iniziativa al fine di realizzare, anche in questa triste circostanza,
un sostegno concreto attraverso un gesto di solidarietà e di vicinanza.

Le donazioni potranno effettuarsi sul seguente conto corrente intestato a

CGIL CISL UIL SOLIDARIETA’ POPOLAZIONI TERREMOTATE TURCHIA E SIRIA
iban IT38I0103003201000006700060

 




Bankitalia striglia le banche: basta modifiche unilaterali a danno dei clienti

Lo avevamo chiesto, per non dire invocato, e alla fine è arrivato. Il monito lanciato in settimana da Banca d’Italia non lascia spazio a interpretazioni. Il messaggio è chiaro. Le banche sono state esortate a porre estrema attenzione nel proporre modifiche unilaterali dei contratti di conto corrente a sfavore dei clienti motivate esclusivamente dall’andamento al rialzo dell’inflazione.

Inoltre gli istituti sono stati sollecitati a rivedere la remunerazione dei depositi e a ribassare gli oneri aumentati negli anni scorsi, con la «scusa» della discesa dei tassi d’interesse ai minimi termini. Ma per ora degli effetti del rialzo dei tassi sembrano beneficiarne concretamente solo i bilanci delle banche.

Due criticità che Plus24, il settimanale di Finanza personale del Sole 24 Ore, aveva fatto emergere a più riprese con una vasta casistica nei mesi scorsi.

Solo alcune banche hanno finora ripristinato le condizioni di maggior favore per il cliente. Dalle inchieste di Plus24 è emerso che le prime a muoversi in tale direzione in via generalizzata per tutti i clienti sono state Credem e Banco Bpm. Altre banche hanno poi seguito l’esempio, ma si tratta solo di rare eccezioni.

Pur non essendo le variazioni in melius disciplinate dall’art. 118 del Tub, è evidente che il ripristino delle condizioni originarie fa parte dei princìpi di buona fede e correttezza che una banca deve avere nei confronti della clientela e su cui Banca d’Italia è chiamata a vigilare.

Per di più ci sono istituti – il primo è stato UniCredit – che hanno addirittura alzato e non diminuito i costi dei conti correnti con l’opinabile “giustificato motivo” del rialzo dell’inflazione. Ma come ricorda la stessa Banca d’Italia «l’aumento dei tassi avviato lo scorso luglio dalla Bce può avere effetti positivi sulla redditività complessiva dei rapporti tra banche e clienti, potenzialmente in grado di compensare l’aumento dei costi indotto dall’inflazione». La crescita del carovita non autorizza quindi le banche ad addebitare al cliente maggiori oneri, perché nel valutare il “giustificato motivo” occorre considerare che l’inflazione ha comportato il rialzo dei tassi di cui i bilanci delle banche stanno beneficiando enormemente.

Adesso occorre verificare quali effetti produrrà la moral suasion di Banca d’Italia. In genere le banche vanno avanti senza indugi con le loro strategie e sono pronte a rivedere le condizioni solo ai pochi clienti che reclamano. Un modo di agire che non rientra nei princìpi di correttezza previsti dalle disposizioni di Banca d’Italia. E non si può più sentire il solito refrain che “occorre educare i clienti”. Non è realistico pensare di educare tutti i milioni di italiani che hanno un conto in banca. In primis andrebbero educati a comportarsi più correttamente gli strateghi delle banche, anche a suon di sanzioni. La moral suasion non è sufficiente.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore




Hai avuto un bambino quando ancora non lavoravi? Puoi farti accreditare i contributi figurativi

Il periodo di maternità obbligatoria che la legge prevede per le donne lavoratrici, per una durata di 5 mesi complessivi, vale per le donne che hanno rapporti di lavoro in corso al momento della maternità ma anche per chi vive la maternità fuori dal rapporto di lavoro. Queste lavoratrici possono richiedere gratuitamente l’accredito dei contributi figurativi, quantificabili in 22 settimane per ogni figlio.
La richiesta può essere inoltrata anche in caso di adozione.
Le 22 settimane vengono computate sia ai fini dell’anzianità contributiva, sia ai fini del calcolo del montante pensionistico complessivo.

Unico requisito richiesto, l’aver accumulato all’atto della domanda di accredito almeno 5 anni di contribuzione versata in Italia.

La richiesta può essere inoltrata per il tramite dei Patronati Inca Cgil; l’unica documentazione necessaria è un estratto dell’atto di nascita del figlio e i documenti di identità suoi e della richiedente.

 

RISCATTO PERIODO DI ASTENSIONE FACOLTATIVA

In aggiunta all’accreditamento dei contributi per l’astensione obbligatoria, è possibile anche procedere al riscatto del periodo di astensione facoltativa per maternità, qualora la stessa sia avvenuta al di fuori del rapporto di lavoro. Il riscatto può essere esercitato dalla madre o, in caso di figlio nato dopo il 18/12/1977, anche dal padre.
Resta la necessità di aver accumulato almeno 5 anni di contribuzione versata in Italia

In questo caso, tuttavia, l’operazione non è gratuita ma prevede un costo a carico del richiedente. Anche per questo consigliamo di rivolgersi ai nostri Patronati Inca Cgil per farsi effettuare un conteggio e valutare l’effettiva convenienza dell’operazione.

 

 

 




Sulmona: il comitato di quartiere chiede di non spostare la sede Bper da via Sallustio

La chiusura delle filiali Bper in Abruzzo è iniziata dal 2020 e, solo nel mese di maggio 2022, ben 13 sportelli bancari sono stati soppressi nell’intera regione: da Crecchio a Ovindoli, passando per Casalincontrada, Castelvecchio Subequo, Bucchianico e Luco de Marsi, arrivando anche a centri più popolosi come Pescara, Lanciano e L’Aquila.

Una crisi che sembrerebbe non conoscere fine, né tantomeno guardare in faccia alla demografia dei centri in cui le sedi chiudono i battenti.

Da ciò che filtra, anche Sulmona potrebbe ben presto fare i conti con l’addio di una delle sue due sedi Bper, ovvero quella in via Sallustio a vantaggio della sede in piazza Carmine. Un’eventualità che ha fatto storcere il naso al Comitato di Quartiere di Sulmona EST, il quale fa sapere che i propri componenti sono
rammaricati e irritati, in quanto privati di un servizio molto importante in una delle zone più popolose di Sulmona.

“Non si capisce il motivo per cui questa banca debba essere trasferita al centro storico – scrive il presidente Elia Polidoro – e privare del servizio gli utenti di questo quartiere “Zona PEEP” favoriti anche dell’ampio parcheggio che ne facilita l’accesso. Facciamo un appello ai dirigenti di questa banca che hanno preso questa decisione ad un ripensamento e a tornare sui propri passi. Lo stesso appello lo facciamo al sindaco dei Sulmona di intervenire e convocare i vertici di questa banca”.

Una decisione che, se confermata, arriverebbe dall’alto nonostante quasi un anno fa la richiesta di salvare alcune filiali sia arrivata direttamente da Marco Marsilio. Il presidente della Giunta Regionale, infatti, nel marzo 2022 aveva convocato il responsabile dell’Area Centro-Est di Bper, Giuseppe Marco Litta, per chiedere un’indagine approfondita con il fine di salvare quante più sedi possibile. La riorganizzazione territoriale dell’istituto finanziario, comunque, non comporterà la perdita dei posti di lavoro dei dipendenti.

Fonte: Il Germe

 


 

N.B. Avevamo già avuto modo di commentare l’intervento di Marsilio in merito all’allontanamento di Bper dal territorio Abruzzese.

Leggi l’articolo con nostra nota a margine

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/presidente-regione-abruzzo-scrive-a-bper-contro-la-chiusura-delle-filiali.html