Gruppo Bper: erogazione extra sotto forma di credito welfare

Care Colleghe, Cari Colleghi,

abbiamo appena incontrato l’Azienda che, grazie alla nostra richiesta di un riconoscimento ulteriore in considerazione dello straordinario momento di congiuntura economica ha deliberato:

  • che il premio “Lanterna” di 250 euro per lo straordinario impegno profuso, inizialmente previsto in erogazione a marzo 2023, venga anticipato in erogazione nel mese di dicembre 2022
  • una ulteriore speciale erogazione per 250 euro in welfare.

Quindi saranno disponibili già da oggi pomeriggio 500 euro nel credito welfare. Evidenziamo ai colleghi di porre attenzione a come si utilizzerà questo importo in modo da non sforare il limite concesso per il benefit.

Modena, 7 dicembre 2022

 

CORDINAMENTI SINDACALI DI GRUPPO
FABI – FIRST – FISAC – UILCA – UNISIN

 

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Unicredit: accordo sul Fondo di solidarietà 1:1

3 - Fisac Cgil

Un’intesa di assoluto valore sull’occupazione.

Un risultato concreto sul riconoscimento economico : € 2.400,00 per tutti i lavoratori del perimetro Italia.

Nella giornata odierna, le OO.SS. lavorando in modo coeso ed unitario hanno siglato un importante accordo, frutto di una complessa ed articolata trattativa sui seguenti temi :

  • 850 nuove assunzioni a fronte di 850 uscite volontarie ed incentivate con Fondo di Solidarietà;
  • Premio Una Tantum di Produttività (VAP 2022);
  • Erogazione straordinaria Welfare (c.d. “Bonus carovita”);
  • Inquadramenti (Nuove figure di rete).
  • Sottoscritto accordo sulla formazione finanziata.

Quanto definito nell’Accordo, in tema di nuova e buona occupazione, rappresenta un risultato di straordinaria rilevanza e valore, con un’attenzione reale dedicata all’occupazione giovanile, in un contesto di oggettiva complessità nel sistema Paese.

Il percorso negoziale è stato incentrato sulla ricerca di un equilibrio complessivo che ha bilanciato le esigenze sindacali con le istanze aziendali al fine di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali, offrire un pronto recupero del potere di acquisto ed una valorizzazione delle nuove figure professionali della rete commerciale.

Nel dettaglio è stato ottenuto un reale ricambio generazionale che prevederà per ogni uscita volontaria ed incentivata (nella misura di 850 fra lavoratrici e lavoratori che matureranno il primo requisito pensionistico entro il 31 dicembre 2029) l’ingresso di un/una neo-assunto/a, con una particolare attenzione alle strutture della rete commerciale. Tutti gli esodi verranno gestiti con le medesime modalità già previste nel Piano Unlocked 2024.

In merito al riconoscimento economico, si è raggiunta un’intesa che ha visto valorizzato l’importante impegno profuso da tutte le lavoratrici ed i lavoratori del perimetro Italia per una cifra complessiva di € 2.400, per chi optasse per destinare le somme a welfare.

Nello specifico, l’accordo prevede:

• € 800,00, totalmente detassati, quale Erogazione straordinaria Welfare (c.d. “Bonus carovita”) [ESCLUSIVAMENTE A CONTO WELFARE];

• € 1.510,00 quale Premio Una Tantum di Produttività (VAP 2022) [IN CONTO WELFARE] o in alternativa € 930,00 lordi a tassazione agevolata [IN BUSTA PAGA];

• € 88,70 quale contributo polizza odontoiatrica.

L’erogazione straordinaria Welfare verrà riconosciuta nel mese corrente, mentre il VAP 2022 nel mese di maggio 2023 per la scelta in busta paga e nei primi giorni di giugno 2023 per l’accredito in conto Welfare.

In un’ottica di valorizzazione professionale sono state normate le nuove figure di rete derivanti dalla riorganizzazione del 13 dicembre 2021, all’interno dell’accordo del 4 Febbraio 2017 e successive integrazioni dell’8 Maggio 2019, per le quali seguirà un approfondimento dedicato nei prossimi giorni.

Milano, 01/12/2022

Le Segreterie di Coordinamento
FABI – FIRST – FISAC – UILCA – UNISIN

Accordo Fondo solidarietà 

Accordo Inquadramenti 

Accordo premio di produttivita

Aspettativa retribuita

Erogazione straordinaria welfare




Generali: non si può essere puniti per non aver raggiunto obiettivi

*Comunicato Stampa*
Generali Italia Spa soccombente a Taranto sullo scarso rendimento del lavoratore.


La Fisac Cgil Puglia e il Coordinamento regionale  Generali Fisac Cgil Puglia  esprimono soddisfazione per la pronuncia del Tribunale di Taranto che ha dichiarato l’illegittimità della sanzione disciplinare di biasimo scritto irrogata ad un lavoratore di Generali Italia Spa per scarso rendimento.

Si tratta di una sentenza  che finalmente interviene nel merito e che oltre a ribadire  che il codice disciplinare va pubblicato secondo i modi e le forme previste dall’ art. 7 dello Statuto dei Lavoratori (non essendo sufficiente l’affissione nei locali della sede legale della società e la pubblicazione sul portale dell’intranet aziendale), sancisce un principio importantissimo anche nel merito e con riferimento al “contenuto del dovere di diligenza” del lavoratore stabilendo che “il mancato raggiungimento di un risultato prefissato non costituisce di per sé inadempimento” e che “la condotta del lavoratore va valutata complessivamente e per un apprezzabile periodo di tempo”.

Si tratta di una pronuncia che scrive una nuova pagina nella storia dei Lavoratori e delle Lavoratrici non solo di Generali, ma di tutto il settore (assicurativo e bancario) perché da oggi in poi le aziende dovranno sapere che “il raggiungimento di determinate soglie di produzione fissate dalla società in modo assolutamente discrezionale senza tener conto delle differenze esistenti tra i diversi contesti socio-economici del territorio e valorizzando solamente determinate tipologie di premi, peraltro computati in misura diversa a seconda della redditività per l’azienda, non può essere considerato unico elemento di valutazione della condotta del dipendente…” una bella conquista per un settore nell’ambito del quale si discute da anni sull’attuazione di indebite pressioni commerciali per il raggiungimento di obiettivi che poco hanno a che fare con l’attenzione verso i clienti e il rispetto della dignità e della professionalità delle Lavoratrici e dei Lavoratori.

Fisac Cgil Puglia
Coordinamento regionale Generali Fisac Cgil Puglia

 




Cartelle, quella montagna da 1.100 miliardi nei cassetti delle Entrate.

I carichi sotto i mille euro dal 2000 al 2015 verranno azzerati. Ma il precedente di Conte insegna che non si risolve così il problema dell’accumulo di cartelle, che ogni anno cresce sempre di più. Anche perché ci lavorano 8mila addetti della Riscossione per 140 milioni di documenti


ROMA – Il magazzino dell’Agenzia delle Entrate è arrivato a toccare quota 1.132 miliardi. Dentro ci sono tasse, imposte e contributi non riscossi. Sono soldi che lo Stato vanta nei confronti di famiglie e imprese e che però non riesce a recuperare. Sono diventati una montagna di cartelle esattoriali, l’ultima stima parla di 140 milioni. La metà di queste cartelle ha un importo basso, sotto i mille euro, e una buona parte, quelle assegnate alla riscossione tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015, finirà nel cestino. “I costi di riscossione sono più elevati rispetto a quello che si può riscuotere”, ha spiegato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha motivato l’intervento anche con la necessità di alleggerire il magazzino e quindi dare fiato alle operazioni di riscossione che possono risultare invece fruttuose. A supporto di questo ragionamento il governo ha aggiunto un’altra considerazione: alcune somme non si riusciranno a recuperare mai perché fanno riferimento a contribuenti deceduti o a imprese fallite. Il titolo scelto per l’operazione è stralcio, ma in realtà si tratta di un condono perché l’intestatario della cartella non dovrà versare nulla per farsi cancellare il debito: non pagherà l’imposta né gli interessi e le sanzioni, l’atto sarà invece cancellato in automatico. Ma davvero questo condono servirà a smaltire il magazzino? I precedenti dicono di no.

Il precedente di Giuseppe Conte

La stessa misura era stata adottata nel 2018 dal governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte. Nel decreto fiscale approvato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre faceva capolino un condono per le cartelle fino a mille euro, relative al periodo compreso tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010. Gli effetti della misura si sono fatti sentire sul magazzino delle Entrate, ma all’alleggerimento in valori assoluti, circa 30 miliardi, non è corrisposta una flessione duratura. Non solo le cartelle sotto i mille euro continuano a pesare moltissimo – l’80% – sul totale delle operazioni di riscossione, ma il magazzino continua a crescere. Ogni anno si recuperano in media 10 miliardi e quindi il carico si alleggerisce, ma nello stesso periodo entrano 70 nuovi miliardi da riscuotere, che si trasformano in nuove cartelle, sotto e sopra i mille euro. Per questo il totale dei crediti non riscossi è arrivato fino a 1.132 miliardi, salendo vertiginosamente dai 909,5 miliardi del 2018. Un aumento di 222,5 miliardi in appena quattro anni. Una situazione cronica che il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha più volte denunciato, sollecitando un intervento strutturale da parte del Parlamento. Intervento che però non c’è mai stato. E così alla mancata cancellazione delle cartelle inesigibili di piccolo importo si è passati ai condoni dei singoli governi.

Debiti irrecuperabili

Ma perché i debiti contenuti in queste cartelle non si riescono a recuperare? Le ragioni le ha spiegate sempre Ruffini durante un’audizione in Parlamento. A quella data (era il 14 settembre 2020) il magazzino ammontava a 987 miliardi: il 41% delle somme, pari a 405,3 miliardi, faceva riferimento a contribuenti deceduti, nullatenenti e imprese fallite. Altri 440,3 miliardi, pari al 45% del totale, a contribuenti che già sono stati raggiunti da azioni cautelari ed esecutive, ma senza successo. Sono passati due anni, in mezzo c’è stato lo stop dell’invio delle cartelle per la pandemia, il magazzino è cresciuto ancora e le percentuali delle somme difficili da recuperare sono rimaste le stesse. Perché? L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che si occupa di tutto il procedimento, può agire fino a un certo punto nei confronti del contribuente. A differenza di una banca non può procedere con il pignoramento della prima casa (a meno che non sia di lusso), e anche l’intervento sulle seconde case è legato ad alcune condizioni, come un debito superiore a 120 mila euro. Anche il pignoramento sugli stipendi e sulle pensioni è soggetto a limiti.

17.500 cartelle ogni funzionario

Gli strumenti in dotazione alla Riscossione non permettono di andare oltre, ma c’è anche un problema di personale. A gestire 140 milioni di cartelle sono circa 8 mila funzionari. Il processo è informatizzato, ma 8 mila addetti sono un numero irrisorio se si considera che le mansioni non si limitano all’invio della cartella. Sono agli sportelli dislocati in tutta Italia per fornire assistenza ai contribuenti, si occupano dei fermi e dei pignoramenti, ma anche dei contenziosi. Una mole di lavoro sproporzionata, che è anche aumentata recentemente con l’acquisizione del magazzino della Sicilia. Di nuove assunzioni non se ne parla. Nella bozza della manovra sono previste nuove assunzioni, ma solo a partire dal 2024 e riferite all’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, però, è un’altra società e il processo di fusione con le Entrate, deciso dal governo Draghi con la manovra dell’anno scorso, non si è ancora concluso. Anche le Entrate hanno un problema di organico, con un gap di circa 15 mila unità tra la pianta organica da 45 mila dipendenti e il numero attuale di chi lavora, pari a 29 mila unità. Qui il potenziamento è in corso, con i bandi di concorso che sono stati attivati anche per centrare uno degli obiettivi indicati dal Pnrr per il 2024, relativo appunto alle assunzioni. Si cercano profili legati all’Ict e all’intelligenza artificiale, ma sono altra cosa rispetto alle esigenze della Riscossione.

Come funziona il condono deciso dal governo

All’articolo 45 della bozza della legge di bilancio si legge che saranno annullati automaticamente tutti i debiti fino a mille euro, comprensivi di capitale, interessi e sanzioni, dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Tutte queste cartelle scompariranno e il contribuente, come si diceva, non sarà tenuto a versare alcuna cifra. La cancellazione sarà effettuata entro la fine di gennaio. Dal primo al 31 gennaio si fermerà anche la riscossione dei nuovi debiti, sempre riferiti a importi fino a mille euro.

Fonte: Repubblica.it




Gruppo Bper: lettera delle OO.SS. sul caro bollette

 

Spett.le Gruppo Bper
Relazioni Sindacali

 

Le scriventi OO.SS. nelle scorse settimane hanno richiesto che il Gruppo BPER valuti positivamente di erogare un riconoscimento economico alle Lavoratrici ed ai Lavoratori del Gruppo, in considerazione dello straordinario momento di congiuntura economica e tenuto anche conto dell’eccezionalità della vita sociale in conseguenza degli effetti derivanti dalla “crisi energetica”.
La richiesta è peraltro corroborata dai confortanti risultati economici espressi dal Gruppo, vanto dell’Azienda e di chi in essa contribuisce a produrre valore.

Rinnoviamo dunque la richiesta di un segnale di attenzione che, anche alla luce del “Decreto aiuti quater” – che prevede la defiscalizzazione fino a 3.000 euro delle somme erogate nel 2022 a titolo di fringe benefit-, potrebbe beneficiare di esenzione fiscale e consentire di affrontare con maggiore serenità questo momento particolarmente impegnativo per l’economia delle famiglie. Inoltre, sempre in relazione al suddetto Decreto, invitiamo l’Azienda a valutare l’anticipazione dell’erogazione del c.d. Premio Lanterna con la finalità di massimizzare i benefici fiscali della previsione normativa.

Confidando nell’accoglimento delle nostre istanze rimaniamo in attesa di una Vs. comunicazione in merito.

Modena, 30 novembre 2022

 

Segreterie di Coordinamento Sindacale del GRUPPO BPER

FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
A. Sboro E. Verrengia N. Cavallini G. Dettori A. Bonvicini