Pressioni allo sportello, a rischio il rapporto con i clienti delle banche

Quello delle pressioni commerciali dei vertici della banche sulla rete non è più un problema sindacale. Ma, ormai lo diciamo da tempo, sta trasformandosi in un autentico problema sociale”.
Lo afferma con decisione Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato autonomo dei dipendenti bancari.
Un tema serio che abbiamo illustrato a Carla Ruocco, già presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Rammento che già 30 minuti dopo il nostro incontro, le agenzia di stampa battevano la notizia: la Commissione avrebbe trattato il problema di lì a un mese”. Poi i mesi sono diventati otto. Un segnale che qualche malizioso osservatore ha letto come un intervento delle banche che non avrebbero gradito molto l’approfondimento di un tema per molti versi urticante.

È un tema spinoso non solo sotto il profilo della dialettica sindacale ma pure su quello della qualità intrinseca del prodotto risparmio che viene offerto. E che accende pure un fatto su una tendenza (a mio avviso molto pericolosa) in atto ormai da tempo – spiega Carlo Piarulli, responsabile nazionale del settore credito di Adiconsum quella dell’ assimilazione degli strumenti finanziari e assicurativi ai beni di consumo. Chiarisco: le reti degli sportelli vengono sottoposte a un monitoraggio quotidiano sul numero di “pezzi” venduti. Esattamente come se si trattasse di televisori o asciugacapelli. Ma allora io mi chiedo che senso abbiamo le migliaia di convegni in cui si parla di profilazione, diversificazione, pianificazione, educazione finanziaria. Se tutto si riduce a budget da rispettare e margini da incamerare, tanto varrebbe aprire dei supermarket.”

E non è affatto detto che non si stia pensando.
Quello che abbiamo verificato – aggiunge Sileoni – è che in qualche caso i clienti che ancora si recano fisicamente allo sportello sono stati contattati anche da alti vertici aziendali che cercano di convincerli a farlo sempre meno e a optare per l’operatività dall’home banking”
È il paradosso degli investitori senior (i più abbienti e per definizione meno attrezzati tecnologicamente) penalizzati da un marketing che appare ossessionato dalle quattro P (Price, Promotion, Placement e Product) e distratto sui bisogni del cliente.

Tornando alla Commissione parlamentare – rievoca ancora Sileoni – la relazione finale dei lavori resa nota poco prima della fine della legislatura non ha avuto, a nostro giudizio, esiti né risolutivi né soddisfacenti per la categoria. Nonostante – prosegue ancora Sileoni – nel corso dell’audizione abbiamo prodotto un corposo libro bianco allegando oltre 800 volantini sindacali unitari dando il polso preciso del malessere che pervade la categoria.”
Dunque commissione poco incisiva.”Non direi, – spiega una fonte vicina ai lavori della Commissione – nella seduta del 17 maggio sono stati sentiti i rappresentanti di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. Nella relazione finale si scrive chiaramente che si ritiene necessario un rafforzamento degli strumenti e delle politiche di vigilanza per verificare il rispetto formale ma ancor più sostanziale della disciplina di settore. Di più: si è prospettato di dotare le singole Autorithy di nuovi poteri d’indagine tra cui il Mistery Shopping (presentarsi in banca “fingendosi” clienti per verificare la correttezza degli operatori), come l’ipotesi di rendere subito esecutive le determinazioni di Acf e Abf”.

Ma cosa chiedono i dipendenti bancari alla politica?
Per Sileoni “In campagna elettorale, nei programmi dei vari partiti, non abbiamo notato una attenzione selettiva sui temi del risparmio. Ciò che chiediamo è che la nuova Commissione sappia dare risposte meno generiche rispetto alla precedente”.

Dal canto suo l’Abi, attraverso Salvatore Poloni, presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro, nel ribadire l’utilità e il valore dell’accordo sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro (parte integrante del Ccnl), sottolinea come “sul tema operi la Commissione nazionale paritetica voluta dall’Abi e dai sindacati. Sottolineo inoltre come l’Abi sia impegnata a favorire la piena applicazione dell’accordo che è volto anche a prevenire il configurarsi di situazioni di pressioni commerciali indebite”.

 

Articolo pubblicato su “Il Sole 24 Ore” del 29 ottobre 2022




Europe for Peace: il 5 novembre tutti a Roma per dire no alla guerra

La Cgil aderisce alla grande manifestazione organizzata per il prossimo 5 novembre, per chiedere tutti insieme al governo di attivarsi per avviare un percorso di pace e porre fine alla guerra in Ucraina.

Non si tratta di una manifestazione sindacale ma di un’occasione per urlare, in modo civile ma forte, che bisogna assolutamente arrestare questa follia che rischia di trascinarci un conflitto nucleare. Per questo, più che mai, è importante esserci, ed essere in tantissimi.

La Cgil dell’Aquila organizza pullman dall’Aquila, Avezzano e Sulmona.

Chi volesse partecipare può contattarci per email sulla casella [email protected] o telefonando al numero 346 1493811 o ai numeri riportati in fondo all’articolo.

 

 

 

 




Cgil: i dati su reddito e pensione di cittadinanza in Abruzzo

Dalla CGIL regionale arriva un rapporto sui dati che concernono la richiesta di redditi e pensioni di cittadinanza in Abruzzo. Dall’analisi del sindacato emerge che la situazione di crisi e difficoltà sta colpendo maggiormente i soggetti più fragili le cui condizioni sociali ed economiche stanno rapidamente peggiorando.

In Abruzzo nel 2022 ci sono 1.924 famiglie che hanno fatto ricorso a queste tipologie di sussidio in più rispetto allo scorso anno. Un dato in linea con la crescita che si è registrata a livello nazionale: come lo scorso anno, infatti, le famiglie abruzzesi richiedenti sono l’1,9% del totale nazionale.

In Abruzzo, continua ad essere Pescara la provincia con il maggior numero di richieste(6.652, 827 in più rispetto al 2021), seguita da Chieti (6.315 domande, 819 in più dello scorso anno), L’Aquila con 5.551 domande (+106) ed infine Teramo con 4.552 richieste (172 in più del 2021). Numeri che rimandano ad una situazione di disagio sociale, solo parzialmente mitigata da una misura che mediamente vale, per ogni nucleo, 521€ in Abruzzo.

Complessivamente le persone che hanno beneficiato del sostegno sono state, nell’anno in corso, 61.903 in Abruzzo. Ben più ampia la platea dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza, rispetto alla Pensione di Cittadinanza. Beneficiano del primo, infatti, il 95% del totale a conferma che la mancanza di occupazione che garantisca un reddito dignitoso, è la principale causa della povertà.

In Abruzzo, così come nel resto del Paese, i nuclei familiari maggiormente coinvolti dal sostegno sono quelli con un solo componente e quelli con 4 componenti di cui almeno un figlio minore.

A fronte di questi dati la CGIL ha dichiarato che:

In un momento storico come l’attuale, dove i venti di guerra fanno sentire i loro echi con bollette sempre più care e nella difficoltà generale di trovare lavoro, non è quindi immaginabile tagliare una misura che garantisce la sopravvivenza a tanti e tante.

È evidente che, ad oggi, così come per gli altri ammortizzatori sociali (NASPI e cassa integrazione straordinaria in primis) a dover essere migliorate sono le politiche attive del lavoro: aiuto e sostegno concreto alla ricerca di un lavoro che consenta un’esistenza dignitosa a chi oggi non ce l’ha. Ben vengano quindi, le politiche formative, di competenza delle singole Regioni e finanziate principalmente dalle risorse del PNRR, che si stanno mettendo in campo. Ma si faccia di tutto affinché siano davvero funzionali a dare risposte ai bisogni di chi non ha un’occupazione e non si limitino ad essere un “sostegno” ad enti formativi privati.

È necessario, infatti, che da un lato si costruiscano competenze utili per le opportunità che il territorio offre, dall’altro che si monitorino costantemente i risultati della formazione che viene fatta, misurandone anche gli effetti in termini di nuova occupazione prodotta.

La CGIL Abruzzo e Molise continuerà a sostenere queste battaglie di giustizia sociale che da sempre la vedono protagonista nelle piazze regionali e nazionali, a prescindere dal colore dei Governi che si succedono, con l’unico obiettivo di migliorare le condizioni di vita e lavoro di lavoratrici e lavoratori e di pensionate e pensionati, affinché nessuno rimanga indietro.”

 

 




BNL: le esternalizzazioni non sono innovazione

3 - Fisac Cgil

COMUNICATO STAMPA

In merito alle recenti dichiarazioni dell’A.D. BNL Elena Goitini alla nona edizione della Accenture Banking Conference sulle cessioni dei rami d’azienda IT e Back Office a Capgemini e Accenture.

Le OOSS tutte respingono la narrazione che trasforma tali esternalizzazioni in un progetto di natura innovativa.

Le OOSS non sono mai state contrarie all’innovazione aziendale, ma si sono mostrate, sin dall’inizio, contrarie al sacrificio di 800 tra lavoratrici e lavoratori per rendere tale innovazione economicamente sostenibile.
Inoltre le OOSS stigmatizzano l’atteggiamento aziendale di negare le garanzie occupazionali ai colleghi che hanno deciso di opporsi al progetto di esternalizzazione.

Ciò non ha precedenti nel settore del credito: ad oggi nessun istituto bancario aveva mai immaginato di vincolare le tutele occupazionali alla rinuncia di un diritto sancito dal nostro ordinamento.




Rinnovo CCNL ANIA, la trattativa prosegue

3 - Fisac Cgil

Nelle date 20 e 21 ottobre u.s., le scriventi Segreterie Nazionali si sono incontrate a Milano con la delegazione ANIA per proseguire la trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale Assicurativo.

Nei precedenti incontri del 19/20 settembre u.s e 3/4 ottobre u.s Ania aveva presentato bozze di testi sui vari temi del confronto che avevano prodotto una dura replica del Sindacato perché giudicati, in larga parte, non accettabili e negoziabili rispetto allo spirito e i contenuti della piattaforma sindacale e poco coerenti con l’andamento della discussione che aveva caratterizzato tutta la prima fase del confronto a seguito presentazione piattaforma sindacale a fine Aprile u.s.

In questo quadro si è pertanto reso necessario un chiarimento politico tra Segreterie Nazionali ed Ania per verificare la reale disponibilità dell’Associazione a rimettere al centro la piattaforma sindacale cogliendone lo spirito e gli obiettivi e per effettuare un concreto sforzo reciproco utile ad uno sviluppo rapido e positivo della trattativa.

Il confronto è stato intenso, a tratti molto duro, ma alla fine ha prodotto chiarimenti fondamentali per lo sviluppo della trattativa:

1. Sono USCITE DEFINITIVAMENTE dal tavolo di trattativa alcune richieste forti avanzate da Ania:

– L’introduzione del “principio di obbligatorietà” nel Fondo di solidarietà di Settore; – Il tema del Comporto di Malattia;

– La creazione di un Contratto ad hoc “di serie B” in cui inserire le Società di Assistenza, i Contact Center, le Società strumentali, le Start up.

2. sono stati invece rimessi al centro del confronto i temi cardine della piattaforma sindacale (Area Contrattuale, Produttori, Innovazione tecnologica/digitalizzazione, Diritti Sociali e Civili, Lca).

3. Sul Fondo di Solidarietà le Segreterie Nazionali hanno confermato disponibilità a lavorare a un suo adeguamento/rafforzamento nell’interesse generale del Sistema (anche come da previsioni della legge di bilancio 2021 che impone adeguamenti normativi ai Fondi di Settore entro il 31/12/2022).

4. Sul delicato e complesso tema Inquadramenti, persistono distanze negoziali che non consentono ancora di trovare un punto di equilibrio sostenibile; cosi come persistono distanze sulle Società di Assistenza (ex-Aisa) e sul tema dell’innalzamento dell’età relativamente alla possibilità di trasferimenti. Sembra invece di poter trovare un punto di equilibrio sui temi del certificato di malattia e Tutele sindacali.

5. Sul tema Economico le Segreterie Nazionali hanno ribadito la richiesta di piattaforma con l’ulteriore obiettivo del raggiungimento di risultati significativi e coerenti con il difficile contesto generale che stiamo vivendo a partire dal caro bollette/energia.

Su questi presupposti condivisi sono state pertanto individuati tre giornate di incontri tra Segreterie Nazionali ed Ania, il 3 novembre a Roma e il 14 e 15 novembre a Milano.

In un contesto Internazionale e di Paese come quello che stiamo vivendo, dove prioritario é il rinnovo dei CCNL dei vari settori merceologici, l’obiettivo delle scriventi Segreterie Nazionali rimane quello di procedere rapidamente ad un rinnovo del CCNL ANIA che risponda alle aspettative delle Lavoratrici e Lavoratori.

Vi terremo costantemente aggiornati.

 

Le Segreterie Nazionali
First-Cisl Fisac-Cgil Fna Snfia Uilca




“Le vittime non hanno colpe”: anche la CGIL in piazza il 23 ottobre

La Cgil dell’Aquila ha aderito alla manifestazione che vedrà la città radunarsi domenica 23 ottobre, dalle ore 11, presso la Villa Comunale.

La manifestazione nasce in reazione alla recente sentenza che ha attribuito alle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 un “concorso di colpa”, dovuto alla scelta “incauta” di restare a dormire nelle loro abitazioni.

Il grido di dolore che la piazza lancerà è rivolta innanzitutto alla politica, affinché provveda a disporre misure a favore delle famiglie delle vittime, e si spera possa contribuire in appello alla revisione di una sentenza che offende la memoria delle vittime e della città.

Anche la Fisac L’Aquila sarà in piazza. L’invito è rivolto a tutti per una partecipazione sentita e numerosa.




Bper: non possiamo accettare il bullismo


La scorsa settimana si è verificato nell’Area Abruzzo Ovest (ex Area L’Aquila) un fatto estremamente grave e preoccupante.

Sulla casella di posta dei titolari di filiale, infatti, è stata recapitata per più giorni la lista nominativa dei gestori personal indicando, per ognuno di loro, i risultati ottenuti in relazione ad una campagna commerciale in corso.
I nominativi erano riportati in base alla percentuale di completamento degli obiettivi, in ordine crescente, andando a formare una classifica con i meno performanti in testa alla lista ad attirare immediatamente l’attenzione.

Una comunicazione del genere, con diffusione di risultati individuali, rappresenta una grave e palese violazione dell’Accordo sulle Politiche Commerciali firmato lo scorso 30/3/2022 che vieta espressamente l’invio di messaggi vessatori, e comunque non rispettosi della professionalità e dignità dei lavoratori.
Non si può fare a meno di notare che nelle posizioni peggiori della classifica figurano lavoratrici e lavoratori temporaneamente assenti per motivi di salute o di carattere personale, o impiegati in filiali che presentano carenze d’organico o problemi organizzativi tali da impedire loro di dedicarsi assiduamente all’attività commerciale. Questo rende particolarmente odiosa la scelta di chi ha deciso di mettere alla gogna delle persone già alle prese con situazioni difficili.

La diffusione tra i colleghi di risultati individuali costituisce anche una – più grave – violazione della normativa sulla privacy. In tal senso esistono diversi precedenti di aziende sanzionate per aver pubblicato tra i dipendenti i risultati dei loro colleghi.

Il rischio che si corre, di fronte ad episodi del genere, è che in tanti finiscano per considerarli “normali”, assuefatti come sono alle piccole e grandi angherie che giornalmente gli tocca subire. Ma di normale, in questo caso, non c’è nulla.

Il rapporto tra lavoratori e rappresentanti aziendali può attraversare anche momenti aspri e conflittuali, ma è comunque basato su regole, e soprattutto sul rispetto dei reciproci ruoli. Quello che abbiamo riportato è tutt’altro: è un episodio pericolosamente vicino ad un atto di bullismo, e in quanto tale da respingere con forza.

Per questo motivo, come Fisac, abbiamo immediatamente segnalato l’accaduto all’Azienda, chiedendo un sollecito intervento volto ad impedire il ripetersi di analoghe iniziative.

La raccomandazione ai colleghi è sempre la stessa: riferire al proprio rappresentante sindacale ogni forma di vessazione per consentirgli – garantendo il totale anonimato al segnalante – di intervenire tempestivamente e fare quanto possibile per bloccare il comportamento scorretto. Ad oggi questo rappresenta l’unico mezzo per arginare una deriva altrimenti inarrestabile.

Ricordiamo, infine, che contro la diffusione di dati sensibili è possibile inoltrare un ricorso al Garante per la Privacy. Chi fosse interessato ad informazioni su questa procedura riceverà assistenza gratuita dalla Fisac.

L’Aquila, 19 ottobre 2022

Fisac/Cgil Bper Banca
RSA L’Aquila

 

 

 




MPS: richiesto incontro urgente con A.D.

1 - Fabi 2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Pur non sfuggendo a nessuno, tantomeno alle Organizzazioni Sindacali del Monte dei Paschi di Siena, la complessità di questi giorni in cui si definisce l’aumento di capitale che servirà anche a finanziare il Fondo di Solidarietà e gettare le basi per la continuità operativa solida e duratura che tutti auspichiamo, ci vediamo costretti a richiamare l’attenzione dell’azienda sulla perdurante indeterminatezza sul numero dei futuri esodi.

Le domande pervenute sono 4125, contro le 3500 previste dall’azienda nel Piano Industriale e regolate dall’accordo sindacale siglato lo scorso 4 agosto. È necessario che, a soli 40 giorni dal termine di uscita, l’azienda faccia le valutazioni del caso e finalmente si esprima sulla possibilità di accogliere tutte le domande per consentire ai colleghi interessati di superare l’incertezza sul possibile, imminente e radicale cambiamento di vita.
Abbiamo per questo motivo già richiesto all’Amministratore Delegato un incontro urgente finalizzato oltre alla definizione della questione a fornirci rassicurazioni alla luce delle continue notizie di stampa.

Confidiamo che la volontà di sciogliere questo nodo andando incontro alle legittime aspettative dei colleghi aderenti al fondo, coniugato alla necessità altrettanto impellente di fare luce sulla sostenibilità organizzativa e funzionale della banca post esodo, sia una esigenza sentita non solo dalle Organizzazioni Sindacali, ma anche dall’Azienda.

Siena, 19 ottobre 2022

 

Le Segreterie di Coordinamento
Banca Monte dei Paschi Siena




L’inflazione si “mangia” i nostri risparmi: il report della CGIA Mestre

L’inflazione si “mangia” i nostri risparmi, una stangata da almeno 92 miliardi di euro: i conti, realizzati dall’Ufficio studi della CGIA Mestre, partono dall’ipotesi che le famiglie italiane abbiano mantenuto nel proprio istituto di credito gli stessi risparmi che avevano a inizio anno.

Pertanto, a causa della crescita dell’inflazione stimata per il 2022 all’8 per cento, la dimensione economica reale del deposito bancario ha subito una drastica decurtazione.

Il report della CGIA Mestre su inflazione e risparmi

A pagare il conto più salato sono le famiglie residenti nelle grandi città, dove il caro vita si fa sentire maggiormente. Certo, una piccolissima parte di questa perdita di potere di acquisto sicuramente verrà   compensata dall’aumento degli interessi sui depositi. A seguito dell’incremento dei tassi decisi in questi ultimi mesi dalla Bce, infatti, le banche, nella seconda parte dell’anno, stanno riconoscendo ai propri correntisti degli interessi positivi. Tuttavia, il conto da “pagare” è pesantissimo e colpisce maggiormente le famiglie meno abbienti.

A Roma, Milano, Torino e Napoli le famiglie più penalizzate

A livello territoriale le province più penalizzate sono quelle più popolate e tendenzialmente anche con i livelli di ricchezza più elevati: a Roma, infatti,  l’inflazione “erode” 7,42 miliardi di euro di risparmi familiari, a Milano 7,39, a Torino 3,85, a Napoli 3,33, a Brescia 2,24 e a Bologna 1,97. Tra le meno esposte, infine, scorgiamo la provincia di Enna con 156 milioni di euro, Isernia con 153 e Crotone con 123.

Le casse dello Stato, invece, “sorridono”

Certo, a causa dell’aumento dell’inflazione, anche lo Stato centrale e le sue articolazioni periferiche subiranno una impennata sul fronte delle uscite.  Nel frattempo, però, l’incremento del gettito riscosso è stato molto importante. Nei primi 8 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, le entrate tributarie erariali sono aumentate di 40,69 miliardi di euro. Questo score così positivo è riconducibile a tre fattori: agli effetti del “decreto Rilancio” e del “decreto Agosto”, – che tra il 2020 e il 2021 avevano disposto proroghe, sospensioni, etc. – e, in particolar modo, agli incrementi dei prezzi al consumo che hanno spinto all’insù il gettito dell’Iva.

Il report completo

Potete consultare e scaricare qui di seguito il documento completo.

 

Fonte: lentepubblica.it

 




BNL: raggiunto l’accordo sul VAP


 

Dopo mesi di serratissime e difficilissime trattative nella notte fra il giorno 12 e il 13 ottobre le Organizzazioni Sindacali e la delegazione aziendale hanno raggiunto un importante accordo sul premio aziendale per i prossimi 2 anni.

L’accordo riveste una grande importanza per numerosi motivi:

  • CCNL: il premio è definito all’interno della cornice del vigente contratto (l’azienda spingeva per una deroga).
  • Tassazione al 10%: recupero della fiscalità agevolata a seguito della chiusura dell’accordo secondo i termini di legge (confermato dai fiscalisti aziendali).
  • Premio in denaro: sostanziale incremento del premio cash che da diversi anni era fermo a soli 150 euro.
  • Premio welfare: ulteriore aumento dell’importo del premio se si opta per la scelta welfare.
  • Discrezionalità del collega: reintroduzione della possibilità di scelta se prendere il premio tutto cash, tutto welfare o metà e metà; in quest’ultimo caso la parte welfare è incrementata.
  • Cessioni: riconoscimento del premio anche al personale oggetto delle recenti cessioni di ramo d’azienda.
  • Tempi determinati: finalmente sanata una stortura di lunga data. Ora i lavoratori a tempo determinato hanno diritto al premio al pari degli altri colleghi.
  • Sostegno alle famiglie a basso reddito: erogazione di 200 euro (una tantum per il 2022) in welfare per redditi sotto i 35.000 euro.

Riteniamo che quello sottoscritto sia un buon accordo considerando il momento economico di estrema incertezza e l’attenzione verso i più giovani e i redditi più bassi

Il premio avrà un valore, per la figura media di settore 3A4L, di 800 euro cash o 1.200 euro di credito welfare. Una terza opzione permette al dipendente di optare per una formula che prevede 400 euro di cash e 500 euro di welfare.

Il VAP, in base all’andamento di determinati indicatori, potrà variare con una forbice che va dal -10% al +15% rispetto agli importi target illustrati in tabella.

 

Tabella per il cacolo del Premio target aziendale Anni 2022-23

Inquadramenti Tutto Tutto Misto
Cash Welfare Cash +Welfare
Dirigente 1.826 – –
QD4L 1.217 1.826 609 + 761
QD3L 1.048 1.571 524 + 655
QD2L 945 1.417 472 + 591
OD1L 896 1.343 448 + 560
3A4L 800 1.200 400 + 500
3A3L 781 1.172 391 + 488
3A2L 721 1.081 360 + 450
3A1L 681 1.021 340 + 426

L’erogazione dei 200€ al personale con reddito inferiore ai 35.000€ annui è il risultato di una precisa richiesta sindacale per il sostegno dei nuclei familiari in cui colleghe e colleghi ricoprono le fasce di reddito più basse nella nostra azienda.

Se si considera la componente welfare l’accordo sottoscritto porta avanti un trend che vede negli ultimi anni un incremento progressivo del premio con l’importante ritorno alla struttura classica del VAP e la possibilità di scelta delle varie opzioni in capo al dipendente.

Gli impegni futuri del Sindacato

I prossimi incontri prevedono, tra gli altri: un incontro sull’andamento degli organici aziendali (in particolare un focus sulle assunzioni), la definizione di un nuovo piano di formazione finanziata e l’avvio di una nuova trattativa sull’aumento dei buoni pasto e sulle modalità di fruizione. Questo ultimo punto è un preciso impegno che l’azienda ha preso nei confronti delle organizzazioni sindacali all’inizio della trattativa VAP e che è stato confermato in sede di firma dell’accordo relativo.

 

Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 

Scarica il testo dell’accordo