Il significato del Primo Maggio

Intervento di Luca Copersini, Segretario Provinciale Fisac L’Aquila, alla manifestazione del Primo Maggio svoltasi a Paganica (AQ)

E’ un onore per me oggi rappresentare la CGIL in questa importante giornata del Primo Maggio.

Sono un segretario di categoria. Rappresento dei lavoratori, i bancari, che fino a qualche anno fa sembravano immuni rispetto ai problemi che affliggono il mondo del lavoro; poi anche loro hanno cominciato a fare i conti con chiusure di sedi, tagli del personale, mobbing, demansionamenti… Benvenuti nel fantastico mondo del lavoro!
Ma intorno a noi le cose vanno ancora peggio.

Ho preso spunto dalle notizie che abbiamo letto o sentito negli ultimi tempi per fare un quadro della realtà.

E il primo spunto da cui voglio partire è Renatino.

Non so se ricordate, qualche mese fa, un’orribile pubblicità del Parmigiano Reggiano. Protagonista dello spot era questo ragazzone, Renatino, che raccontava la sua vita. Un racconto semplicissimo: 365 giorni l’anno passati nello stabilimento produttivo, senza aver mai preso un giorno di vacanza. Senza aver mai visto il mare. E’ passato un po’ di tempo, ma ho voluto ricordare questo spot per il forte valore simbolico: secondo una visione sempre più diffusa, il lavoratore perfetto è quello che rinuncia del tutto ad avere una vita sua, che non chiede nulla, che desidera soltanto fare in modo che il suo datore di lavoro guadagni. Così, almeno lui, al mare ci potrà andare…
Ovviamente quello non è il mondo reale; quella è una pubblicità. Nel mondo reale queste cose non succedono. Nel mondo reale succedono cose più normali. O meglio, succedono cose che abbiamo imparato a considerare normali.

Nel mondo reale succede che una dipendente della sede Amazon di Torino venga sospesa dal lavoro per essere rimasta troppo a lungo nel bagno. La sanzione è stata annullata dal giudice del lavoro (grazie alla CGIL) ma il messaggio è stato recapitato: il vostro tempo appartiene all’azienda.
E in effetti è normale che sia così, come è normale che chi effettua le consegne per conto di quell’azienda si porti nel furgone una bottiglietta di plastica nella quale fare i bisogni senza perdere tempo.

Nel mondo reale succede quello che è accaduto in un supermercato di Pescara, dove le dipendenti sono state minacciate, sentendosi intimare dalla titolare (tra l’altro, una donna) “Ditemi chi di voi ha il ciclo, altrimenti vi controllo personalmente le mutandine”. Aggiungendo la minaccia di non rinnovare i contratti in scadenza se non fosse saltata fuori la colpevole. Colpevole di aver gettato un assorbente nel cestino sbagliato. Anche in questo caso la CGIL è intervenuta, tanto che la Conad ritirerà probabilmente l’affiliazione al supermercato.
Eppure è normale che il datore di lavoro, visto che paga le sue dipendenti, possa avere il diritto di disporne come crede, fino ad infilargli le mani nelle mutandine.

Nel mondo reale succede che chef stellati o imprenditori affermati attacchino i giovani accusandoli di essere sfaticati, visto che non sono disposti a lavorare gratis o ad accettare gli stipendi che loro vorrebbero pagare, inferiori ad un sussidio di povertà.
E in effetti, è normale: cominci a lavorare, non conosci il lavoro, ti viene data la possibilità di imparare. Non dico che dovresti pagare, ma almeno lavorare gratis

Si potrebbero fare tanti altri esempi, ma la sostanza è che di normale, in tutte queste situazioni, non c’è proprio nulla!
Si sta purtroppo affermando una visione del mondo del lavoro per cui il lavoratore debba essere grato a chi gli permette di lavorare. Una visione del mondo per cui lo stipendio non è la contropartita per la sua prestazione, ma una sorta di elemosina, che generosamente gli viene elargita. E guardando in prospettiva, c’è poco da essere ottimisti. C’è l’illusione per il capitale di arrivare a riprodursi in modo autonomo, senza necessità di condividerne con nessuno i frutti.

Mi spiego con un esempio.

Pensiamo ad una fabbrica di scarpe. Nella fabbrica entra il materiale: qualche pezzo di cuoio, un po’ di gomma, per un valore di qualche euro. Quello che esce fuori è un paio di scarpe, che viene venduto a 100-150 euro. E’ evidente che c’è stato un notevole aumento di valore, ma cos’ha prodotto questo aumento? E’ stato il lavoro degli operai, che hanno saputo creare un oggetto che vale molto di più della somma delle sue parti. In un sistema economico sano, questo aumento di valore va giustamente a premiare l’imprenditore, ma una parte va a riconoscere l’importante opera del lavoratore, ricompensandolo in modo adeguato. Quando l’imprenditore vuole tenere per sé una quota troppo alta di questo aumento di valore, retribuendo in modo non adeguato i lavoratori, parliamo di sfruttamento.

Oggi il sogno del capitale è andare oltre lo sfruttamento. Il sogno è eliminare del tutto l’apporto dei lavoratori. Tornando alla nostra fabbrica di scarpe, il sogno del proprietario sarebbe una catena produttiva fatta esclusivamente di macchine. Così si potrebbero produrre scarpe ad un prezzo nettamente inferiore… salvo poi scoprire che nessuno le può comprare. Perché se il processo produttivo riesce ad eliminare del tutto le persone, chi ce li ha i soldi per comprare ciò che viene prodotto?
Basterebbe un minimo di buon senso per capire che l’idea di economia che si sta affermando nel mondo non può portare da nessuna parte.

Quando fu scritta la nostra Costituzione, nell’articolo 1 i membri dell’Assemblea Costituente vollero inserire le famose parole “fondata sul lavoro”. Le abbiamo sentite tante volte, ma ci siamo mai soffermati a riflettere su queste parole? Perché ritenevano che il lavoro fosse importante a tal punto da costituire l’elemento fondante della Repubblica?
Perché il lavoro dà dignità alle persone. Le rende autonome, libere, non le obbliga a dipendere dall’elemosina di un sussidio calato dall’alto, perché in quel caso sì che dovrebbero sottostare a tutti i capricci di chi glielo elargisce . Consente di realizzarsi, di sentirsi utili per sé e per gli altri.
Il lavoro dà dignità. E di questo, i Costituenti erano talmente convinti da scrivere, nell’art. 36, qualcosa che oggi appare assolutamente rivoluzionario: chi lavora ha diritto ad una retribuzione adeguata. Ha diritto a trarre dal suo lavoro quanto basta per vivere in modo libero e dignitoso, ed assicurare lo stesso alla sua famiglia.

Tutto questo andatelo a raccontare a un giovane laureato, costretto a sopravvivere con  lavoretti estemporanei e sottopagati, senza  poterci neanche pensare a creare una famiglia o a comprarsi una casa. Dove sta la libertà di quella persona?

Cosa c’è di dignitoso in un mondo del lavoro che discrimina le donne, costringendole ad accettare retribuzioni più basse in media del 30%, limitando le loro prospettive di carriera, considerando che oltre due dirigenti su tre sono uomini? E’ un retaggio del passato? Non direi, visto che i posti di lavoro persi a causa della pandemia erano, per il 75%, occupati da donne.

Come si può parlare di libertà quando tanti lavoratori sono costretti ad operare in condizioni di pericolo pur di riportare a casa il necessario per la sopravvivenza? Viviamo in un paese in cui ogni giorno mediamente 2 persone escono per andare a lavorare e non tornano più a casa. E ogni volta sentiamo parlare di tragiche fatalità, salvo poi scoprire, come nel caso di Luana D’Orazio, morta a 22 anni perché risucchiata da un macchinario di un’industria tessile, che i dispositivi di sicurezza erano stati disattivati per poter produrre qualche pezzo in più.

Quanto vale una vita umana?

E parlando del valore della vita umana, non si può non fare un riferimento alla guerra che sta infiammando l’Europa in questi giorni. Una guerra alla quale l’Italia sta partecipando attivamente, seppur in modo indiretto. Una guerra sulla quale ho una sola certezza: che è scoppiata a causa dell’aggressione russa ad uno stato confinante, l’Ucraina. Ma poi ho tanti dubbi, tante domande.
Perché l’invio delle armi non è stato mai discusso dal Parlamento? Che tipo di armi stiamo inviando, visto che su questo è stato posto il segreto di Stato? Qual é l’obiettivo che ci prefiggiamo? Ascoltando le ultime dichiarazioni di Biden e Johnson, sembrerebbe che l’occidente stia combattendo una guerra “per procura” contro la Russia. Una guerra nella quale abbiamo delegato gli Ucraini a morire per conto nostro. Perché nessuno sta lavorando per la pace, visto che tutto ciò che viene fatto o detto sembra mirare ad allungare ed espandere la guerra?
Di certezza ne ho un’altra: stiamo giocando con il fuoco. Ed è indispensabile cambiare rotta, prima che sia troppo tardi.

Ho parlato solo di cose brutte, quindi vorrei concludere il mio intervento con un segnale positivo. e per farlo cito un’ultima notizia.

Lo scorso anno lo studio legale LabLaw di Milano è stato premiato come miglior studio legale d’Italia. Il suo merito? Aver assistito la GKN di Campi Bisenzio nel licenziamento di 430 lavoratori. E qui farei una riflessione sul fatto che stravolgere la vita di tante persone, mettere sul lastrico 430 famiglie, diventi un trofeo da esibire. Però qualcuno non si è arreso. Non si è arresa la FIOM di Firenze, che pur avendo di fronte il miglior studio legale d’Italia, ha portato l’azienda in tribunale, riuscendo a far annullare i licenziamenti.

E’ esempio che ci spinge a non rassegnarci, come quelli citati in precedenza. Resistere – perché anche questa è una forma di resistenza – a un mondo nel quale le persone valgono sempre meno è difficile, e spesso i risultati che riusciamo a portare a casa sono spesso minori di quelli che vorremmo. Ma se smettiamo di crederci e di impegnarci, quel poco che riusciamo ad ottenere non lo otterrà più nessuno.

Alla fine è questo il valore del Primo Maggio: ricordarci che dobbiamo continuare a lottare. Perché di arrenderci non ce lo possiamo permettere.

 

 




Smart Working semplificato, proroga al 31/8, novità per i fragili

Un emendamento in Commissione Affari Sociali al cosiddetto “decreto Covid riaperture” introduce due novità: prorogato fino al 30 giugno il regime di tutela per i lavoratori fragili, sia del settore pubblico sia del settore privato; prorogato dal 30 giugno al 31 agosto lo smart working semplificato per il settore privato.


Lo smart working non si ferma il 31 maggio, con la fine dello stato d’emergenza legato al Covid, ma continuerà ancora per diverse settimane. La novità è arrivata con un emendamento in Commissione Affari Sociali al cosiddetto “decreto Covid riaperture”. Ma la possibilità di accedere in maniera semplificata al lavoro da remoto non è uguale per tutti i lavoratori.

In particolare, l’emendamento ha prorogato fino al 30 giugno il regime di tutela per i lavoratori fragili, sia del settore pubblico sia del settore privato.
Inoltre, è stato prorogato dal 30 giugno al 31 agosto lo smart working semplificato per il settore privato.

Fino al 31 agosto, quindi, è consentita la modalità di comunicazione semplificata per lo smart working per tutti i lavoratori del settore privato: è consentito, cioè, il ricorso allo smart working senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore.
Il datore di lavoro, quindi, sarà tenuto a comunicare al ministero del Lavoro in via telematica solo i “nominativi dei lavoratori e la data di inizio e cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile” e non tutti gli allegati degli accordi individuali sottoscritti con i singoli lavoratori (che comunque l’azienda dovrà conservare).

L’emendamento al dl riaperture approvato in Commissione Affari Sociali alla Camera, quindi, proroga al 30 giugno il regime di tutela per i lavoratori fragili: diritto allo smart working per tutti i fragili e, per specifiche categorie di fragili, ove non sia possibile svolgere lavoro in modalità agile, equiparazione al ricovero ospedaliero.
L’emendamento, precisa una nota del ministero del Lavoro, proroga anche il diritto allo smart working per i genitori di figli con fragilità.

Mentre la proroga fino al 30 giugno decisa per i lavoratori fragili vale sia per il settore pubblico sia per il privato, quella fino al 31 agosto per lo smart working semplificato vale per il settore privato.

In commissione Affari sociali abbiamo approvato l’emendamento, riformulato dal governo, che proroga lo smart working per i lavoratori fragili pubblici e privati. Siamo soddisfatti che sia stata accolta la richiesta del M5S, che si è battuto fin da subito per colmare questa lacuna”, hanno spiegato in una nota i pentastellati Francesca Ruggiero, Vittoria Baldino e Niccolò Invidia. “In questo modo – hanno sottolineato – chi è affetto da patologie che ne determinano la vulnerabilità potrà continuare a svolgere le proprie mansioni in totale sicurezza“.

Esprimo profonda soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento che proroga fino al 30 giugno il regime di tutela per i lavoratori fragili pubblici e privati. La misura, fortemente sostenuta dal ministro Speranza, che ringrazio per la grande disponibilità e sensibilità, non sarebbe stata possibile senza le risorse stanziate dal ministro della Salute. Era fondamentale garantire ai lavoratori vulnerabili la possibilità di continuare a svolgere le proprie occupazioni in totale sicurezza”, ha dichiarato in una nota il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

 

Fonte: tg24.sky.it

 

 




Unicredit: proroga scadenza domande di adesione al piano di esodo incentivato

Proroga al 20.05.2022 della possibilità di adesione alla “Fase 2” del piano di esodo incentivato accordo 27.01.2022

Vi informiamo che è stata pubblicata oggi sul portale My Unicredit una news, concernente la proroga al 20.05.2022 della scadenza per la presentazione, da parte dei/delle Lavoratori/Lavoratrici interessati/e, delle domande di adesione al piano di esodo incentivato attraverso l’accesso alle prestazioni del Fondo di Solidarietà Straordinario, per quanto riguarda la cosiddetta “Fase 2” (finestra pensionistica dal 1° febbraio 2025 al 1° aprile 2028 ), prevista dall’Accordo 27.01.2022 sul Piano Strategico “Unicredit Unlocked”.

L’azienda ci ha rappresentato le ragioni di tale proroga in relazione alla necessità di permettere, ai/alle Lavoratori/Lavoratrici interessati, di completare gli approfondimenti ancora in svolgimento in merito alle proprie posizioni previdenziali, in funzione di una eventuale presentazione della domanda di adesione all’esodo relativa alla “Fase 2”

29/04/2022

Le Segreterie di Coordinamento di Gruppo delle OO.SS. di Unicredit
Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Uilca – Unisin

 

dal sito www.fisacunicredit.eu

 




ISP: raggiunti gli accordi PVR, PAV 2022 e LECOIP 3.0

Nella giornata odierna abbiamo sottoscritto i seguenti accordi:

  • PVR 2022 e per i colleghi assicurativi PAV 2022 (erogazione 2023)
  • Premio di piano (incentivazione a lungo termine 2022-2025) LECOIP 3.0

Il Premio Variabile di Risultato (PVR) e il Premio Aggiuntivo Variabile (PAV) 2022 prevedono una componente denominata “Welcome Bonus” pari a 1.300 € con erogazione anticipata indicativamente nel prossimo mese di giugno.

Il collega potrà decidere se ricevere questo anticipo in contanti o in azioni ISP (Free Shares). L’esercizio dell’opzione delle azioni consentirà la sottoscrizione del Lecoip 3.0, ricevendo un’ulteriore quota di azioni gratuite (Matching Shares) differenziate in base al ruolo professionale o alla seniority assegnata.

Abbiamo ottenuto l’aumento del capitale protetto per i ruoli/seniority meno elevati: ad  esempio 2.000 € per il gestore base/seniority1 e 2.100 € per il gestore privati/seniority2.

Vi sarà inoltre un rendimento minimo del 4%, correlato al raggiungimento di obiettivi ESG di piano. Gli importi del Lecoip non erogati per effetto dei provvedimenti disciplinari (sospensione dal servizio o licenziamento) saranno versati dall’Azienda alla Onlus Intesa Sanpaolo.

Il PVR 2022, in un’ottica redistributiva, prevede un incremento del premio base per  i ruoli/seniority meno elevati, portando il minimo da 660 € a 800 € per il gestore base/seniority 1. Ai colleghi (anche part time) con RAL fino a 35.000 €, viene confermata la componente aggiuntiva di 120 €; abbiamo introdotto, inoltre, in favore dei colleghi con RAL tra 35.000 € e 37.000 € una componente aggiuntiva di 75 €.

Allo stesso tempo, rispetto al PVR 2021, viene attenuata la riduzione del premio base per le RAL più alte, che passerà al 25% (in precedenza 40% o 25% a seconda della fascia di reddito).

Per quel che riguarda l’eccellenza, è stato introdotto in via sperimentale un nuovo meccanismo con l’obiettivo di ampliare la platea dei destinatari premiati.

Gli accordi sottoscritti riconfermano una quota rilevante di salario contrattato garantendo un incremento certo a partire dagli importi minimi.

 

 Milano, 29 aprile 2022

 

Delegazioni Trattanti Gruppo Intesa Sanpaolo
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 

dal sito fisacgruppointesasanpaolo.it