Mps, Franco dà la linea: rilanciare poi vendere

Il ministro dell’economia in audizione alle commissioni finanze di Camera e Senato parla del futuro di Montepaschi: il governo chiederà una proroga ma il controllo della banca da parte dello Stato deve avere una scadenza


 

I tempi per l’uscita dello Stato dal capitale del Monte dei Paschi di Siena non si prospettano brevi. Il Tesoro, ha ribadito il ministro dell’Economia Daniele Franco alle commissioni Finanze di Camera e Senato, sta infatti chiedendo alla Ue una proroga “congrua”, che consenta all’istituto senese di completare la sua ristrutturazione, per la quale servirà un aumento di capitale “in questo momento” quantificato in 2,5 miliardi di euro ma sul quale l’ultima parola toccherà al nuovo piano affidato al neo amministratore delegato Luigi Lovaglio.

“Eventuali favorevoli opportunità di dismissioni qualora si profilassero potranno esser colte sin da subito” ma è “ragionevole attendersi che solo dopo l’aumento e le iniziative di miglioramento dell’efficienza previste dal piano si creeranno condizioni più favorevoli per procedere alla privatizzazione”, ha detto il ministro, che ha invece definito uno scenario “non ipotizzabile”, perché contrario alle norme Ue, la permanenza “senza limiti di tempo” nel capitale della banca.

All’esito della vendita il Mef intende “assicurare” a Mps “un futuro importante nel sistema bancario italiano ed europeo”, salvaguardando “i livelli occupazionali”, il “marchio” e “il legame con il territorio” di una banca parte del “patrimonio economico, culturale e storico” del Paese, della Toscana e di Siena. No anche a “spezzettamenti” mentre sulla cessione di sportelli – si parla di un pacchetto al Sud diretto verso Mediocredito centrale – deciderà la banca. A queste condizioni la nazionalità del partner – “straniero” o “italiano” – non avrà importanza.

Lovaglio, in sella dallo scorso 7 febbraio, avrà Il compito di scrivere “un piano ambizioso e credibile” che convinca la Borsa a sottoscrivere, assieme al Tesoro, l’aumento di Mps in una “operazione di mercato” che scongiuri il rischio di un nuovo salvataggio statale. Al tal riguardo il Mef sta negoziando con l’Europa “misure compensative” per il mancato rispetto dei target al 2021, che si traducano in obiettivi “sufficientemente ambiziosi ma realistici e sostenibili”, specialmente sul fronte dei costi, dal 2017 vero tallone d’Achille della banca. 

 

Con Lovaglio, ha spiegato Franco, si vuole “imprimere alla gestione un cambio di passo per accelerare il processo di ristrutturazione necessario a dare maggiore credibilità alle prospettive di risanamento e sviluppo”, facendo leva sulla reputazione di un manager che “ha gestito operazioni complesse e completato ristrutturazioni aziendali di successo”.

“La prima sfida” a cui sarà chiamato l’ex ad del Creval sarà proprio l’aumento di capitale, il cui ammontare – ha detto Franco – “lo vedremo con il piano industriale”. “In questo momento” i 2,5 miliardi indicati nel dal suo predecessore Guido Bastianini sono una “cifra ancora adeguata”, che dunque dovrebbe finire in maniera inerziale nel capital plan da sottoporre alla Bce entro il 31 marzo.

Franco ha anche chiarito i motivi dell’avvicendamento con Bastianini, sfiduciato dal cda dopo che il Tesoro, all’inizio del 2021, ne aveva chiesto le dimissioni. I risultati 2021, chiusi con 310 milioni di utili, il miglior risultato dal 2015, “sono stati relativamente buoni ma nettamente meno buoni di quelli delle altre banche”, ha detto Franco, indicando come il risultato sia stato spinto da alcune componenti straordinarie e dai sostegni pubblici al credito legati al Covid. Una “relativa debolezza” evidenziata, a detta del ministro, anche dall’andamento del titolo in Borsa (che ha sottoperformato durante il biennio di Bastianini e sovraperformato dopo l’arrivo di Lovaglio).

A Bastianini è stato infine imputato il mancato conseguimento degli obiettivi di costo, rimasti fermi al 70% dei ricavi, livello sotto il quale non era riuscito a scendere neppure il suo predecessore Marco Morelli, che pure quei target aveva concordato con la Ue.

 

Fonte: Il Tirreno




BCC: Fondo Pensione Nazionale – Elezioni Assemblea dei Delegati


 

Così come previsto all’art. 16 dello Statuto e all’art. 6 del Regolamento Elettorale del Fondo Pensione Nazionale sono state indette le elezioni dell’Assemblea dei Delegati. Tale Assemblea, che ha poteri deliberativi, è costituita da 60 componenti, di cui 30, candidati in apposite liste elettorali, in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori e 30 designati da Federcasse in rappresentanza dei datori di lavoro.

Per questa tornata elettorale è stata presentata, da tutte le Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCNL del Credito Cooperativo, una sola lista unitaria in cui la Fisac-CGIL esprime 4 candidati effettivi e 4 candidati supplenti.

Dopo i ben noti trascorsi (che hanno portato la Fisac-CGIL fuori dagli organismi del Fondo Pensione Nazionale per lungo tempo) riguardanti le importanti divergenze avute con altre Organizzazioni Sindacali sulla gestione della previdenza complementare del Credito Cooperativo, la scelta di tornare a candidarsi in una lista unitaria è frutto del raggiungimento di un Patto unitario, sottoscritto nel giugno del 2021, che sancisce l’impegno di tutte le organizzazioni sindacali a ricercare ed attuare una gestione unitaria e condivisa degli Enti Bilaterali. Ed inoltre la valutazione politica circa l’opportunità di arrivare quanto prima, unitariamente, al rinnovo dei CCNL.

La Fisac CGIL torna quindi, dopo anni, protagonista all’interno degli organismi del Fondo Pensione Nazionale per riaffermare e praticare, attraverso la competenza e la passione delle colleghe e dei colleghi nostri rappresentanti, la “democrazia” e la “partecipazione” strumenti necessari per realizzare l’interesse comune, diffuso e condiviso, di preservare, sviluppare e garantire il risparmio previdenziale incardinato nella previdenza complementare di categoria.

Queste le colleghe ed i colleghi che ci rappresenteranno in seno alla Assemblea dei Delegati del Fondo Pensione:

AMBITO TERRITORIALE RAPPRESENTANTE EFFETTIVO RAPPRESENTANTE SUPPLENTE
Lazio Umbria Sardegna Roberta Salamoni Gianluca Franco
Puglia Basilicata Palma Giovanna Zambetta Alessandro Ricciardelli
Lombardia Fabrizio Carminati Massimo Arati
Veneto Filippo Corazza Marco Turetta

Restiamo, come sempre, a disposizione per ogni necessità di informazioni e chiarimenti.

Un fraterno saluto.

 

Il Coordinamento Nazionale FISAC CGIL Credito Cooperativo




ISP D.R. Lazio Abruzzo: Direzione nuova, nuova Direzione?


Il 22 marzo 2022 si è tenuto il primo incontro tra la Direzione Regionale Lazio Abruzzo e le OOSS con “il passaggio di testimone” tra i Direttori Regionali Pierluigi Monceri e Roberto Gabrielli.

Dopo un breve saluto della rientrante Responsabile del Personale Antonella Mancini, ha preso la parola il DR uscente Monceri, riepilogando il complesso percorso intrapreso nell’ultimo anno, caratterizzato dall’emergenza Covid e dalla impegnativa integrazione con UBI, rievocando poi gli otto anni di permanenza tutti positivi, e la prima parte del 2022 che è iniziata con i migliori auspici e con buoni dati su gestito, tutela e prestiti

A seguire è intervenuto il DR entrante Roberto Gabrielli il quale, dopo essersi presentato con un breve excursus della sua vita professionale, si è detto pronto all’ascolto e alla valorizzazione di tutti i colleghi
che è uno dei compiti principali che un Direttore Regionale dovrebbe svolgere.

Anche i Direttori Commerciali, presenti tutti all’incontro, hanno evidenziato i risultati positivi sinora conseguiti, merito, come sempre diciamo noi, dell’impegno, del sacrificio e della professionalità profusi dalle colleghe e dai colleghi.

Le OOSS hanno preso atto delle dichiarazioni dei rappresentanti aziendali ma hanno replicato che le lavoratrici e i lavoratori di questa Direzione stentano a trovare segni tangibili di tali riconoscimenti nella vita lavorativa di tutti i giorni caratterizzata sempre, nonostante le continue e incessanti denunce, da una cronica carenza di organici (acuita dalle numerose uscite anticipate per esodo), dalle insufficienti e inadeguate misure a tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e da una quasi totale assenza di supporto, che hanno caricato esclusivamente sulle loro spalle la gravosa gestione della fase emergenziale. Le stesse, inoltre, hanno denunciato l’eccessiva frequenza delle richieste di reportistica, delle classifiche e comparazioni tra filiali e tra portafogli (con relativi gestori), delle continue riunioni via Skype, spesso protratte oltre l’orario di lavoro con “l’imbarazzo” ed il “senso di colpa” di chi è costretto ad abbandonarle per uscire in orario. Ciò, unitamente alle pressioni alle vendite (che ovviamente non esistono ma si fanno sentire pesantemente tutti i giorni, festivi compresi) contribuisce ad aumentare lo stress da lavoro correlato che a sua volta porta al numero crescente delle richieste di passaggio a ruoli non commerciali, accolte con molta difficoltà dall’Azienda. Parallelamente si assiste invece ad episodi di cambi di ruolo o di sede non desiderati dagli interessati, senza che gli stessi vengano resi sufficientemente partecipi della decisione, se non a cose fatte. Per questo aspetto le OO.SS. invitano le funzioni competenti alla maggior attenzione possibile verso le Persone interessate.

Pur condividendo le parole espresse dai DR e dai DC verso l’impegno ed i risultati conseguiti da parte dei colleghi, riteniamo importante far arrivare questo messaggio alle Persone nelle forme corrette, perché il giusto incoraggiamento è fondamentale per il morale, che si esprime anche attraverso valutazioni adeguate all’impegno profuso: questo non è il momento di fare pressioni ma di motivare in maniera positiva i colleghi per il buon lavoro che viene eseguito al meglio, giorno per giorno, al fine di rendere il clima aziendale il migliore possibile. Altrimenti si corre il rischio di vanificare quanto di buono viene realizzato.

La Responsabile del personale, Antonella Mancini, ha affermato che le segnalazioni sono lo strumento per intervenire a riportare nel giusto ambito eventuali pressioni commerciali e che le minacce di trasferimenti/demansionamenti paventate a chi non raggiunge determinati obiettivi, denunciate dalle OOSS, non sono materia disponibile alle funzioni commerciali ma esclusivamente alla funzione del personale ed ha richiamato il rispetto delle regole anche riguardo alle opzioni di giustificazione in caso di assenza dal posto di lavoro. A conclusione Antonella Mancini ha comunicato alcuni dati relativi alla gestione del Personale: in merito ai Contratti misti attualmente nella DR ce ne sono 108, di cui 10 hanno fatto richiesta di rientrare a tempo pieno e sono in attesa delle destinazioni finali che verranno disposte dalla Direzione Centrale, con l’auspicio che si cercherà di favorirne la permanenza sul nostro territorio. Per le richieste di part time in essere la Responsabile del Personale si è impegnata a visionarle direttamente, condividendo le esigenze del richiedente e della struttura di appartenenza.

Per la Sicurezza Fisica il referente aziendale ha dichiarato che, a livello di gruppo, c’è stata una diminuzione del 64% delle rapine in filiale e del 40% agli atm. Per quanto riguarda le aggressioni al personale, con l’introduzione del controllo del greenpass, vi è stato un aumento con 22 episodi verificati nei primi 3 mesi del 2022 contro i 44 di tutto l’anno precedente. Anche se in presenza di una flessione del fenomeno nel mese di marzo, per contrastare più efficacemente le aggressioni si stanno studiando misure volte ad intervenire tempestivamente al verificarsi, tra cui la formazione attraverso corsi online o altre iniziative. In merito alle aggressioni, manifestiamo la nostra forte preoccupazione e ci chiediamo ancora perché per la protezione dei valori l’azienda è pronta a ricorrere alle più innovative tecnologie, mentre per la protezione delle persone le lentezze e le mancanze sono macroscopiche, applicando la politica del risparmio.

In materia di sicurezza e salute sul lavoro le OOSS hanno proposto in relazione all’apertura dei prossimi cantieri l’istituzionalizzazione di sopralluoghi congiunti tra le funzioni aziendali preposte, i RLS, i Direttori di Filiale ed i colleghi della gestione del Personale al fine di generare le sinergie rivenienti da sensibilità e competenze specifiche; in tema di politiche e pressioni commerciali si richiede una maggiore sensibilizzazione sulla formazione delle figure di sintesi in materia di applicazione e rispetto dei contenuti degli accordi relativi al protocollo ABI del febbraio 2017 recepito nell’ultimo CCNL.

Infine, sulla Filiale On Line, ora Filiale Digitale, l’Azienda ha dichiarato di non avere novità in merito ad aperture di nuove sale o distaccamenti a breve nella DR, pur avendo consapevolezza di questa necessità soprattutto in città estese come Roma. In merito allo smartworking nelle FOL ha affermato che, superata l’emergenza legata alla pandemia, si applicherà il modello di servizio previsto tenendo conto delle peculiari esigenze dei singoli.

Le OOSS, apprezzando l’approccio costruttivo dell’incontro, auspicano che vi sia un concreto cambio di passo nel rapporto fra azienda e personale, che dovrà sempre essere basato su collaborazione e reciproco rispetto, nella consapevolezza che gli obiettivi sfidanti si possono raggiungere solo in un clima sereno facendo leva sulla motivazione, la formazione e l’accoglimento delle richieste di trasferimento e cambio ruolo, senza l’assillo quotidiano di report, riunioni continue e velate minacce o classifiche lesive della dignità dei colleghi.

Le dichiarazioni sentite nell’incontro lasciano sperare che ciò avvenga. Le OO.SS saranno, come sempre, sul campo per la necessaria verifica perché, come afferma di continuo il nostro CEO, le Persone sono la risorsa più preziosa.

Roma, 30 marzo 2022

 

FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN
COORDINAMENTI TERRITORIALI
INTESA SANPAOLO ABRUZZO – LAZIO




Generali: preoccupazione per la proposta del Gruppo Caltagirone


Abbiamo appreso dai giornali che in data 25 marzo u.s. è stato presentato dal Gruppo Caltagirone il programma “Awakening the lion”, il Piano su Gruppo Generali alternativo a quello messo a punto dall’attuale AD Donnet.

Con questo Piano il Gruppo Caltagirone chiederà il voto in assemblea agli investitori istituzionali, decisivo per il rinnovo del CDA del Gruppo Generali previsto per il 29 Aprile.

Nell’ambito delle linee strategiche di questo piano sono previsti l’efficientamento dei costi centrali e amministrativi e il miglioramento delle performance operative nei singoli investimenti tecnologici per creare nuove opportunità di crescita e di risparmio sui costi.

In sostanza l’obiettivo sarebbe di portare il rapporto Cost/Income ratio dall’attuale 64% al 55% per fare del Gruppo Generali un benchmark nella gestione dei costi con riduzione di 0.6 mld all’anno.

Non fa certo parte della cultura e del ruolo del Sindacato schierarsi con le diverse cordate in campo in vista del rinnovo del Cda; tuttavia non possiamo non esprimere da subito preoccupazione rispetto alla proposta di un piano strategico industriale che, qualora l’efficientamento dei costi risultasse in maggior parte declinato sulle lavoratrici e sui lavoratori, potrebbe presentare seri problemi di sostenibilità sociale e occupazionale rispetto a un Gruppo così importante per il Settore Assicurativo e per il Sistema Paese.

La complessa fase storica che stiamo vivendo da un punto di vista sociale, politico ed economico impone a tutto il mondo delle Imprese di mettere al centro il dialogo sociale e il valore del lavoro, come Sindacato non potremo mai accettare una logica all’insegna di Più Utili e Meno posti di lavoro.

 

Le Segreterie Nazionali e Coordinamenti Gruppo Generali

 

Roma 26/03/2022




Covid, dal 1° aprile basta quarantena per contatti stretti

Il decreto approvato dal governo Draghi il 17 marzo, che indica il calendario degli allentamenti delle restrizioni anti-Covid, cambia anche le regole della quarantena


Addio alla quarantena. Il decreto approvato dal governo Draghi il 17 marzo scorso, cambia tutto anche per quanto riguarda la quarantena Covid.

Attenzione però: a cambiare sono solo le regole per chi ha avuto un contatto con un positivo, non l’obbligo di isolamento per chi risulta positivo.

Cosa si intende per “contatto” e per “contatto stretto”

Un contatto di un caso Covid è qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato Covid in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.

Il “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso positivo
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso Covid (per esempio la stretta di mano)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso positivo (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso Covid, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso positivo in assenza di dispositivi di protezione individuali
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso positivo oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso positivo senza l’impiego dei dispositivi di protezione individuali raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
  • una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro 2 posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso Covid (sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto).

Quarantena Covid eliminata dal 1° aprile: come funziona

La novità del nuovo decreto è che dal 1° aprile varranno le stesse regole per tutti sulla quarantena, senza distinzione tra vaccinati e non. Addio quarantene, quindi, anche per i non vaccinati o per i vaccinati da più di 120 giorni.

Durante l’annuncio il ministro della Salute Roberto Speranza, insieme al premier Mario Draghi, ha detto che “con questo provvedimento superiamo anche le quarantene per contatto” con un positivo al Covid-19. Le quarantene per contatto erano già state superate per la popolazione vaccinata, ora “le superiamo per tutti gli italiani”.

Resterà in isolamento quindi esclusivamente chi è positivo al virus. Significa che dovrà rimanere isolato a casa solo chi ha contratto il virus.

Che fare allora se si è entrati in contatto con un positivo, anche un familiare convivente? Chi ha avuto un contatto con una persona positiva, anche contatto stretto, dovrà applicare per sé il cosiddetto regime dell’autosorveglianza per 10 giorni.

In pratica, chi è entrato in contatto con un positivo dovrà portare la mascherina FFP2 per 10 giorni. E il tampone? Sarà necessario sottoporsi a un test, rapido o molecolare, solo in caso di sintomi.

 

Quarantena Covid a scuola: le nuove regole dal 1° aprile

Diverse, come già in precedenza, le regole che si applicheranno a scuola. Dal 1° aprile ecco come cambiano.

Scuole dell’infanzia

  • In presenza di almeno 4 casi tra gli alunni nella stessa sezione/gruppo classe, le attività proseguono in presenza e docenti e educatori (ed eventualmente bambini che avessero superato i 6 anni) utilizzano le mascherine FFP2 per 10 giorni dall’ultimo contatto con un soggetto positivo
  • in caso di comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, al 5° giorno successivo all’ultimo contatto, va effettuato un test rapido o molecolare o un tampone a casa fai da te. In quest’ultimo caso l’esito negativo del test è attestato con autocertificazione.

Scuole primaria, media e superiore

  • In presenza di almeno 4 casi di positività tra gli alunni, le attività proseguono in presenza e per i docenti e per gli alunni che abbiano superato i 6 anni di età è previsto l’utilizzo delle mascherine FFP2 per 10 giorni dall’ultimo contatto con un soggetto positivo.
  • in caso di comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, al 5° giorno successivo all’ultimo contatto, va effettuato un test rapido o molecolare o un tampone fai da te, con autocertificazione.

Dad

Gli alunni delle scuole primarie, medie e superiori, in isolamento per infezione da Covid, possono seguire l’attività scolastica nella modalità di didattica digitale integrata accompagnata da specifica certificazione medica che attesti le condizioni di salute dell’alunno.

La riammissione in classe è subordinata alla sola dimostrazione di aver effettuato un tampone antigenico rapido o molecolare con esito negativo.

 

Viaggi per e dall’estero

Per quanto riguarda i viaggi per e dall’estero, con l’ordinanza del Ministro della salute 22 febbraio 2022, che produce effetti dal 1° al 31 marzo 2022, cessano di applicarsi le restrizioni agli spostamenti previste dalle ordinanze precedenti. Salvo nuovi provvedimenti, dopo il 31 marzo anche queste regole potrebbero essere eliminate, ma ancora nulla si sa al riguardo.

L’ingresso in Italia è ora consentito da tutti i Paesi, anche extra europei, ma a determinate condizioni. Vediamole nel dettaglio:

  • presentazione alla compagnia aerea al momento dell’imbarco del digital Passenger Locator Form mediante visualizzazione da smartphone  o in versione cartacea
  • presentazione alla compagnia aerea al momento dell’imbarco di green pass o di altra certificazione riconosciuta ufficialmente come equivalente. Si tratta delle certificazioni di vaccinazione, avvenuta guarigione o con effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare.

La misura della quarantena presso l’indirizzo indicato nel digital Passenger Locator Form è per un periodo di 5 giorni e si applica solo in caso di mancata presentazione del green pass, con l’obbligo di sottoporsi a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone, alla fine dei 5 giorni.

Queste condizioni non si applicano agli spostamenti da e per la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano. Rimangono in vigore anche le esclusioni già previste per il personale viaggiante, l’equipaggio dei mezzi di trasporto, i lavoratori transfrontalieri, gli studenti per gli spostamenti settimanali e per gli spostamenti con mezzi privati per meno di 36 ore o 48 ore.

I bambini di età inferiore a 6 anni sono esentati dall’effettuazione del test molecolare o antigenico.

Per informazioni puntuali sulla disciplina sugli spostamenti da/per l’estero, anche adottata dai diversi Paesi nei confronti dei cittadini italiani, si rinvia al sito Viaggiare Sicuri dell’Unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri.

 

Fonte: quifinanza.it

 

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https://www.fisaccgilaq.it/lavoro-e-societa/covid-finisce-lemergenza-rientro-al-lavoro-per-gli-over-50-non-vaccinati.html




Smart working, niente proroga per i lavoratori fragili

Il dl 24 non contiene più la norma che avrebbe assicurato il diritto alla prosecuzione del lavoro agile ai genitori di figli piccoli o ai dipendenti affetti da gravi patologie. Il governo non era contrario, ma c’è stato un problema di copertura finanziaria. La Flp: “Decisione inaccettabile, rischi sanitari ancora elevati”


 

Anche i lavoratori fragili dal primo aprile dovranno ritornare al lavoro. La proroga dello smart working per chi ha figli piccoli o soffre di patologie gravi era attesa anche perché presente in tutte le bozze del decreto che stabilisce le norme per la fine dell’emergenza, il dl 24 marzo 2022  n. 24. Ma con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento è emerso che la proroga di tre mesi si limita allo smart working semplificato, per cui non è ancora necessario l’accordo individuale con il lavoratore. Mentre non c’è nessuna proroga per i lavoratori fragili, che avrebbe incluso anche l’obbligo per il datore di lavoro di adibirli ad altra mansione se quella contrattuale non consentiva il lavoro agile.

Sulla proroga c’era un forte consenso in Consiglio dei ministri, a chiederla era stato il ministero del Lavoro ma non c’era opposizione da parte di Palazzo Chigi. Ma, spiegano fonti vicine al dossier, mancava la copertura finanziaria perché tenere in smart working anche lavoratori la cui mansione non lo consente ha dei costi elevati, e quindi si è scelto di non prorogare la norma.

I sindacati non ci stanno. A sollevare la questione, non appena il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il segretario della Flp Marco Carlomagno:  “Una decisione, questa del governo, incomprensibile e inaccettabile, in un momento in cui  la situazione sanitaria è ancora caratterizzata da una circolazione molto forte della variante Omicron 2, e il numero dei contagi di nuovo in aumento”.

La norma potrebbe anche essere modificata in corso di conversione del decreto legge: a preannunciare battaglia il Movimento Cinque Stelle: “Ho letto con attenzione la denuncia della Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche (Flp). In pratica, nell’ultimo decreto varato dal Governo, non vi è alcuna proroga per il mantenimento in lavoro agile dei lavoratori fragili. – annuncia in una nota il capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera, Niccolò Invidia – È una grave mancanza. Lo diciamo subito: durante il passaggio parlamentare del provvedimento, come Movimento 5 Stelle, presenteremo un emendamento per ripristinare queste tutele”.

Ma i tempi sono troppo stretti: infatti la proroga varrebbe tre mesi, ma per la conversione in legge ce ne vogliono due. Data l’entrata in vigore del decreto legge al primo aprile, sembra inevitabile il rientro dei lavoratori fragili, tranne che sia possibile ottenere un accordo che stabilisca qualcosa di diverso con il proprio datore di lavoro. Infatti dal primo aprile potrebbero entrare in vigore molti dei protocolli sindacati che le aziende hanno stipulato, in vista della fine dello stato di emergenza.

fonte: www.repubblica.it

 




Ucraina: lavoratori banche potranno donare 10 euro a testa su base volontaria


 

COMUNICATO STAMPA

Iniziativa di solidarietà per la popolazione ucraina: sottoscritto un accordo da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin con Abi. Nella stessa riunione è stato firmato il testo coordinato del contratto collettivo nazionale di lavoro rinnovato a fine 2019

Roma, 24 marzo 2022. Una campagna straordinaria di raccolta fondi per la popolazione ucraina colpita dalla guerra: le lavoratrici e i lavoratori delle banche italiane potranno donare, su base volontaria, 10 euro a testa e le banche, al termine della raccolta, contribuiranno con una somma equivalente. È quanto è stato concordato oggi dai sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin con l’Abi che hanno espresso solidarietà e vicinanza all’Ucraina e ai suoi cittadini. L’accordo è stato firmato dai segretari generali della Fabi, Lando Maria Sileoni, della First Cisl, Riccardo Colombani, della Fisac Cgil, Nino Baseotto, della Uilca, Fulvio Furlan, e di Unisin, Emilio Contrasto. Le somme raccolte saranno destinate alla fondazione Prosolidar-Onlus, ente bilaterale costituito dalle parti sociali.

Durante la stessa riunione, è stato firmato il testo coordinato del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore del credito rinnovato il 19 dicembre 2019. Il testo coordinato è il documento ufficiale che mette insieme gli articoli del ccnl modificati o introdotti con il rinnovo del 2019 e le norme lasciate intatte rispetto al precedente rinnovo del 2015, allegati compresi. Il ccnl del settore del credito scade alla fine di quest’anno.




CCNL ABI: firmato l’articolato definitivo

I Segretari Generali hanno firmato oggi l’articolato del CCNL ABI, che arriva dopo la firma dell’ipotesi d’intesa datata dicembre 2019. Alleghiamo pertanto il contratto nazionale dei bancari nella sua versione definitiva.

Scarica il testo in PDF

 

Per approfondire

https://www.fisaccgilaq.it/banche/ccnl-abi-i-punti-salienti-del-nuovo-contratto.html




Presidente Regione Abruzzo scrive a BPER contro la chiusura delle filiali

L’AQUILA – “La decisione, qualora venisse confermata rischia di produrre gravi conseguenze sul sistema del credito e del risparmio della mia Regione, già messo a dura prova da analoghi procedimenti di razionalizzazione avviati in passato da altri istituti di credito”.

Forte preoccupazione per la paventata chiusura di quindici filiali della Bper è stata espressa dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in una lettera inviata all’amministratore delegato e direttore generale della banca, Piero Luigi Montani.

Tra gli uffici a rischio il presidente Marsilio ha indicato anche l’attuale direzione territoriale Abruzzo Molise, con sede a Lanciano, che verrebbe incorporata in una nuova direzione con sede nelle Marche, con il “conseguente spostamento dei processi decisionali e ridimensionamento delle singole realtà territoriali presenti in Abruzzo”.

Il presidente Marsilio ha quindi chiesto un confronto con il direttore generale al fine di trovare una soluzione più attenta alle esigenze del territorio.

Fonte: AbruzzoWeb

NOTA: la chiusura della DT Abruzzo Molise è ormai avvenuta da mesi. Siamo comunque felici di scoprire che, magari non proprio tempestivamente, il Presidente della Regione Abruzzo se ne sia accorto.




Ovindoli si mobilita contro la chiusura della filiale Bper

Ovindoli. Il gruppo di opposizione consiliare “Orgoglio Ovindoli” rende noto che nella giornata di ieri ha inoltrato al sindaco del Comune di Ovindoli, Angelo Ciminelli, la richiesta per la convocazione di un consiglio comunale specifico, “al fine di discutere analiticamente sulla questione relativa alla chiusura della filiale Bper di Ovindoli”.

Considerando che il nostro paese è a vocazione turistica e che questo si possa considerare a tutti gli effetti un servizio indispensabile, riteniamo che anche l’Amministrazione Comunale del nostro paese debba fare di tutto affinché ciò non avvenga”, scrive il gruppo in una nota, “siamo decisi e risoluti a partecipare attivamente per dare il nostro contributo. Siamo altresì certi che il Sindaco e l’Amministrazione Comunale prenderanno in seria considerazione il nostro invito”.

La posizione del sindaco Angelo Ciminelli

Mi hanno comunicato telefonicamente, pochi giorni fa, che dalla data del 20 maggio 2022, verrà chiuso l’unico sportello bancario presente nel nostro territorio”, riferisce il sindaco di Ovindoli Angelo Ciminelli.

Non saranno più garantiti quindi il servizio di tesoreria comunale, nonché le consueti operazioni bancarie quali: prelievi, ritiro blocchetti assegni, bonifici e versamenti anche come cassa continua . Ritengo necessario ribadire quanto l’economia alle volte faccia fare scelte troppo razionali, dimenticando le esigenze (anche le più banali) dei residenti e dei turisti presenti nel nostro territorio, sia nel periodo estivo che nel periodo invernale . Ovindoli è un paese montano conosciutissimo in tutta Italia, ed è una delle stazioni sciistiche più importanti del centro sud. E’ doveroso sottolineare che si è lavorato tanto, soprattutto durante questo periodo di pandemia, per valorizzare e tutelare questa località, dove l’indotto turistico è notevole e gli investimenti pubblici e privati in questo settore sono in continua crescita. Pur vivendo nell’era della digitalizzazione e dei servizi on line molti utenti, soprattutto quelli di età superiore a 60 anni”, continua Ciminelli, “che sono poi i primi piccoli risparmiatori che hanno permesso al sistema bancario di crescere, non sono particolarmente avvezzi all’utilizzo di procedure informatiche. Inoltre non posso non sottolineare la questione viabilità. Ad Ovindoli, soprattutto nel lungo periodo invernale, gli utenti non avrebbero facilità di spostamento nei comuni limitrofi e questo provocherebbe un ulteriore grave danno al territorio. Mi sono appellato al buon senso dei vertici della BPER con i quali ho avuto un incontro, ed ho inviato una nota al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. Non possiamo accettare la chiusura dell’unico sportello bancario presente nel nostro comune, porteremo avanti tutte le azioni necessarie atte a scongiurane la chiusura”.

Fonte: marsicalive.it