BCC: Difficile da raccontare, impossibile da credere……

In questi giorni riceviamo notizia circa il cambio di appalto relativo alla pulizia di filiali ed uffici di alcune Banche di Credito Cooperativo, in diverse zone del territorio nazionale, appartenenti al Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA.

Non conosciamo, al momento, le condizioni dei nuovi appalti che sembrerebbero però riferibili a condizioni impartite a livello nazionale dalla Capogruppo nell’ambito di una complessiva politica di riduzione dei costi. Quindi le informazioni che al momento abbiamo sono quelle che ci giungono direttamente dai colleghi delle diverse BCC (che vedono i loro ambienti di lavoro senza adeguata pulizia), e dalle segreterie Territoriali della FILCAMS CGIL, che sta seguendo la vicenda nell’ambito delle previsioni di legge e di contratto per la categoria delle imprese di pulizia multiservizi, che ci raccontano di una sostanziale riduzione delle condizioni di appalto. Ad oggi nessuna informazione ufficiale è stata fornita alle organizzazioni sindacali del credito cooperativo riguardo il cambio di appalto del servizio di pulizia nonostante l’articolo 5 del vigente CCNL di categoria imponga alle aziende (ed alla Capogruppo) la comunicazione della stipula di nuovi contratti di appalto alle organizzazioni sindacali, anche al fine di poter verificare la osservanza delle disposizioni contrattuali collettive, oltre che delle norme sulle assicurazioni sociali e di sicurezza del lavoro, pertinenti al settore di attività, da parte delle aziende appaltatrici.

Per quanto sopra non siamo ufficialmente a conoscenza delle condizioni del/dei nuovo/i appalto/i di pulizia, né sappiamo in quante Banche di Credito Cooperativo del Gruppo Bancario ICCREA questo si sia eventualmente concretizzato, abbiamo però contezza che tali nuove condizioni, OLTRE CHE DETERMINARE RIPERCUSSIONI SUL SERVIZIO DI PULIZIA, stanno producendo ricadute sulle lavoratrici e sui lavoratori che svolgono il servizio di pulizie presso le nostre aziende:

  • riduzione sostanziale dell’orario di lavoro settimanale delle lavoratrici e dei lavoratori con conseguente, ovvia, riduzione del tempo di pulizia degli ambienti di lavoro;
  • revisione delle condizioni contrattuali che non garantirebbero, nell’ambito della clausola sociale, la salvaguardia dei livelli retributivi delle lavoratrici e dei lavoratori “in modo adeguato e congruo”;

in breve, purtroppo, l’impossibilità di continuare a vivere con il proprio lavoro, infatti molte lavoratrici e molti lavoratori hanno dovuto rinunciare al lavoro stesso.

E’ incomprensibile come proprio aziende del Credito Cooperativo, se sono veritiere le informazioni riferiteci, si rendano artefici di una operazione a discapito delle lavoratrici e dei lavoratori del settore delle pulizie. Attività questa che sembrerebbe andare in netta contraddizione con l’obbligo morale e di impresa di costruire risposte concrete al cambiamento sia sociale che ambientale e che si sostanzia, come dichiarato in vari documenti, nella realizzazione di specifici interventi volti a tutelare tutti i portatori di interesse del Credito Cooperativo (dipendenti e collaboratori, soci e clienti, fornitori, comunità e territorio).

E’ per noi impossibile immaginare che la Capo Gruppo ICCREA e le BCC affiliate abbiano deciso di tagliare drasticamente i costi per la pulizia, proprio quando l’attuale fase della pandemia è caratterizzata da una diffusione rapidissima ed incontrollata del virus SARS-CoV 2.  

Se è vero, come noi riteniamo, che le aziende della cooperazione di credito hanno a cuore la salute “delle loro collaboratrici e dei loro collaboratori”, allora sicuramente dovrebbero adottare tutte le precauzioni possibili per contenere i rischi, a partire da un miglioramento delle condizioni igieniche con sanificazioni frequenti ed approfondite degli ambienti di lavoro.

Ci auguriamo quindi di aver mal compreso quanto sembrerebbe stia accadendo, ed essere smentiti immediatamente.

 

FISA CGIL Coordinamento Nazionale Credito Cooperativo




Prestiti garantiti, bomba da 27 miliardi

Decreto liquidità – Le imprese non riescono a rimborsare, le banche chiedono aiuto a Draghi



Tra i 25 e i 27 miliardi: un valore superiore alla prima rata dei fondi Ue (24,1 miliardi) concessi all’Italia il 23 dicembre scorso. È l’enorme dimensione della “bomba” che grava sui conti dello Stato per i prestiti garantiti alle imprese per superare l’emergenza Covid, una somma che secondo Confindustria e MedioCredito Centrale rischia di non poter essere rimborsata dalle aziende, già in difficoltà per la recessione pandemica e oggi alle prese con la recrudescenza della variante Omicron che torna a mettere in ginocchio l’economia italiana.

L’allarme trova la sponda dell’Associazione bancaria italiana: il 4 gennaio il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, e il direttore generale, Giovanni Sabatini, hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministri e al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per chiedere che siano “tempestivamente riconfermate nella loro interezza” tutte le misure di sostegno alle imprese previste dal decreto Liquidità dell’8 aprile 2020.

In sostanza, l’Abi chiede che sia estesa la garanzia pubblica sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati, innanzitutto per le piccole e medie imprese, sia quanto prima attivata la garanzia Sace a “prezzi di mercato” anch’essa prevista dal decreto Liquidità ai finanziamenti garantiti e soprattutto siano prorogate le moratorie sui rimborsi, scadute il 31 dicembre. Per ottenere questa proroga occorre però modificare la legge di Bilancio. Il governo ritiene che gli aiuti già in vigore siano sufficienti, ma le banche e le aziende non sono per nulla d’accordo.

A dicembre, secondo la Task Force per la liquidità, le moratorie alle imprese ammontavano ancora a 43 miliardi. Confindustria ha reso noto al Sole 24 Ore che sono 25 i miliardi erogati ad aziende “non in grado di riprendere i pagamenti”. Una somma simile di moratorie, 27 miliardi, risulta al Fondo di garanzia per le Pmi (gestito da Mcc) in mano ad imprese che prima hanno chiesto i prestiti garantiti e poi hanno fatto la moratoria perché non riuscivano a pagare nemmeno le rate di pre-ammortamento, composte solo da interessi, e molto inferiori, a quelle che includono la quota capitale, che dovranno rimborsare da quest’anno.

Ecco perché l’Abi chiede al governo di sollecitare le istituzioni europee a ripristinare “le flessibilità inizialmente consentite dall’Autorità bancaria europea – Eba – in materia di trattamento dei crediti soggetti a misure di concessione, come le moratorie, e a modificare la soglia oltre la quale queste misure comportano la riclassificazione dell’intera posizione del debitore nella categoria crediti deteriorati”.

Il rischio è che, in caso di mancato rimborso dei prestiti garantiti e in moratoria, tutti i crediti erogati alle aziende in difficoltà, compresi quelli bancari non garantiti, vadano subito considerati sofferenze e scatenino un’ondata di chiusure velocizzate dalle nuove regole Ue. Si scatenerebbe un violento credit crunch che si abbatterebbe come una mazzata su un sistema produttivo già alle prese con le difficoltà della quarta ondata della pandemia e boccheggiante per la necessità di dover fare i conti con i rincari monstre di materie prime ed energia. La patata bollente è ora nelle mani di Mario Draghi e dei suoi ministri.

 

Articolo di Nicola Borzi sul fatto Quotidiano del 7 gennaio 2022

 




Congedo parentale Covid prorogato fino dal 31 marzo

Fino al 31 marzo 2022 è possibile usufruire del congedo per genitori lavoratori con figli positivi, in quarantena o con attività didattica o educativa in presenza sospesa o centri diurni assistenziali chiusi. La misura è dedicato solo a chi non può ricorrere allo smart working e si può fare richiesta del portale dell’Inps. Cosa c’è da sapere


 

Nei giorni scorsi c’era stata qualche lamentela perché ancora mancava la circolare operativa che permetteva agli uffici di dare attuazione alla proroga, consentendo ai genitori di richiedere il congedo. L’Inps aveva confermato “un problema di aggiornamento delle procedure”. L’8 gennaio infine, l’Istituto ha pubblicato un messaggio operativo per chiarire che le procedure di presentazione delle domande sono aperte e disponibili.

Il “Congedo parentale SARS CoV-2”, è destinato a “genitori con figli affetti da SARS CoV-2, in quarantena da contatto o con attività didattica o educativa in presenza sospesa o con centri diurni assistenziali chiusi, per la cura dei figli conviventi minori di anni 14, per un periodo corrispondente, in tutto o in parte, alla durata dell’infezione da SARS CoV-2, alla durata della quarantena da contatto del figlio, ovunque avvenuto, nonché alla durata del periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza o di chiusura dei centri diurni assistenziali”.

In sostanza, la misura è valida per lavoratori dipendenti pubblici e privati. Consente ai genitori di figli conviventi minori di anni 14, o con disabilità grave, di rimanere a casa, in maniera alternativa, se l’attività didattica in presenza dei figli venisse sospesa oppure nel caso i figli risultassero positivi o fossero costretti a stare in quarantena.

Si tratta quindi di un provvedimento utile per tutti quei lavoratori che non possono usufruire dello smart working e con la riapertura delle scuole potrebbero avere difficoltà a conciliare il proprio lavoro con eventuali problematiche del figlio legate per esempio alla Dad.

Il congedo parentale Covid era in scadenza il 31 dicembre 2021 ma il “decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221” ha prorogato la misura fino al 31 marzo 2022, in parallelo alla proroga dello stato d’emergenza. La domanda, attiva nel portale dell’Istituto, deve essere presentata esclusivamente in modalità telematica. Ci sono tre canali per farlo.

Il primo è il portale web dell’Istituto www.inps.it, nell’ambito dei servizi per presentare le domande di “Maternità e congedo parentale lavoratori dipendenti, autonomi, gestione separata”, se si è in possesso di credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) di almeno II livello, della Carta di identità elettronica (CIE) o della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Le altre due modalità sono: tramite il Contact center integrato, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori); oppure tramite gli Istituti di Patronato, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi.

L’Inps ha chiarito anche che con un successivo messaggio, “all’esito del rilascio degli aggiornamenti in corso sulla relativa procedura, saranno comunicate le modalità per la presentazione delle domande di “Congedo parentale SARS CoV-2” per genitori lavoratrici e lavoratori autonomi iscritti all’Inps e per quelli iscritti alla Gestione separata” .

 

Fonte: tg24.sky.it




Andamenti trimestrali e dopo 9 mesi dei primi 5 gruppi bancari

Aggregato principali 5 Gruppi Bancari andamento del CE 3° Trim 2021 vs. 3° Trim 2020. 

Nel confronto tra le risultanze del 3° trimestre 2021 e del 3° trimestre 2020, si registra un calo del Margine d’Interesse pari al 2,5% accompagnato da una espansione del 9,5% delle Commissioni Nette, e da un incremento del 5% anche degli Altri Proventi Finanziari. I suddetti elementi hanno determinato un aumento complessivo dei Proventi Operativi pari al 3%.

Diminuiscono i Costi Operativi dello 0,5%. La crescita dei Proventi Operativi accompagnata da una contestuale riduzione dei Costi Operativi origina un miglioramento del Risultato di Gestione Lordo, pari all’8%.

Si osserva, inoltre, una diminuzione delle Rettifiche su Crediti pari al 54% nel confronto tra i due trimestri; tale dato determina, da una parte, la consistente espansione del Risultato di Gestione al netto delle Rettifiche su Crediti, pari al 59%, dall’altra un accrescimento dell’Utile Lordo pari al 124%.

Nonostante l’aumento delle Imposte pari al 164%, si registra un importante ampliamento dell’Utile Netto pari al 283%

Scarica il rapporto

Andamento primi 9 mesi dati storici 2011 – 2021

Utilizzando come base di osservazione i primi 9 mesi del 2011 si denota un decremento continuo del Margine d’Interesse con un tasso medio annuo (riferito ai primi 9 mesi dell’intervallo temporale considerato) pari a -4,38%, un leggerissimo incremento delle Commissioni Nette pari allo 0,98% ed una alta variabilità di crescita degli Altri Proventi Finanziari pari al 4,9%.

Di conseguenza, i Proventi Operativi dimostrano un andamento decrescente con un tasso medio anno che ammonta a -1,52%, accompagnato però da una costante riduzione dei Costi Operativi -2,5% medio annuo che consente di contenere la diminuzione media annua del Risultato di Gestione Lordo a -0,19%.

Scarica il rapporto

 

Fonte: IRSF-Lab

 




Over 50 al lavoro solo se vaccinati

Il consiglio dei ministri approva all’unanimità l’obbligo vaccinale per i nati prima del 1972. Nuove norme anche per lo smart working. A scuola regole in base alle fasce d’età


Il governo approva un nuovo provvedimento per tentare di fermare la crescita dei contagi ma la maggioranza si divide sull’introduzione dell’obbligo del super green pass per accedere ai servizi o entrare nei negozi, con la Lega che dopo aver minacciato l’astensione deve incassare la linea imposta del premier Mario Draghi sull’obbligo vaccinale.

Appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, scatterà l’obbligo del vaccino fino al 15 giugno per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni o che li compiranno entro quella data, con l’esenzione solo per chi ha un certificato medico. Chi è guarito, invece, dovrà vaccinarsi obbligatoriamente dopo 6 mesi.

Le norme
Per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età sarà necessario il Green Pass Rafforzato per l’accesso ai luoghi di lavoro a far data dal 15 febbraio prossimo. Senza limiti di età, l’obbligo vaccinale è esteso al personale universitario così equiparato a quello scolastico. È esteso l’obbligo di Green Pass cosiddetto ordinario a coloro che accedono ai servizi alla persona e inoltre a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali fatte salve eccezioni che saranno individuate con atto secondario per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona.

Lo smart working
Insieme alla norma sull’obbligo l’altra misura sulla quale si punta per contenere la curva del contagio è nuovamente il ricorso allo smart working. Il governo, attraverso i ministri per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Lavoro, Andrea Orlando, ha firmato una circolare per sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a usare pienamente gli strumenti di flessibilità che le discipline di settore già consentono sul ricorso allo smart working.

La scuola
Riapertura regolare dal 10 gennaio ma con nuove regole legate alle fasce d’età:
– scuole materne, nel caso di 1 positivo in classe scatterà la quarantena per tutta la classe.
– scuole primarie, nel caso di 2 positivi scatterà la quarantena per tutta la classe (7 giorni); con un solo caso la classe resta in presenza con testing di verifica.
– scuole secondarie di primo e secondo grado nel caso di 1 solo positivo è prevista la sorveglianza stretta; con 2 casi, la classe resta in presenza con autosorveglianza e mascherine Ffp2; con 3 casi solo i vaccinati resterebbero in presenza e monitorati, i non vaccinati andrebbero in Dad; dal quarto caso, tutti andranno in dad.

 

Fonte: www.collettiva.it




Bper: fuori in 60 secondi

La scorsa settimana i lavoratori di tutti i territori interessati hanno ricevuto un’email nella quale venivano informati del cambio di appalto relativo alla pulizia di filiali ed uffici.

Non siamo al corrente delle condizioni alle quali la nuova azienda si è aggiudicata l’appalto a livello nazionale. In effetti, se non fossimo stati informati dai colleghi non saremmo stati al corrente neanche dell’avvenuto avvicendamento; e questo nonostante l’articolo 19 del CCNL imponga all’Azienda la comunicazione della stipula di nuovi contratti alle OO.SS., che devono essere messe in condizione di verificare che l’appaltatore garantisca, per i suoi dipendenti, il rispetto di tutte le norme contrattuali, previdenziali ed antinfortunistiche.

BPERBanca è venuta meno a questo adempimento.

Non conosciamo, quindi, le condizioni pattuite con la nuova impresa di pulizie, ma conosciamo le conseguenze che queste condizioni hanno prodotto. In questi giorni abbiamo avuto modo di ascoltare il racconto dei lavoratori che fino alla fine del 2021 si occupavano della pulizia dei nostri ambienti di lavoro, raccogliendo testimonianze tra il drammatico e il grottesco. Qualcuno ci ha mostrato un orario settimanale ridotto da 23 a 7 ore. Qualcun altro ci ha raccontato del tempo concesso per la pulizia di una singola filiale ridotto a 15 minuti: un tempo insufficiente anche solo per la pulizia di un gabinetto. Il caso più paradossale è quello di un lavoratore al quale è stato proposto un orario giornaliero che va dalle 16.45 alle 17.

Per tutti, l’impossibilità di continuare a vivere con il proprio lavoro.

A questo si affianca il taglio drastico dei prodotti messi a disposizione degli addetti, di fatto limitati a poco più che scope e strofinacci. Alcuni lavoratori riferiscono di aver comprato i detersivi di tasca propria.

Probabilmente chi ha ottenuto un appalto tagliando in modo così drastico i costi sarà elogiato. Magari riceverà anche un premio. Premiato per aver contribuito a mettere sul lastrico decine di famiglie.
Sono questi i reali valori a cui si ispira la Bper, che pure in tutte le occasioni pubbliche vanta la sua grande attenzione al sociale?

Non si può affermare che l’attenzione che la Banca mostra verso i propri dipendenti sia maggiore.

L’attuale fase della pandemia è caratterizzata da una diffusione rapidissima ed incontrollata del virus SARS-CoV 2, tanto da essere considerato da molti scienziati il virus più contagioso della storia.

Alla luce di ciò, ci si aspetterebbe che un’azienda che ha a cuore la salute delle sue “risorse umane” prenda tutte le precauzioni possibili per contenere i rischi, a partire da un miglioramento delle condizioni igieniche con sanificazioni frequenti ed approfondite degli ambienti di lavoro. A maggior ragione, sarebbe normale aspettarsi queste attenzioni da chi tanto pomposamente si definisce “Top Employer”.

E quindi, proprio in questo preciso momento storico, la Bper decide di… tagliare drasticamente i costi per la pulizia.

Di solito a questo punto arriva la domanda di rito: ma il sindacato dov’è?

La Cgil, tramite la Filcams, il comparto che segue i lavoratori dei servizi, sta assistendo a livello nazionale i dipendenti dell’impresa uscente, destinati ad essere rilevati dalla nuova azienda. C’è stato un incontro nel quale doveva essere regolamentato il passaggio, concluso con il rifiuto da parte della Filcams di firmare l’accordo, considerando le condizioni proposte inaccettabili. Nei prossimi giorni verranno avviate vertenze a livello locale presso gli Ispettorati Provinciali del Lavoro.

Per quanto riguarda la Fisac, stiamo scrivendo all’Azienda evidenziando la mancata informativa, ribadendo che è comunque dovere della Bper garantire livelli igienici e sanitari accettabili per lavoratori e clienti, e chiedendo di provvedere immediatamente ad adottare i provvedimenti necessari al contenimento dei rischi.

Da qualunque parte si guardi, siamo di fronte ad una pessima figura, e ad una bruttissima pagina scritta dalla Bper. Il nostro auspicio è che i vertici aziendali vogliano strappare la pagina, prendendo atto degli errori commessi, e riscriverla da capo.

Modena, 05/01/2022

Fisac/Cgil Bper Banca




Quarantena, dal 2022 non è più considerata malattia per i lavoratori

Quarantena obbligatoria e impossibilità di andare al lavoro o di lavorare da casa perché si è stati vicini a un positivo al Covid?

Attenzione: dal 2022 la quarantena e la permanenza domiciliare fiduciaria (che interessa le persone che hanno fatto ingresso in Italia da zone a rischio) non sono più equiparabili alla malattia.

Il periodo di malattia è coperto dall’Inps e il governo non ha rifinanziato la misura. Come risulta dal sito dell’istituto, «il decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146 ha modificato la disciplina delle tutele previste, durante l’emergenza Covid-19, per i lavoratori in quarantena e per i cosiddetti lavoratori “fragili”. La nuova norma stabilisce che l’equiparazione a malattia del periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva dai lavoratori del settore privato è riconosciuta fino al 31 dicembre 2021, a fronte di apposito stanziamento».

Tutela diversa per vaccinati e No Vax

La tutela è finita il primo gennaio e così sarà se non ci saranno altre risorse e questo nonostante il periodo di emergenza sia stato prorogato al 31 marzo 2021.

Del resto, va anche detto che la quarantena sarà molto meno frequente per chi è vaccinato o guarito, grazie alle nuove regole previste dal governo in caso di contatto stretto (o ad alto rischio) con un positivo al Covid, come è scritto nella circolare emanata il 30 dicembre 2021 dal ministero della Salute «Aggiornamento sulle misure di quarantena e isolamento in seguito alla diffusione a livello globale della nuova variante VOC SARS-CoV-2 Omicron».
Non deve più fare la quarantena chi ha completato il ciclo vaccinale primario o la dose di richiamo o è guarito da 120 giorni. Fino al decimo giorno successivo all’ultimo contatto queste persone hanno l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2 e di effettuare — solo qualora siano sintomatici — un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso.
Per i vaccinati da più di quattro mesi, invece, la quarantena scende da 7 a 5 giorni, con obbligo di tampone negativo al termine di periodo di isolamento.
Invece chi non è vaccinato (e i lavoratori No Vax sono circa 2,5 milioni) o non è guarito dal Covid ha l’obbligo di rimanere in quarantena per dieci giorni.

 

La richiesta del M5S

A fronte del cambiamento, il Movimento 5 Stelle ha chiesto al governo di rifinanziare la tutela della malattia. «Come sostenuto nei giorni scorsi dal presidente Giuseppe Conte, serve un nuovo scostamento di bilancio per finanziare, tra le altre cose, la proroga della cassa integrazione con causale Covid-19 e la proroga dell’equiparazione dei periodi di quarantena allo stato di malattia almeno fino al termine dello stato di emergenza». Lo dicono i membri del Comitato per le politiche del lavoro del M5S Nunzia Catalfo (coordinatrice), Stefania Ascari, Tiziana Ciprini, Iunio Valerio Romano e Davide Tripiedi. Rimane da capire che cosa succederà ai lavoratori della Pa e del settore privati messi in quarantena obbligatoria. In merito sono attesi decreti interministeriali.

Fonte: www.corriere.it



Simulazione importo assegno unico

È online la Simulazione per l’importo dell’assegno unico per simulare l’importo mensile della nuova prestazione di sostegno per i figli a carico.

Il servizio è accessibile da qualunque dispositivo mobile o fisso e non sono richieste credenziali per il suo utilizzo.
Il risultato del simulatore è indicativo.

  • Qui le istruzioni per la compilazione
  • Da qui si potrà accedere al simulatore per poter fare una prima verifica

Ovviamente il risultato del simulatore dell’assegno unico è solamente indicativo.

Nei prossimi giorni vi daremo maggiori dettagli sulla gestione delle domande.

Fonte: Fisac Gruppo Bper




Generali. Aggiornamento rappel: non è un regalo di Natale

Non siamo soddisfatti del confronto e dei modi con cui questo viene agito dall’Azienda.

Non siamo soddisfatti che i bonus per aver bene operato nel 2021 vengano aboliti nel 2022.

Non siamo soddisfatti che il reddito dell’organizzazione produttiva sia sempre più difficile da raggiungere, con la parte variabile, per non intaccare i guadagni di altri.

Siamo stanchi di un interlocutore che non comprende l’impegno richiesto dal prendersi cura della clientela ogni giorno gratuitamente, la difficoltà di acquisire clientela nuova con le limitazioni dovute alla pandemia, la fatica di lavorare con strumenti che spesso non funzionano ed una reportistica fallace, il fastidio di essere spinti a fare una mera vendita di prodotto e la responsabilità’ legata alle attività svolte in digitale.

Credo sia arrivato il momento di far valere in modo più netto il valore della nostra professionalità e delle nostre competenze.

 

Elisabetta Masciarelli
Coordinatrice Nazionale OP Fisac Generali Italia


 

 

COMUNICATO

Nella mattinata del 22 dicembre si è svolta in videoconferenza la seconda riunione a tema Rappel 2022.

Nell’alveo dell’accordo siglato tra le Parti l’incontro è la diretta conseguenza dell’invio all’Azienda da parte delle OO.SS. di un documento unitario contenente valutazioni e controproposte in merito alla presentazione delle meccaniche Rappel 2022 avvenuto lo scorso 13 dicembre.

Come già dichiarato le nuove incentivazioni presentate dall’Azienda durante lo scorso incontro erano state giudicate dalle OO.SS. irricevibili.
In particolare il piano datoriale prevedeva forti aumenti dei programmi mensili soprattutto nei danni per la maggior parte dei livelli, un peggioramento di tutti i parametri e nessuna previsione strutturale a favore di Categorie Protette e Fragili.
L’Azienda ha così proceduto a rispondere punto per punto alle proposte sindacali, arrivando a definire per intero quelle che saranno le meccaniche del prossimo anno.

L’azione propositiva delle OO.SS. ha sostanzialmente permesso di ottenere un generale abbassamento delle iniziali richieste aziendali su programmi mensili e parametri di qualità.
Rispetto alle numerose altre proposte sindacali non recepite e agli altri aspetti lasciati invariati dall’incontro del 13.12, l’Azienda ha opposto vincoli legati alla sostenibilità e alle esigenze di indirizzo commerciale della Rete OP. In particolare da stigmatizzare il peggioramento di alcuni bonus, scelte attuate senza considerare le difficoltà quotidiane dei Produttori a svolgere serenamente la propria attività di acquisizione e cura della clientela.
Sempre nel merito, va comunque registrata un’apertura dell’Azienda sulla possibilità di includere nei Rappel 2022 una tutela più ampia dei “fragili” e delle Categorie Protette: in questo senso le OO.SS. richiedono fortemente un ampliamento del novero dei primi a situazioni di certificata inabilità temporanea, ai fruitori di L.104 e alla neo-genitorialità e la definizione di un programma dedicato permanente per le seconde.
L’Azienda ha anche recepito la proposta di rendere maggiormente fruibili le meccaniche sottostanti al Rappel 2022 tramite la creazione di un video tutorial da mettere a disposizione della Rete OP anche se non ha preso l’impegno di rendere la reportistica Rappel più precisa ed affidabile.
Inoltre registriamo una timida apertura sulla richiesta di ampliamento del perimetro dei prodotti vendibili e su una riforma premiante per il ruolo del Tutor. Rispetto a queste proposte l’Azienda si è resa disponibile a confrontarsi dopo il consolidamento dei nuovi percorsi di carriera, ma giova ricordare che questi temi furono proposti e condivisi nei razionali già lo scorso anno e quindi non è ulteriormente procrastinabile una decisione in merito.

Per quanto riguarda le modalità di attuazione del rafforzamento del confronto sui sistemi provigionali in base all’accordo del dicembre 2020, ritenuto dal Sindacato vincolante per tutte le componenti aziendali, sottolineiamo che, pur nel rispetto delle prerogative dell’Azienda, un reale cambio di passo rispetto al passato risiede nella necessità di confrontarsi anche sui razionali che determinano le scelte di Gestione e Controllo Rete e Direzione Vendite.
Diversamente, si tratta di rendere meno impattanti alcune decisioni aziendali, ma non è semplicisticamente questo che l’Accordo e il mandato ricevuto dai Colleghi iscritti ci impone come Organizzazioni Sindacali.
Rimangono ancora aperti numerosi temi pendenti del Tavolo Tecnico per i quali le OO.SS. hanno chiesto di riprendere i consueti incontri alla prima data utile già a partire da gennaio.

Le OOSS ritengono insoddisfacente l’esito del confronto avvenuto in un contesto di pandemia in continuo peggioramento in cui l’Azienda ha teso solo a mitigare le sue scelte ignorando i contributi proposti dalle rappresentanze dei lavoratori.
Reputiamo che a fronte dell’affermazione netta da parte aziendale di non prevedere una nostra condivisione sul Rappel, componente significativa del reddito, si debba rispondere con forza da parte dei lavoratori.

23 dicembre 2021

 

Le RSA Produttori di Generali Italia
FIRST/CISL FISAC/CGIL FNA UILCA