L’alternanza scuola lavoro spiegata in parole semplici.

Quello che riportiamo è un intervento del Prof. Alessandro Barbero, datato giugno 2017, nel quale spiegava le ragioni che avevano portato all’introduzione della “Buona scuola” e dell’alternanza scuola-lavoro.

Riascoltandole adesso le sue parole appaiono profetiche, e si finisce per considerare inevitabile che prima o poi dovesse succedere che un ragazzo di 18 anni, invece di essere seduto al suo banco in classe, perdesse la vita per un incidente sul lavoro.

Riportiamo la trascrizione dell’intervento. Chi preferisce può guardare il video, linkato in fondo all’articolo.

Io parlerei anche di scuola in questo contesto, perché parlare di scuola è difficilissimo. Ovviamente saranno spunti anche molto eterogenei.
E’ quello il canale che storicamente serviva per far sì che i saperi elaborati dagli specialisti venissero poi diffusi. E’ a scuola che uno si trovava di fronte un libro di testo che si supponeva dovesse riassumere le cose, lo stato dell’arte nel vero senso di questa espressione: cioè tutto ciò che gli specialisti oggi pensano e conoscono, e tu lo studiavi, e si dava per scontato che chi andava a scuola doveva uscirne essendo al corrente a grandi linee di tutte le cose più importanti della cultura.
Ovviamente il problema era: chi andava a scuola?
Per molto tempo a scuola ci andavano in pochi, e andava bene così perché guarda caso, quando a scuola ci andavano in pochi – penso al settecento, all’ottocento, ancora all’inizio del novecento – si dava però per scontato che andare a scuola, andare al liceo, intendo dire fare le superiori, era indispensabile per avere poi un ruolo dirigenziale nella vita.
L’esercito italiano, durante la prima guerra mondiale, ha un disperato bisogno di ufficiali, tanto che alla fine manda a comandare i plotoni e le compagnie dei diciannovenni, ma su una cosa non transige: devono aver finito le scuole superiori. Alla fine si accetta anche l’istituto tecnico, va bene, ma per fare l’ufficiale deve aver finito le scuole superiori.
Perché sapere il latino serve per fare l’ufficiale in trincea? Sì, evidentemente! Questa era la loro risposta.
Così come in Inghilterra, se uno
voleva fare il pastore anglicano, la via normale era: intanto ti iscrivi a Oxford o a Cambridge, e quando ti sei laureato potrai fare il pastore anglicano.
Poi lo sappiamo tutti cosa è successo. E’ successo che si è detto: “In un grande movimento democratico tutti devono avere accesso a questo, tutti devono avere tanti anni durante i quali studiano e si impadroniscono della cultura comune. Non si deve più avere un mondo in cui solo l’élitequelli che comandano possiedono la cultura: tutti devono averla, tutti i ragazzi devono avere anni e anni durante i quali studiano e imparano anziché dover lavorare come è sempre successo ai loro padri e ai loro nonni.”
E poi lo sappiamo tutti. O meglio, non lo sappiamo affatto ma abbiamo – io ho – la vaga sensazione di un po’ di cose che sono successe. Che in questo percorso si è cominciato a dire: “Sì però il latino andava bene per tutti finché erano soltanto i padroni che andavano a scuola, adesso che ci vanno anche i figli degli operai a cosa serve insegnare a loro il latino?”
E via via si è cominciato a dire: “Ma il libro di testo dopo tutto serve? Oggi poi che abbiamo tutte queste meraviglie, si fa tutto online, a che cosa serve?”

E lì il ritorno indietro. Mentre prima, finché a scuola ci andavano i figli dei padroni, tutti sapevano che andare a scuola era importantissimo per fare di te una persona più forte e con più possibilità, quando hanno cominciato ad andarci anche i figli degli operai si è cominciato a dire: “Ma in fondo in fondo siamo sicuri che poi tutto questo serve?
E
adesso siamo arrivati al punto che questa grande conquista per cui si era detto: “Tutti devono avere davanti molti anni durante i quali studiano senza chiedersi a cosa mi servirà questo specificamente” non va più bene, si è cominciato a dire e a pensare che per mandare la gente a scuola però la cosa poi deve essere spendibile sul mercato del lavoro, e si è arrivati adesso all’assurdità che si è tornati a dire ai ragazzi, come ai loro nonni analfabeti: “Anche se avete soltanto sedici, o diciassette, o diciotto anni, però un po’ di lavoro lo dovete fare. Che è questo lusso di passare quegli anni solo a studiare a scuola?
No no! Alternanza scuola lavoro!”

Guarda il video:




BNL: “fLOP Employer”, restituire il premio

 

Leggiamo l’ultima indecente e inopportuna vanteria aziendale sul sito di BNPP che mostra il certificato ottenuto di TOP EMPLOYER EUROPE (“Eccellente datore di lavoro in Europa”) che riguarda anche l’Italia con il “TOP EMPLOYER ITALIA 2022”.

Il premio ovviamente è dato in base ai parametri del 2021 riguardanti l’inclusione, le opportunità e lo sviluppo delle carriere e l’attenzione al benessere, anche fisico, dei dipendenti.

Chiediamo a BNPP e a BNL, riguardo al benessere fisico, se il merito da “TOP Employer” sia dovuto alle disinfezioni dei locali, che giungono, nonostante le numerose segnalazioni, dopo giorni da quando è stato segnalato il collega allettato dal covid, ovvero quando ormai il virus si è ormai degradato da solo!

Soldi ben spesi davvero… saranno quelli del nostro VAP?

Chiediamo anche se il merito ci sia stato perché in alcune agenzie mancava e manca il disinfettante per le mani, come nei primi terribili mesi di pandemia o se per il solo giorno al mese di lavoro da casa concesso. O per i buoni pasto tolti a chi invece deve stare necessariamente in smart perché lavoratore fragile.

O forse l’azienda l’ha vinto perché, mentre altre banche per le agenzie hanno posto o mantenuto l’accesso per appuntamento o un limite congruo agli ingressi nel 2021, noi eravamo invece sempre i più aperti e inclusivi…verso il covid?

Chiediamo che “film hanno visto alla radio”, che narra le travolgenti carriere e i ricompensati meriti dei lavoratori italiani del gruppo: quali vaste opportunità e professionalizzazioni si trovino nei demansionamenti, nell’essere ceduti, nel veder chiusa la propria agenzia o ufficio!!! Quanti sorrisi di colleghi hanno accolto queste gioiose notizie, per ricevere e aver la faccia di accettare una tale strabiliante certificazione di “TOP Employer“?

Ma soprattutto, quanta frustrazione viene prodotta dalle continue pressioni commerciali anche durante le ondate pandemiche, che pesano sullo stato psichico dei colleghi e sul loro rendimento… come i tanti casi di stress da lavoro correlato testimoniano! Proprio un certificato ben attribuito!

Infine l’azienda “TOP EMPLOYER 2022” è quella che ha tentato di non far scioperare i suoi “amatissimi” dipendenti, fallendo davanti al Diritto. Voleva impedire l’annullamento delle ferie ai dipendenti che intendevano risultare in sciopero e ha fatto due temerari ricorsi, miseramente falliti, contro lo sciopero del 24 gennaio.

A tutte queste evidenti domande aggiungiamo dunque perentoria una richiesta:

BNPP RESTITUISCA IL CERTIFICATO DI TOP EMPLOYER 2022 !!!




BCC: Green Pass in banca, misure di prevenzione e tutele

INCONTRO FEDERCASSE SU AGGIORNAMENTO NORMATIVA COVID
ACCORDO INTEGRAZIONE PROTOCOLLO COVID
Green Pass in Banca, Misure di prevenzione e Tutele

Nella giornata di venerdì 28 gennaio 2022 le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno sottoscritto con Federcasse un accordo di integrazione del “Protocollo condiviso del Credito Cooperativo in tema di misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19”.
L’accordo è stato raggiunto al termine di cinque giornate di confronto serrato tra le Parti, con riferimento alla situazione pandemica Covid-19 in atto e alle disposizioni di aggiornamento della normativa specifica; il Sindacato ha fortemente ricercato una condivisione sulle soluzioni da adottare in risposta all’elevata diffusione dei contagi e alle successive novità governative con le conseguenti ricadute organizzative, operative ed economiche poste a carico delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Credito Cooperativo.

Come Organizzazioni sindacali abbiamo sollecitato in particolare un rafforzamento delle misure di protezione e di contrasto alla diffusione del virus, la regolamentazione degli accessi per l’utenza, chiare modalità relative ai controlli del Green Pass alla clientela e un’attenzione specifica per le situazioni di assenze per quarantena.

L’accordo sottoscritto, che ha valenza dal 1° febbraio al 31 marzo 2022, con uno step di verifica tra le Parti a fine febbraio, conferma l’importanza e la piena applicazione delle misure previste nel Protocollo 7 maggio 2020, con particolare riferimento al mantenimento del distanziamento interpersonale, dell’adeguata pulizia e sanificazione dei locali, dell’uso del gel igienizzante e delle mascherine, con utilizzo del tipo FFP2 fornite dalle Aziende.
Viene altresì ribadito che il ricorso al lavoro agile costituisce strumento di prevenzione del contagio nei luoghi di lavoro e anche di tutela per i soggetti cd “fragili”.

In merito alla verifica del Green Pass per l’accesso del pubblico in Banca, prevista a partire dal 1° febbraio, l’accordo prevede quanto segue: ogni Banca comunicherà alla clientela l’obbligo di tale certificazione, fornirà al personale le indicazioni sulle modalità di controllo, da effettuare a campione e ove possibile con dispositivi automatici (quali ad esempio totem) o personale esterno. Qualora tale incarico sia demandato ai dipendenti, con utilizzo preferibilmente di strumenti aziendali, verrà tenuto in considerazione l’impegno temporale richiesto ai fini delle altre attività assegnate senza ripercussioni di profilo disciplinare per lo svolgimento di tale compito.
A fronte di eventuali situazioni di tensione con la clientela in fase di controllo, sono previste modalità di coinvolgimento delle forze dell’ordine.

In ordine alle misure organizzative, sulla base della suddivisione a “colori” delle regioni a seconda del grado di rischio, si prevedono interventi diversificati: nelle zone rosse l’accesso della clientela è su appuntamento – fatte salve solo le operazioni di cassa non differibili – mentre nelle zone arancioni l’appuntamento è limitato alle operazioni di consulenza.
Le missioni e la formazione in presenza saranno soggette a sospensione o forte limitazione sia nelle zone rosse che arancioni; nelle zone bianche e gialle si osserveranno i criteri di limitazione degli ingressi su contingentamento massimo.

Viene prorogata la possibilità di svolgimento delle assemblee sindacali da remoto per tutto il 2022.
Per quanto riguarda la gestione delle assenze per “quarantena precauzionale” e “autosorveglianza”, derivanti da contatti stretti con una persona positiva al Covid-19, anche al fine della conservazione della retribuzione, le Aziende favoriscono il ricorso al lavoro agile e/o alla formazione a distanza, per il tempo strettamente necessario.

Infine, le Parti confermano l’importanza del ruolo della Commissione Nazionale permanente e dei Comitati Aziendali, per un monitoraggio costante sulla gestione della situazione pandemica, e mantengono l’impegno ad incontrarsi tempestivamente, comunque entro la metà del mese di marzo 2022, per confrontarsi all’evoluzione del quadro generale sulla materia.

Un accordo che riteniamo fortemente “distintivo” del settore, che dà risposte concrete alle Lavoratrici e ai Lavoratori del Credito Cooperativo che grazie al loro impegno hanno costantemente garantito un servizio di primaria importanza per le comunità, i territori e le famiglie. Questo nonostante i potenziali rischi e le difficoltà concrete con cui si misurano nella loro prestazione lavorativa quotidiana.

Roma, 29/01/2022

 

LE SEGRETERIE NAZIONALI
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UGL CREDITO UILCA

 

Accordo FEDERCASSE 28 gen 2022

 




Accordo su gestione Green Pass in banca e misure a tutela dei lavoratori

Nel pomeriggio di giovedì 27 gennaio, dopo una serie di incontri con Abi, abbiamo sottoscritto un accordo in merito alle nuove disposizioni del Governo per il contenimento del contagio del virus Sars-Cov-2, che come noto prevedono, tra l’altro, l’obbligo del Green Pass da parte della clientela per l’accesso in banca.

L’intesa è stata raggiunta dopo la richiesta delle Organizzazioni Sindacali di trovare soluzioni condivise per la gestione della fase delicata di aumento della diffusione del contagio e costituisce una nuova Integrazione ai Protocolli recanti “Misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 per garantire l’erogazione dei servizi del settore bancario” raggiunti dall’inizio dell’emergenza.

In questo ambito, vanno sottolineate le importanti soluzioni individuate ponendo al centro la massima tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in termini di salute e di sicurezza, soprattutto rispetto alle possibili conseguenze legate alle attività di controllo, con attenzione anche ai rilievi professionali ed economici.

Inoltre, è stato chiarito che l’obbligo del Green Pass è attribuito dal Dpcm alla clientela e che il controllo, secondo le disposizioni del Governo, può essere effettuato all’interno dei locali anche a campione.

Di seguito quanto è stato definito:

  • l’immediato ripristino di tutte le misure di prevenzione e dei dispositivi di protezione individuali a suo tempo concordate per la prima ondata della pandemia: distanziamento, sanificazione, gel disinfettante per le mani. E’ stato introdotto, inoltre, l’obbligo di dotazione a tutto il personale di mascherine tipo FFP2;
  • il ricorso al lavoro agile per evitare inutili spostamenti e in caso di quarantena precauzionale, con comunque conservazione della retribuzione in caso non vi fosse la possibilità di utilizzo dello strumento del lavoro agile;
    l’impegno di tempestiva comunicazione, da parte delle banche, alla clientela dell’obbligo della Certificazione Verde e al personale delle necessarie modalità da adottare per il suo controllo;
  • la definizione da parte delle banche di chiare e specifiche indicazioni per la gestione di situazione di tensione, compreso il pronto coinvolgimento delle forze dell’ordine, per attuare quanto necessario per garantire la piena sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori ed anche della clientela;
  • il ripristino dell’accesso della clientela tramite prenotazione con appuntamento nelle zone rosse e arancioni con l’unica eccezione di operazioni di cassa non programmabili;
  • l’accesso della clientela in filiale nelle zone gialle e bianche nel limite del numero massimo di persone contemporaneamente ammesse in base a quanto previsto dalla normativa di contrasto al Covid-19;
    il coinvolgimento in appositi incontri dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza per il monitoraggio della situazione;
  • la sospensione della programmazione della formazione in presenza e la forte limitazione delle missioni del personale;
  • la proroga dell’accordo per la realizzazione di assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori a distanza.

Per la verifica dell’efficacia di queste misure e dello sviluppo della diffusione del contagio le parti si incontreranno nel mese di febbraio.

L’accordo raggiunto conferma l’impegno costante a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori bancari in questa fase di emergenza, che li ha visti garantire con professionalità, impegno e sacrificio anche personale un servizio indispensabile per il Paese.

Roma, 27 gennaio 2022

 

I Segretari Generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

 

 




27 gennaio, Giorno della Memoria: dedicato a Marianne

Marianne Nunes Vas era nata il 31 maggio 1935 ad Amsterdam.
Nel febbraio 1943 fu deportata nel campo di sterminio tedesco di Auschwitz. Lì fu uccisa, insieme alle sue sorelle Sara ed Ester ed a suo padre. Quando fu portata nella camera a gas aveva 7 anni.
Sua madre morì a Mauthausen.

La ricorrenza del Giorno della Memoria è fissata per il 27 gennaio perché il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche raggiunsero il campo di Auschwitz, rivelando al mondo l’orrore della Shoah. Da anni questa ricorrenza è oggetto di strumentalizzazioni, di revisionismi, di tentativi di sminuirne la portata.

Noi vogliamo ricordarla con il sorriso di Marianne, ed il pensiero che degli esseri umani abbiano potuto pianificare, con freddezza e lucidità, la cancellazione di questo sorriso e di quello di tante altre bambine e bambini come lei.
Un pensiero orribile, inverosimile, rispetto al quale le parole diventano superflue.



BNL: Più uniti e più forti!

3 - Fisac Cgil

Cresce la partecipazione allo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della BNL, sempre più convinti delle ragioni della mobilitazione. sempre più forte la determinazione a salvare l’integrità della nostra Azienda e la volontà di tutti di non arrendersi ad un piano industriale scellerato

Persino gli stitici dati aziendali, comunicati in modo che non si possa ricostruire un dato complessivo di quanti lavoratori hanno scioperato, quanti hanno lavorato e quanti erano assenti per altri motivi, unitamente all’ambiguità sul computo dei colleghi in smart working, confermano ampiamente che la seconda giornata di sciopero dei lavoratori della BNL, proclamata contro le aberrazioni di questo piano industriale, ha fatto segnare un sostanzioso incremento delle adesioni.

Un risultato spinto in avanti dalla crescente consapevolezza delle lavoratrici e dei lavoratori della banca, di quale sia la reale posta in gioco, senza distinzione tra Rete e Direzione Generale.

Questo gruppo dirigente deve ancora una volta interrogarsi sulla propria inadeguatezza a gestire una transizione delicatissima.

Una dirigenza che invece di traghettare una azienda tradizionalmente coesa e orgogliosa di sé nella complessità del mondo digitale, sta lavorando per dividere e minare le basi della coesione aziendale e per traghettare in scatole e scatolette dall’incerto destino lavoratori e lavorazioni.

La risposta della comunità aziendale di BNL è stata ancora una volta all’altezza della sfida e coerente con la propria storia centenaria.

Solidarietà da tutto il settore, e non solo, per un comune destino, spirito di sacrificio e senso della responsabilità collettiva! Con questi presupposti ci avviamo alla nuova procedura ed al confronto con l’Azienda.

Roma, 25-01-2022

 

Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN




Zurich rifiuta il dialogo sociale!

3 - Fisac Cgil

Nel pomeriggio del 24 gennaio u.s. le scriventi Rappresentanze Sindacali Aziendali, di concerto con le Segreterie Nazionali delle cinque OO.SS, si sono incontrate con Zurich, su richiesta dalle OO.SS, per un opportuno chiarimento in merito alle Relazioni Industriali nel Gruppo; oggetto dell’incontro gli approcci aziendali in contrasto e incoerenti con il sistema di relazioni sindacali avanzato che caratterizza il Settore assicurativo rispetto a temi delicati come il lavoro agile post emergenza, non discusso anche con le Rappresentanze Sindacali Aziendali più rappresentative, e la cessione a GamaLife di 80 dipendenti del Life insieme alla vendita della polizza vita nella quale il Fondo Pensione di Zurich ha investito i risparmi previdenziali dei dipendenti.

Le Segreterie Nazionali hanno chiesto con forza all’Azienda di rivedere il proprio approccio e voltare pagina, evitando inutili scorciatoie e forzature, per aprire da subito un confronto su basi diverse e costruttive con il Sindacato Aziendale, finalizzato in primis a raggiungere un Accordo aziendale unitario in materia di lavoro agile dentro il quadro di riferimento del protocollo di settore del 24 febbraio 2021.

Di tutta risposta, Zurich da una parte ha fatto formali e vuoti richiami all’importanza delle relazioni sindacali, dall’altra di fatto si è rifiutata di aprire un vero tavolo di confronto sul tema del lavoro agile dichiarando di voler perseguire la strada degli accordi individuali.

Un atteggiamento che giudichiamo provocatorio e offensivo, e che ancora una volta pone Zurich in un’ottica totalmente incoerente con il sistema delle relazioni sindacali nel settore e in pieno contrasto con le finalità del protocollo sul Lavoro Agile tra le OO.SS. e ANIA del 24 febbraio u.s. e del recente protocollo sottoscritto tra Governo e Parti Sociali, che sollecitano la contrattazione collettiva sulla materia del lavoro agile.

La fase storica che stiamo vivendo suggerisce più di altri momenti di evitare la rottura del dialogo sociale, che indebolirebbe tutte le parti coinvolte.

I costanti e profondi cambiamenti del settore assicurativo, che con la pandemia hanno subito una forte accelerazione, impongono dialogo, confronto, accordi condivisi, affinché gli stessi siano governati e indirizzati in modo sostenibile.

Denunceremo e contrasteremo con forza e a tutti i livelli e in tutte le sedi opportune la spregiudicata deriva messa in atto da Zurich, a salvaguardia dell’equilibrio di sistema e a difesa delle condizioni lavorative delle lavoratrici e lavoratori del Gruppo Zurich.

Milano, 25 gennaio 2022

 

Le Rappresentanze Sindacali Aziendali
FIRST CISL – FISAC CGIL – FNA – UILCA

Le Segreterie Nazionali
FIRST CISL – FISAC CGIL – FNA – SNFIA – UILCA




Gestione Green Pass in banca: fumata nera, nuovo incontro il 26

3 - Fisac Cgil

L’incontro con Abi di ieri, lunedì 24 gennaio, ha fatto registrare una forte distanza in merito alla gestione dell’accesso in banca con le nuove disposizioni del Governo, che prevedono la presentazione del Green Pass da parte della clientela.

Le proposte datoriali sono risultate del tutto irricevibili, in quanto non coerenti con la nostra ferma richiesta di garantire le lavoratrici e i lavoratori rispetto a penalizzazioni in termini operativi e professionali e a rischi di fronte a situazioni fuori controllo.

Abbiamo ribadito in modo unitario la necessità che le banche adottino misure per regolare l’afflusso, in modo coerente con le disposizioni legislative, e che il personale sia sollevato in modo esplicito da responsabilità conseguenti alle attività di controllo, tra cui quelle legate ad aspettative aziendali sull’attività commerciale.

L’incontro ha altresì visto la conferma delle disponibilità e convergenze rispetto all’applicazione di misure di contenimento del contagio nelle banche, registrate nel corso del precedente incontro dello scorso 13 gennaio.
In particolare si ricordano quelle sul ripristino di tutte le misure di prevenzione (distanziamento, areazione, sanificazione, gel disinfettante per le mani, mascherine FFP2, ecc.); sul ricorso al lavoro agile; sul ruolo degli RLS; sulla sospensione delle attività di formazione in presenza e delle trasferte; sulla garanzia del mantenimento della retribuzione in caso di periodi di quarantena o autosorveglianza; sulla proroga dell’accordo per lo svolgimento delle assemblee in remoto che aveva visto, come evidenziato in una dichiarazione congiunta.

Questi aspetti positivi sono però insufficienti per poter giungere a un’intesa.

Nel prossimo incontro, fissato per mercoledì 26 gennaio, ci attendiamo proposte che dimostrino la reale volontà delle banche di gestire questa complessa situazione valorizzando il contributo che le lavoratrici e i lavoratori bancari dimostrano quotidianamente, dall’inizio dell’emergenza, con pesanti sacrifici professionali, personali e rischi per la salute propria e dei loro cari.

Siamo di fronte a una situazione nuova che richiede disposizioni chiare e concordate.
La mancanza di un accordo sarebbe un segnale negativo da parte delle banche e creerebbe situazioni non omogenee, non regolate e il rischio di creare caos nella erogazione di un servizio essenziale per il Paese.

Roma, 25 gennaio 2022

 

I Segretari Generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin




E anche per il 2022 Bper Banca si conferma Top Employer


E anche per il 2022 Bper Banca si conferma Top Employer

 

La notizia è stata diffusa in questi giorni, e non può che rallegrarci: anche per il 2022 Bper Banca ha ottenuto l’agognato riconoscimento di Top Employer. Questo vuol dire che, stando all’ente certificatore, fa parte della ristretta cerchia delle aziende migliori nelle quali lavorare in Italia. Ovviamente l’elenco comprende anche altre aziende, e il fatto che tra queste siano presenti – tanto per citarne qualcuna a titolo di esempio – Amazon Italia o BNL, azienda bancaria al centro di una vertenza molto aspra con i suoi dipendenti, potrebbe alimentare delle  perplessità sull’ attendibilità di tale certificazione.

Noi però vogliamo andare oltre i pregiudizi, ed elencare le ragioni su cui evidentemente si è basata la valutazione.

PARITA’ DI GENERE

Il top management aziendale è tradizionalmente composto quasi esclusivamente da uomini, e non sembra che la tendenza sia destinata a cambiare. Volendo citare qualche numero a titolo di esempio, sono uomini tutti i 9  Direttori Regionali e 24 Area Manager sui 28 di recente nomina.
Dati che da soli bastano a mostrare quale sia l’attenzione della Bper in materia di pari opportunità.

PROPENSIONE ALL’INNOVAZIONE

L’anno prossimo festeggerà i 40 anni di onorato servizio la procedura 3270, tuttora il programma più affidabile tra quelli utilizzati giornalmente dai lavoratori delle filiali: per fortuna non si tratta di un essere umano, altrimenti sarebbe prossimo a salutarci approfittando della manovra in corso. Invece è evidente che Bper farà in modo che resti con noi ancora a lungo.
In generale le procedure messe a disposizione dei lavoratori sono lente, farraginose, inaffidabili ed obsolete. E’ innegabile il fatto che in questi anni la Banca abbia speso il minimo indispensabile per l’aggiornamento del sistema informatico, ritenendo fossero altre le priorità su cui investire (la certificazione Top Employer, tanto per dirne una…)

BENESSERE SUI LUOGHI DI LAVORO

All’inizio del XX secolo l’idea rivoluzionaria negli uffici fu la creazione degli open space: enormi stanzoni in cui lavoravano decine di lavoratori, nella convinzione che in questo modo ognuno si sentisse addosso gli occhi dei colleghi e producesse in misura molto maggiore. A distanza di un secolo, quest’idea è stata progressivamente abbandonata: l’essere ammassati in un unico spazio si è rivelata una fonte di continue distrazioni per i lavoratori, che hanno enorme difficoltà a concentrarsi e riducono la produttività di oltre il 60%.
Con il tempismo che da sempre la caratterizza, Bper ha scelto questa soluzione per le filiali “New Concept”, curando molto la parte aperta al pubblico, e riservando ai lavoratori degli stanzoni “pollaio” nei quali lavorare tutti insieme a stretto contatto di gomito. E non si tratta di ambienti in cui si lavora bene.
Aggiungiamo che ogni qualvolta si verificano problemi tecnici passano giorni prima di riuscire a disporre un intervento tecnico, costringendo ad esempio i colleghi a lavorare con temperature polari quando il problema riguarda l’impianto di riscaldamento: questo è l’effetto dei tagli ai contratti di manutenzione, spese anche queste ritenute non prioritarie. Discorso analogo si potrebbe fare per la pulizia locali, sulla quale torneremo.

PREVENZIONE DELLE MALATTIE

In questo periodo storico non si può fare a meno di considerare, tra le attenzioni che un’azienda dedica ai suoi dipendenti, la prevenzione rispetto ai rischi di contagio da Covid-19.
La scelta di realizzare degli open space, spesso senza finestre e con una forte concentrazione di lavoratori, si è rivelata infelice anche in tal senso, ma questo non poteva essere previsto.
In compenso, la programmazione a tappeto delle campagne, per le quali si susseguono le “Focus Week”, ma anche i “Focus day” e se si continua così tra un po’ le “Focus half  morning” (mezza mattinata) e i “Focus three quarters of an hour” (tre quarti d’ora)  rappresenta una scelta consapevole, del tutto incurante dei rischi che l’afflusso di clienti in filiale può comportare.
Ciliegina sulla torta, la decisione di tagliare, fin quasi ad azzerarle, le pulizie e le sanificazioni dei locali, sempre in nome di un risparmio esasperato. Evidentemente, anche in questa fase le spese per la pulizia non rientrano tra quelle ritenute prioritarie.

ATTENZIONE AL TERRITORIO

Abbiamo più volte evidenziato come, sempre in virtù di una esasperata propensione al risparmio, la Bper – al pari di altre banche (che però non si fregiano del titolo di Top Employer) – stia da tempo abbandonando tutte le aree nelle quali ritiene di avere minori margini di guadagno, con il risultato di desertificare intere aree del Paese, incurante degli effetti che questo può avere sull’economia di quei territori, dai quali provengono molti dei suoi lavoratori.
Colpisce, in alcuni casi, la mancanza di programmazione, per cui una filiale può venire rinnovata completamente e poi magari chiusa a distanza di qualche mese. Colpisce, proprio alla luce della “parsimonia” che l’Azienda evidenzia ogni qualvolta deve mettere mano al portafoglio, anche per spese ben più urgenti. In tal senso appare invece coerente la scarsa cura che spesso viene riservata all’aspetto estetico di filiali poste in località storiche o turistiche, con sportelli bancomat vecchi, sporchi, coperti da ragnatele al punto da rendersi irriconoscibili (e in questo caso non è un male).

CLIMA AZIENDALE

Dulcis in fundo, il punto in cui maggiormente la Bper si è distinta.
Il livello di pressioni commerciali è spesso intollerabile, reso sempre più pesante da un meccanismo gerarchico che porta tutti coloro che pensano che il modo migliore per fare carriera sia vessare il prossimo a rincarare giornalmente la dose.
Nei mesi scorsi la Fisac ha effettuato decine di segnalazioni di comportamenti scorretti, che vanno dalla continua richiesta di reportistica manuale, alla pubblicazione di classifiche, a forme più o meno velate di minaccia o mortificazione; l’atteggiamento dell’azienda di fronte alle nostre segnalazioni non si può definire esattamente collaborativo.
Le modalità di comunicazione verso le filiali sono il più delle volte orientate non al supporto, ma alla vessazione, oltre ad essere infarcite di un fastidioso “inglesorum” che farà forse sentire più evoluto e moderno chi lo utilizza, ma finisce inevitabilmente per rendere complicata la comprensione dei messaggi trasmessi. Non è raro vedere un collega che fa ricorso ad un traduttore per capire i termini usati in una circolare.
Spesso chi lavora in filiale sa di avere brillanti prospettive davanti a sé. Il 60% degli addetti di filiale, caratterizzati dall’incarico di family POE, può aspirare a prendere un MBO che può arrivare anche a svariate decine di euro! Magari non cambia la vita, ma vuoi mettere la soddisfazione di aver contribuito a far prendere ai capi premi che possono essere anche 20 o 30 volte superiori? Perché per quelli i soldi si trovano.
E a nulla sono valse, finora, le richieste della Fisac per arrivare ad un sistema premiante più equo e rispettoso degli sforzi di tutti.
Anche riguardo alle prospettive di carriera i lavoratori sanno di avere di fronte a sé un futuro luminoso. Certo devono sperare di non trovarsi in una filiale che viene chiusa. O di non ricoprire un ruolo che dall’oggi al domani viene ritenuto non necessario dall’Azienda, perché in quel caso potrebbero veder bruscamente interrotto il loro percorso, scoprire che tutta l’esperienza e la competenza accumulate diventano improvvisamente inutili, e trovarsi improvvisamente a dover rimparare da zero un nuovo lavoro.

Siamo fermamente convinti che in questa Azienda ci sia davvero qualcosa di Top: sono le donne e gli uomini che ogni giorno riescono ad inventarsi le soluzioni ai tanti problemi che la banca sembra non voler vedere, riuscendo a mandare avanti la baracca grazie al loro impegno quotidiano, e trovando anche la forza per presentarsi alla clientela con un sorriso, nonostante tutto.
Sono i tanti Top Employees sui quali Bper può contare, ma che non riceveranno mai nessuna certificazione.

Per quanto riguarda la Bper, auspichiamo che tale riconoscimento possa esserle conferito per molti anni a venire.

Sperando che, nel frattempo, si sforzi di meritarselo un po’ di più.

Fisac/Cgil
Bper Banca




Nuove regole Green pass: dove servirà dall’1 febbraio?

Firmato il nuovo Dpcm legato all’ultimo decreto che ha introdotto, il 5 gennaio scorso, l’obbligo vaccinale per gli over 50. Il documento in questione riguarda le nuove norme sull’uso del Green pass (rilasciato o in seguito alla vaccinazione, o dopo guarigione da Covid-19, o dopo aver effettuato un tampone dall’esito negativo, eseguito nelle precedenti 72 ore nel caso di test molecolare, oppure nelle precedenti 48 ore nel caso di tampone antigenico rapido) nei negozi. Nell’ultimo decreto anti Covid, infatti, l’esecutivo aveva deciso di estendere l’utilizzo della Certificazione (quella base) agli uffici pubblici, in banca, alle Poste e nei negozi, ad esclusione di quelli dove si vendono beni considerati essenziali. Come gli alimentari, per esempio, ma anche quelli dove è possibile acquistare prodotti igienico sanitari o le farmacie. Vediamo quindi, nello specifico, la lista delle attività commerciali dove sarà e non sarà necessario il Green Pass per accedere, individuata nel Dpcm approvato oggi, ma che entrerà in vigore dal prossimo 1 febbraio.

Nel frattempo, dal 20 gennaio è diventato obbligatorio avere almeno il Green pass base per l’accesso ai servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici. Norme già in vigore per altri altri servizi ai cittadini, come ad esempio per ristoranti o mezzi pubblici.

Supermercati, mercati e negozi di alimentari

Per soddisfare le “esigenze alimentari e di prima necessità” si potrà dunqueaccedere senza Green pass base oltre che nei negozi di alimentari anche in quelli “non specializzati”, ma “con prevalenza di prodotti alimentari e bevande” come ipermercati, supermercati, discount, minimercati e altri esercizi di “alimentari vari”, mentre sono escluse le enoteche in cui è possibile anche bere e mangiare. Senza Green pass si potrà fare la spesa anche al mercato rionale. Stessa norma per acquistare alle bancarelle dei commercianti ambulanti.

Farmacie, ottici e cura della persona

Non sarà obbligatorio il Green pass base per acquistare farmaci o prodotti per la cura della persona (creme, bagno schiuma, shampoo, deodoranti, spazzolini, dentifrici, prodotti per la prima infanzia) in farmacie e parafarmacie. Lo stesso vale per i negozi di ottica. E per esercizi commerciali specializzati nel commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici.

Negozi di abbigliamento, giocattoli e cosmetici

Il Green pass base servirà per i negozi che vendono abbigliamento, giocattoli e cosmetici. Dal 20 gennaio, serve per i servizi alla persona: parrucchiere, centri estetici, tatuatori e piercer.

Edicole, librerie e cartolerie

Niente certificato per le edicole all’aperto, i cosiddetti chioschi, mentre dovrebbe servire per i negozi che al loro interno vendono giornali. Servirà invece il Green pass per entrare nelle cartolerie o nelle librerie.

Tabaccai

Il Green pass base sarà necessario per i tabaccai. Questi negozi, che nel corso del lockdown erano stati considerati fra i negozi essenziali e dunque accessibili senza pass, ora sono fuori dall’elenco degli essenziali. La motivazione sarebbe legata al fatto che alcune tabaccherie hanno anche all’interno slot machine e altri apparecchi di gioco. “Nelle tabaccherie italiane entrano ogni giorno 13 milioni di persone, circa 250 per ogni rivendita. Sarà un vero problema controllare il green pass ad ogni cliente, per questo speriamo che il Governo ci ripensi”, ha commentato Giovanni Risso, presidente nazionale della Federazione italiana  tabaccai. ”I tabaccai raramente hanno dipendenti ed inoltre per evidenti motivi di sicurezza non possono uscire da dietro il bancone. In queste condizioni, chiedere ad ogni cliente di esibire il green pass sarà davvero problematico”, ha spiegato Risso. ”Tutti ricordiamo bene che le tabaccherie sono sempre rimaste aperte anche nel pieno lockdown perché servizi essenziali per i cittadini, anche per pagamenti, ricariche, marche, valori e servizi amministrativi”, ha detto Risso. ”Imporre ora il green pass per entrare nelle 50mila tabaccherie italiane sarebbe una complicazione ulteriore per la vita dei cittadini e per il servizio dei rivenditori di generi di monopolio. Speriamo davvero – ha concluso ieri il presidente nazionale della Fit- che il testo allo studio del Governo venga modificato e che decada l’obbligo di controllo del Green Pass per i tabaccai”.

Benzinai e pellet

I benzinai, in quanto attività all’aperto, resteranno free: sarà possibile quindi rifornirsi di carburante per moto o auto senza alcun Green pass.  Lo stesso varrà per acquistare il combustibile per la casa, compresi anche legna, pellet e cherosene.

Ospedale, medico e veterinario

Il Green pass non serve per andare in ospedale, nell’ambulatorio del medico di base e dal veterinario.

Studi dentistici

Negli studi dentistici l’obbligo di esibire il Green Pass, base o rafforzato, non è previsto dalla legge, mentre odontoiatri, igienisti e assistenti (Aso) sono già obbligati al vaccino, in quanto personale sanitario. Ai pazienti viene richiesta un’autocertificazione, ma in ogni caso il dentista ha il dovere di prestare le cure, soprattutto in caso di urgenze (non per una semplive pulizia dei denti).

Denunce e processi

Nessun obbligo, né di tampone né di vaccino, per chi deve sporgere denuncia in un commissariato o in una caserma né per chi è imputato o testimone in un processo.

Banche, poste e uffici pubblici

Il Green pass sarà necessario per accedere a tutti gli uffici pubblici, come quelli dell’Inps ad esempio, per andare in banca o alle Poste. Non sarà inoltre possibile andare in un ufficio postale a ritirare la pensione senz ala Certificazione. È saltata dunque la norma inserita nella bozza con la quale erano considerate “esigenze essenziali e primarie» quelle «indifferibili e urgenti connesse alla riscossione, presso gli sportelli di Poste italiane Spa e degli istituti di credito abilitati, di pensioni o emolumenti comunque denominati non soggetti ad obbligo di accredito”.

Green pass valido sei mesi

Si accorcia, sempre dal 1° febbraio, il Green pass rilasciato a guariti e vaccinati: sarà valido per sei mesi. La misura ha effetto retroattivo: significa che a quella data, se sono trascorsi più di sei mesi dall’ultima somministrazione o dalla guarigione, la certificazione verde viene sospesa.

I controlli

Anche nelle attività essenziali dove si potrà accedere senza il green pass verranno effettuati dei controlli a campione. È quanto prevede la bozza del  Dpcm. L’articolo è stato inserito, viene spiegato da fonti ministeriali, per garantire che chi accede in quelle attività e servizi esentati dal pass lo faccia solo per soddisfare le esigenze primarie. Ad esempio, chi va in questura può farlo senza il pass per presentare una denuncia ma non per rinnovare il passaporto e chi entra in un ipermercato, può fare la spesa ma non acquistare beni non primari.

I ristori

Inoltre il governo pensa anche ai ristori. Aiuti per circa 360 milioni a una serie di attività in crisi per le restrizioni anti-Covid, dalle discoteche alle piscine fino alla filiera del tessile: secondo quanto si apprende da fonti di governo, tra le misure messe a punto dal Mise per il nuovo decreto coi ristori ci saranno 200 milioni nel 2022 per le attività maggiormente impattate e altri 160 milioni che andranno in parte a rifinanziare il fondo ad hoc per il sostegno di queste attività e in parte ad altri meccanismi di aiuto come il credito di imposta.

Fonte: Il Giorno