Avvisi di pagamento Agenzia Entrate: il punto sulla situazione

Richiesto un nuovo incontro urgente con ABI


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Relativamente alla questione della riliquidazione dell’imposta sugli assegni erogati dai Fondi di solidarietà del credito e del credito cooperativo, nonostante la ferma presa di posizione delle OO.SS. che ha portato – anche con il coinvolgimento di ABI – all’apertura di una verifica presso l’INPS e l’Agenzia delle Entrate, dobbiamo registrare come a tutt’oggi non siano ancora emerse soluzioni fra i due Enti.

Di conseguenza, avvicinandosi ineluttabilmente i termini dei 30 giorni contenuti negli avvisi bonari notificati agli interessati, le OO.SS. hanno concordato la necessità di:

  • proseguire ed intensificare le azioni tese a risolvere la problematica “all’origine” attraverso un incontro urgente richiesto dai Segretari Generali ad ABI nel quale condividere ulteriori iniziative nei confronti dei  Ministeri di competenza per i Regolamenti dei Fondi di solidarietà, oltre ad INPS ed Agenzia delle Entrate;
  • dare indicazioni operative in merito alla gestione delle risposte agli avvisi ricevuti, attraverso le considerazioni   contenute nel   presente comunicato;

Non potrà sfuggire infatti a nessuno degli attori di questa vicenda che, qualunque sia la soluzione tecnico-normativa a cui si approdasse, come OO.SS. confermiamo che le prestazioni previste per i percettori degli assegni straordinari dovranno continuare ad essere erogate al netto dell’imposizione fiscale in coerenza con quanto attualmente previsto dal Regolamento del Fondo di solidarietà ed in ossequio agli accordi costitutivi degli stessi.

Nessuna motivazione, tanto meno di natura amministrativo/informatica, può dar luogo ad una variazione dell’assetto normativo delle prestazioni del Fondo – peraltro consolidato da oramai molti anni – e  certamente non a discapito delle prestazioni nette erogate.

Pertanto, alla luce della situazione di estrema incertezza dell’intera questione riliquidazione imposta sugli assegni erogati dai fondi di Sostegno al reddito, ed in attesa di chiarimenti definitivi,  risulta, in  questa fase, difficile dare indicazioni comportamentali per tutti i destinatari degli avvisi bonari, anche  in ragione delle diverse casistiche relative a posizioni fiscali differenti tra loro; indichiamo quindi le diverse opzioni a disposizione dei contribuenti evidenziandone gli effetti  ed i potenziali rischi.

 Ricordiamo che:

  • l’avviso ricevuto non è un atto esecutivo e non può essere formalmente impugnato non producendo alcun effetto impositivo; che i 30 giorni indicati servono per raccogliere eventuali osservazioni del contribuente e che successivamente, nel caso in cui le eventuali osservazioni non producessero effetti, verrebbe emessa la cartella che è un atto esecutivo e pertanto opponibile con apposito ricorso davanti alla Commissione Tributaria nei vari gradi di giudizio.
  • In merito  all’accertamento relativo all’assegno straordinario, il contribuente può avviare una richiesta di esercizio dell’autotutela (utilizzando il modulo allegato) in cui si chiede l’annullamento della comunicazione ricevuta adducendo la motivazione che “la riliquidazione dell’imposta non è dovuta poiché l’erogazione dell’assegno deve avvenire al netto come è previsto dal regolamento del Fondo di Sostegno al reddito e dalla sentenza della Corte di Cassazione sezione Lavoro n° 18128 del 22 agosto 2014”. 
    L’atto di autotutela dovrà esser consegnato agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate o inviato via mail, preferibilmente PEC all’indirizzo contenuto nell’avviso ricevuto

    [email protected]

    Quanto sopra NON produce automaticamente l’effetto di sospensione dei termini e, se non accolta, non impedisce l’emissione della relativa cartella, il cui importo complessivo sarà gravato da sanzioni amministrative (pari al 30% dell’imposta) ed interessi che determineranno un significativo incremento dell’importi contenuti negli avvisi. Ci giunge notizia in queste ore che alcune sedi periferiche dell’Agenzia delle Entrate hanno risposto ad   alcune dichiarazioni di autotutela con la sospensione dei termini contenuti negli avvisi bonari.

  • In caso di non accoglimento dell’istanza o di mancata risposta alla stessa, esiste la   possibilità, finalizzata a guadagnare tempo in attesa di una veloce definizione a seguito delle   pressanti iniziative sindacali, di attivare il pagamento rateale come da indicazioni contenute nell’avviso bonario.
    Le rate sono trimestrali nel numero massimo di 8 per importi fino a 5.000,00, per importi superiori fino ad un massimo di 20 rate; la prima rata deve comunque esser pagata entro il termine previsto dall’avviso bonario; all’esito della  definizione della problematica, le OO.SS. forniranno le indicazioni sulle modalità di rimborso.
    Il pagamento della prima rata blocca la procedura di iscrizione a ruolo e l’emissione conseguente della cartella, che riprenderà in caso di mancato pagamento della/e rate successive.
    Insieme al pagamento invitiamo ad inviare all’indirizzo pec di cui sopra la seguente comunicazione “ in riferimento all’avviso, che alleghiamo alla presente,  ricevuto in data ….. intestato al sig…….. comunico di aver attivato il pagamento rateale con versamento della prima  quota ai soli fini di impedire la possibilità di avvio della procedura di iscrizione a ruolo delle imposte con relative sanzioni ed interessi, senza che ciò implichi riconoscimento del debito, ma dichiaro che mi riservo la facoltà di richiedere il rimborso della/e stesse in quanto l’imposta non è dovuta poiché l’assegno straordinario del settore credito ha natura diversa rispetto alla tipologia di somme soggette a riliquidazione e l’erogazione dell’assegno deve avvenire al netto come è previsto dal regolamento del Fondo di Sostegno al reddito e dalla sentenza della Corte di Cassazione sezione Lavoro n° 18128 del 22 agosto 2014”.

Le Organizzazioni Sindacali stanno seguendo e continueranno a seguire con estrema attenzione la problematica affinché siano garantiti i diritti delle Lavoratrici  e dei Lavoratori e le prerogative del Fondo di Solidarietà che resta strumento indispensabile per il settore.

Roma, 20 maggio 2021

LE SEGRETERIE NAZIONALI

FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN

Modulo di richiesta di esercizio autotutela


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Spett.le ABI • Piazza del Gesù, 49 – 00186 Roma
alla c. a. del Responsabile del CASL • Dott. Salvatore Poloni

Oggetto: richiesta di incontro urgente.

In relazione alle numerose comunicazioni inviate ai Colleghi esodati da parte dell’Agenzia delle Entrate nel corso delle ultime settimane ed aventi ad oggetto il ricalcolo della tassazione sugli assegni straordinari erogati dal Fondo di Settore, si chiede un incontro urgente per affrontare la questione.

In attesa di Vostre comunicazioni, si inviano distinti saluti.

Roma, 19 maggio 2021

I Segretari Generali

Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Nino Baseotto – Fulvio Furlan – Emilio Contrasto




MPS: un’assunzione di responsabilità

1 - Fabi 2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Come Organizzazioni Sindacali aziendali abbiamo più volte richiamato lo Stato, azionista di maggioranza della Banca dal 2017, sulla necessità di negoziare il superamento dei vincoli imposti dai regolatori europei, e prolungare il termine della permanenza nel capitale sino a garantire l’effettivo risanamento del Gruppo.
Abbiamo cioè richiesto allo Stato una assunzione di responsabilità che preveda il rilancio della Banca nella sua integrità, e la salvaguardia dei livelli occupazionali, salariali e normativi per i suoi 21mila Dipendenti.

Mentre si susseguono notizie di stampa che accreditano anche l’ipotesi dello “spezzatino”, ribadiamo che non può essere attuabile – vista la ricapitalizzazione precauzionale effettuata con iniezioni miliardarie di fondi pubblici – nessun’altra soluzione se non quella che abbia l’obiettivo di creare valore e di sviluppare la Banca e il Gruppo a beneficio della collettività, e del ritorno dello stesso investimento statale.
Sarebbe invece inaccettabile che, con ulteriori soldi pubblici, si favorisse un processo di distruzione di un’azienda come Banca Monte dei Paschi, e del valore in essa contenuto, che sta dimostrando anche in questo difficile momento di essere al servizio del Paese.
Alla Banca servono certezze, investimenti in tecnologia e in persone, in grado di dare una visione strategica e di sviluppo a tutto il Gruppo. 

Le Lavoratrici e i Lavoratori dopo anni di sacrifici e abnegazione si meritano una prospettiva certa.
Invertire la tendenza si deve e si può, senza perdere altro tempo.

Siena, 19 maggio 2021

 

LE SEGRETERIE




ISP Area Abruzzo Molise: ad un mese dall’incorporazione Ubi


UNA GRANDE BANCA O SOLO UNA BANCA GRANDE ?

Si è completato ormai il primo mese dal “Big Bang” della incorporazione Ubi e, purtroppo, al di là dei trionfalistici proclami dei nostri manager, la realtà che colleghi (e clienti ex Ubi) stanno ancora vivendo è tutt’altra cosa. La decisione, a nostro avviso molto azzardata, di concentrare nell’unica giornata del 12 aprile tutta la integrazione, aggiungendoci pure la partenza del nuovo (ennesimo) modello di servizio, ha prodotto effetti devastanti, con criticità e problemi lungi ancora dall’essere risolti.

Già nelle settimane precedenti la migrazione, le OO.SS. avevano, a più livelli, lanciato l’allarme sulla scarsissima formazione preventiva dei colleghi ex Ubi e sul rischio di far partire congiuntamente il nuovo segmento Agribusiness e l’accorpamento di molte filiali retail con trasferimento di migliaia di colleghi e rimescolamento di gestori e relativi portafogli. Ma il nostro allarme – e il consiglio di fare le cose con più gradualità – non è stato apprezzato dall’Azienda, come sempre più spesso ormai accade.

Quello che si è verificato è stata una concentrazione di interventi inopportuna, mal pianificata, gestita confusamente e con molti errori, che ha provocato caos e ulteriore stress nel lavoro quotidiano.

Il risultato è una rete al collasso, con colleghe e colleghi che si stanno facendo carico, da soli, di tutte le carenze organizzative aziendali e che hanno grande difficoltà a dare risposte alla clientela.

Da un mese ormai è cronaca quotidiana il caos in cui stanno combattendo colleghi e clienti ancora nel contesto di pandemia, con gestori che hanno portafogli quasi tutti nuovi e clienti che hanno perso i loro riferimenti in azienda, con l’aggravante, per i clienti ex Ubi, del perdurante blocco informatico sulle piattaforme home banking.

L’accorpamento repentino e simultaneo di filiali retail, imprese, exclusive, la creazione di nuove filiali agribusiness, il ridisegno della rete del terzo settore, le nuove filiali on line con la creazione dei “fantomatici” distaccamenti individuali presso le filiali retail e chi più ne ha più ne metta, hanno determinato un sovraffollamento degli uffici e degli ambienti con buona pace delle regole anti covid in molti casi impossibili da rispettare. In molte filiali accorpate si sono e si stanno ancora verificando problemi di ordine pubblico per l’afflusso di clientela e l’azienda è sorda alla richiesta di steward per regolamentare gli accessi.
Sono state create stanze pollaio con 8/12 postazioni in ambienti dove ce n’erano 4/6, in alcuni casi non ci sono nemmeno le scrivanie sufficienti per le persone in organico.

Nel Retail si è provveduto all’ennesima riduzione/trasferimento di portafogli, con portafogli “in pool” in capo ai direttori che in molti casi superano le migliaia di clienti che poi devono essere comunque seguiti dai gestori superstiti, alcuni perdipiù senza un portafoglio codificato. Qual è il senso di ciò?

Molti colleghi hanno cambiato ruolo senza nessuna formazione realmente fruibile ed efficace, magari anche dopo trasferimento in filiali di comuni diversi. Gli affiancamenti dei colleghi Isp a quelli ex Ubi, già difficoltosi in partenza per il problema covid, sono resi ancor più complicati dalle innumerevoli incombenze giornaliere e, soprattutto, dalle continue e, in questo contesto ancor più assurde pressioni commerciali. Come se si stesse vivendo in un periodo di assoluta normalità.

A questo proposito chiediamo fortemente che l’Azienda non sollevi alcun provvedimento disciplinare in caso di errori che dovessero verificarsi da parte dei colleghi non adeguatamente formati.

Alcuni esponenti aziendali, come nulla stesse accadendo, stanno ossessivamente pretendendo risultati commerciali crescenti, pressando le lavoratrici e lavoratori con modalità non più accettabili, aggiungendo ulteriore stress e portando i colleghi allo sfinimento.

Nel nostro territorio, molte colleghe e colleghi Isp sono stati inoltre distolti dalle loro filiali per andare a prestare affiancamento ai colleghi delle filiali ex Ubi che il 12 aprile sono passati in Isp e il 24 maggio saranno ceduti alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
Naturalmente questi colleghi hanno il sacrosanto diritto di non essere lasciati soli, seppure per 40 giorni, e infatti non lo sono stati, ma con una programmazione alternativa forse si sarebbe potuta evitare questa doppia migrazione in un mese, con tutto quello che ne consegue in termini di stress per i colleghi e disagio per i clienti.

E’ questo il rispetto della più grande Banca del Paese verso le “sue persone”? Verso il suo “Capitale Umano”? Secondo noi NO, è tutt’altro che rispetto.

Dai nostri manager, pur distinguendo il loro ruolo dalla parte organizzativa e gestionale, ci saremmo aspettati piuttosto, oltre ai messaggi trionfalistici all’esterno, anche qualche parola di scuse per i problemi organizzativi creati a tutti da una gestione così fatta.

Dalla più grande Banca del Paese ci saremmo tutti aspettati una gestione molto diversa della integrazione. E lo confermano anche gli amari commenti dei colleghi ex Ubi che, a un mese dall’ingresso in Isp dicono “pensavamo di entrare in una grande banca ma siamo entrati solo in una banca grande.”

Abruzzo, 17/5/2021

 

COORDINATORI e RSA GRUPPO INTESA SANPAOLO AREA ABRUZZO
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL  – UILCA




Guide Fisac Cgil: Responsabilità disciplinari e patrimoniali

Pubblichiamo la versione 2021 della guida, aggiornata con molte sentenze. In caso di segnalazioni è possibile scrivere a: [email protected]

Scarica la Guida

Scarica le Sentenze edizione 2021

 

ARTICOLI PUBBLICATI AD INTEGRAZIONE:

 

Ricordiamo che tutte le guide sono disponibili nella nostra sezione Guide e Manuali




Avvisi dal fisco agli esodati: il 20/5 riunione online per fare il punto

Lunedì scorso avevamo pubblicato la notizia degli avvisi bonari inviati dal fisco agli ex bancari che nel 2016 ricevevano l’assegno straordinario di accompagnamento alla pensione erogato dal Fondo di Solidarietà per il sostegno del reddito del personale del credito.

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bancari-esodati-sorpresa-dal-fisco-chieste-altre-imposte-per-il-2016.html

Auspichiamo che nei prossimi giorni possano arrivare chiarimenti decisivi per risolvere il problema. Intanto riteniamo opportuno informare gli interessati in merito alla situazione attuale.

Per questo motivo, la Fisac/Cgil Abruzzo Molise ha organizzato, unitamente alla First/Cisl ed alla Uilca, una riunione aperta a tutti che avrà luogo il giorno 20 maggio, dalle ore 10.30 alle 12.

La riunione si svolgerà in remoto utilizzando la piattaforma Google Meet.

Per partecipare alla riunione è sufficiente fare click su questo link: https://meet.google.com/zpe-otbf-gjt
Oppure aprire Meet e inserire questo codice: zpe-otbf-gjt

 

 




Il super regalo fiscale per le fusioni bancarie

L’esecutivo giallorosa ha previsto un beneficio fiscale per le banche che si fondono consentendo, a chi le ha, di trasformare le imposte differite attive (Dta) in crediti fiscali. A essere trasformate sono le Dta della banca più piccola delle due che si fondono. La norma era valida per le fusioni deliberate entro il 2021. La modifica inserita nel nuovo decreto proroga la scadenza a giugno 2022 e alza il bonus. Se una grande banca si accollerà Mps, avrà in dote un bonus fiscale da 4,4 miliardi lordi. La principale indiziata è Unicredit, dove si è appena insediato l’ad Andrea Orcel che non ha chiuso a eventuali fusioni. I grandi azionisti dalla banca sono però contrari all’ipotesi Mps ed è per questo che si è ipotizzato di alzare il regalo fiscale permettendo a Orcel di convincere i soci riottosi. Tra le modifiche c’è anche quella che permetterebbe di usare fin dal primo anno parte del bonus fiscale ed è questo uno dei nodi che ha bloccato la norma, che peraltro deve essere autorizzata dall’Antitrust europeo.

A ogni modo, se passasse, il regalo fiscale non sarebbe solo per l’acquirente del Montepaschi. Anche BancoBpm garantirebbe una “dote” fiscale da 5,5 miliardi in caso di fusione con un gruppo di maggiori dimensioni; l’altro istituto nei rumors su un possibile risiko bancario è Bper, che ha in pancia un potenziale bonus da 3,9 miliardi lordi. Negli ambienti finanziari circola anche l’ipotesi di una fusione a tre Unicredit-Mps e una delle altre due banche. L’unica cosa certa, al momento, è che qualunque operazione avverrà sarà accompagnata da un regalo a carico dello Stato.

 

Da “Il Fatto Quotidiano” del 13/5/2021




Bancari esodati, sorpresa dal fisco: chieste altre imposte per il 2016

Centinaia di avvisi bonari sugli assegni di cinque anni fa. I dubbi dei sindacati.


 

Trenta giorni per decidere se pagare o no l’integrazione alle imposte chiesta dal Fisco con avviso bonario inviato il 30 aprile. E’ quanto dovranno decidere gli ex bancari che, nel 2016, ricevevano l’assegno straordinario di accompagnamento alla pensione erogato dal Fondo di Solidarietà per il sostegno del reddito del personale del credito. Cinque anni fa – dati INPS – erano 11.021 le persone che ricevevano l’assegno e, secondo stime sindacali , almeno il 70% (quasi 8mila) dovrebbe aver ricevuto l’avviso dell’Agenzia delle Entrate. L’ammontare da pagare è in media di circa 2mila euro (sull’anno).

Il caso
Perché il Fisco ha inviato gli avvisi bonari? Spieghiamo subito che i bancari che anticipano l’uscita grazie al Fondo di solidarietà ricevono, per un massimo di 5 anni, l’equivalente di quanto prenderanno come pensione al netto delle imposte. A versare l’assegno straordinario è l’INPS che a sua volta riceve il denaro dalla banche. All’assegno, come per il TFR, viene applicata la tassazione separata che è un tipo di imposizione agevolata rispetto alla ordinaria Irpef: la tassazione separata impedisce che, nell’anno in cui vengono percepiti, i redditi maturati in più anni si sommino agli altri redditi del lavoratore.

Il ricalcolo mai applicato
Fin qui tutto abbastanza logico. Al Fisco e al legislatore italiano non piacciono però le cose semplici. Nella tassazione separata, il datore di lavoro (in questo caso le banche) infatti applica una trattenuta fiscale “provvisoria” sul Tfr e sugli assegni straordinari: successivamente viene ricalcolata dall’Agenzia delle Entrate quella definitiva detta “riliquidazione”. Qui non ci addentriamo nelle contorte questioni fiscali. E’ sufficiente sapere che non tutti ricevono la richiesta di ulteriori imposte e il Fisco non può, come noto, spingersi oltre i cinque anni.
Tornando agli ex bancari, questi ultimi si aspettano le richieste di ricalcolo dell’Agenzia delle Entrate su Tfr. Invece, fino ad oggi (il Fondo di solidarietà esiste dal 2000), il Fisco non aveva mai richiesto la riliquidazione sugli assegni.

Sindacati in campo
Gli ex bancari e le associazioni pensionati che li rappresentano a fine aprile si sono subito attivati. Tanto che il 3 maggio è stato diffuso il primo comunicato sindacale sul caso dalle cinque principali sigle sindacali: Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Unisin hanno annunciato il loro impegno a chiarire subito la situazione. A distanza di 8 giorni, il secondo comunicato sindacale congiunto dove si spiega che “in stretto contatto con l’ABI” (l’Associazione Bancaria Italiana) “l’iniziativa di chiarimento prosegue”. In allegato al Comunicato c’è il documento INPS dove si spiega che “sono in corso approfondimenti sulla questione fra l’Istituto, in qualità di sostituto d’imposta, e l’Agenzia delle Entrate.”

Tempi, soluzioni e futuri esodi
I tempi stringono. Il 30 maggio, giorno di scadenza dell’avviso, è vicino. Sindacati e ABI non commentano “in attesa di evidenze” da parte di Inps e Agenzia. A quanto emerge. però, non è chiaro se ci sia stato un errore tecnico nei codici di comunicazione INPS o una diversa interpretazione del Fisco dopo vent’anni.
Secondo indiscrezioni, gli ex bancari si sono rivolti agli avvocati per capire come agire per le vie legali: ma potrebbero esserci problemi anche per i futuri esodi. Gli accordi erano stati stipulati su cifre che non prevedevano l’ulteriore aggravio emerso nei giorni scorsi. Cos’accadrà ora?

 

Articolo di Vitaliano D’Angelo su “Il Sole 24 Ore” del 15/05/2021




BCC: firmati accordi sulle agibilità sindacali e sugli assetti contrattuali

FIRMATI GLI ACCORDI SULLE AGIBILITA’ SINDACALI E SUGLI ASSETTI CONTRATTUALI

Il lungo e complesso percorso di confronto con Federcasse sviluppato negli ultimi 5 mesi è finalmente
addivenuto ad una positiva e coerente conclusione con la sottoscrizione nella notte del 13 maggio degli accordi
sulle agibilità sindacali e sugli assetti contrattuali.

Le Organizzazioni Sindacali ritenevano assolutamente indispensabile e imprescindibile riformare
complessivamente il protocollo delle relazioni sindacali di categoria rendendolo aderente allo spirito del
rinnovato scenario scaturito dalla riforma del Credito Cooperativo.

Il dato politico essenziale rinveniente dai due accordi è che le Parti hanno ora a disposizione strumenti e misure
per governare il confronto a livello nazionale sul rinnovo dei patti di lavoro a partire dal CCNL scaduto il
31.12.2019, e parimenti modalità di interventi e livelli di interlocuzione per sviluppare il confronto nei Gruppi
Cooperativi Bancari per il processo di riorganizzazione dettato dai piani industriali.
In sintesi i due accordi:

  • L’accordo sulle AGIBILITA’ SINDACALI definisce la materia dei distacchi e dei permessi per lo
    svolgimento dell’attività sindacale riferendolo ai vari livelli di negoziazione: nazionale, di gruppo, locale e
    aziendale; confermata inoltre la normativa per la costituzione delle Rappresentanze Sindacali Aziendali.
    Con l’accordo vengono inoltre definite le norme sulle assemblee del personale, con la possibilità di
    svolgimento delle stesse, in via sperimentale fino al 31.12.2021, anche in modalità videoconferenza.
  • L’accordo sugli ASSETTI CONTRATTUALI individua il perimetro delle nuove relazioni sindacali in
    relazione ai mutati scenari di settore, che vedono i Gruppi Bancari cooperativi come soggetti negoziali per
    la contrattazione di secondo livello. Per quanto riguarda il PDR, viene confermato per il 2021 il meccanismo
    in vigore su dati 2020, mentre per gli anni successivi la materia verrà definita all’interno della contrattazione
    di Gruppo. Rimane il mantenimento della contrattazione di prossimità per il welfare e per la formazione
    identitaria, e il mantenimento dell’operatività degli Enti bilaterali costituiti dalle Federazioni a livello
    locale. Le procedure di confronto su orari di lavoro, distacchi, prevenzione dei conflitti collettivi di cui
    all’art. 22 saranno in capo alle Capogruppo e vengono allungati i tempi a disposizione per la durata massima
    delle procedure, salvo le proroghe che si renderanno necessarie.
  • Per la loro rilevanza, le materie della mobilità e dell’inquadramento del Personale verranno compiutamente
    trattate nel prossimo rinnovo contrattuale come punti nodali della normativa di settore, come richiesto dalle
    Organizzazioni Sindacali.

Le Segreterie Nazionali e i Coordinamenti di Gruppo a conclusione di questo percorso di serrato confronto a
livello nazionale possono finalmente procedere alla definizione e stesura della piattaforma di rinnovo del
Contratto Nazionale a presidio delle tutele normative e delle doverose risposte in termini di adeguamento
economico degli stipendi.

Roma, 13/05/2021

 

LE SEGRETERIE NAZIONALI
I COORDINAMENTI DI GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA




Banca d’Italia: tra il dire e il fare….è meglio il fare

Improvvisamente sulla intranet aziendale è comparsa la notizia dell’avvio di una nuova sessione della rilevazione dello stress lavoro-correlato.

Era stata la Fisac Cgil a richiederla (LEGGI), visto il tempo trascorso dall’ultima rilevazione e, a maggior ragione, visti i cambiamenti organizzativi che hanno interessato il personale con lo scoppio della pandemia.

Nessuna risposta ci è ancora pervenuta nonostante un sollecito (LEGGI), ma siamo soddisfatti comunque che la Banca ci abbia ascoltati su un tema così importante: tutto sommato preferiamo il “fare” al “dire”, quando c’è in gioco la tutela dei lavoratori.

Roma, 13 maggio 2021

La Segreteria Nazionale

 

Fonte: sito Fisac Banca d’Italia




È legittimo il controllo della posta elettronica del dipendente?

La sentenza della Corte d’Appello di Milano dell’8 settembre 2020 riguarda una causa di lavoro avente per oggetto il risarcimento dei danni arrecati da alcuni dipendenti per concorrenza sleale. Tuttavia, affronta un argomento ricorrente anche nelle cause d’impugnazione di licenziamenti e sanzioni disciplinari.

In particolare, la sentenza ha affrontato il tema della legittimità o meno dei controlli attuati dal datore di lavoro sulle caselle di posta elettronica – sia aziendale che privata – dei dipendenti, controlli che nel caso in esame erano stati attuati per dimostrare la concorrenza sleale.

La Corte d’Appello ha dichiarato l’illegittimità dell’accesso del datore di lavoro a una casella di posta privata del lavoratore, anche se installata sul computer aziendale.
Questa condotta è sempre illegittima e configura il reato di cui all’art. 616 codice penale.

La Corte ha invece stabilito la legittimità dell’accesso alla posta elettronica aziendale; tuttavia ciò può avvenire solo alle seguenti condizioni:

  • che sia stata fornita al dipendente l’informativa circa i controlli;
  • che vi sia proporzionalità tra il controllo effettuato e la finalità;
  •  che vi sia il fondato sospetto di lesione dell’interesse del datore di lavoro.

Fonte: Fisac/Cgil