Idee per una finanza sostenibile: diretta streaming 17 e 18 febbraio 2021


Programma

MERCOLEDÌ 17 FEBBRAIO

10:30 Apertura dei lavori
• Alessandra Orlando Segreteria Naz. FISAC CGIL

Presentazione e introduzione
• Bruna Belmonte Presidente ISRF LAB

10:45 Prolusione di
❖Enrico Letta Presidente Istituto Jacques Delors

11:15 Il ping pong delle idee
‣ Fabrizio Petrolini Coordinatore Nazionale FISAC CGIL BCC
‣ Sergio Gatti Direttore Generale Federcasse

11:30
Una finanza europea etica e responsabile

Introduce:
• Giacomo Sturniolo Segreteria Naz. FISAC CGIL
Partecipano:
• Susanna Camusso Responsabile per le Politiche Globali CGIL Nazionale
• Emilio Contrasto Segretario Generale UNISIN
• Christy Hoffman Segretaria Generale UNI Global
• Laura Rinaldi DG Reform Unione Europea
• Irene Tinagli Presidente Commissione per i problemi economici e monetari Parlamento Europeo
Modera: Andrea Greco

12:30 Pausa dei lavori

14:30 Il ping pong delle idee
‣ Luca Esposito Segreteria Naz. FISAC CGIL
‣ Gianluca Perin Chief HR and Organization Officier, Generali Italia

14:45 
Finanza e digitalizzazione

Introduce:
• Cinzia Ongaro Segreteria Naz. FISAC CGIL
Partecipano:
• Nicola Cicala Direttore ISRF LAB
• Angelo Doni Co Direttore Generale ANIA
• Fulvio Furlan Segretario Generale UILCA UIL
• Alessandra Perrazzelli Vice Direttrice Generale Banca d’Italia
• Ernesto Maria Ruffini Presidente Agenzia delle Entrate – Riscossione
Modera: Nicola Borzi

15:45 Il tema 
Criptomonete: istruzioni e avvertenze

Marcello Minenna Direttore Generale Agenzia Dogane e Monopoli

16:00
Diseguaglianze, Mezzogiorno, accesso al credito

Introduce:
• Chiara Canton Segreteria Naz. FISAC CGIL Partecipano:
• Riccardo Colombani Segretario Generale FIRST CISL
• Marcella Corsi Università La Sapienza – Roma
• Rev. Robert Gahl Pontificia Università della Santa Croce – Roma
• Giuseppe Massafra Segreteria Nazionale CGIL
• Andrea Roventini Scuola Superiore Sant’Anna – Pisa
Modera: Rita Querzè

17:00 Il ping pong delle idee
‣ Paolo Cornetta Responsabile Human Capital Gruppo UniCredit
‣ Luca Dapporto Segretario Coordinamento FISAC CGIL UniCredit

17:15
Finanza e contrattazione
Partecipano:
• Stefano Bottino Responsabile Direzione sindacale e del lavoro ABI
• Susy Esposito Segreteria Naz. FISAC CGIL
• Francesco La Gioia Presidente Commissione Relazioni Industriali ANIA
• Matteo Spanò Presidente Delegazione Sindacale Federcasse
Modera: Gabriele Polo

GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO

9:30 Il ping pong delle idee
‣ Nicola Cavallini Segretario Coordinamento aziendale FISAC CGIL BPER
‣ Giuseppe Corni Capo del Personale BPER

9:45
La finanza al servizio del Paese
Introduce:
• Paola Morgese Segreteria Naz. FISAC CGIL
Partecipano:
• Claudio Di Berardino Assessore al Lavoro della Regione Lazio
• Gianna Fracassi Vice Segretario Generale CGIL
• Salvatore Poloni Presidente CASL ABI
• Elly Schlein Vice Presidente Regione Emilia Romagna
• Lando Maria Sileoni Segretario Generale FABI
Modera: Giovanna Reanda

11:00 Prolusione di
❖Lucrezia Reichlin Professore di economia London Business School

11:30 Tavola rotonda conclusiva
Introduce:
๏ Nino Baseotto Segretario Generale FISAC CGIL
Partecipano:
๏ Carlo Cimbri AD Gruppo Unipol
๏ Roberto Gualtieri Deputato, già Ministro Economia e Finanze *
๏ Maurizio Landini Segretario Generale CGIL
๏ Carlo Messina CEO Gruppo Intesa Sanpaolo
๏ Marco Sesana AD Gruppo Generali Italia
Modera: Lucia Annunziata

* in attesa di conferma

 




Avvio della procedura di integrazione dei Gruppi UBI ed ISP

AVVIATA LA PROCEDURA DI FUSIONE UBI ISP

In data odierna l’Azienda ha consegnato alle OO.SS. la lettera per l’avvio della procedura relativa all’integrazione dei Gruppi UBI ed Intesa Sanpaolo.
La fusione UBI Banca in ISP avverrà il 12 aprile.
La complessa operazione prevede anche due scissioni parziali immediatamente precedenti:

  • il ramo d’azienda di UBI che fornisce i servizi amministrativi e on line a favore di IW Bank sarà ceduto a Fideuram ISPB insieme al pacchetto azionario di controllo di IW Bank, che resterà legal entity
  • il ramo d’azienda relativo all’attività di Private Banking UBI Banca sarà ceduto a Intesa Sanpaolo Private Banking

E’ prevista inoltre la fusione per incorporazione in Eurizon Capital SGR di PRAMERICA SGR, nonchè di UBISS in ISP entro giugno 2021, UBI Leasing e UBI Factor in Intesa Sanpaolo entro il corrente anno.
Entreranno invece a far parte della Divisione Insurance le Società del comparto assicurativo UBI (AVIVA, Lombarda, CARGEAS, BAP).
Tutte le altre Società del Gruppo UBI (Prestitalia, UBI Academy, KEDomus,) verranno controllate direttamente da ISP rimanendo legal entity.
L’Azienda ha inoltre presentato il Piano Formativo a supporto dell’integrazione. Saranno adottate due piattaforme ISP4u e #People accessibili su DWS, sistema operativo UBI. E’ prevista la formazione attraverso training on the job e aule remote.
Il 20 e il 21 marzo saranno effettuati i test di simulazione, mentre la migrazione avverrà il 10 e 11 aprile. Sarà richiesta la presenza di alcuni colleghi in Filiale per testare le procedure.
Sono previsti affiancamenti operativi nelle Filiali fino a 4 settimane successive all’integrazione. Le attività di supporto per la settimana di migrazione coinvolgeranno circa 3000 lavoratori.
Nei week end di migrazione saranno coinvolti colleghi che operano nell’IT e nella sicurezza, sia di UBI che di ISP.
L’Azienda ha comunicato inoltre che per effetto della ridefinizione organizzativa conseguente alla cessione Bper, 45 tra Private Bankers e Assistenti ed altre persone di strutture centrali rimasti in UBI che operavano in palazzi ceduti a BPER saranno trasferiti presso altre sedi prossime alle attuali.

CESSIONE FILIALI/STRUTTURE A BPER
L’Azienda ha comunicato le misure che saranno adottate per la migration delle Filiali cedute a Bper.
Sabato 20 febbraio il collega tenutario delle chiavi si recherà in Filiale per consentire l’accesso ai tecnici incaricati da Bper.
Domenica 21 febbraio sarà invece richiesta la presenza in Filiale dei colleghi (Titolare o Vicario, Cassieri e attività rilevanti) per testare la migrazione.
Con riferimento al personale ceduto a Bper che ha aderito all’accordo 29.9.2020 per l’esodo, l’Azienda ha dichiarato che la comunicazione dell’uscita sarà effettuata da Bper, comunque secondo termini, condizioni e modalità previste dall’accordo.

FILIALI PRIVATE E FIDEURAM
L’Azienda ci ha informato che da lunedì 15 febbraio le Filiali della Divisione in “zona gialla” manterranno l’operatività su appuntamento, mentre cesserà la turnazione, fatte salve le misure da adottare per mantenere il distanziamento sociale.
In relazione all’emergenza sanitaria, come OO.SS. riteniamo improcrastinabile il confronto già richiesto sulla materia prevenzione Covid 19 e genitorialità per tutto il Gruppo.
Al termine della presentazione abbiamo condiviso con l’Azienda un fitto calendario di incontri per la prosecuzione del confronto che ha come obiettivo la massima tutela degli oltre 15.000 lavoratori coinvolti.
A tal proposito abbiamo già richiesto la documentazione utile.
Gli incontri proseguiranno la prossima settimana.

dal sito Fisac Intesa Sanpaolo
11 febbraio 2021

 




ISP: assembramenti, urla e pressioni commerciali

ASSEMBRAMENTI, URLA E PRESSIONI COMMERCIALI

Chi lavora nelle filiali Intesa Sanpaolo sa molto bene ciò che accade tutti i giorni!
Chi invece dovrebbe governare il modello organizzativo SI GIRA DALL’ALTRA PARTE e preferisce non vedere la gravissima carenza di organico, il pesantissimo carico di lavoro e la ossessiva e martellante richiesta di risultati a tutti i costi!

ADESSO ALZATE LO SGUARDO DAI VOSTRI TANTO CARI REPORT, E GUARDATE IN FACCIA LA REALTA’ !

Ad una situazione grave ed insostenibile, si aggiungono problemi su problemi che stanno compromettendo sempre di più le condizioni di lavoro e mettono a rischio la salute di colleghe e colleghi.

 

ASSEMBRAMENTI


Pandemia da Covid 19… questa sconosciuta!

Dopotutto nelle Filiali si lavora come se non esistesse!

Dopo la più che discutibile decisione aziendale di non proseguire con gli appuntamenti per le operazioni di cassa, assistiamo a continui assembramenti fuori e dentro le Filiali, ad aggressioni verbali da parte di alcuni clienti e verifichiamo che il contingentamento è sostanzialmente impossibile.

Le indicazioni su come gestire l’afflusso della clientela per evitare rischi inutili per la salute dei colleghi e un diffuso malcontento dovevano essere fornite da Banca dei Territori. Le stiamo ancora aspettando!

La soluzione sarebbe anche semplice e sicuramente efficace: come chiediamo ormai da mesi sono necessari gli steward per gestire l’accesso dei clienti.

Smart working e offerta a distanza?

L’azienda si è dimenticata delle belle parole spese durante il lockdown sull’ottimo lavoro svolto in smart working dai gestori? Certamente sì! Sembra che la “presenza fisica” dei colleghi in Filiale sia ormai l’unica modalità possibile. Persino le esigenze familiari straordinarie dei colleghi per affrontare le difficoltà determinate dall’attuale contesto emergenziale risultano in gran parte ignorate.

 

URLA e non solo

Le urla che scandiscono la giornata di lavoro nelle Filiali, spesso ingiuriose e aggressive, sono quelle dei clienti seduti nei salottini aperti che, tra distanziamento e mascherina, cercano di farsi sentire dal gestore che hanno di fronte. La mancanza di privacy è palese, così come lo sono le lamentele. Durante la consulenza per i clienti è determinante la riservatezza – e certo non dovremmo spiegarlo noi all’Azienda – e trovarsi in un ambiente rumoroso ed esposto porta inevitabilmente a non rispettare il distanziamento, con evidenti difficoltà per i Gestori.

Le visiere facciali sono inadatte e fastidiose per la vista e non solo.

Anche in questo caso la soluzione sarebbe semplice: barriera di plexiglass per tutti, come peraltro già utilizzato da tutti i nostri colleghi di UBI.

O siamo forse dipendenti diversi?

Siamo sempre più scandalizzati che la Banca perseveri nel rifiutarsi di fornire le barriere di plexiglass in tutte le postazioni a contatto con il pubblico per proteggere la salute dei colleghi e dei clienti, nonché la loro privacy.

 

PRESSIONI COMMERCIALI


Nelle ultime settimane i colleghi sono stati chiamati ad attivarsi per dare il massimo del massimo, per un non meglio definito “obiettivo ante fusione Ubi”, come fosse una gara tra le due realtà, chiedendo il raggiungimento di numeri impossibili, fuori da ogni logica, sottoponendo la rete tutta ad uno STRESSANTE MARTELLAMENTO SENZA PRECEDENTI (ed i precedenti erano già insostenibili).

Viene richiesto di fissare sempre più appuntamenti nelle Filiali in modo da saturare totalmente il tempo di lavoro, con budget personalizzati, con un controllo serrato e maniacale sulle agende, di fornire impossibili dati previsionali (ma certi!!!), di lavorare liste ordinarie e liste prioritarie, di fare preventivi tutela a tutti i costi “purché si facciano”. Quotidianamente sono organizzate riunioni per definire focus commerciali (non basta quanto elencato sopra??)

In più viene richiesto anche di vendere la tutela abbinata al finanziamento, con continui messaggi Lynch e WhatsApp incessanti ed inopportuni. Tutto questo per tenere
ossessivamente sotto pressione i colleghi e far sì che non si distraggano mai dagli obiettivi commerciali, facendo sentire inadeguato chi non raggiunge i risultati richiesti. Ne è un esempio, il messaggio di questi giorni ai gestori “se non vendi la tutela sei inadatto a questo ruolo di gestore!”.

E quali sarebbero allora le capacità di questi responsabili che continuano a dimostrare la loro incompetenza manageriale?

Ricordiamo a loro in primis, e a tutti quanti, cosa prevede l’art. 75 del CCNL 19/12/2019:

“Il mancato raggiungimento degli obiettivi quantitativi commerciali di per sé non determina una valutazione negativa ai sensi del presente articolo e non costituisce inadempimento del dovere di collaborazione attiva ed intensa ai sensi dell’art. 38, comma 2, del CCNL 31 marzo 2015.”

Il Responsabile di Banca dei Territori continua a ripetere (durante le sue interviste in web- tv) alcune parole: “le mie persone”. Chiediamo allora che queste persone a LUI TANTO CARE, che lavorano nelle Filiali, e stanno continuando a farlo con una forza eccezionale in questo periodo pandemico, vengano finalmente ascoltate.

Bologna, 10 febbraio 2021

 

COORDINATORI TERRITORIALI DIREZIONE EMILIA ROMAGNA / MARCHE (ERM)
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA/UIL – UNISIN

 

Fonte: Sito Fisac Intesa Sanpaolo




La verità sulle foibe

L’analisi, come sempre lucidissima, del professor Alessandro Barbero in occasione della ricorrenza del Giorno del Ricordo delle foibe


Cosa sono le foibe?

Alla fine della guerra, sui confini orientali d’Italia, l’esercito partigiano jugoslavo comunista, avanzando in un territorio che da molti anni era occupato degli Italiani e dove quindi abitava un gran numero d’Italiani (Dalmazia, Istria, fino a Trieste), fa fuggire davanti a sé la popolazione italiana terrorizzata e uccide effettivamente migliaia di Italiani civili, gettando poi i cadaveri in queste forre del terreno che ci sono sono da quelle parti. Le foibe, appunto.
Un eccidio di molte migliaia di civili.

I partigiani jugoslavi comunisti stanno dalla parte dei vincitori, combattono dalla parte “giusta” quindi per molto tempo di questa cosa non è che non se ne parli – se ne parla eccome – ma a livello ufficiale nessuno si sognerebbe che sia una cosa di cui si debba fare un giorno del ricordo, per esempio. Perché è uno dei tanti casi in cui i vincitori, che avevano ragione e stavano dalla parte giusta, hanno fatto delle porcate.
Cosa che succede normalmente, perché nella realtà non è che ci sono i buoni e i cattivi come nei film americani. La realtà è più complicata di così e i vincitori, che stanno dalla parte giusta, fanno un sacco di porcate: buttano la bomba atomica su Hiroshima  e poi, come se non bastasse, ne hanno ancora un’altra e buttano anche quella e distruggono un’altra città.
E ciò non impedisce affatto di dire che “meno male che han vinto loro” perché avevano ragione loro, in base ai nostri valori di oggi.

Poi cosa succede? Succede che quella parte dell’Italia che per tanto tempo ha vissuto male il 25 aprile, la celebrazione della Resistenza, perché “erano famiglie come la mia” dove ci si era schierati dall’altra parte, sempre più sentono di avere più spazio e che il pendolo si è spostato e chi la pensa così ha sempre più importanza, e a un certo punto un Governo che – non lo può dire – ma è fatto da gente che in realtà si sentiva più dalla parte dei fascisti che non dei Partigiani, decide che bisogna equilibrare il 25 aprile.
C’è questa grande festa che piace a quelli della sinistra? E allora facciamo anche un altro giorno del ricordo per ricordare invece un’altra cosa dall’altra parte.

E nasce il giorno delle foibe.

Non ci son state le foibe? Certo che ci sono state.
E’ stata un’atrocità? Certo che è stata un’atrocità.
Non bisogna parlarne? Certo che bisogna parlarne, La storia si occupa di tutto e va a vedere tutto. E la storia fatta bene viene fatta senza preoccuparsi di dire “ah, ma quella schifezza lì l’han fatta i miei amici, quindi non ne parlo”. La storia fatta bene vuol dire precisamente: “io vado a vedere tutto, perché voglio sapere tutto. Perché a me interessa la verità di quello che è successo“.

Questo nei Paesi dove la storia è libera, naturalmente. In una dittatura, una delle prime cose che la dittatura censura è la ricerca storica. Una delle prime cose che in una dittatura si va a vedere è: “cosa dicono i libri di storia che si studiano a scuola? Riscriviamoli. Quella cosa lì non ci piace che venga detta. Togliamola”
Nelle dittature è normale; dei libri di chimica non frega niente a nessuno. La chimica è una cosa oggettiva e quindi non vengono censurati. I libri di storia sì, perché come capite ci sono tante cose che si può decidere di dire o non dire, sono molto importanti e le mettiamo al centro oppure “ci sono state però ragazzi, ne son successe tante di cose…”
Le foibe sono appunto uno di quei casi in cui se uno lo vuole dire… cioè, uno lo deve sapere ovviamente. E gli storici le hanno sempre studiate.

Dopodiché si tratta di dire: “Dobbiamo mettere al centro del discorso pubblico quell’episodio lì, perché è emblematico, è da quello che si capisce davvero cos’era quell’epoca e cioè che i partigiani comunisti erano molto cattivi e che gli Italiani sono stati ingiustamente perseguitati e sterminati”?

Oppure dobbiamo discutere di quella cosa lì per vederne tutti gli aspetti? Se discuti di quella cosa lì per vederne tutti gli aspetti scopri – aldilà del fatto che è successo quello sterminio in un mondo dove la gente crepava tutti i giorni, continuamente, dappertutto, dove le città venivano bombardate, la gente bruciata viva dai bombardamenti, la gente moriva nei lager, morivano i soldati in combattimento a migliaia tutti i giorni e questo già ti rimette un po’,  come dire, le cose in prospettiva –  scopri che se i comunisti jugoslavi erano così incazzati con gli Italiani è perché gli Italiani quei territori lì li avevano occupati nel 1918 dopo aver vinto la Prima Guerra Mondiale, e avevano cominciato a bastonare gli abitanti slavi, a proibirgli di parlare nella loro lingua, a decidere che quei paesi lì dovevano diventare italiani e dimenticarsi di essere stati slavi, e così via, e che dopo vent’anni di divieti, di bastonate e di abusi la popolazione slava locale odiava gli Italiani. E a quel punto, come succede, li odiava tutti: non è che stava a dire quello lì è buono, quello lì è cattivo, quello lì è fascista, quell’altro no: odiava gli Italiani.
E questo non vuol dire che chi prendeva le famiglie, gli sparava alla nuca e li buttava nei crepacci non debba rispondere davanti alla sua coscienza di quello che ha fatto. Però vuol dire che noi sappiamo un po’ di più di quel che è successo  e del perché è successo.
Quella è la storia.

Creare invece un giorno della memoria per controbilanciare l’altro, quello è l’uso della memoria che fa la politica.
Tutto quello che a me interessa è che abbiate gli strumenti per distinguere le due cose. Poi ognuno si schiera e può anche dire: “A me quell’uso politico della memoria mi sta bene, anch’io penso che i comunisti erano degli schifosi bastardi e mi va bene che si celebrino le loro vittime”.
Però bisogna saper distinguere.

Guarda il video

 

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/lavoro-e-societa/nazismo-fascismo-e-comunismo-la-differenza-spiegata-in-parole-semplici.html




Congedo straordinario per DAD, ok alla presentazione delle domande

Via libera alle domande di congedo Covid per la sospensione dell’attività didattica in presenza nelle classi II e III media nelle cd. zone rossa oppure su tutto il territorio nazionale per figlio con disabilità grave per scuole di ogni ordine o grado o per chiusura centri assistenziali.

Lo rende noto l’Inps nel messaggio n. 515/2021 annunciando il rilascio dell’applicativo per la presentazione delle domande da parte dei genitori lavoratori dipendenti.

Beneficiari

Le domande riguardano il congedo Covid indennizzato al 50% della retribuzione nei casi di stop all’attività didattica in presenza introdotto dall’articolo 22-bis del dl n. 137/2020 e già anticipato dall’Inps con circolare n. 2/2021. Il beneficio è a disposizione dei genitori lavoratori dipendenti per astenersi dal lavoro, in tutto o in parte, durante il periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza per le sole classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado situate nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (c.d. zone rosse) oppure su tutto il territorio nazionale per figlio con disabilità grave per scuole di ogni ordine o grado o per chiusura centri assistenziali.

Il congedo è fruibile, esclusivamente ove la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità “agile” e per periodi temporali decorrenti dal 9 novembre 2020 per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche in frequenza a seguito delle disposizioni contenute nelle Ordinanze del Ministero della Salute (l’ultima risale al 14 gennaio 2021). Sono escluse altre ordinanze come quelle regionali o locali. Il congedo può essere richiesto per tutto il periodo o una sola parte da entrambi i genitori che possono alternarsi nella fruizione, mai negli stessi giorni.

Congedo straordinario per DAD: Domande online

La domanda può riguardare anche periodi d’astensione antecedenti alla data di presentazione, ma comunque non anteriori al 9 novembre 2020. Va presentata esclusivamente in modalità telematica attraverso uno dei seguenti canali:

  • Patronati, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi;
  • portale web dell’Inps, se si è in possesso di codice PIN rilasciato dall’istituto oppure di SPID, CIE, CNS;
  • contact center integrato, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa del gestore utilizzato).

 

Fonte: www.lentepubblica.it




Congedo parentale: quanto preavviso serve?

Ecco qui di seguito tutto quello che occorre sapere sul preavviso necessario per ottenere il Congedo Parentale: tutti i dettagli.


Si tratta di un’indennità estremamente importante, sia per il comparto scolastico che per tutti gli, altri pubblici e privati.

Soprattutto con l’emergenza Covid e le quarantene scolastiche (maggiori informazioni qui) essa è diventata una delle indennità più importanti e più richieste.

Scopriamo, qui di seguito, con quanto preavviso deve essere presentata la richiesta di congedo parentale.

In modo particolare le tempistiche, se essa è soggetta ad eventuali dinieghi e se sono previsti casi in cui può essere considerato un abuso.

Che cos’è il Congedo Parentale?

Ricordiamo che il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazionali.

La legge disciplina i tempi e le modalità di astensione, che per alcuni periodi può essere retribuita e la sua funzione è quella di consentire la presenza del genitore accanto al bambino al fine di soddisfare i bisogni affettivi e relazionali del minore.

Per una panoramica completa sul Congedo Parentale potete leggere questo nostro approfondimento.

In particolare per tutte le informazioni riservate, invece, al comparto Scuolacliccate qui.

Come fare richiesta?

Si deve inoltrare la richiesta di congedo al datore di lavoro o al committente la domanda di congedo va presentata nei termini previsti dalla legge o dal contratto.

Per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, l’indennità è anticipata dal datore di lavoro tranne in casi particolari in cui è pagata direttamente dall’Inps (operai agricoli a tempo determinato, lavoratori stagionali a termine, lavoratori dello spettacolo a tempo determinato).

Quanto preavviso occorre per richiedere il Congedo Parentale?

A regolare a livello normativo il preavviso è l’art. 7, comma 1, lett. c), D. Lgs. n. 80/2015, che ha riformulato il disposto di cui all’art. 32, comma 3, D.Lgs. n. 151/2001.

Esso sancisce dunque il preavviso ai fini dell’esercizio del congedo parentale.

Pertanto, il soggetto richiedente deve presentare la domanda di congedo con un preavviso:

Il preavviso, ovviamente, è una conditio sine qua non per poter usufruire del congedo. Vale a dire che, ovviamente, in caso di diniego, non si potrà fruire del congedo.

N.B. Secondo un Interpello del Ministero del Lavoro (Interpello 13-2016), per il comparto scuola, quindi, il tempo minimo di preavviso è fissato in 15 giorni. E ciò prevale rispetto a quanto indicato dalla legge che ha ridotto a 5 giorni tale termine.

Casi di diniego

In generale il datore di lavoro non può limitare la fruizione del congedo parentale del genitore. E, a sostegno di tale tesi, si evidenzia che la Corte di Cassazione, con sentenza n. 15078 del 2 luglio 2014, ha ritenuto illegittimo un licenziamento intimato ad una lavoratrice per assenza ingiustificata.

Infine si evidenzia che l’art. 38 del D.Lgs. n. 151/2001 punisce il rifiuto, l’opposizione o l’ostacolo all’esercizio del diritto al congedo parentale con la sanzione amministrativa da € 516 ad € 2582.

Casi di abuso

Tuttavia la circolare n. 62 del 29 aprile 2010 dell’INPS ha chiarito che il genitore in congedo parentale non può intraprendere una nuova attività lavorativa

E, in caso contrario – sia che l’attività sia dipendente, parasubordinata o autonoma – egli non ha diritto alla relativa indennità e deve rimborsare all’Istituto quanto eventualmente indebitamente percepito.

Presentare la domanda

Ricordiamo, infine, che una volta che sia stato rispettato questo preavviso ed ottenuto il benestare al congedo, la domanda di congedo parentale deve essere presentata all’Inps telematicamente mediante una delle seguenti modalità:

  • WEB – servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo, attraverso il portale dell’Istituto (inps.it– Entra in MyINPS);
  • Contact Center integrato – tel. 803164;
  • Patronati, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Ovviamente la domanda va inoltrata prima dell’inizio del periodo di congedo richiesto. Se viene presentata dopo saranno pagati solo i giorni di congedo successivi alla data di presentazione della domanda.

 




BCC: incontro con la Capogruppo Iccrea. Aggiornamento sul piano industriale


Nella mattinata di martedì 2 febbraio 2021 si è tenuto un incontro in videoconferenza tra le Organizzazioni Sindacali – Segretari Nazionali e Coordinatori di Gruppo – con il D.G. Mauro Pastore del Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA.
L’incontro fa seguito alla lettera a firma delle Segreterie Nazionali inviata in data 21.12.2020 a tutti i Gruppi Bancari Cooperativi, ove si faceva riferimento alla necessità di ricondurre l’interlocuzione sindacale ai livelli nazionali sui processi di ristrutturazioni aziendali e modelli distributivi in atto nelle singole Aziende, in particolare quelli della tipologia “Hub & Spoke”.
Negli ultimi mesi si è verificata infatti una crescita esponenziale di procedure avviate nelle Banche riconducibili agli specifici piani strategico/industriali delle Capogruppo sulle innovazioni di processi, di procedure e del modello distributivo, oltre che sulla riorganizzazione della Information Technology e quella del Back Office; di qui l’esigenza di verificare ed approfondire tali fenomeni direttamente dalle Segreterie Nazionali delle Organizzazioni Sindacali con le Capogruppo, per uno sviluppo più ordinato e omogeneo dei processi, nel rispetto dei demandi di legge e del Contratto Nazionale Federcasse sui singoli temi.
Durante l’incontro, su sollecitazione delle OOSS, è stato rappresentato un approfondimento sullo “stato dell’arte” del piano industriale illustrato nel luglio scorso, rispetto al quale il D.G. Pastore ha confermando la sostanziale aderenza a quanto presentato in tema di aumento dei ricavi e riduzione dei costi.
Le relazioni sindacali nei Gruppi devono necessariamente essere rafforzate ed evolversi in un confronto trasparente e costruttivo, che non proceda in ordine sparso azienda per azienda, ma che possa gestire nei modi e nei tempi più opportuni il passaggio ad un diverso modello organizzativo. Su questi processi va aperto un confronto sindacale nazionale a tutto tondo sugli aspetti che si interfacciano con il CCNL di settore vigente e applicato.
Come Organizzazioni Sindacali, senza alcuna predeterminata preclusione rispetto ad un nuovo modello organizzativo, che vogliamo però conoscere in tempo utile per poterne gestire le eventuali ricadute, riteniamo assolutamente non derogabile l’applicazione del Contratto Nazionale, in considerazione di tutti gli aspetti che impattano sulla tutela e la salvaguardia delle Lavoratrici e dei Lavoratori, come inquadramenti, mobilità, formazione, sicurezza e molto altro; come pure riteniamo necessario prevedere un monitoraggio costante degli impatti derivanti dall’applicazione del nuovo modello organizzativo. 
In questo scenario caratterizzato da forti cambiamenti con aperture di procedure sindacali spesso non chiaramente rappresentate, il richiamo è a relazioni fondate su trasparenza, condivisione e costruttività, ad uno sviluppo ordinato ed omogeneo delle attività, alla rappresentazione chiara delle procedure; un appello ai tempi ed ai modi di azione, che non sono più trascurabili visto la repentina ed a volte disordinata trasformazione del Credito Cooperativo, accelerata anche dai nuovi scenari introdotti dalla pandemia.
In un rinnovato sistema di relazioni sindacali, è fondamentale conoscere preventivamente e governare le mutazioni e gli assetti futuri del Credito Cooperativo a salvaguardia e tutela delle Lavoratrici ed i Lavoratori che vi operano, ma anche per i soci ed i clienti, considerato il ruolo ricoperto dalle BCC di sostegno alle comunità, ai territori e all’economia locale.
Riteniamo che il confronto debba proseguire attraverso fasi cadenzate di incontri e monitoraggio sulla situazione generale ed in particolar modo ribadiamo la necessità di aprire un tavolo negoziale sulla riorganizzazione del progetto che vedrà coinvolte alcune Bcc e Sinergia, che è parte costitutiva della complessiva ristrutturazione del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea.
Solo dopo questo incontro sarà possibile riprendere le attività sindacali sul coinvolgimento di tutte le procedure previste dal Contratto Nazionale.
Roma, 04/02/2021
Le Segreterie Nazionali ed i Coordinamenti di Gruppo GBCI
     FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UGL CREDITO UILCA



Proposta di legge popolare contro propaganda nazifascista: puoi firmare anche presso la CGIL dell’Aquila

Una legge per punire chi fa propaganda di fascismo e nazismo anche online.

“Legge Antifascista Stazzema” è il nome del progetto che sta portando avanti il comune toscano segnato da una delle più tragiche stragi di civili messe in atto dai militari tedeschi nell’agosto del 1944.

“Chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”: è questo l’estratto della proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dal sindaco di Stazzema Maurizio Verona.

Alla pagina anagrafeantifascista.it si possono trovare tutte le informazioni.

“La nostra proposta rispetto alla legge Mancino” spiega il sindaco di Stazzema Maurizio Verona “mira a colpire precisamente determinate fattispecie di reato, configurando così pene certe. Ci sono forme consolidate di propaganda fascista che sono impunite e la proposta di legge le evidenzia. I reperti storici non sono contemplati, se sono per finalità di studio, di conservazione museale o di ricerca”.

“Abbiamo inviato il modulo a tutti i municipi italiani – continua il sindaco Verona – . Ad oggi stiamo coprendo circa il 90% delle amministrazioni e i numeri sono in crescita. I cittadini possono recarsi nel proprio palazzo comunale, agli uffici urp o all’anagrafe elettorale, dipende dalle disposizioni, ma per qualsiasi informazione basta contattare il comune di residenza. Per aderire è necessario firmare il modulo di proposta di legge fornendo i propri dati anagrafici. La normativa prevede un minimo di 50mila firme, noi ci siamo dati il termine del 31 marzo per arrivare a questa soglia. La nostra pagina facebook ‘Legge Antifascista Stazzemà è già arrivata a 11 mila membri, all’interno è possibile avere chiarimenti su ogni dubbio inerente alla proposta“.


Dove firmare:

CGIL L’Aquila: presso la Camera del Lavoro in Via Saragat, tutti i giorni dal lunedì al sabato durante gli orari di apertura degli uffici.

Comune dell’Aquila: a Palazzo Fibbioni tutti i giorni dalle 8:00 alle 13:45 e il martedì e mercoledì anche il pomeriggio dalle 15:30 alle 17:30. Per informazioni si può telefonare al numero 0862 645217.

 

Fonte: www.newstown.it




Paura “scatola vuota” per le filiali ex Ubi passate a Bper

Scatta lo stop al trasferimento dei conti correnti di chi vuole restare in Intesa


È entrato nel vivo il passaggio di consegne nelle filiali che sono passate alla Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) a seguito dell’acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa Sanpaolo. Si tratta, più nel dettaglio, di 587 sportelli nella maggior parte dei casi di ex proprietà di Ubi che il gruppo guidato da Carlo Messina è stato costretto a sacrificare sull’altare della fusione per ottenere il via libera all’operazione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato o Antitrust. E nel complicato passaggio della proprietà in capo a Bper, tra i vari problemi che si stanno presentando, c’è quello di chi vuole mantenere il proprio conto corrente all’interno del Gruppo Intesa, e non può farlo.

Secondo documentazione interna consultata da Business Insider e diffusa dopo che alcuni clienti passati alla Popolare dell’Emilia Romagna si erano recati in filiali di Intesa contigue per chiedere il trasferimento lì del conto in modo da restare nel gruppo, ai dipendenti degli sportelli ceduti è stata data l’indicazione di fare il possibile per evitare questo tipo di situazioni.

Il fatto è che, fino a un paio di settimane fa, sembrava praticabile la strada di recarsi in un’altra filiale di Intesa e di domandare il trasferimento, al fine di mantenere le stesse condizioni del rapporto bancario. In un secondo momento, tuttavia, ai dipendenti che devono gestire queste richieste era stato comunicato di suggerire ai clienti di chiudere il vecchio conto Intesa e di riaprirne uno nuovo alle condizioni attuali, per poi domandare il trasferimento. Ora invece sembra stia prevalendo la tesi più rigorosa che prevede che il cliente “ceduto” a Bper non possa restare in Intesa, almeno per ora ovviamente e fatta salva la possibilità successiva di chiudere il conto nel gruppo modenese per riaprirne uno nuovo in quello milanese.

Nella documentazione interna si legge, infatti, di domandare alle filiali rimaste Intesa di non procedere col trasferimento dei rapporti, limitandosi ad aprire solo quelli nuovi, per evitare che a Bper venga ceduta quella che testualmente viene definita una “scatola vuota”. Ecco perché in alcune recenti riunioni tenutesi nelle filiali appena passate di mano è stato ribadito che il trasferimento dei vecchi rapporti non è possibile, proprio per evitare di andare a intaccare lo stock dei depositi e prestiti venduto alla Popolare con sede a Modena, cosa che potrebbe fare emergere nuovi problemi concorrenziali da risolvere con l’Antitrust. In questo quadro, appare molto difficile anche potere mantenere le vecchie condizioni del conto corrente.

Dovrebbe però restare ferma la possibilità di recesso, da fare valere una volta giunta la comunicazione del passaggio di proprietà degli sportelli. A riguardo, sembra che ai clienti Ubi questa comunicazione sia arrivata mentre per le filiali Intesa sembra che si dovrà attendere ancora un po’. Proprio il fatto che i clienti Intesa non siano ancora stati ufficialmente informati del passaggio di mano degli sportelli rende paradossalmente ancora più difficile il blocco dei trasferimenti dei conti correnti.

Insomma, una situazione piuttosto complicata. “Dalle informazioni pervenute – spiega il consulente finanziario Giuseppe D’Orta – pare che tutto origini dalle disposizioni dell’Antitrust e dal conseguente patto di non concorrenza per due anni riguardo i clienti, ma non si comprende come ciò possa ledere il diritto di questi ultimi di decidere a quale istituto affidarsi. A meno che, con tipica soluzione all’italiana, una volta completato il trasferimento della clientela a Bper, tutti facciano finta di non vedere il ritorno di una parte di questi a Intesa Sanpaolo. Ma tutto ciò comporta solo un enorme dispendio di energie e costi, a partire dal duplice cambio di Iban con ovvie conseguenze riguardo gli accrediti e gli addebiti continuativi, solo per dirne una. Altra domanda: chi ha il mutuo Intesa Sanpaolo o Ubi si ritroverà a pagarlo da un conto corrente Bper, ma ciò dovrà avvenire come originariamente previsto, senza aggravi riguardo le condizioni del mutuo e anche le spese di incasso rata. E anche il trasferimento dei rapporti del risparmio gestito potrebbe creare problemi”.
“Per esempio – ricorda Anna D’Antuono, legale dell’Aduc – quando Intesa acquistò la parte ‘buona’ delle banche venete rilevò anche molti fondi, che però in molti casi a quanto ci risulta furono fatti vendere per sottoscrivere prodotti del Gruppo Intesa”.

 

Fonte: it.businessinsider.com




Intesa Sanpaolo: le previsioni di uscita per esodo e pensionamenti

Il piano cronologico di uscite per esodi e pensionamenti

Nel corso dell’incontro odierno l’azienda ha informato sulle previsioni di uscita per esodo e pensionamenti che saranno previste nelle varie finestre dell’accordo 29/9/2020.

Finestra di uscita Per chi matura il diritto
pensionistico entro il
Persone coinvolte
(dato approssimato)
31.3.21 31.1.24 900 persone
30.6.21 31.8.24 1.000 persone
31.12.21 31.12.24 900 persone
30.6.22 31.5.25 1.000 persone
31.12.22 30.11.25 900 persone
30.6.23 31.5.26 800 persone
31.12.23 Requisiti successivi
al 31.05.26

 

Come risulta evidente dai numeri, le uscite previste nel 2021, a cui vanno sommate le 464 già perfezionate il 31.12.20, ammonteranno a oltre 2.300 persone. E’ imprescindibile che l’azienda proceda con un correlato e adeguato piano di assunzioni, come da accordo sindacale.

Sono ancora in corso di verifica 450 richieste, i numeri dichiarati comprendono anche i Dirigenti, mentre non sono compresi i colleghi ceduti per i quali provvederà BPER.

 

dal sito Fisac Intesa Sanpaolo