Banche: a gennaio aumenta lo stipendio

 

Dal 1° gennaio 2021 entra in vigore la 2ª delle tre tranche di aumenti previste dall’accordo di rinnovo del CCNL 19 dicembre 2019; che per il livello medio del 3A4L sono stati previsti nelle seguenti misure:

  • € 80,00 dal 1° gennaio 2020
  • € 70,00 dal 1° gennaio 2021
  • € 40,00 dal 1° dicembre 2022

Nella tabella che segue riportiamo, per i diversi livelli di inquadramento:

  • l’ammontare dello stipendio in vigore dal 1° gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2020,
  • il valore dell’aumento previsto dal prossimo 1° gennaio,
  • il nuovo valore della voce stipendio risultante da tale aumento.
Inquadramento  Stipendio dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 Aumento mensile dal 1° gennaio 2021 Stipendio dal 1° gennaio 2021 al 30 novembre 2022
QD 4° 4.427,75 94,06 4.521,81
QD 3° 3.760,58 81,73 3.842,31
QD 2° 3.361,47 77,58 3.439,05
QD 1°lo 3.167,54 73,94 3.241,48
3ª A. 4° L. 2.796,90 70,00 2.866,90
3ª A. 3° L. 2.589,30 60,39 2.649,69
3ª A. 2° L. 2.446,23 57,05 2.503,28
3ª A. 1° L. 2.320,91 54,13 2.375,04
Ex 1ª A.- 2ª A.* 2.098,40 48,94 2.147,34

I dirigenti sindacali FISAC CGIL sono a disposizione per tutte le richieste di chiarimenti sulla busta paga.

Dal sito Fisac Nazionale

 




BPER – ISP – UBI: guida all’accordo su cessioni ramo d’azienda

L’accordo sottoscritto il 30 dicembre 2020 sulla cessione di rami di aziende a BPER rappresenta un risultato importante non solo per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nell’operazione, ma per l’intero settore bancario.

Come illustriamo in maniera dettagliata in questo approfondimento, l’intesa interviene su diversi ambiti:

  • difesa dei livelli occupazionali,
  • diritti di natura contrattuale e di carattere individuale,
  • tutela e valorizzazione delle competenze e della professionalità,
  • misure di conciliazione.

In particolare, per quanto riguarda la disciplina contrattuale applicabile, a fronte della proposta avanzata inizialmente da BPER di mantenere la normativa delle aziende di provenienza fino al 31 dicembre 2021 (data oltre la quale gran parte delle previsioni sarebbero state oggetto di revisione), l’accordo “mette in sicurezza” nel tempo i trattamenti economici di natura fissa, compresi quelli indiretti legati alla previdenza complementare e all’assistenza sanitaria integrativa.

Permangono le riserve di parte sindacale su alcuni dei criteri adottati per la definizione del perimetro dei rami oggetto di cessione, riserve rispetto alle quali l’azienda, ancora a poche ore dalla firma dell’accordo, ha ribadito la propria posizione, affermando che in base alle previsioni di legge l’individuazione del ramo è di esclusiva competenza del cedente e dell’acquirente.

Per parte nostra abbiamo comunque voluto rappresentare la “non condivisione” delle Organizzazioni sindacali per le scelte che hanno riguardato dipendenti in regime di distacco, nonché l’esclusione dal ramo ceduto di coloro che per mere ragioni amministrative erano assegnati in UBI a unità produttive “fittizie”: in particolare lavoratrici in maternità e “lungo-assenti”, per i quali abbiamo rivendicato soluzioni adeguate.

Nel complesso giudichiamo assai positiva l’intesa raggiunta, ritenendo che i criteri contenuti rappresentino un primo passo nella giusta direzione per l’incorporazione di UBI in ISP, nonché favorevoli linee guida per tutto il settore.

Scarica la guida

 

Dal sito FISAC Nazionale

 




Cosa fare in caso d’infortuni o malattie professionali

 

 

PENSI di aver contratto una
malattia professionale…

HAI SUBITO un
infortunio sul 
lavoro …

SAI COSA fare?

 

GUIDA PER I LAVORATORI


 

PRESENTAZIONE

 

Esistono sempre difficoltà operative che mettono in estrema difficoltà i lavoratori che subiscono un evento infortunistico e/o contraggono una malattia professionale.

Il Patronato INCA e l’AREA DIRITTI della CGIL, così come la FISAC, da sempre tutelano in caso di infortunio/malattia professionale i lavoratori che sovente devono essere assistiti in sede amministrativa e se necessario in sede giudiziaria.

Per fare ciò, occorre che i lavoratori
sappiano come comportarsi in questi casi,
che a volte assumono risvolti drammatici e
con conseguenze
che permangono nel tempo.

Questa piccola guida vuole essere un semplice strumento di informazione e di indicazione per i lavoratori che subiscono un evento infortunistico o che ritengano di aver contratto una probabile malattia professionale e non sanno come comportarsi.

Il nostro augurio è che possa esservi utile e che serva anche a far conoscere , tra i lavoratori, un servizio come quello del Patronato INCA e dell’AREA DIRITTI della CGIL che, oltre ad occuparsi di tutela infortunistica, segue con impegno e competenza anche problemi di carattere previdenziale e assistenziale.


 

COSA FARE
IN CASO DI INFORTUNIO
SUL LAVORO

Avvisare immediatamente
il proprio diretto superiore:

il capo, il responsabile, il datore di lavoro se trattasi di piccola azienda.
È la prima cosa da fare sempre, poiché spesso non aver ottemperato a tale norma permette al datore di lavoro di presentare denunce di infortunio non rispondenti alle reali modalità di accadimento dello stesso.
Questo può portare al non riconoscimento dell’infortunio e al non pagamento della inden­nità temporanea da parte dell’INAIL.

AVVISARE SEMPRE ANCHE I COLLEGHI DI LAVORO PRESENTI 
che potranno, in caso di contestazione, fornire la propria testimonianza.
Recarsi subito al luogo predisposto
per le prime cure:
sala medica, presidio sanitario, ecc.. e nel caso l’infortunio sia di una certa gravità, farsi accompagnare al più vicino pronto soccorso.

L’ospedale stilerà un primo certificato con la prognosi,
in triplice copia:

►►  Una copia da consegnare all’azienda
►►  Una copia sarà inviata all’INAIL a cura della struttura ospedaliera
►►  Una copia da conservare a cura del lavoratore
 
PASSA SUBITO AL PATRONATO INCA CGIL
per tutte le altre informazioni necessarie alla tutela

 


 

COSA FARE
IN CASO DI PROLUNGAMENTO
DELL’INFORTUNIO
In caso di prolungamento dell’infortunio:

il Lavoratore potrà recarsi:

►►  Alla sede INAIL di competenza
►►  Dal medico curante.
È consigliabile, se si è nella condizione di farlo, recarsi direttamente all’INAIL.
Nel caso ci si rechi invece dal proprio medico curante egli potrebbe richiedere un pagamento per la prestazione. L’INAIL è tenuta al rimborso, previa presentazione della ricevuta.
A guarigione clinica avvenuta, deve essere fatta la chiusura dell’infortunio:
►►  Dall’ufficio della sede INAIL di competenza
►►  Dal medico curante.
È consigliabile effettuare tale chiusura diretta­mente all’INAIL, per i motivi espressi sopra.
Attenzione!!! Senza tale documentazione non sarà possibile riprendere il lavoro.
L’infortunio potrà essere riaperto in caso:
del sopraggiungere di un peggioramento clinico.
Il Lavoratore potrà rivolgersi al:
►►  pronto soccorso
►►  al medico curante
quindi dovrà recarsi alla sede lnail per il certificato con i giorni di prognosi.

 


 

COSA FARE
SE L’INAIL
NON RICONOSCE

L’INFORTUNIO
O I POSTUMI
Può capitare che l’INAIL, con comunicazione inviata al domicilio dell’infortunato, respinga il riconoscimento dell’infortunio
►►  per mancanza di causa violenta
►►  per rischio generico


oppure
riconosca di sua competenza l’evento ma

►►  senza postumi
►►  con postumi non ritenuti adeguati
è possibile presentare ricorso
a tale decisione dell’INAIL
COSA FARE IN CASO
DI AGGRAVAMENTO DELL’INFORTUNIO
… e se nel tempo i danni causati dall’infortunio o
dalla malattia professionale dovessero aggravarsi?
è possibile presentare all’INAIL
domanda di aggravamento

Per avere la tutela GRATUITA in tutte le fasi dell’infortunio…
contatta immediatamente il delegato sindacale per firmare subito la delega di patrocinio dell’infortunio oppure PASSA DAI NOSTRI UFFICI INCA DIRITTI.



 


 

PERCHE’
E’ IMPORTANTE DENUNCIARE l’INFORTUNIO
►►  Perché un evento di lieve entità può rivelarsi poi di conseguenze più gravi.

 

►►  Perché infortuni trattati come malattia comune possono anche mettere il forse il rapporto di lavoro a causa del superamento del periodo massimo di malattia contrattuale.
►►  Perché in caso di peggioramento delle condizioni fisiche a causa dell’ “infortunio”  è possibile avanzare all’INAIL domanda di aggravamento per i postumi invalidanti.
►►  Perché il riconoscimento dell’infortunio può dar diritto all’esenzione del ticket per visite ed esami specialistici per le patologie riconducibili all’evento.
►►  Perché gli infortuni riconosciuti all’INAIL possono dare diritto ad un riconoscimento di invalidità permanente con una erogazione economica:
per danno biologico
dal 6 al 15% in capitale
per rendita mensile
dal 16% al 100%

 

 


 

NOI TI TUTELIAMO! 

HAI SUBITO UN INFORTUNIO? Possiamo assumere il Patrocinio del tuo caso e seguirlo in tutte le sue fasi:
TI SEI AMMALATO A CAUSA DEL LAVORO SVOLTO? ►►  richiesta acconti e rimborsi
►►  eventuale ricorso per il riconoscimento dell’infortunio e della malattia professionale
►►  eventuale ricorso per il riconoscimento di un grado di invalidità permanente corretto
►►  domanda di aggravamento
►►  richiesta di cure termali
RIVOLGITI AL DELEGATO FISAC DELLA TUA AZIENDA

►►  eventuale azione legale
►►  accredito contribuzione figurativa
 

 

ESEMPI DI INDENNIZZO CON CAPITALE IN CASO DI INFORTUNIO
con postumi riconosciuti del 6%
Lavoratore maschio anni 21/25 Euro  5.475,47
Lavoratore maschio anni 36/40 Euro  4.610,92
Lavoratore maschio anni 46/50 Euro  4.034,56
Lavoratrice femmina anni 21/25 Euro  5.988,80
Lavoratrice femmina anni 36/40 Euro  5.043,20
Lavoratrice femmina anni 46/50 Euro  4.412,80

 


 

 

 

N.B.

Chi ha avuto un danno da INFORTUNIO
o MALATTIA PROFESSIONALE

può avere anche un risarcimento EXTRA-INAIL

La FISAC CGIL ed il PATRONATO INCA sono a tua disposizione
per ogni informazione e per indirizzarti agli uffici competenti.

Contatta il tuo referente sindacale sul territorio

 




Chi non si vaccina contro il Covid può rischiare il licenziamento?

Finalmente sono arrivati i vaccini e con loro la speranza di recuperare una parvenza di normalità nella nostra vita di tutti i giorni.

Come noto non sarà previsto alcun obbligo di vaccinarsi. Ma chi scegliesse di non sottoporsi alla vaccinazione potrebbe andare incontro a problemi sul posto di lavoro?

Il tema viene affrontato su “Il Fatto Quotidiano” con un’intervista al magistrato Raffaele Guariniello, pubblicata lo scorso 24 dicembre.

“Tutelare la salute significa vaccinare il maggior numero possibile di persone”:
Guariniello, che alla tutela della salute ha dedicato la sua carriera in magistratura, lo dice senza mezzi termini:
“Ma attenzione – precisa – non è un’indicazione ‘morale’, è ciò che prevede la legge.

La premessa su cui si basa il ragionamento del magistrato è l’Art. 32 della Costituzione, che nella seconda parte recita:

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge .

In effetti, secondo Guariniello, la disposizione di legge ci sarebbe già, e deriverebbe dal Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro.

L’art. 279 impone al datore di lavoro di mettere a disposizione “vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico, da somministrare a cura del medico competente”.
Il Covid-19 rientra tra gli agenti biologici, peraltro tra i più insidiosi come stabilito da due decreti legge che hanno recepito una direttiva europea. Quindi, a norma di legge, essendo ora disponibile un vaccino per il Covid (l’agente biologico), il datore di lavoro è tenuto a mettere “a disposizione” vaccini efficaci.
In effetti la norma parla di mettere a disposizione, ma non di obbligo per il lavoratore. Ma lo stesso Art. 279 impone al datore di lavoro “l’allontanamento temporaneo del lavoratore” in caso di inidoneità alla mansione “su indicazione del medico competente”. Secondo Guariniello, il medico non potrà fare a meno di esprimere un giudizio di inidoneità se il lavoratore ha rifiutato il vaccino messogli a disposizione dal datore di lavoro, proprio su parere del medico competente.

Guariniello ritiene che una simile interpretazione della norma non vada a danneggiare i Lavoratori. Al contrario: la sorveglianza sanitaria non serve solo a tutelare il singolo lavoratore, ma anche tutti gli altri. La Corte Costituzionale lo ha ribadito più volte: la tutela della salute è un diritto dell’individuo e un interesse della collettività.

In caso di inidoneità la legge prevede l’obbligo di allontanare il lavoratore e di adibirlo ad altra mansione, ma solo “ove possibile”.
La Cassazione ritiene che tale obbligo di ripescaggio non possa ritenersi violato quando la ricollocazione del lavoratore in azienda non sia compatibile con l’assetto organizzativo stabilito dall’azienda stessa. Insomma, il datore di lavoro è obbligato a predisporre misure organizzative per consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro, ma se questo non è possibile si rischia la rescissione. Un rischio non presente fintanto che perdurerà lo stato di emergenza con conseguente divieto di licenziamento, ma il problema potrebbe presentarsi in futuro.

L’ultima domanda posta al Magistrato: in tal modo non si potrebbe paventare la violazione della libertà personale? Su questo Guariniello ritiene che la normativa sia molto chiara nel prevedere la messa a disposizione del vaccino, l’allontanamento e la destinazione ad altra mansione “ove possibile” del lavoratore che si riveli inidoneo. L’unico modo per opporsi sarebbe cambiare la norma.


Fin qui il parere di Raffaele Guariniello. Si tratta di un argomento che inevitabilmente sarà oggetto di discussione nei prossimi mesi.
Ci è sembrato giusto riportare il contenuto dell’intervista come spunto di riflessione, tenuto conto anche dell’autorevolezza della fonte.




Nuove regole sui conti correnti: nel 2021 saranno più dannose del Covid

Cambiano le regole sui conti bancari. Ecco il regalino di fine anno, altro che rinascita.


In questi ultimi giorni dell’anno trionferà una forma scontata di retorica speculare. Quella del 2020 come il peggiore della storia recente, da lasciarsi alle spalle con tutto il suo carico di disgrazie e restrizioni provocato dall’emergenza seguita al Covid-19, a cui si affiancherà quella di un 2021 destinato a segnare la rinascita generale grazie al vaccino e a un’economia che potrà ripartire col vento in poppa.

Come in tutte le forme di retorica, c’è ovviamente una parte di verità, ma proprio la retorica serve invece a nascondere alcuni dati essenziali grazie a cui scoprire che il 2020 non è stato per nulla un incidente di percorso, una disgrazia piovuta su un mondo felice, e soprattutto il 2021 non si presenta affatto come l’anno della rinascita. Anzi. Certo, il vaccino. Certo, la fine di un incubo per milioni di persone in tutto il mondo. E certo, la possibilità di sconfiggere il terribile virus e poter tornare a una vita “normale”.

Ma proprio su questo “normale” bisognerebbe concentrare la nostra attenzione, per accorgerci di un “regalino” di fine anno che dà la misura chiara e netta di quanto la retorica di cui sopra finisce col nascondere il dato essenziale. Quello per cui il vero virus dell’Occidente è un altro ed è questo a costruire un ambiente fervido per la comparsa di tanti altri virus devastanti, di cui il Covid-19 rappresenta il caso più impressionante ma non certo quello più grave.

Sto parlando del nuovo regolamento sui conti bancari imposto dall’Eba (l’autorità bancaria europea). In base a tale regolamento, è notizia di questi giorni, basteranno soltanto 100 sporchi euro di rosso sul conto per vedersi bloccato dalla propria banca qualsiasi tipo di pagamento (utenze, stipendi, rate di finanziamenti, contributi previdenziali etc.).

Ciò varrà per le imprese come anche per qualunque cittadino privato: se in tre mesi non si riuscirà a coprire quei cento euro di rosso, la banca segnalerà il cliente alla centrale rischi classificando la sua “enorme” esposizione come “credito malato”.

Qui torniamo alla retorica di cui parlavamo all’inizio, quella che vorrebbe convincerci del 2020 come annus horribilis, nel momento stesso in cui ci promette un 2021 di salvezza grazie al vaccino e al superamento della pandemia.

Ragioniamoci un attimo: il 2020 anno orribile per chi, se i dati economici ci dicono che le classi economicamente più ricche hanno visto aumentare a dismisura i loro profitti proprio nel periodo dei vari lockdown e della crisi che ha gettato nel disagio e nella miseria milioni di famiglie?! E ciò, in larga parte, proprio grazie alle speculazioni finanziarie sulla pelle di artigiani e piccole imprese costrette al fallimento?!

Ma soprattutto, quale 2021 di rinascita se queste sono le premesse?! A cosa mai servirà immunizzare milioni di persone dal Covid-19, se quelle stesse persone sentiranno stringere sul collo il laccio mortale di un potere finanziario che non guarda in faccia nessuno, dettando l’agenda politica a governi ridotti a notai di misure destinate a distruggere la vita delle rispettive popolazioni?!

E ancora, ma dove sono, di grazia, le varie Sardine, i girotondi, la Sinistra, sempre pronti a mobilitarsi legittimamente quando al governo c’è Matteo Salvini e si tratta di difendere la vita e la dignità degli immigrati o in genere degli emarginati?! Sono forse questi dei giorni di vacanze sacre e inviolabili, per cui è lecito aspettarsi qualche iniziativa dopo che anche la Befana avrà svolto il suo compito?! Torneranno a ricordarsi della Costituzione dopo il 7 gennaio?

Voglio sperare che tutti i governi politici d’Europa, a cominciare da quello italiano, si stiano dando seriamente da fare per impedire questo ulteriore scempio sociale, recuperando dignità e capacità di azione rispetto al potere finanziario cui risultano tristemente genuflessi da troppo tempo. Ne va della pace e della stabilità sociale, perché la corda della sopportazione popolare rischia di spezzarsi da un momento all’altro.

In caso contrario, altro che 2020 anno orribile da lasciarsi alle spalle e 2021 anno della rinascita. Se non ci diamo da fare, qui e ora, per sconfiggere il virus finanziario dell’Occidente, il 31 brinderemo tristemente soltanto all’essere sopravvissuti. Fino a qui.

 

Articolo di Paolo Ercolani dal blog de “Il Fatto Quotidiano”




Alleanza, budget 2021: aumenta la pressione sull’organizzazione produttiva

3 - Fisac Cgil 6 - Uilca

Lo scorso 22 dicembre si è svolto il secondo incontro richiesto dalle OO.SS. in riferimento alle informazioni ricevute dai vertici aziendali lo scorso 10 dicembre sulle novità che impatteranno sul 2021.

Alleanza aveva confermato l’eccezionale andamento produttivo, con il miglior novembre di sempre, considerati i bonus ed ha dichiarato che anche l’andamento di dicembre è ottimo, così come quello dell’intero anno.
Questi risultati hanno fatto dire all’Azienda che va tutto bene e che le linee guida da loro assunte negli ultimi mesi sono a tal punto valide da applicarle anche per il 2021.

In base a questo, infatti, i vertici Alleanza hanno comunicato che l’obiettivo del primo semestre 2021 sarà quantificato in base al risultato degli ultimi mesi del 2020, che aveva già visto il consistente aumento del 50% delle quote decurtate in aprile/maggio/giugno scorsi.
Il budget 2021, trasformato da annuale in semestrale a causa dell’incertezza della pandemia, vedrà un aumento dell’1% di quote rispetto al primo semestre dello scorso anno, nonostante il perdurare dello stato di crisi in atto nel paese a seguito dell’emergenza sanitaria che ha causato la rovinosa caduta del PIL (- 9,5% dati Commissione Europea) e del reddito delle famiglie (- 5,8% dati Istat)!
Inizialmente l’azienda aveva dichiarato un aumento di 100 milioni di quote rispetto al pari semestre dello scorso anno, ante
pandemia, martedì scorso hanno detto che ad essere precisi si trattava di 50 milioni, in realtà, dai dati fornitici da alcuni IR, l‘aumento dovrebbe concretizzarsi intorno ai 100 milioni e si segnalano agenzie con incrementi a due cifre e fino al 15%!
E’ inaccettabile che, in un simile periodo di crisi, si deliberino maggiorazioni degli obiettivi così elevate.

Si tratta di un palese tentativo di aumentare ulteriormente la pressione sull’organizzazione produttiva, visti i risultati record degli ultimi mesi.

Le OO.SS. hanno ricordato all’Azienda che, l’aumento del budget 2020, era stato motivato dagli enormi capitali in scadenza nell’anno (capitali che non ci saranno nel 2021 e negli anni futuri) ed hanno chiesto ad Alleanza di diminuire gli obiettivi e di essere trasparente nella distribuzione, ma l’azienda ha ribadito le proprie scelte.

Alleanza ha confermato l’impostazione dei Mix, ma aggiungendo un nuovo parametro, per cui verranno pagati i premi solo al raggiungimento di almeno due piste! Anche questa modifica rischia di penalizzare economicamente i lavoratori e le OO.SS. ne hanno chiesto il ritiro, ma l’azienda ha confermato anche questo provvedimento per il 2021. Così come abbiamo richiesto i bonus su tutte le piste e non solo su quella protezione ed anche questo ci è stato negato.

Con il prossimo esercizio, inoltre, sarà introdotto un nuovo parametro di qualità del portafoglio, legato agli eventi negativi che si realizzeranno su tutte le polizze, incluse quelle protezione (in spregio anche della legge Bersani), nei primi TRE anni dalla sottoscrizione. Tale parametro impatterà sul pagamento non solo dei Mix, ma anche degli incentivi di produzione, col rischio di mettere in forte difficoltà i lavoratori! Le OO.SS. hanno chiesto di ritirare anche questo meccanismo e l’azienda ha dichiarato ieri di essere disponibile a sospenderlo per il primo semestre, anziché avviarlo dal secondo trimestre come inizialmente dichiarato. Questa è l’unica apertura dimostrata dall’azienda.

Altre modifiche peggiorative riguardano l’incentivo sviluppo organizzativo per gli agenti il cui pagamento sarà legato al safe clock di cui si stanno modificando i parametri, rendendo incerta la remunerazione e l’irreversibilità della scelta  extraperformance per l’intero primo semestre.

Tutte le dichiarazioni di dialogo con cui l’azienda ha avviato l’incontro si sono confermate, purtroppo, solo FORMALI e prive di assoluta sostanza.
Nessuna delle richieste avanzate da queste OO.SS. è stata accolta e nessuna attenzione è stata dimostrata verso le difficoltà che vivono i lavoratori e da noi denunciate, contrariamente a quanto scritto da altra sigla.

Gli Ispettorati Agenziali restano chiusi ed i lavoratori costretti ad andare a casa dei clienti mettendo a repentaglio la propria salute o a lavorare in remoto a proprie spese tra problemi informatici e tecnici. Proseguono le pressioni commerciali, che anzi prevediamo aumenteranno insieme ai budget ed ai carichi di lavoro, già oggi impossibili da gestire.

Sul tema degli I.A. l’azienda ci ha proposto di riavviare il tavolo precedentemente sospeso (avevamo fatto solo due incontri durante i quali le OO.SS. avevano ribadito la loro richiesta di riapertura degli uffici, nell’interesse dei clienti, dei lavoratori e della loro salute).

Lunedì 15 dicembre si è tenuto un altro incontro con Alleanza per l’informativa di Bilancio e sui dati gestionali dell’azienda, su cui vi relazioneremo a parte.

Inoltre, abbiamo chiesto anche di avviare un tavolo per i ristori previsti dall’accordo di Gruppo sullo Smart Working. Ristori da definire per tutti i lavoratori che hanno operato e stanno operando in remoto, dall’inizio della pandemia e fino alla sua conclusione.
Alleanza ha risposto positivamente per gli Impiegati Amministrativi, a cui verrà dato un contributo di €. 30 mensili per gli ultimi sette mesi del 2020 (lo stesso rimborso lo avevano già ricevuto a marzo ed aprile scorsi) in un’unica tranche di €. 210 a dicembre, nulla ci è stato detto per il 2021. Per i produttori, invece la risposta aziendale è stata che essi non hanno diritto a nulla, poiché le spese per lo svolgimento dell’attività sono già comprese nelle provvigioni.
Abbiamo ricordato ad Alleanza che i ristori non hanno nulla a che vedere con le provvigioni e che rappresentano un contributo per tutti i lavoratori che operano da remoto per compensare parzialmente l’aumento delle varie utenze, piuttosto che la predisposizione di una postazione con strumenti idonei. Questo era lo spirito dell’accordo di Gruppo, che rimandava alle singole aziende per l’attuazione. Infatti, anche la rete dei produttori Generali ha ottenuto con un accordo questo ristoro dall’inizio della pandemia e fino al prossimo mese di marzo. Evidentemente, i produttori di Alleanza, che stanno performando talmente bene anche nel 2020, non meritano nemmeno questa attenzione da parte aziendale.

Purtroppo, non ci è stato possibile informarvi prima sugli esiti degli ultimi incontri, poiché abbiamo cercato di mantenere l’unità sindacale con FNA e SNFIA, che avevano cambiato atteggiamento e non condividono più quanto stabilito sei mesi fa e, soprattutto, quanto emerso e votato dai lavoratori durante le assemblee che abbiamo svolto negli ultimi mesi.

Queste OO.SS. permangono, di conseguenza, in agitazione sindacale, finché l’azienda non muterà
atteggiamento, ed avvieremo le prime azioni di protesta su cui vi aggiorneremo nei prossimi
comunicati.

 

Italia, 28 dicembre 2020.

I Coordinamenti Nazionali delle RSA FISAC/CGIL – UILCA