Cosa sta succedendo in Italia?

Un’analisi lucida, documentata e precisa. E proprio per questo spaventosa.

 

10 cose che abbiamo imparato dall’assassinio del carabiniere a Roma.

1) Quando si tratta di divulgare una notizia dell’ultima ora, i media tradizionali non mettono grande attenzione nella redazione dei titoli e dei contenuti. Informazioni approssimative e non verificate sono gridate nei titoli al pari di notizie certe e documentate. La natura delle fonti è spiegata malamente, quando non del tutto ignota e ignorata. Versioni sbagliate sono corrette a stento, non con rettifiche ufficiali ma semplicemente modificando ex post parti del testo.

 

 

 

Dai media più noti, l’inesattezza si riversa a cascata su tutti gli altri mezzi di informazione con una rapidità incontrastabile. Poiché è nelle prime ore che il pubblico dedica alla notizia la massima attenzione, nessuna rettifica successiva potrà penetrare altrettanto in profondità nell’opinione pubblica, che rischia di assorbire la falsa informazione in modo permanente. Tale disinformazione “a valanga” non è inevitabile ma è frutto di scelte precise da parte degli operatori dell’informazione.

 

2) I leader della maggioranza e i loro spin doctor sfruttano senza esitazione qualsiasi fatto di cronaca potenzialmente utile a rafforzare la narrazione securitaria, autoritaria e razzista, incuranti delle vittime, della verità e delle conseguenze. A tale scopo, non si fanno scrupolo di utilizzare informazioni provvisorie e non verificate, quando non palesemente false. Nel farlo, possono facilmente invocare di aver tratto tali informazioni dai media tradizionali, attribuendo a questi ultimi la responsabilità della disinformazione.

 

Tuttavia, gli stessi leader gialloverdi contribuiscono a orientare i media verso la disinformazione (basti pensare alla Rai sovranista).

 

3) Senza scomodare i leader della maggioranza, esiste un enorme sottobosco di influencer grandi e piccoli (giornalisti, politici in cerca di poltrone, falsi esperti che sgomitano nei blog e nei salotti televisivi, accademici falliti) che si adopera per alimentare la narrazione autoritaria della propaganda gialloverde. Una ciclopica macchina del fango che vive di vita propria e non ha nemmeno bisogno di essere attivata dai suoi beneficiari.

 

 

La rete trabocca di interventi che incitano all’odio, alla discriminazione e alla sospensione di pezzi dello stato di diritto da parte di personaggi più o meno “famosi” che ammiccano ai potenti. Non solo la propaganda trova nella cronaca nera una riserva infinita di argomenti, ma è anche sostenuta da un esercito di “volontari” a costo zero.

 

4) A tale “offerta” di propaganda e disinformazione, corrisponde una “domanda” altrettanto attiva. Il pubblico si beve ormai qualsiasi cosa, non solo perché non ha i mezzi per distinguere il falso dal vero. Il popolo è assetato di sangue e ha bisogno di conferme a sostegno dei suoi orientamenti cognitivi. Gli immigrati sono criminali, gli studiosi sono al soldo delle multinazionali, chi professa buoni sentimenti è un ipocrita che persegue loschi obiettivi, chi salva vite in mare è pagato dalla lobby ebraica e i mali italiani sono colpa di oscure potenze straniere. La propaganda fa facile presa sugli italiani perché gli italiani hanno un disperato bisogno di essa. Per molti, questa narrazione distopica alimenta una speranza malata: quella che, liberandoci dal giogo dei poteri forti che ci opprimono, conosceremo un boom economico senza precedenti, in cui le risorse cadranno dal cielo senza fare distinzioni tra chi merita e chi no.

 

5) Per tale motivo esiste una vasta quota della popolazione che, anche dopo che la falsa notizia è stata smentita dall’evidenza, decide di credervi comunque. L’impatto della falsa notizia è irreversibile, per loro. Fate un giro sui social per vedere quante persone credono che l’arresto degli studenti americani sia un’operazione dei servizi segreti per nascondere la vera nazionalità dell’assassino, con lo scopo di evitare tumulti di piazza (o sostenere il piano di sostituzione etnica ordito dalla lobby ebraica, secondo le versioni).

 

Non è che l’inizio. La sete di sangue e la necessità politica di alimentare tale sete (la domanda e l’offerta di propaganda autoritaria, in altre parole) sono destinate a salire di livello. La rete oggi pullula di persone che invocano la pena di morte, sapientemente aizzate da un leader che chiede “lavori forzati” e ricorda che “negli Stati Uniti chi uccide rischia la pena di morte. Non dico di arrivare a tanto ma…”.

 

6) La narrazione autoritaria e razzista del governo non ha una connotazione esclusivamente “distruttiva” come sembra. Non si limita a indicare nemici immaginari su cui indirizzare l’odio del popolo per catalizzare consenso. Implicitamente, suggerisce che una volta sconfitti tali nemici (l’Europa, i poteri forti, gli immigrati, la lobby ebraica, gli studiosi, eccetera), il popolo avrà il suo riscatto dalla crisi che tuttora l’attanaglia e godrà di un benessere senza precedenti.

Il governo propone quindi una visione del futuro che, seppur confusa e priva di fondamento, instilla anche una qualche dose di speranza nei suoi tifosi spaventati. Credere, obbedire, combattere per ottenere, in un futuro non meglio definito, la ricompensa. Le analogie coi regimi autoritari del passato sono ogni giorno più evidenti. L’unico modo per scardinare tale narrazione nell’immaginario del pubblico è contrapporgli una visione alternativa del futuro che sia altrettanto allettante, oltre che compatibile con la democrazia. Tuttavia, l’opposizione è annichilita e lascia che sia la propaganda a dettare l’agenda.

 

7) Non possiamo più ignorare il fatto che una frazione delle forze dell’ordine sembra disponibile ad alimentare la propaganda autoritaria. Le questure fanno filtrare materiali riservati che non dovrebbero giungere al pubblico. La foto segnaletica di Carola Rackete. Lo studente americano bendato e ammanettato: spunti preziosi per la propaganda, che infatti Salvini ha utilizzato senza scrupoli nei suoi post, a supporto della narrazione securitaria e autoritaria.

 

Ma non solo: alcune frange delle forze dell’ordine contribuiscono a diffondere in rete anche le false notizie. Come ha documentato Simone Fontana , la falsa notizia della cattura di quattro nordafricani è stata pubblicata da un collega della vittima e diffusa da un agente della Guardia di Finanza, che ha esposto le foto dei presunti colpevoli sulla sua pagina Facebook incitando al linciaggio. La bufala è stata cancellata troppo tardi, quando i volti dei 4 innocenti erano diventati ormai virali sollevando l’ennesima ondata di indignazione contro gli immigrati.

 

8) Né possiamo ignorare che una parte delle forze dell’ordine mostri una insofferenza crescente per le garanzie democratiche e manifesti (non solo sui social, ma anche in alcune dichiarazioni ufficiali) una adesione talvolta sfacciata alla causa autoritaria. La rimozione sistematica degli striscioni dissenzienti, il sequestro dei telefoni degli autori dei “selfie di protesta”, le minacce ai manifestanti, il pestaggio del cronista di Repubblica, il capo della Polizia che legge “come un segno di attenzione nei nostri confronti” la mania del ministro di travestirsi da poliziotto, il leader del sindacato autonomo che rivela l’esistenza di “un connubio indissolubile tra Lega e Polizia”.

Questo circuito fatto di media approssimativi e talvolta deliberatamente complici, leader autoritari e senza scrupoli, una parte (non ci è dato di sapere quanto numerosa) di forze dell’ordine compiacenti, e un popolo largamente obnubilato dalla propaganda e sempre più assetato di sangue è quanto di più pericoloso per la democrazia.

 

9) A Roma esiste un problema di ordine pubblico che non suscita il minimo interesse nelle persone che dovrebbero affrontarlo, cioè la sindaca Raggi e il ministro dell’interno, né nell’opposizione (che a Roma è particolarmente inesistente). Se il territorio è abbandonato dalle istituzioni e impantanato in uno sfacelo civico capillare e profondo, la criminalità prospera a ogni livello. Si va dai quartieri controllati dai clan a Ostia e Roma Est alle strade del centro pattugliate da spacciatori e truffatori di piccolo taglio. Tutti democraticamente accomunati dall’invasione della spazzatura.

 

10) Mentre alimenta la sete di sangue dei tifosi e rafforza la coesione del popolo contro nemici immaginari, la propaganda distrae dalle notizie scomode, come i finanziamenti russi alla Lega, e dalle vere emergenze che dovremmo affrontare. Il dibattito è polarizzato da storie prive di fondamento, come il Pd “partito di Bibbiano” e la caccia a fantomatici criminali nordafricani, o da pantomime ridicole che non dovrebbero interessare a nessuno (per esempio il “mandato zero” dei grillini). Discorsi che non incidono in alcun modo sul benessere del paese reale. Solo una èlite minuscola, e villipesa dai più, si è resa conto che l’Italia rischia concretamente di uscire dall’euro e per la prima volta dal dopoguerra si sta allontanando dal consesso delle democrazie occidentali.

La realtà e la storia ci presenteranno il conto e sarà salatissimo, ma a pagarlo non saranno le persone che ci hanno portato in questo disastro.

 

Fabio Sabatini
Professore Associato di Economia e Direttore dell ‘European PH.D. in Socio-Economic and Statistical Studies presso l’Università “La Sapienza” di Roma

 

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/lavoro-e-societa/come-stata-creata-la-balla-delle-ong-criminali.html




Chiusura Comparto Garantito FPN BCC: la comunicazione del Fondo Pensione

Tanto tuonò che piovve … ed ora abbiamo capito che l’ombrello ci era stato nascosto!!!

                                                                      … to be continued …

Al Fondo Pensione Nazionale:

  • non è bastato decidere autonomamente di chiudere repentinamente il comparto garantito “Orizzonte 5” senza il minimo coinvolgimento preventivo di tutti coloro (tanti!) che avevano scelto quel comparto.
  • non è bastato imputare la responsabilità della chiusura di tale comparto alle compagnie che lo gestivano, affermando che fossero state le stesse compagnie ad aver disdettato le polizze nell’agosto del 2018 (cosa quantomeno opinabile).
  • non è bastato “rettificare” quest’ultima affermazione pubblicando sul sito del Fondo Pensione la nota del 26 luglio dal titolo “EX COMPARTO ASSICURATIVO – ORIZZONTE 5″ in cui:
    • si motiva la chiusura del comparto per un “ovvio disinteresse” delle compagnie che hanno mandato deserto un bando di gara per il rinnovo della gestione del comparto; bando contenente condizioni assolutamente ed oggettivamente fuori mercato!
    • si apprende, guarda casa solo ora, a bando di gara concluso, dell’interesse di una “primaria compagnia” (di cui non è dato sapere né il nome né tantomeno le condizioni che praticherebbe) per la gestione del ben più modesto patrimonio (appena sette milioni di euro) derivante dal cosiddetto “TFR tacito” che, per legge, deve essere destinato ad un comparto che dia garanzia di restituzione del capitale.

Appare quantomeno anomalo che, mentre una “primaria compagnia” oggi abbia interesse per la gestione in ramo V di 7 milioni di euro per il “TFR tacito”, questa stessa compagnia oppure le 5 compagnie che gestivano nello stesso ramo circa 800 milioni di euro del vecchio comparto garantito “Orizzonte 5”, abbiano improvvisamente perso l’interesse a mantenere tale gestione.

Al Fondo Pensione non è bastato tutto ciò!

Ed ora stranamente, dopo le ultime nostre sollecitazioni, chiede formalmente a tutte le Aziende (a mezzo di una mail) di dare “avviso certo” ad ogni singolo aderente della sua nota del 26 luglio u.s. di cui sopra.

Il Fondo Pensione Nazionale con mail inviata in data 29 luglio 2019, avente ad oggetto “EX COMPARTO “ASSICURATIVO–ORIZZONTE 5 scrive alle aziende:

“Con riferimento a quanto in oggetto, si allega comunicazione informativa da trasmettere a tutto il personale dipendente iscritto al Fondo Pensione dietro rilascio di attestazione per presa visione che avrete cura di inoltrare in copia rispondendo alla scrivente struttura. Nel ringraziare per la preziosa collaborazione si porgono i migliori e più cordiali saluti.”

Per quanto ovvio vale la pena ricordare che nessuna lavoratrice e nessun lavoratore è tenuto a dover firmare per presa visione tale comunicazione.

Come pure è bene sottolineare che nessuna delle aziende destinatarie della mail del Fondo Pensione è obbligata a svolgere tale attività di divulgazione, né tantomeno può esercitare pressioni nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori per ottenere quanto richiesto dal Fondo pensione.

Invitiamo tutte e tutti a segnalarci con prontezza eventuali azioni vessatorie volte a raccogliere la, illegittimamente richiesta, attestazione di presa visione.

Nel ringraziare per l’attenzione e la collaborazione Vi salutiamo cordialmente.

 

FISAC CGIL

Coord. Nazionale Credito Cooperativo

 

Scarica il comunicato in formato PDF

Vai al sito del Fondo Pensione e leggi la circolare del 26 luglio 2019




Germania: le banche chiedono gli interessi ai depositanti

L’era dei tassi ai minimi storici inizia a far sentire i suoi effetti negativi sui risparmiatori. Secondo un sondaggio del portale di confronto prezzi biallo.de citato dalla Sueddeutsche Zeitung sono sempre di più in Germania le banche che impongono tassi di interesse negativi sui depositi: vale a dire che i clienti devono pagare per depositare sul conto i propri soldi, invece che ricevere un interesse positivo. Su circa 160 istituti coinvolti, 107 banche e casse di risparmio hanno dichiarato di aver applicato tassi di interesse negativi. Per i due terzi degli istituti il tasso negativo applicato è lo 0,4% annuo, esattamente lo stesso tasso di mora che le banche pagano per parcheggiare il denaro presso la Banca centrale europea. Si tratta di 4.000 euro per un deposito da un milione di euro.

Secondo il sondaggio se la Bce, come annunciato, dovesse allentare ancora la politica monetaria producendo un ulteriore abbassamento dei tassi, allora potrebbe aumentare il numero delle banche che introducono tassi negativi sui depositi. Del resto non va meglio a chi decide in alternativa di investire in titoli di Stato, visto che il 90% dei bond emessi da Berlino ha ormai tassi negativi.

Il quotidiano Bild ha raccontato il caso della Cassa di risparmio di Amburgo, che ha annunciato lo scioglimento entro settembre dei 16.000 contratti di piani di risparmio con premi garantiti dopo 15 anni, stipulati tra il 1993 e il 2005, motivandola con l’eccessiva onerosità dei termini alla luce delle nuove condizioni dei tassi d’interesse.

 

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it




Pop. Bari: firmato protocollo sulle politiche commerciali

Dopo un lungo periodo di relazioni sindacali complicate dal senso d’incertezza che ammorbava tutta l’azienda e che ha comportato esasperanti allungamenti dei tempi negoziali, ecco che improvvisamente è “l’azienda” che ha urgenza di concludere accordi. In un paio di mesi abbiamo finalmente regolamentato il Customer Center, questione sul tavolo da due anni (almeno), abbiamo istituito il “lavoro agile (smart working)” concettualmente avversato dalla banca negli anni scorsi ed infine, ieri 25 luglio 2019, dopo circa nove mesi di trattativa, abbiamo sottoscritto un accordo di importanza storica e di immensa valenza sociale in Banca Popolare di Bari:

PROTOCOLLO DELLE POLITICHE COMMERCIALI E
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Premesso che il riferimento normativo è l’ ACCORDO NAZIONALE SU POLITICHE COMMERCIALI E ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO dell’ 8 febbraio 2017, sottoscritto dalle OO.SS. ed ABI, procediamo con l’illustrazione dei punti più significativi del nostro accordo, così da poter chiarie A TUTTI quali sono gli ambiti nei quali, secondo queste sigle sindacali e l’ azienda, si possano definire le corrette “politiche commerciali” nel Gruppo Banca Popolare di Bari.

L’ Accordo individua, tra l’altro, i seguenti fondamentali principi:

  • l’individuazione di azioni e comportamenti atti a favorire lo sviluppo di politiche commerciali sostenibili, rispettose della personalità e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori in un clima  aziendale di trasparenza e collaborazione”;
  • “favorire rapporti con la clientela volti a creare relazioni durature, positive e costruttive, basate sulla fiducia e sulla capacità di rispondere alle esigenze della clientela con competenza, trasparenza ed efficienza, nel pieno rispetto delle norme vigenti e dei valori etici”;
  • tutti i comportamenti tenuti nell’esercizio delle funzioni di propria competenza e responsabilità devono essere improntati alla massima integrità, onestà, correttezza, lealtà, equità, obiettività, tutela della  persona, trasparenza, riservatezza e responsabilità nell’uso oculato dei beni e delle risorse aziendali, ambientali e sociali”.

Sulla base di questi principi si è convenuto di:

1.        Costituire la Commissione Paritetica di Gruppo per le Politiche Commerciali

 composta da due componenti per ogni Organizzazione Sindacale del Gruppo Banca Popolare di Bari firmataria dell’ Accordo e due esponenti nominati da ciascuna società del Gruppo,

  • assume tutte le funzioni ed i compiti previsti dall’Accordo 8 febbraio 2017 e quindi sarà l’organismo

deputato a:

  1. garantire il confronto tra le parti in merito alle tematiche del presente Accordo;
  2. esaminare le  segnalazioni  ricevute,  garantendo  massima  riservatezza  e  l’anonimato  del segnalante;
  3. analizzare e classificare le segnalazioni pervenute;
  4. accertate le violazioni la Commissione riceverà, in tempi congrui, comunicazione da parte dell’Azienda dei provvedimenti adottati o da adottare, al fine di eliminare l’anomalia nonché le opportune misure organizzative finalizzate a prevenire comportamenti inadeguati;
  5. indirizzare e favorire l’a ttua zione c oer ent e di quanto previsto nel presente accordo;
  6. verificare e monitorare le misure messe in atto, per il rispetto del presente Accordo, con particolare riguardo a quelle finalizzate a rimuovere comportamenti difformi o anomali nonché interventi volti a migliorare il clima aziendale e la qualità dei rapporti tra le lavoratrici ed i lavoratori;
  7. interloquire con la Commissione Nazionale costituita in relazione all’Accordo Nazionale 8 febbraio 2017;
  8. informare la Commissione Nazionale;
  • per l’espletamento della propria attività, potrà ricorrere al supporto delle funzioni aziendali competenti nelle materie di volta in volta affrontate;
  • si riunisce di norma ogni sei mesi o a richiesta di almeno una delle parti, in quest’ultimo caso dovrà

riunirsi entro 20 giorni dalla richiesta;

2.        Come inviare le segnalazioni dei comportamenti ritenuti non coerenti

 modalità di “ascolto attivo” delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso un’ apposita casella di posta elettronica ([email protected]), abilitata a ricevere le segnalazioni delle lavoratrici e dei lavoratori che potranno pervenire anche per il tramite dei rappresentanti  sindacali;

Al fine di preservare chi effettua la segnalazione da azioni discriminatorie o in genere penalizzanti è garantita la massima riservatezza, nel rispetto degli obblighi di legge in materia di privacy.

3.        Obiettivi Commerciali

Gli obiettivi commerciali saranno assegnati tenendo conto di fattori di tempestività e trasparenza, definiti secondo criteri di oggettività e sostenibilità nel tempo, considerando le peculiarità dei mercati e delle aree di business.

4.        Monitoraggio e analisi dei dati commerciali

La storia recente della BPB è piena di usi distorti di forme, di metodi e di strumenti comunicativi che hanno ingenerato deleterie prassi di “gestione dei rapporti interpersonali” soprattutto nella rete,  malgrado  le reiterate denunce ed “interventi” sindacali finalizzati a sopprimere gli “squallidi riti” che tutti noi ormai sappiamo.

L’ Accordo Aziendale 25 luglio 2019, quindi, stabilisce che al fine di evitare comportamenti non conformi ai principi e alle norme enunciati nell’Accordo Nazionale dell’ 8 febbraio 2017 e nell’Accordo stesso, nel Gruppo Banca Popolare di Bari il monitoraggio e l’analisi dei dati commerciali avvenga secondo le seguenti modalità:

  • le comunicazioni aziendali improntate al rispetto della normativa vigente, evitando messaggi, che possano risultare fuorvianti o vessatori nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, lesivi della loro dignità e professionalità;
  • l’ intera trattazione del Monitoraggio e della rilevazione dei dati commerciali nel pieno rispetto di quanto previsto d all’ 4 della Legge 300/1970 (controllo a distanza del lavoratore) nonché delle altre normative, con particolare riguardo alle indicazioni del Garante sulla Privacy;
  • i contatti aziendali (telefonate, e-mail, sms, messaggi tramite piattaforme elettroniche) effettuati esclusivamente per il tramite di strumenti aziendali, escludendo perciò l’uso di telefoni personali/privati, comunque improntati al rispetto della normativa vigente in materia di orario di lavoro, evitando gli abusi, l’eccessiva frequenza e le ripetizioni, nel pieno diritto alla disconnessione, che in quest’accordo viene definita;
  • le riunioni di orientamento commerciale, incluse le “call conference” e le “riunioni informali”, effettuate nel rispetto delle norme sulla prestazione lavorativa ed etica, convocate con adeguato preavviso e svolgersi nel rispetto dell’orario di lavoro (C.C.N.L.) evitando orari a ridosso della fine dell’orario di lavoro;
  • il monitoraggio degli andamenti commerciali tramite modalità strutturate e procedure informatiche uniformi a livello aziendale;
  • la comunicazione dei dati commerciali, finalizzata al riscontro delle unità operative circa gli obiettivi assegnati, dovrà essere effettuata attraverso l’utilizzo di processi aziendali uniformi che evitino abusi, un’eccessiva frequenza ed inutili

Pertanto sono da ritenersi non conformi tutti i comportamenti contrari ai principi sin qui espressi, quali, a titolo non esaustivo, i seguenti:

  • predisposizione di elenchi comparativi, nominativi e/o tra filiali/unità operative, salvo quelli riservati alle posizioni organizzative di coordinamento e con la finalità di individuare i punti di forza e le aree di miglioramento, che non potranno comunque essere diffusi;
  • richieste di previsioni di vendita a clientela. Vengono fatte salve le richieste di informazioni relative ad operazioni già in corso;
  • comunicazioni rivolte a singoli o a gruppi di colleghi contenenti richieste di informazioni e dati relativi all’attività commerciale, già ottenibili dai sistemi informativi aziendali;
  • predisposizione e diffusione di materiali ad hoc relativi a prodotti e/o servizi che non abbiano carattere di ufficialità aziendale;
  • predisposizione di menzioni speciali e/o premiazioni, non aventi carattere di ufficialità a livello aziendale;
  • tutti i comportamenti difformi o tendenti ad eludere quanto indicato nell’Accordo Nazionale dell’8 febbraio 2017 e nell’ Accordo Aziendale 25 luglio

5.        Disconnessione

Un principio nuovo entra nelle norme che regolamentano il rapporto di lavoro nel Gruppo BPB, è il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche di lavoro.

Il diritto di poter disporre del proprio tempo libero, cioè dopo l’orario di lavoro o durante le proprie ferie, senza l’incubo della … “telefonata dall’ ufficio”, o della mail del capo, sul telefonino non aziendale o sulla mail personale.

Si è stabilito, quindi, che le comunicazioni inerenti la prestazione lavorativa (a titolo esemplificativo ma non esaustivo: funzionali, organizzative, commerciali) possono avvenire, sia in entrata che in uscita, solo per il tramite di mezzi strumentali e canali dell’Azienda e solo durante l’orario della prevista prestazione lavorativa.

6.        Retribuzione variabile

I sistemi incentivanti e le eventuali iniziative commerciali dovranno essere declinati in coerenza con i principi dell’Accordo aziendale 25 luglio 2019 e dell’Accordo Nazionale 8 febbraio 2017, promuovendo la valorizzazione del lavoro di squadra e la centralità della clientela.

Il budget annuale dovrà essere comunicato alle strutture in tempi congrui.

Il sistema incentivante dovrà essere comunicato alle Organizzazioni Sindacali nei termini contrattualmente previsti.

7.        Formazione

Fattore strettamente legato ai principi sopra citati e pertanto, anche nell’ accordo in argomento, si prevede che nei piani formativi saranno inseriti specifici corsi di formazione individuati dal confronto nella Commissione Paritetica, dedicati al potenziamento delle professionalità e competenze, sia tecniche, sia relazionali. In particolare sviluppare i principi generali di responsabilità sociale e sostenibilità nonché la divulgazione dei contenuti del presente Accordo, anche nei programmi formativi per ruoli di responsabilità.

La formazione sopra descritta sarà continua, specifica e specialistica, finalizzata a prevenire e contrastare situazioni di criticità, diffondendo una cultura improntata ai valori di rispetto delle persone, responsabilità, fiducia, collaborazione e trasparenza.

8.        Responsabilità e tutele

In materia di responsabilità e tutele, l’Accordo assicura la piena applicazione delle garanzie di legge e di contratto, a sostegno, sia sul piano civile che penale, di coloro che abbiano operato nel rispetto delle istruzioni ricevute e di quanto disciplinato dal C.C.N.L. in materia di tutele per fatti commessi nell’esercizio delle funzioni e responsabilità civile verso terzi, che costituisce un quadro di tutele ampio ed esauriente.

L’ Accordo ha validità fino al 31 dicembre 2020, potrà essere oggetto di revisioni in occasione di eventuali variazioni del quadro normativo contrattuale di riferimento, sarà oggetto di verifica entro il 31 marzo 2020 per eventuali integrazioni o modifiche da apportare.

 

Bari, il 26 luglio 2019

 

Segreterie di Coordinamento
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
Gruppo Banca Popolare di Bari

 

Scarica il volantino