Le scarpette di Aliya

Si racconta che un giorno sia stato Ernest Hemingway a lanciare, per provocazione, una sfida: scrivere un romanzo in sole 6 parole. Scommetteva, Hemingway, che la brevità del testo non avrebbe sottratto nulla al pathos della narrazione, se le parole fossero state suggestive. Così scrisse un meraviglioso romanzo:

Baby shoes, for sale, never worn.
Scarpette da bambino, in vendita, mai indossate.

Un romanzo che si legge in pochi secondi ma che può evocare ore di narrazione, da percorrere con la mente. Dopo di lui tanti scrittori hanno voluto cimentarsi nell’impresa, anche con successo, chi per sfida, chi per diletto, chi per passione. Ci sono in rete moltissimi siti dedicati alle “six word stories”.

Può essere forte, in effetti, la tentazione di provare. Non solo per i motivi sopra citati, né perché tutti possano illudersi di essere scrittori all’altezza di Hemingway o di altri capaci narratori. Ma perché esistono storie che tutti conoscono benissimo e non necessitano di essere raccontate con minuzia. È sufficiente richiamarle. E per questo 6 parole bastano.

La piccola Aliya sta bene. Faitha, la sua mamma ventenne, l’ha messa al mondo appena scesa dal treno che l’ha portata via giovedì da Castelnuovo di Porto. Sola, senza compagno, né famiglia, né documenti sanitari. Sola con solo la sua bimba in grembo, figlia di un probabile episodio di violenza. Sola, vittima di un decreto che titola “sicurezza” mettendo a rischio la vita di una mamma e della sua bambina.

Accadde qui. Non si ripeta ancora.

A chi legge, il compito di sfogliare mentalmente il racconto della memoria.

Roma, 4 febbraio 2019

La Segreteria Nazionale
FISAC/CGIL Banca d’Italia

 

Fonte: Fisac Banca d’Italia




Detrazioni fiscali 2018: le novità

Con una nota pubblicata sul proprio sito internet, l’Agenzia delle Entrate rende noto che sono state approvate e pubblicate le bozze del modello 730/2019 per la dichiarazione dei redditi del 2018. Vediamo quali sono le novità in tema di detrazioni e deduzioni.

In analogia a quanto già previsto in materia di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, occorre trasmettere per via telematica all’ENEA le informazioni sugli interventi terminati nel 2018, che accedono alle detrazioni fiscali del 50% per le ristrutturazioni edilizie che comportano risparmio energetico e/o utilizzo delle fonti rinnovabili.
L’invio della documentazione all’ENEA va effettuato attraverso il sito: http://ristrutturazioni2018.enea.it.

L’invio deve avvenire entro il termine di 90 giorni a partire dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo.
Soltanto per gli interventi la cui data di fine lavori (collaudo) è compresa tra il 01/01/2018 e il 21/11/2018, il termine dei 90 giorni decorre dal 21/11/2018. Per fine lavori o collaudo fino al 31/12/2017 l’invio della documentazione ad ENEA NON è necessario.
A differenza di quanto già in atto per alcune casistiche, con la medesima norma vengono fatti rientrare nel beneficio anche gli impianti di climatizzazione, gli infissi, le caldaie e gli eventuali elettrodomestici di classe A/A+ collegati all’acquisto di mobili a seguito di ristrutturazione.

 

ULTERIORI NOVITA’ SULLE DETRAZIONI E DEDUZIONI

Nel nuovo modello 730/2019 è ora possibile detrarre anche:

  • il 19% delle spese sostenute per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici necessari all’apprendimento, nonché per l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento delle lingue straniere, per chi soffre di disturbi dell’apprendimento. Le spese che si possono detrarre sono quelle sostenute in favore dei minori o di maggiorenni con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado. Per detrarre le spese sostenute per gli studenti con disturbi dell’apprendimento, è necessario un certificato medico che attesti il collegamento funzionale tra i sussidi e gli strumenti acquistati, il tipo di
    disturbo dell’apprendimento diagnosticato e il documento di spesa che attesti l’esborso sostenuto;
  • Le spese sostenute per la sistemazione di aree verdi private (bonus verde). Si tratta di una detrazione IRPEF legata alla casa, ma a essere agevolato questa volta è il verde. L’agevolazione riguarda, infatti, le spese sostenute per i giardini, per le recinzioni, per gli impianti di irrigazione, i pozzi, le terrazze, e le pertinenze varie. Si tratta di una detrazione IRPEF del 36% sulle spese sostenute da ripartire in 10 quote annuali di pari importo. L’agevolazione fiscale, concessa fino a un limite massimo di spesa di 5.000 euro per ogni unità immobiliare, consente una detrazione che può arrivare fino a un massimo di 1.800 euro in 10 anni;
  • Anche gli abbonamenti per i mezzi pubblici come treni e bus trovano posto nel modello 730/2019 con una detrazione fiscale IRPEF del 19%. La detrazione fiscale spetta per le spese sostenute sia per i familiari fiscalmente a carico sia per il contribuente stesso per un importo complessivo non superiore a 250 euro;
  • È prevista inoltre una detrazione fiscale per i premi di assicurazione che hanno a oggetto il rischio di eventi calamitosi per le unità immobiliari a uso abitativo. I premi relativi alle assicurazioni aventi a oggetto il rischio di eventi calamitosi devono essere stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2018 e la detrazione fiscale prevista ammonta al 19%.

È necessario quindi fare attenzione alla documentazione da presentare in fase di elaborazione del 730/2019 per poter usufruire delle detrazioni sopra richiamate.

5 febbraio 2019

 

Dipartimento Comunicazione FISAC CGIL di Unicredit




BNL: missione compiuta!

Caos in agenzia: trasferimenti a pioggia e cambi di ruolo indiscriminati. Primo effetto: clientela disorientata.

“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…” non può che iniziare con la citazione del celebre monologo dell’androide di Blade Runner questo comunicato inerente alla Riorganizzazione che sta vedendo in queste settimane le sue prime fasi attuative.
Affermare “lo avevamo detto” – tanto da far scrivere in calce al verbale di chiusura della procedura (secondo le previsioni del CCNL) la contrarietà sindacale – è pleonastico. La Banca sta compiendo in assoluta autonomia le sue scelte (già non convincenti su carta!) e i risultati sono evidenti nella loro drammaticità, malgrado quanto le OOSS siano riuscite a impedire.

Un esempio: è stato respinto l’attacco all’accordo sul pendolarismo, preservando non solo le indennità ma anche le tutele particolari (si pensi solo alle mamme con figli fino ad 8 anni di età) che sono patrimonio specifico della nostra azienda frutto di conquiste sindacali che vanno ben oltre le previsioni di legge e contratto.
Allo stesso modo, abbiamo osteggiato e continuiamo a respingere l’idea di mantenere aperta una succursale con un unico addetto presente.

La banca ha scelto una strada che prevede trasformazioni nel modello di agenzie (passando a filiali e succursali) e con esso il taglio di diverse posizioni di direttore di agenzia con il conseguente cambio di ruolo per numerosi colleghi. Il tutto imponendo ritmi accelerati sulle previsioni attuative. Ma ciò cui stiamo assistendo va ben aldilà di ogni più funesta previsione.
Minimizzare il grido di protesta che viene da tutti i territori attraverso le nostre rappresentanze, sarebbe un errore fatale. Quel grido è la consapevolezza che con tanta indeterminazione, faciloneria, confusione e soprattutto umiliando il personale non si crea alcuna buona premessa per ottenere i risultati che i vertici auspicano.

È sempre accaduto che per esigenze organizzative le persone fossero spostate o il ruolo modificato: la risposta dei colleghi è sempre stata data con senso di responsabilità!
Le lavoratrici e i lavoratori non solo hanno supportato (e sopportato), ma spesso hanno addirittura trovato soluzioni alle innumerevoli inefficienze che negli anni si sono verificate e avvengono ancora oggi, anche per colpa di riorganizzazioni miopi e poco centrate.

Quattro slide non fanno un processo operativo corretto ed efficiente! Non danno di per sé un buon servizio alla clientela! Neanche a quella meritevole!

Eppure, i colleghi sono stati lì a testa bassa.

Durante le varie ristrutturazioni è successo di tutto, perfino accordi disattesi e percorsi di carriera non riconosciuti in maniera più o meno surrettizia. Ma in questi giorni si sta inaugurando una stagione di arroganza e incertezza nei confronti del personale che non ha precedenti!
La quasi totalità dell’organico di varie filiali viene spesso cambiata in un colpo solo! Anche quando  ciò  non è  dovuto a cambi ruolo, assistiamo ad avvicendamenti senza senso, almeno senza senso evidente e sicuramente senza buon senso!
Per non parlare del mancato rispetto da parte della Banca della sua stessa normativa visto che la circolare sulla mobilità parla di forma scritta per quanto riguarda il trasferimento in altra unità produttiva!!

E ancora: cambi di ruolo con conseguente uscita dal percorso  comunicati  al   volo   dai   Direttori   di Filiali o dai DGA. Budget elevati a livelli fuori da ogni contesto di mercato in agenzie  che  in  alcuni  casi  hanno  visto  dimezzare il numero dei gestori. Portafogli “imbottiti” di NDG a tal punto che se un collega dovesse attenersi al numero minimo di incontri annuali che vuole la Banca dovrebbe incontrare 10 clienti al giorno!

Superfluo evidenziare come tutto ciò generi, notevoli  costi anche in termini di indennità di pendolarismo (sì, proprio quello che volevano tagliare e abbiamo difeso!) in una fase in cui ci è stato abbondantemente e continuamente ripetuto che bisogna contenere i costi (non scorderemo i sacrifici richiesti al personale nella riorganizzazione 2016 per molto tempo!).
Meno superfluo è, a nostro avviso, denunciare il disorientamento che questo caos provoca nella clientela che vede in un solo colpo svanire tutti i propri punti di riferimento in agenzia. Qualche cliente ha temuto una retata della polizia quando non ha trovato alcuno dei volti noti in Agenzia.

L’unica discontinuità invocata dal Sindacato, ovvero quella riguardante i manager che ci hanno portato a questo, non c’è stata!
In compenso nel nome della discontinuità la Banca ha azzerato intere agenzie! Con buona pace di NPS e NSS!

Non ci risulta che i risultati vengano da mondi astratti, ma dalla clientela alla quale – meritevole o no, che sia direct, hybrid o altro – dobbiamo fornire un servizio efficiente e competente.
Una strada per ottenerli passa attraverso un personale motivato e rispettato; non è un caso che dipendenti soddisfatti, partecipi e coinvolti portino valore all’azienda.
Sono le persone il vero fattore critico di successo, ancor prima degli investimenti nelle nuove tecnologie.
Per lo stesso motivo le Direzioni Risorse Umane fatte di persone giuste al posto giusto hanno una funzione strategica.

Coloro che di questo non si occupano, le menti illuminate che hanno pensato a queste misure, così come quelle geniali che le stanno attuando, hanno pensato al possibile effetto boomerang? O dobbiamo pensare che sia questo il vero indichiarabile obiettivo?
Tutto ciò avviene in un contesto in cui le Risorse Umane, a livello centrale e periferico, appaiono condizionate e subordinate alle direzioni business!

La concorrenza nel settore è agguerrita più che mai e il mercato è saturo.
Per essere competitivi abbiamo necessità di competenze tecniche e digitali soggette ad una frenetica obsolescenza; quindi per garantire all’azienda un futuro non si può prescindere dallo sviluppo professionale dei colleghi coniugando esigenze individuali, inclinazioni e obiettivi aziendali.
Ma non vediamo alcuna strategia, alcuna maturità.  Siamo di nuovo a stigmatizzare il comportamento delle cordate  che  muovono  i  meccanismi  di  BNL  e  che mancano di una visione. Senza una visione non si può portare alcuna barca in alcun porto!

Chiediamo un immediato cambio di rotta che passi per:

  • chiarezza sulla messa a terra degli obiettivi della recente riorganizzazione;
  • impegno sulla distensione del clima aziendale;
  • chiarezza sulla strategia di posizionamento aziendale e non solo sulle tattiche ad essa legate ma che non consentono di avere una veduta organica d’insieme;
  • certezze sul futuro stesso della NOSTRA azienda.

Su questi punti le Organizzazioni Sindacali chiedono un incontro con i Vertici aziendali.

 

Le Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL
FABI          FIRST/CISL          FISAC/CGIL          UGL          UILCA          UNISIN

 

Scarica il volantino




Appalto Assicurativo: SNA sconfitto ancora in tribunale sul CCNL

Dopo che, il 15 gennaio scorso, il Tribunale di Forlì ha accolto il ricorso presentato da una dipendente di una agenzia assicurativa contro la illegittima applicazione del CCNL sottoscritto da SNA, nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni della prima sentenza emessa dal Tribunale di Genova che respinge il ricorso di un Agente Assicurativo aderente a SNA contro le sanzioni allo stesso comminate dagli ispettori dell’INPS per mancato pagamento dei contributi dovuti a favore dei propri dipendenti.

L’Agente SNA aveva applicato il CCNL “pirata” firmato da SNA con Fesica Confsal (Federazione Sindacale Industria Commercio e Artigianato) e Fisals Confsal (Federazione Italiana dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori Stranieri).

Le contestazioni dell’INPS all’Agente SNA di Genova si sono basate sulla regola generale stabilita dalla legge secondo la quale “la retribuzione da assumere come base per il calcolo dei contributi di previdenza e di assistenza sociale non può essere inferiore all’importo delle retribuzioni stabilito da leggi, regolamenti, contratti collettivi, stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative su base nazionale, ovvero da accordi collettivi o contratti individuali, qualora ne derivi una retribuzione di importo superiore a quello previsto dal contratto collettivo”.
Pertanto, gli ispettori INPS, riscontrando violazioni rispetto a quanto previsto dalle legge nel corso dei controlli effettuati in alcune Agenzie Assicurative di Genova, nelle quali veniva applicato il CCNL “pirata”, avevano intimato all’Agente SNA il pagamento del mancato versamento dei contributi dovuti e comminato le relative sanzioni..

L’Agente sanzionato, col patrocinio dei legali nazionali dello SNA, aveva presentato ricorso nei confronti di detti provvedimenti.
Dopo una serie di udienze, nel corso delle quali sono stati sentiti, oltre agli ispettori dell’INPS, anche rappresentanti sindacali delle OO.SS dei dipendenti e rappresentanti di vertice sia di ANAPA che di SNA.

IL GIUDICE HA RESPINTO IL RICORSO DELL’AGENTE SNA CONDANNANDOLO, INOLTRE, ALLA RIFUSIONE AD INPS DELLE SPESE DI LITE OLTRE A SPESE GENERALI ED ACCESSORI DI LEGGE.

Nel dispositivo della sentenza il giudice afferma che le prove assunte sono state univoche nel dimostrare che il contratto collettivo contestato da INPS (quello di sna) non è stato siglato dai sindacati che abbiano la maggior rappresentatività dei lavoratori del settore.

Questa sentenza è un’importante vittoria nella battaglia che le OO.SS. FIRST/CISL, FISAC/CGIL, FNA e UILCA stanno portando avanti per l’applicazione del CCNL di riferimento del settore, firmato con ANAPA.
Passo dopo passo, anche nelle aule dei Tribunali, la strategia che SNA ha portato avanti in questi anni si sta rivelando perdente e, nel contempo, si vanno affermando con forza i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e la corretta applicazione del nostro CCNL.

La determinazione delle OO.SS FIRST/CISL, FISAC/CGIL, FNA e UILCA e il sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori saranno decisivi nel raggiungere questI fondamentalI obiettivI.

Roma, 4 febbraio 2019

 

Le Segreterie nazionali
  First/Cisl – Fisac/Cgil – Fna – Uilca

 

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Scarica la sentenza

 

Sullo stesso argomento:

https://www.fisaccgilaq.it/assicurazioni/appalto-assicurativo-rinnovato-il-contratto-pirata-dello-sna.html




CCNL, i sindacati scrivono all’ABI: piattaforma entro maggio

I Segretari Generali di FABI, First CISL, Fisac CGIL, UILCA e UNISIN riuniti in data 4 febbraio 2019 hanno deciso di comunicare ad ABI, nel previsto incontro del 13 febbraio 2019, la seguente posizione: proroga del CCNL (31 marzo 2015) al 31 maggio 2019, fatta eccezione per l’ex art.81 comma 6 (ripristino del calcolo del TFR previsto dalla legge).

Conseguentemente entro il 31 maggio 2019, previo mandato assembleare, verrà presentata la piattaforma per il rinnovo del CCNL.

Roma, 4 febbraio 2019

I Segretari Generali

FABI          FIRST/CISL          FISAC/CGIL          UILCA          UNISIN

 

Scarica il volantino

 

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/banche/rinnovo-ccnl-abi-accordo-su-calendario-incontri.html




Il 9 febbraio torniamo in piazza per chiedere #FuturoalLavoro

Sabato 9 febbraio la CGIL sarà in piazza a Roma, assieme a CISL e UIL, per sostenere una serie di richieste al Governo in materia di lavoro, sviluppo, equità.

In questi giorni fonti vicine al Governo hanno cercato di attribuire a questa manifestazione dei contenuti e delle finalità non coincidenti con la realtà, al fine di delegittimarla. Proviamo ad esaminare alcune della critiche mosse alla mobilitazione sindacale.

STATE MANIFESTANDO CONTRO REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100

Ovviamente questo non è vero. La CGIL ha presentato, tra gli obiettivi contenuti nel documento programmatico votato nel congresso appena concluso, progetti con molti punti in comune con i provvedimenti adottati dal Governo: un reddito di continuità che consenta a chi perde il lavoro di poter continuare a percepire una somma che lo accompagni fino al successivo impiego, ed il reale superamento della Legge Fornero, con la possibilità per tutti di lasciare il lavoro una volta raggiunti i 62 anni di età o i 41 di contribuzione.
E quindi, cosa c’è che non va questi due provvedimenti? La questione può essere sintetizzato in una sola domanda:
CHI PAGA?
La manovra non spiega dove prendere i soldi per finanziare i due provvedimenti. La richiesta dei sindacati è quella di un fisco più equo, che persegua finalmente gli evasori facendo pagare chi non lo ha fatto per anni. La CGIL propone inoltre di tassare i patrimoni più ricchi, in modo da ottenere risorse per far fronte da subito alle maggiori uscite.
In prospettiva, il Governo dovrebbe creare le condizioni per una crescita duratura attraverso un grande piano d’investimenti e di sostegno alla creazione di posti di lavoro.
Nella manovra non c’è nulla di tutto questo.
Il Governo aggrava il buco preesistente, creando un debito di 53 miliardi che nei prossimi due anni dovrà essere coperto da aumenti dell’IVA o ulteriori imposte.
I due provvedimenti sono sperimentali, per una durata di tre anni, subordinati alla verifica della loro sostenibilità economica.
A tal proposito ricordiamo che la manovra si basa su una previsione di crescita del PIL dell’1% nel 2019, ritenuta a dir poco ottimistica. Intanto la realtà ci parla di un Paese che chiude il 2018 in recessione.
Ulteriori perplessità nascono dal reddito di cittadinanza, che per funzionare avrebbe bisogno di efficaci politiche attive per aiutare a trovare lavoro chi lo sta cercando: per attivare il meccanismo ci vorranno mesi, ma il reddito dovrà essere pagato entro aprile.
In sintesi: i due provvedimenti sono stati realizzati in modo affrettato e superficiale, in modo da costituire un enorme e costosissimo spot elettorale per le Elezioni Europee in programma a maggio, senza preoccuparsi del futuro sul quale potrebbero porre una pesantissima ipoteca.

E’ UNA MANIFESTAZIONE CONTRO I POVERI: QUESTO GOVERNO E’ IL PRIMO A FARE QUALCOSA CONTRO LA POVERTA’

Dietro la grottesca promessa di abolire la povertà, in realtà ci sono provvedimenti che vanno in direzione opposta. Combattere la povertà è possibile solo eliminando gli squilibri e le ingiustizie: il Governo non ha mai mostrato di voler agire in questo modo.
Finora i provvedimenti adottati vanno a colpire soprattutto i meno agiati: immigrati, pensionati, dipendenti pubblici, centri sociali.
Il Governo blocca investimenti ed assunzioni già decise: dall’altro lato, continua a strizzare l’occhio agli evasori ai quali regala l’ennesimo condono oltre a “dimenticare” qualsiasi provvedimento per scovarli.
Nel frattempo introduce la tassazione del 15% per i professionisti, che a parità di introiti pagheranno la metà di un lavoratore dipendente.
Dove sarebbe la lotta alla povertà?

E’ UNA MANIFESTAZIONE POLITICA: NON SIETE MAI SCESI IN PIAZZA CONTRO GLI ALTRI GOVERNI

Questa, almeno per quanto riguarda la CGIL, è una balla. Dal Governo Monti in poi abbiamo messo in campo almeno una cinquantina di iniziative a livello nazionale.
In questi anni siamo scesi in piazza contro le politiche del Governo Monti, contro la Riforma Fornero, contro il Job Act , ponendo in campo tantissime iniziative di lotta, il più delle volte da soli, delle quali i mezzi d’informazione hanno sistematicamente minimizzato la portata.

L’elenco dei motivi per contestare le politiche di questo Governo potrebbe proseguire a lungo: ci limitiamo a riportare quello che è forse il più grave.
Questo è un Governo che ha posto in campo provvedimenti caratterizzati da razzismo e disumanità. Un Governo che sta alimentando e strumentalizzando paure ed incertezze per guadagnare voti, senza preoccuparsi di creare un clima d’odio che per tanti anni infesterà il nostro paese.
Basterebbe solo questo per giustificare una forte protesta.

E’ importante più che mai far sentire la nostra voce ed partecipare nel maggior numero possibile.
La CGIL organizzerà pullman dall’Aquila, Avezzano e Sulmona totalmente gratuiti.

Chi fosse interessato a partecipare, o volesse semplicemente chiedere informazioni, può contattarci telefonicamente al numero 346-1493811 o a mezzo posta elettronica all’indirizzo [email protected].

 




BPER inaugura ad Avezzano la filiale ad alta tecnologia

Bper Banca ha ufficialmente inaugurato ad Avezzano la nuova filiale in via XX Settembre. Si tratta dell’Agenzia 1 dell’istituto di credito, realizzata secondo le nuove linee guida ispirate a logiche di servizio più efficienti e a un utilizzo dello spazio più funzionale.

Il nuovo design, come è stato evidenziato dai vertici Bper nel corso della cerimonia inaugurale, «offre al visitatore un’esperienza coinvolgente, con un’identità fortemente caratterizzata secondo lo stile del nuovo brand»: sono le risposte di Bper Banca «alle richieste della clientela per garantire una migliore esperienza di servizio nei momenti chiave della relazione».
Si tratta, sottolineano sempre dal gruppo Bper, di una «filiale aperta» che però «assicura elevati standard di sicurezza, grazie all’utilizzo di moderne soluzioni tecnologiche e alla significativa riduzione dell’impiego di denaro contante».

All’evento hanno partecipato per Bper Banca il responsabile della direzione territoriale adriatica Guido Serafini, l’area manager Danilo Maurizio e il direttore della filiale avezzanese, Fabrizio Di Nicola.

La nuova sede di via XX Settembre prende il posto di quella che si trovava in via Lolli (angolo via Marcantonio Colonna).
Bper Banca è quotata in borsa ed è presente in 18 regioni italiane con 1.220 filiali. Il gruppo bancario “Gruppo Bper”, di cui è la capogruppo, comprende anche altre 4 banche.
«Inauguriamo una sede ispirata al nuovo modello di filiale, la prima nell’area aquilana», ha tenuto a sottolineare Guido Serafini, responsabile della direzione territoriale adriatica di Bper Banca, «Avezzano è una piazza storica verso la quale è stata dedicata un’attenzione particolare. L’obiettivo è essere sempre più vicini ai nostri clienti, e per farlo abbiamo concepito una modalità innovativa di fruizione e relazione nel punto vendita. Questo layout», ha concluso il responsabile Serafini, «migliora la funzionalità degli uffici e introduce una nuova dimensione, in cui le persone si sentono subito accolte e guidate».

 

Fonte: www.ilcentro.it




Banche: in Abruzzo persi 736 posti in 3 anni, male la Provincia dell’Aquila.

L’andamento dell’occupazione nel settore bancario nella Regione Abruzzo presenta un trend discendente ormai da oltre un decennio; negli ultimi anni tale tendenza si è accentuata in modo drammatico. Infatti, nel triennio 2015-2017 il numero complessivo dei bancari si è ridotto di 736 unità, pari al 17% degli occupati.

Per quanto concerne la nostra Provincia è doveroso specificare che subito dopo il sisma l’occupazione nel settore bancario aveva fatto registrare un forte incremento in provincia dell’Aquila, quantificabile all’incirca nel 34% degli impiegati totali, soprattutto a seguito della scelta del Gruppo Intesa Sanpaolo di aprire un centro di Back Office nel Capoluogo. I livelli occupazionali sono rimasti praticamente stabili per tre anni toccando un massimo di 1.071 addetti, salvo poi subire un brusco calo tra il 2011 ed il 2013: una perdita di 190 posti di lavoro, pari al 17% in soli due anni.
Due le cause di questo calo: il progressivo disimpegno degli istituti da un territorio che i danni del sisma avevano reso meno allettante dal punto di vista economico, ma soprattutto l’incorporazione della storica banca locale, la Carispaq, all’interno della BPER.
Lo stesso Gruppo Intesa Sanpaolo ha progressivamente ridimensionato la sua presenza sul territorio.
Se guardiamo quindi l’andamento degli impiegati nel settore a partire dal 2010 al 2017, rileviamo una perdita complessiva di 294 posti di lavoro, pari al 27% del totale, con una media annua del 3,4% degli addetti, più che doppia di quella rilevata a livello nazionale (1,5% nel medesimo periodo).

Avendo chiarito che i dati nella nostra Provincia sono tutt’altro che confortanti, non possiamo fare a meno di esprimere forte preoccupazione per ciò che succederà in futuro.
Tutti i grandi gruppi bancari stanno programmando chiusure di sportelli ed ulteriori tagli di personale: in un territorio come il nostro, dove esistono numerosi comuni siti in zone montane o comunque logisticamente svantaggiate, il rischio che molte delle chiusure vadano a penalizzare le aree interne è estremamente concreto.
Dobbiamo rilevare come anche nel Capoluogo la riduzione di sportelli si sia fatta sensibile: se la chiusura delle sedi danneggiate dal sisma aveva dato modo di ridurre sensibilmente il numero di filiali (e spicca la scelta di Intesa Sanpaolo, che concentrò in una sola sede i 5 sportelli preesistenti), altrettanto sta avvenendo con il lento ritorno nel centro cittadino degli Istituti bancari: un esempio è rappresentato dal Monte Paschi di Siena, che è appena tornato nella storica sede chiudendo però le due filiali che avevano operato fino al giorno prima.

Ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla riforma delle BCC e dai processi di aggregazione che inizieranno dal prossimo anno. Ad oggi la BCC di Roma rappresenta una delle più importanti realtà occupazionali del settore bancario nella nostra Provincia: abbiamo avuto modo di verificare nel recente passato quanto pesante sia stato il costo da pagare in termini di occupati totali in occasione dell’incorporazione della Carispaq.

La riforma delle BCC potrebbe avere un’ulteriore conseguenza negativa. La Regione Abruzzo, a differenza di quanto avvenuto nelle altre regioni dove la Banca d’Italia ha conservato un’unica filiale posta nella città capoluogo, vanta ad oggi due sedi dell’Istituto di Vigilanza: quella dell’Aquila e quella di Pescara. Il venir meno di tante piccole BCC ridurrà notevolmente gli adempimenti svolti dalla filali della Banca d’Italia, con il rischio più che concreto di chiudere almeno una delle due sedi presenti in Regione.

Il progressivo smantellamento della rete fisica di sportelli ha come unico scopo la massimizzazione dei profitti delle banche; contrariamente a quanto affermato dal top management degli istituti di credito non è una scelta che va incontro alle esigenze della clientela
Chiudere le filiali significa isolare i piccoli comuni, i cui abitanti rischiano di dover percorrere decine di chilometri anche per un piccolo prelievo.
Significa emarginare un’intera fascia di popolazione, che per varie ragioni ha difficoltà nell’accesso e nell’utilizzo della rete internet, privandola di molti servizi bancari.
Significa disumanizzare alcuni processi, come ad esempio la concessione di prestiti, trasformandoli in freddi algoritmi senza nessuna possibilità di colloquio tra cliente ed impiegato.

In una Provincia che non riesce ancora a superare i traumi dovuti agli eventi sismici che l’hanno colpita negli ultimi anni, significa creare ulteriori ostacoli ad una rinascita che appare sempre più problematica.

Un’ultima considerazione: con i suoi 20.946 euro procapite, L’Aquila è la prima provincia d’Abruzzo per ammontare dei depositi bancari e postali, leggermente al di sotto della media nazionale (€ 21.460) ma al terzo posto in tutto il centro-sud dopo Roma e Avellino. Questo renderebbe la nostra provincia meritevole di altre attenzioni e di un miglior presidio del territorio da parte delle le grandi banche nazionali, che spesso si limitano invece a vederla come una zona in cui venire a raccogliere soldi destinati ad essere impiegati in altre Regioni