Rinnovo CCNL ABI: primi significativi passi avanti

Nell’incontro svoltosi a Roma lo scorso 25 febbraio tra l’ABI e le OO.SS. del settore credito si sono raggiunte alcune importanti convergenze. In sintesi, queste le intese raggiunte:

  • Proroga della validità del CCNL, scaduto il 31/12/2018, fino al 31/5/2019. Entro la fine di marzo le OO.SS. si ripromettono di presentare la piattaforma per il rinnovo del contratto, da sottoporre all’approvazione delle assemblee dei lavoratori, che costituirà la base della trattativa.
  • Ricalcolo, con decorrenza 1/1/2019, della quota da accantonare al TFR, che dal 1/1/ 2015 al 31/12/2018 era stata calcolata esclusivamente sulle voci tabellari stipendio, scatti di anzianità ed importo ex ristrutturazione tabellare. Per effetto dell’accordo l’importo da accantonare tornerà ad essere calcolato su tutte le voci previste dall’art. 81 del CCNL (quindi incluse indennità, automatismi economici ecc…)
  • Proseguimento dell’attività del Fondo per l’Occupazione, la cui operatività era prevista nel precedente contratto fino al 31/12/2018.
  • Rinnovo del protocollo delle agibilità sindacali, con estensione anche ai lavoratori delle filiali ubicate nei centri di minori dimensioni della possibilità di partecipare alle assemblee del personale aventi per oggetto i rinnovi di contratti collettivi.

Il segretario nazionale della Fisac/Cgil, Giuliano Calcagni, ha rilasciato in proposito la seguente dichiarazione:

La proroga del contratto collettivo nazionale di lavoro al prossimo 31 maggio 2019 conferma la centralità della piattaforma rivendicativa che dovrà a breve passare al vaglio delle assemblee delle lavoratrici e lavoratori. L’aver mantenuto la decorrenza al 1 gennaio 2019 del trattamento di fine rapporto pieno ai lavoratori, oltre ad aver garantito il proseguimento dell’operatività del Fondo per l’occupazione (FOC) è da considerarsi un ottimo risultato. Questi tre punti pongono le basi per il rinnovo del CCNL del settore bancario, in un’ottica sindacale unitaria, saranno ora i lavoratori a valutare la piattaforma che presenteremo al più presto”




Bper, nel piano al 2021 utile a 450 milioni e 1.300 esuberi

Il nuovo piano industriale prevede la chiusura di 230 filiali.

Utile netto in crescita a 450 milioni di euro tra due anni, capitale rafforzato e riduzione del personale di 1.300 unità, chiudendo 230 filiali. Sono questi i cardini del nuovo piano industriale della Bper, che copre il periodo fino al 2021.

La banca è reduce da un inizio di 2019 molto intenso, come ha ricordato lo stesso amministratore delegato, Alessandro Vandelli, a corredo della presentazione del piano. Bper ha da poco siglato l’intesa col gruppo assicurativo bolognese Unipol per rilevare Unipol Banca, le quote di minoranza del Banco di Sardegna e il controllo di Arca Holding. “Questo Piano giunge quindi nel momento più opportuno per valorizzare quanto definito in questo mese e per costruire una prospettiva di crescita e di redditività”, ha detto Vandelli.

L’istituto modenese punta a conseguire nel 2021 un utile netto di 450 milioni di euro, a rafforzare il capitale, con un indice Cet1 ratio in area 12,5%, e ad assicurare un ritorno sul capitale tangibile (rote) di circa il 10%. Previsto nell’arco di piano un pay-out medio (quota di utili destinata a dividendo) del 25% circa e un’accelerazione del derisking, con una riduzione delle esposizioni deteriorate (npe ratio) sotto il 9%.

La reazione del mercato non è stata particolarmente entusiasmante.

Il piano industriale prevede inoltre 1.300 esuberi entro il 2021: ci saranno circa 1.700 uscite con l’istituzione di un Fondo di Solidarietà e la riduzione del numero di collaboratori di circa 1.500 dipendenti e, infine, il lavoro interinale sarà ridotto di circa 230 persone. Nell’arco di piano, tuttavia, sono previste 400 assunzioni per favorire il ricambio generazionale. A regime i benefici saranno di 80 milioni annui, a fronte di costi una tantum di 180-200 milioni. È inoltre prevista la razionalizzazione della rete di filiali, con la chiusura di circa 230 filiali, di cui circa la metà entro quest’anno. Si tratta di quasi il 20 per cento delle filiali, considerando che al 31 dicembre scorso Bper contava 1.218 sportelli, presenti in diciotto Regioni. L’organico era di 11.615 dipendenti.

 

Fonte: www.repubblica.it

Scarica la presentazione

 

 




La valutazione delle prestazioni 2018

Nei prossimi giorni i Colleghi e le Colleghe riceveranno – a chiusura del consuntivo della valutazione professionale relativa al 2018 – i cosiddetti «giudizi professionali di sintesi». Si tratta di una procedura stabilita dal CCNL il cui percorso deve completarsi entro il primo quadrimestre dell’anno successivo a quello cui la valutazione si riferisce, con una specifica comunicazione scritta accompagnata da una sintetica motivazione.

Ricordiamo che, in ogni caso, la consegna/ricezione della valutazione non implica in alcun modo l’automatica condivisione del complessivo giudizio professionale assegnato e lascia impregiudicata la possibilità per l’interessato/a di ricorrere contro tale valutazione e di farsi assistere da un rappresentante sindacale della FISAC CGIL.

Nel nostro comunicato originale allegato, riportiamo di seguito l’art. 75 del CCNL ABI 31.03.2015, del quale evidenziamo il comma 6 ed il comma 7 che disciplinano le modalità di presentazione dell’eventuale ricorso da parte del Lavoratore/Lavoratrice e un fac-simile di lettera da utilizzare per presentare l’eventuale ricorso contro il giudizio professionale 2018 (predisposto con riferimento ad UniCredit S.p.A. e quindi da personalizzare in caso di utilizzo da parte di colleghe/i di altre aziende del Gruppo). In ogni caso sottolineiamo che, a norma di contratto, il ricorso va presentato per iscritto alla struttura aziendale competente entro 15 gg. dalla comunicazione del giudizio medesimo.

 

La Segreteria Fisac/Cgil Gruppo UniCredit

 

Scarica ”Block Notes” di febbraio 2019




Vuoi essere assunto? Fai qualcosa di eroico!

Si ripetono i casi di disoccupati assunti per aver fatto un bel gesto. Per lavorare bisogna essere eroi?

 

Gallipoli. Giovane nigeriano blocca un rapinatore e viene assunto come premio.

Notizia che risale pochi giorni fa: Richard, un giovane nigeriano di 33 anni che chiedeva l’elemosina fuori da un supermercato di Gallipoli (Lecce) ha sventato una rapina. Ha lottato con un rapinatore e lo ha fatto arrestare. Il ladro era armato di pistola (poi rivelatasi un’arma giocattolo), con cui aveva minacciatogli impiegati e gli altri presenti per poi fuggire con i contanti della cassa prima che Richard riuscisse a bloccarlo.

Richard, come “premio”, ora sarà assunto con un regolare contratto come magazziniere dal supermercato. Il titolare del supermercato ha detto: “È giunto il momento di dargli un lavoro e dignità, dopo essere stato per mesi esposto al freddo così come al caldo torrido all’esterno del supermercato, aiutando i clienti e stando a stretto contatto con i nostri dipendenti.”

 

Cartigliano. Disoccupato trova portafoglio con 900 euro e lo restituisce: assunto come ricompensa.

Poco più di un mese fa, il 18 gennaio, Omar, un marocchino cinquantanovenne, trova un portafoglio con circa 900 euro più carte di credito e documenti e lo porta al Comune di Cartigliano (Vicenza) affinché venga riconsegnato al proprietario. Il portafoglio smarrito apparteneva a un dipendente di una conceria della zona e il titolare ha deciso di assumere Omar. Il titolare dell’impresa ha detto: “Una persona di tale onestà va premiata. Abbiamo verificato, è stato sfortunato ed era disoccupato per colpe non sue”.

 

Scorrendo la cronaca sono abbastanza frequenti i casi di persone “premiate” con un lavoro dopo che hanno compiuto un gesto di generosità, magari, come nel caso di Richard, rischiando anche la loro incolumità. Fa riflettere che in questi casi un lavoro, una occupazione, sia concessa loro come “premio”, a conferma del fatto che in Italia il lavoro più che un diritto sia diventato in molti casi un privilegio, soprattutto per i soggetti più svantaggiati. E che, come nel caso di Omar, se si è disoccupati bisogna poter dimostrare che lo si è “non per proprie colpe”.

Quindi, cari disoccupati, se volete un lavoro, in attesa dei Navigator, aprite gli occhi e cercate portafogli da restituire o ladri da bloccare.

 

Fonte: www.peopleforplanet.it




Riscossione: sottoscritto accordo per i turnisti

Nella giornata di mercoledì 20 febbraio le Segreterie Nazionali hanno incontrato il Presidente di Agenzia delle Entrate – Riscossione, dott. Antonino Maggiore. Il confronto si è reso necessario al fine di approfondire alcune tematiche di fondamentale importanza:

  • Nuovo contributo inserito in legge di bilancio n.145/ 2018 a favore dell’Agente della riscossione.
    (I commi di tale legge, da 326 a 328, dispongono che l’Agenzia delle entrate eroghi una quota non superiore a 70 milioni di euro per l’anno 2019, a 20 milioni di euro per il 2020 e a 10 milioni di euro per l’anno 2021 a titolo di contributo in favore dell’Ente pubblico Agenzia delle entrate-Riscossione e che la parte eventualmente non fruita della quota assegnata potrà essere erogata nell’anno successivo). Abbiamo commentato l’importanza delle quote triennali che potranno meglio garantire nel corso del medesimo periodo la tenuta del conto economico dell’Ente; tuttavia abbiamo rappresentato l’importanza di ulteriori interventi soprattutto con riguardo alla remunerazione della nostra attività (in particolare modo ricordando i decreti attuativi previsti dal dl 159/2015 non ancora emanati dal Mef e che dovevano adeguare i diritti per spese esecutive).
  • Criticità degli applicativi informatici allo sportello.
    Partendo dalla denuncia dei frequenti disservizi che si determinano quasi ogni qualvolta l’afflusso dei contribuenti agli sportelli si incrementa (applicativi che si bloccano, linee che si rallentano), è stata sottolineata la necessità di un intervento urgente volto alla soluzione delle difficoltà operative riscontrate, e rappresentata l’esigenza di soluzioni tecnico/ operative onde dare il massimo sostegno all’impegno quotidiano degli operatori del front-office.
  • Circolare attuativa dell’Inps per il Fondo esattoriali.
    In occasione dell’incontro è stato chiesto al Presidente un intervento nei confronti dell’INPS volto a sollecitare l’emissione della circolare attuativa del decreto ministeriale 55/2018 che prevede l’utilizzo della contribuzione al Fondo di Previdenza Esattoriali per la realizzazione della previdenza aggiuntiva.

Rispetto agli argomenti affrontati il Presidente ha espresso concreta disponibilità, anche al fine di consentire ai lavoratori di continuare a svolgere il loro lavoro con serenità, riconoscendone l’impegno e la specifica professionalità.

Nuova articolazione oraria per i turnisti

Nel corso della giornata successiva è stato inoltre sottoscritto il verbale di accordo per i colleghi turnisti addetti alle strutture Area Innovazione e Servizi Operativi (addetti ai sistemi informatici e tecnologici di Milano, Napoli, Roma e Torino) finalizzato ad uniformarne gli orari di lavoro. La nuova articolazione dei turni, in 36 ore settimanali, con un unico turno mattutino e uno pomeridiano è tesa a contemperare le esigenze dei lavoratori e l’operatività dell’Ente.

La giornata di lavoro del 21 è stata anche utile a realizzare un confronto di analisi e verifica delle diverse criticità emerse in merito al Manuale Unico n. 8 del 3/12/2018 e ad apportare le necessarie variazioni.

Roma, 22 febbraio 2019

 

Le Segreterie Nazionali 

Fabi          First/Cisl          Fisac/Cgil           UILCA

 

Scarica il volantino




Cgil L’Aquila: attivato sportello informativo per anziani e pensionati

Il sindacato pensionati della Cgil (Spi) della provincia dell’Aquila ha attivato uno sportello di consulenza e orientamento rivolto agli anziani per informarli su tutti i servizi territoriali e cittadini pubblici a loro rivolti.

A presentare il progetto in conferenza stampa sono stati Egidio Pezzuto (segreteria provinciale Spi), Maria Grazia Taverna (Lega Area Aquilana) e Francesco Marrelli  (segretario provinciale della Camera del Lavoro).

Lo sportello è aperto il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 9 alle 12 nella sede della Cgil in via Saragat, a partire dal 18 febbraio. Ma il sindacato ha predisposto anche un servizio mobile tramite un camper che raggiungerà i paesi del circondario e i quartieri del Progetto Case.

Queste alcune delle materie su cui si potranno avere informazioni:

Bonus e agevolazioni

  • Social card
  • Bonus energia (gas, elettricità)
  • Agevolazioni su trasporti pubblici

Bisogni sociosanitari

  • Servizi sul territorio
  • Assistenza domiciliare
  • Residenze Sanitarie Assistite

 

Da sempre lo Spi Cgil” affermano Marrelli, Pezzuto e Taverna “fornisce consulenza a pensionati e lavoratori sulle prestazioni pensionistiche e sui rapporti con l’Inps. L’esperienza maturata sul campo ha evidenziato come spesso, il livello di assistenza e consulenza che viene richiesto, esula dal campo prettamente previdenziale.Il livello reddituale di molte famiglie del nostro territorio si è notevolmente abbassato, sfiorando e, spesso, raggiungendo la soglia di povertà. Nonostante ciò, molti non conoscono le iniziative assistenziali messe in atto da Comuni e Regioni e spesso la normativa corrispondente è complessa ed a volte contraddittoria”.

Lo sportello nasce dunque per agevolare l’accesso di pensionati e anziani ai servizi sociali mediante l’informazione, l’orientamento e la consulenza. Accade spesso, infatti, che molti cittadini non possano accedere alla rete territoriale dei servizi e delle prestazioni sociali e socio-sanitarie, pur avendone diritto, perché, semplicemente, non sono a conoscenza di tutte le  possibilità esistenti.

Le competenze di Comune, Asl e Regione” dice la Cgil “si intersecano e non è facile districarsi nell’insieme di norme, specialmente per  chi è in uno stato di sofferenza sociale. Queste motivazioni, oltre un impegno civile sempre presente nella Cgil, hanno spinto lo Spi Cgil – Area Aquilana ad impegnarsi per creare lo Sportello Sociale. Gli addetti allo sportello ascolteranno le necessità dei cittadini e li indirizzeranno agli uffici competenti fornendo anche informazioni sulle relative documentazioni necessarie per fruire dell’assistenza”.

“Naturalmente” spiega la Cgil “il servizio che viene fornito presuppone che l’utente venga in Camera del Lavoro; siamo perfettamente consapevoli che invece,la maggior parte di coloro che sono in uno stato di necessità, non hanno la possibilità di raggiungere la sede della Cgil, per questo motivo abbiamo in programma in uno dei tre giorni di sportello di raggiungere i comuni del circondario e insediamenti del Progetto Case con un ufficio mobile (camper)”.

“L’iniziativa dello sportello sociale si propone di essere un aiuto per affrontare momenti di difficoltà economica o sanitaria, ma siamo coscienti della necessità di aprire una vertenza complessiva sulle aree interne e sul welfare di prossimità. Le frazioni dell’Aquila, i comuni pedemontani della conca aquilana, sono in una situazione di spopolamento e di abbandono, derivante principalmente da mancanza di servizi alla mobilità, di presidi sanitari e scolastici”.

“Fintanto che l’erogazione di servizi che esaudiscano i bisogni primari, come, peraltro previsto in Costituzione” conclude il sindacato “sarà regolata esclusivamente da logiche mercantili derivanti dalla densità di popolazione, il nostro territorio ed in particolare gli anziani saranno sempre più abbandonati al loro destino. Come Spi Cgil noi facciamo e faremo la nostra parte anche in sostituzione di Enti e Istituzioni sorde alle necessità ed ai bisogni delle fasce di sofferenza sociale”.

 

Fonte: www.newstown.it




Fabrizio Petrolini nuovo coordinatore nazionale Fisac per le BCC

Nella riunione della Segreteria Nazionale del 18 febbraio 2019, su proposta del Segretario Generale Giuliano Calcagni, è stata affidata la delega del Settore BCC / Federcasse al nostro Fabrizio Petrolini.

La sua elezione rappresenta un motivo di profondo orgoglio per tutti noi della Fisac L’Aquila, organizzazione della quale Fabrizio è stato segretario generale fino al 2016.

Complimenti sinceri a Fabrizio e gli auguri più affettuosi in vista di un incarico che sarà sicuramente impegnativo, ma che lui ha tutte le qualità umane e professionali per svolgere nel modo migliore possibile.

 




Truffa su vendita di diamanti, indagate 5 banche.

Nell’indagine sono coinvolte Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti, più le due società Idb e Dpi, con le accuse di truffa aggravata e autoriciclaggio. Tra i clienti anche Vasco Rossi, Federica Panicucci, Simona Tagli e l’industriale Diana Bracco

Un diamante è per sempre, diceva la pubblicità. E doveva essere per forza così per decine di migliaia di risparmiatori i quali, se avessero rivenduto le pietre che avevano comprato spinti e invogliati da funzionari di banca, ci avrebbero rimesso fino al 50 per cento dell’investimento. Una truffa, secondo un’indagine della Procura della Repubblica di Milano che coinvolge 75 indagati, cinque banche e due società, ha portato al sequestro di oltre 700 milioni di euro e vede tra le presunte vittime nomi del calibro del cantante Vasco Rossi.

Ci sono voluti più di due anni agli investigatori per venire a capo di un’inchiesta nata da un servizio della trasmissione Report del 2016 sui cosiddetti «diamanti da investimento». Un mercato nel quale spiccavano la Intermarket Diamond Business Spa di Milano, che operava attraverso UniCredit, Banco Bpm e Banca Aletti, e la Diamond Private Investment Spa di Roma , che si appoggiava ad Mps e Banca Intesa Sanpaolo.

Gli accordi formalmente prevedevano che le banche mettessero solo a disposizione nelle loro filiali il materiale pubblicitario delle due società, ma in realtà, secondo le indagini della Guardia di finanza di Milano coordinate dal pm Grazia Colacicco e dell’aggiunto Riccardo Targetti, erano i loro direttori e consulenti finanziari che «proponevano ai clienti l’investimento» presentandolo in modo «parziale, ingannevole e fuorviante». I diamanti, cioè, venivano fatti apparire come un «bene rifugio» garantendo un rendimento costante annuo del 3-4% del capitale, molto più di un qualsiasi titolo di Stato. Lo dimostravano, dicevano, le quotazioni di mercato stampate su un giornale economico, che però non erano che un listino prezzi (gonfiato rispetto ai valori reali) pubblicato a pagamento furbescamente sulle pagine dei titoli di Borsa. Non era assolutamente così, e i clienti se ne sarebbero resi conto, è proprio il caso di dirlo, a loro spese.

Autorizzando il sequestro preventivo, il gip Natalia Imarisio scrive che le vittime non erano in grado di capire che metà dei loro soldi se ne andava tra Iva, commissioni delle banche e profitto delle società e che se avessero voluto disinvestire avrebbero dovuto versare un ulteriore 10%. A convincerli erano i consulenti finanziari o i direttori di filiali delle banche «che conoscevano da anni e di cui si fidavano» e che nella sostanza garantivano «l’intrinseca genuinità dell’investimento e l’affidabilità delle due società».

Un centinaio, per ora, le vittime identificate, anche se sono migliaia i clienti che si sono già mobilitati per una class action. Il rocker Vasco Rossi ha investito oltre 2,5 milioni nei diamanti attraverso la società Idb: l’acquisto gli è stato proposto da Banco Bpm, e il cantante ha pagato con tre bonifici il 20 luglio 2009, il 22 marzo 2010 e il 14 ottobre 2011, rispettivamente 1,043 milioni di euro, 520mila euro e poco più di un milione. L’imprenditrice farmaceutica milanese Diana Bracco ha versato più di 1,3 milioni. Anche la conduttrice tv Federica Panicucci potrebbe averci rimesso parte dei suoi 55 mila euro, un po’ meno  la ex showgirl Simona Tagli, che ne ha messi 36 mila. Il lungo elenco contempla anche molti piccoli imprenditori e semplici risparmiatori.

Le banche, precisa il gip, si sono difese sostenendo di «essersi limitate a segnalare la possibilità di investire in diamanti» ottenendo solo «ricavi marginali». Che nei loro uffici si fosse consapevoli che le cose non erano proprio chiare lo dimostrerebbe, ad esempio, una telefonata intercettata in cui un dipendente del Banco Bpm parla di un cliente e dice che «compra a 100 e vale 44, perché se legge (bene la documentazione, ndr) non lo compra».
In un caso, quello di un signore che ha versato 400 mila euro, una perizia gemmologica ha accertato che le pietre valevano addirittura appena il 20% di quanto erano state pagate.

Per ingraziarsi i dipendenti degli istituti di credito e garantirsi la loro collaborazione, Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment non lesinavano regali come viaggi e benefit, in un caso anche donazioni per 150 mila euro a una Onlus fondata in memoria del figlio scomparso di un manager, ma anche investimenti per milioni in azioni delle stesse banche, garantendo così ai dirigenti di raggiungere gli obiettivi di budget e ottenere i premi di risultato. Questo ha fatto scattare anche l’accusa di corruzione tra privati, di autoriciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita.

Fonte: www.corriere.it




Immigrazione: i numeri smentiscono le bugie sull’invasione

Insicurezza e razzismo in Italia si intrecciano sempre più colpevolmente, alimentate da percezioni irreali e dal ballificio xenofobo.

  1. L’Italia ospita circa 6 milioni di immigrati (Osservatorio sulle migrazioni, ultimo rapporto del 31 gennaio), 9 su 10 vi risiedono da più di cinque anni. La stragrande maggioranza ha il permesso di lavoro o è qui per ricongiungimento familiare: il 56% è di origine europea; il 35 arriva da Paesi dell’Ue; il 17 da Africa e Medio Oriente; il 14 dall’Asia; il 13 da Oceania e Americhe. Le cifre smantellano la teoria dell’invasione africana e musulmana.
  2. Le ragioni delle migrazioni sono note: guerre, siccità, dittature, miseria, speranza. Per la Commission on Migration and Health (sponsor la rivista Lancet), ogni 1% di migranti corrisponde al +2% del Pil. I migranti sono una risorsa. L’inopinata stretta sui permessi di soggiorno li trasforma in irregolari, quindi più ricattabili da mafie e da disonesti datori di lavoro.
  3. In percentuale, l’Italia ha meno immigrati di Estonia, Svezia, Croazia, Lituania, Lussemburgo, Austria, Spagna, Olanda, Germania, Francia, Belgio, Grecia, Malta e altre nazioni.
  4. La Svezia ha accolto il 135% (!) dei migranti rispetto alla quota prevista ma l’estrema destra fomenta odio e violenza contro “l’invasione straniera” (23,4 immigrati ogni mille abitanti, in Italia 2,4): nei fatti, resta un baluardo della solidarietà.

Ultima Grande Bugia: quella che i migranti ricevano più di quanto non contribuiscano. Smentita dai dati ministeriali.

 

Articolo di Leonardo Coen sul “Fatto Quotidiano del  7/2/2019




La livella del femminicidio

Qualche tempo fa la scrittrice canadese Margaret Atwood riassunse così i rapporti tra i sessi: “Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro. Le donne hanno paura che gli uomini le uccidano”. Non si conoscono statistiche sul primo punto, ma circa il secondo è ragionevole dire che si tratti di una paura più che fondata.

Al femminicidio va riconosciuto il macabro effetto di realizzare una tragica uguaglianza tra le donne, quella stessa che in millenni non si è riusciti ad avere con l’altro sesso. Non c’è ricca o povera, istruita o ignorante che possa stare tranquilla: le donne vengono comunque ammazzate.

Vengono uccise le italiane e le straniere, sia da italiani che da stranieri, e questo è uno dei pochi casi di integrazione riuscita che si registri nel Paese.

I femminicidi si consumano al Nord, al Centro, al Sud e pure nelle Isole, perché l’Italia è una e indivisibile.

Si ammazzano le conoscenti, le compagne, le mogli, le amanti, ma anche le madri e talvolta perfino le figlie, perché – checché se ne dica – la malvagità esiste. Ma soprattutto si ammazzano le ex: le ex mogli, le ex amanti, le ex fidanzate.

Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro, e le ex sono quelle che ridono più forte di tutte, anche quando in realtà non ridono affatto.

Si uccidono le donne che stanno zitte – per proteggere i figli, per non far preoccupare mamma e papà, o perché pensano di essere abbastanza forti – e quelle che denunciano.

Le vittime sono casalinghe, studentesse e pensionate, possono lavorare oppure no, ma se lavorano è peggio, perché una donna che lavora ha (o tenta di avere) un’indipendenza economica, e questo non piace proprio agli aspiranti femminicidi.

E poi una donna la puoi ammazzare in tanti modi, la strangoli, la batti, la sgozzi, la butti dal cavalcavia, le dai fuoco.

Si può chiamare indifferentemente Sara, Francesca, Concetta o Madalina: poco importa, tanto poi arriva “‘ ‘a livella ” dell’omicidio che rende tutte uguali, e quella sarà solo una donna ammazzata, una vittima di femminicidio, un numero per nutrire le statistiche e un pezzo di carne per sfamare la cronaca.

Le donne hanno paura che gli uomini le uccidano, diceva la Atwood.

E fanno bene, perché i governi, tutti, passati e presenti, finora hanno solo assicurato biasimo e promesso punizioni esemplari per i colpevoli.

Ma non è la vendetta dopo la morte, che le donne vogliono; è la prevenzione, è l’educazione degli uomini all’amore, all’affetto e sì, anche al rifiuto, che o si inizia da bambini, oppure è troppo tardi.

È restare vive, quello che vogliono. E non dover avere più paura di essere ammazzate.

Roma, 14 febbraio 2019 – San Valentino

La Segreteria Nazionale Fisac Banca d’Italia

 

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